Ottava classificata (parimerito)
Lita_EFP/Mari Lace
A reason to be brave – not
Tot: 46/50
Stile: 14/15
La lettura, nel complesso, si è da subito presentata come semplice e scorrevole: il linguaggio non è particolarmente difficile o pesante, la storia scorre così bene che non mi sono nemmeno resa conto di averla già terminata.
Un appunto che posso sicuramente farti è quello di fare attenzione con i termini “presi in prestito” dalla Rowling, che andrebbero scritti in maiuscolo (Magonò, Smaterializzazione ecc.).
Non ho alcun altro appunto – di tipo sintattico/grammaticale – da farti: il lessico è ampio, senza che nessuna parola sembri superflua o fuori posto. Mi ha un po’ infastidita la scelta di usare le virgolette (“x”) per i dialoghi, ma è un fastidio puramente visivo, motivo per cui ho deciso di non sottrarti nemmeno un decimo di punto per questa causa.
Il registro tenuto dai vari personaggi è adeguato al contesto in cui si trovano: adolescenti, prima, e adulti in seguito, in particolare ho trovato particolarmente azzeccato il modo in cui James si rivolge a Peter. Hai scelto di usare un linguaggio consono a un ragazzo ancora in età scolare, senza mettergli in bocca locuzione particolarmente auliche, fatto che ammetto di aver estremamente apprezzato.
L’unica nota stonata in una lettura che nel complesso ho trovato estremamente piacevole è la sovrabbondanza di dialoghi rispetto alla lunghezza del testo, ritengo che alcune parti descrittive (come immagini Marlene, ad esempio) avrebbero reso il racconto ancora più interessante, mentre così facendo rimangono come dei “buchi”, che è il lettore a dover colmare. Da un lato è una situazione con un chiaro risvolto positivo – la pappa già pronta va bene per i bimbi, a mio parere, e non per persone adulte e vaccinate – ma, almeno per quanto mi riguarda, sarebbe stato carino dare almeno un appiglio all’immaginazione di chi ti legge. Marlene è bruna? Bionda? Ha qualche tratto distintivo particolare?
Nonostante questo piccolo appunto, ho comunque apprezzato come è stata scritta la storia, che si è rivelata una lettura fluida ed interessante.
Originalità: 10/10
La trama in sé è certamente originale, in quanto tratti di personaggi su cui è stato scritto relativamente poco, e per farlo ti sei collegata al Canon (con ovviamente le opportune modifiche del caso), in un riferimento che ho apprezzato molto. D’altronde, Lily stessa aveva scritto che Peter era rimasto turbato dalla morte della famiglia McKinnon, fatto che si collega perfettamente con la storia che hai deciso di sviluppare. Inoltre, ma riconosco di nutrire un attaccamento strano nei riguardi della parola famiglia, ho interpretato la tua storia in virtù del fatto che, effettivamente, Peter potesse essere considerato la “famiglia” di Marlene. Ma queste sono solamente mie speculazioni, in fondo.
Estremamente originale è anche la decisione di mettere insieme Marlene e Peter, due personaggi che credo di non aver mai visto insieme, ma è pur sempre vero che leggo relativamente poche fanfiction sulla Old Generation.
Ho apprezzato anche la scelta di ambientare la storia su due livelli temporali – Hogwarts e gli anni della Guerra – in modo tale da fornire un quadro strettamente dettagliato dell’evolversi dei personaggi.
Anche se non è oggetto di valutazione, spendo qualche parola sul titolo, che ho apprezzato veramente tantissimo: sono estremamente favorevole ai titoli in altre lingue, se hanno un significato o una struttura sintattica che non è replicabile in italiano, e la scelta di apporre quel “not” finale, dando così una duplice interpretazione del “A reason to be brave” mi ha conquistata.
Gradimento personale: 8/10
La storia mi è globalmente piaciuta, anche se avrei due appunti da farti, in merito: come già ho accennato nei parametri precedenti, mi è un po’ dispiaciuta la quasi totale assenza di descrizioni. Comprendo la tua scelta stilistica di concentrarti maggiormente su dialoghi e sensazione, ma qualche riferimento “visivo” avrebbe fatto ancora di più la differenza e probabilmente mi avrebbe fatto sentire maggiormente coinvolta dalle vicende dei personaggi.
In secondo luogo, specialmente sul finire, ho avuto la sensazione che la storia stesse andando avanti in maniera troppo rapida: il cambiamento di Peter, che è principalmente di natura ideologica e frutto di un profondo rancore nei confronti dell’Ordine, avviene in poche righe. O, meglio, si intuisce dall’inizio della storia, che si andrà a parare sul tradimento di Minus, ma il momento in sé in cui lui decide di tradire i propri amici è, come hai detto tu, “una luce che si spegne”, un click veloce. Avrei apprezzato se, per esempio, vi fosse stato un paragrafo in più in cui Peter desse sfogo ai suoi rancori con Marlene, dicendole che trovava ingiusta e insensata la loro partecipazione alla Guerra, insomma qualcosa che mi facesse presagire che mancava pochissimo, che bastava solamente la classica goccia per far traboccare il vaso. D’altronde, io non sono mai riuscita ad accettare che solamente il rancore nei confronti degli altri Malandrini sia stato il vero motivo per cui Minus aveva deciso di schierarsi con Voldemort, motivo per cui mi sarebbe piaciuto leggere ancora di questa tua interpretazione.
Per il resto, la storia si è rivelata interessante e piacevole, una lettura che sicuramente ricorderò come bella e interessante. Ti ringrazio per avermi dato l’occasione di entrare nella testa di un personaggio che, solitamente, non è protagonista delle mie letture, né è uno dei miei preferiti.
Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
Ho trovato la tua caratterizzazione dei personaggi azzeccata e coerente con il Canon, per quanto riguarda i Malandrini e Peter. Di quest’ultimo emerge il ritratto di un ragazzino insicuro, costretto a vivere all’ombra dei suoi amici, ma che si sente in una certa misura fortunato anche soltanto di poter calpestare il terreno che James e Sirius si lasciavano alle spalle. Quel che temevo era che, introducendo un elemento “estraneo” a questa situazione, nota e ben rodata, la caratterizzazione potesse in qualche modo risentirne, ma così non è stato.
Per quanto riguarda Marlene, ovviamente non c’è un Canon cui fare riferimento, dalle poche parole della Rowling su di lei non si conclude poi molto. La tua caratterizzazione mi è piaciuta, l’ho trovata semplice ma d’effetto, ed effettivamente la sua dolcezza e la sua gentilezza si adattano perfettamente al carattere remissivo di Peter.
Anche Lord Voldemort, nella sua breve apparizione, l’ho trovato prevalentemente azzeccato: hai reso bene la noncuranza con cui spezza delle vite umane, la maniera subdola e sottile con cui s’insinua nella mente delle proprie vittime. Non mi ha convinta al 100% la scelta di proporre a Minus di passare al lato oscuro: voglio dire, in quegli anni la gente faceva letteralmente la fila per entrare nelle schiere dei Mangiamorte, quindi non sono sicura che avrebbe davvero avuto bisogno di ricorrere al convincimento? Anche ammettendo che avesse voluto proprio Peter per fargli da spia, d’altronde aveva stretti legami con l’Ordine, perché uccidere Marlene così in fretta? Avrebbe potuto usarla come merce di scambio, torturarla, ricattare Peter solamente per farla tenere in vita, però appunto la scelta della proposta mi sembra un po’ una caduta di stile, per Voldemort.
Utilizzo del genere Angst: 5/5
Il genere è stato correttamente utilizzato, in una maniera che non lascia adito ad alcun dubbio: l’intera storia, in un climax ascendente, trasuda insoddisfazione, prima, e tristezza, specialmente nella parte finale. Il risultato è da pelle d’oca assicurata, un utilizzo del genere ottimo. |