Recensioni per
I will always save you
di Nao Yoshikawa

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
05/04/22, ore 00:42

Ciao! Reduce dal mio ennesimo rewatch di sherlock, non potevo non passare da qui!
Premetto che non shippo johnlock, o meglio, non dal punto di vista di una relazione sessuale. Credo che Sherlock sia troppo preso da tutto ciò che lo circonda per avere una relazione carnale, ma li shippo in maniera platonica e puramente sentimentale.
E la tua storia, a tal proposito è perfetta.
Possiamo raccontarci quel che vogliamo, John a livello canonico può aver sposato Mary, ma la verità è che lui e Sherlock si appartengono, e lo dimostra il fatto che Mary quasi accetta una strana relazione dove è lei spasso la terza incomoda, lo dimostra il fatto che John di fronte alla rivelazione del suo passato, non metta in dubbio nemmeno per un secondo la parola di Sherlock a riguardo.
E tu hai reso perfettamente tutto questo.
Per quando John sia arrabbiato, e addolorato, e ferito, on ce la fa a restare arrabbiato con lui, e solo felice che sia tornato.
Loro, cosi diversi da essere, in fondo, mollto simili, si appartengono, e così sará per sempre.
Come sempre, hai fatto centro, e hai descritto ogni sentimento alla perfezione, riuscendo perfino a penetrare e descrivere l’anima di Sherlock, che da quel punto di vista è difficilissimo da rendere. Complimenti davvero! Alla prossima!

Recensore Master
12/12/20, ore 17:52

Ciao Nao,
finalmente sono arrivata a recensire una tua storia. Questa volta ho deciso di abbandonare Harry Potter in favore di Sherlock. Non so nemmeno io il perché, forse volevo leggere qualcosa di diverso e ho visto che tu scrivi in molti fandom. Ho quindi colto l'occasione.
Okay, lo ammetto, quando ho visto storie su Sherlock mi sono illuminata. Sarà che ero follemente innamorata della serie e dalla bravura degli attori.
Bando alle ciance, passiamo alla storia.
La scena che hai descritto è forse una delle mie preferite, ovvero il ritorno di Sherlock. Il tuo John corrisponde a quello della serie, hai rappresentato un uomo maturo distrutto dalla perdita e dal rimorso. I suoi pensieri, la sua amarezza e il suo dolore sono descritti in maniera molto realistica e credibile. Ho apprezzato particolarmente il fatto che, nonostante il dolore, il personaggio di Sherlock rimanga com'è, senza idealizzazioni. John, nonostante il lutto, ricorda bene la personalità del suo amico e e collega, cosa che aumenta ancor di più il piacere della lettura.
Il punto di vista di Sherlock è stato sicuramente interessante. Sei stata brava a descrivere la sua particolare personalità. Forse – se proprio devo trovare il pelo nell'uovo – devo dire che il tuo è leggermente più umano di quello della BBC (cosa che ho apprezzato, non è stato affatto un elemento di disturbo). Rimane comunque un uomo razionale, poco empatico (ma su questo punto torno più in basso), che sembra quasi vivere fuori dal mondo.
Il dialogo tra Sherlock e John sembra confermare proprio questo punto. L'atteggiamento seccato del primo che considera esagerate le reazioni del secondo, ma che in cuor suo rende perfettamente conto della sofferenza che ha causato. Si lascia picchiare, forse perché pensa di meritarselo o forse perché la rabbia gli permette di vedere un John finalmente vivo, come hai perfettamente descritto.
La parte finale è la mia preferita. Innanzitutto perché la riappacificazione avviene senza sconvolgere i caratteri dei personaggi (cosa che per me è davvero il massimo). Ho trovato molto dolci i pensieri di Sherlock, il suo continuare a ripetere che non avrebbe di certo lasciato John per così poco. E John mi è piaciuto perché, nonostante il sollievo, mostra chiaramente tutta la sua rabbia e gli ribadisce che non è per nulla semplice cancellare tutta quella sofferenza.
Tornando all'umanità di Sherlock, ti dirò la verità: solitamente trovo che nel personaggio stoni parecchio, perché da quello che ho visto mi è sembrato poco propenso alla gentilezza e, soprattutto, alla comprensione verso qualsiasi altra persona. Tuttavia, c'è anche da dire che John rappresenta l'eccezione. Si vede subito che tra di loro c'è un'intesa eccezionale, ed è proprio su questa che hai costruito questa storia. Inoltre quel tocco di dolcezza che hai donato non ai personaggi, non l'ho trovato eccessivo.
Il tema della salvezza che ritorna più volte, da entrambe le parti, è un ottimo filo conduttore. Rappresenta molto bene il rapporto complesso che questi due hanno e sottolinea il bisogno dell'uno verso l'altro. John chiede a Sherlock di essere salvato ma, da quello che ho letto, anche Sherlock gli chiede la stessa cosa. Ed è proprio questo continuo cercarsi, tentare di comprendersi e amarsi che ho davvero apprezzato.
In conclusione, per me questa storia è ben scritta, scorrevole e piacevole da leggere. È sentimentale, è vero, ma è quel sentimentale che apprezzo perché non è ostentato, ma che si mostra nelle piccole cose, nei gesti e nei pensieri. Quindi posso solo farti i miei complimenti per il tuo lavoro.
Un abbraccio,
Blue

Recensore Veterano
25/07/20, ore 22:10

III POSTO / “I will always save you”, NaoYoshikawa – 44,85/50

Grammatica e stile: 11,85/15 (7,85 + 4)

Non ho trovato errori gravi, solo qualche imprecisione, cosa che non può che farmi piacere data anche la lunghezza del testo.
“Come osi ripresentarti proprio adesso che la mia vita stava iniziando d andare meglio?” -> “ad andare” (-0,10)
“Aveva incontrato Mery, una donna in gamba che sembrava sinceramente interessata a lui.” -> “Mary” (-0,10)
“E lui, d’altro canto passava il tempo con lei volentieri, ma il suo cuore era rimasto freddo.” -> qui o aggiungi un’altra virgola dopo “d’altro canto” rendendolo un inciso oppure rimuovi quella precedente, perché una sola in questo modo non ha molto senso (-0,25)
“Ad ogni modo ne sto uscendo, Mery mi da una mano.” -> “Mary” (-0,10) e “dà” (-0,25)
“[…] fare un entrata in grande stile dopo essersi fatto attendere.” -> “un’entrata” (-0,25)
“Hai idea di cosa abbi significato per me?” -> “abbia” (-0,50) ; qui ho tolto un punteggio a metà tra il parametro “errori di battitura” e “tempi verbali scorretti” perché mi sembra più un caso di distrazione che di vero e proprio errore.
“Se fosse stato nel pieno delle sue facoltà mentali, Sherlock non si sarebbe mi permesso di prostrarsi in avanti, abbracciarlo e baciarlo.” -> “mai” (-0,10)
“Non avrebbe potuto essere diversamente tra loro, anime troppo simili e diversi tanto da completarsi, perdersi e ritrovarsi subito dopo.” -> “diverse” (-0,25)
“Forse ci sarebbe voluto del tempo per perdonarsi, per perdonare il dolore, anche fisico, che aveva causato John.” -> “a John”, presumo, dato che ci si sta riferendo a Sherlock e a come egli “si odi” (-0,25)

Lo stile, invece, mi è piaciuto moltissimo; le frasi evocative, le emozioni che trasudavano da ogni riga hanno contribuito a rendere la storia intrigante e mai lenta, spingendo il lettore a continuare avidamente la lettura.
L’unica cosa che ti segnalo è la presenza delle cosiddette d eufoniche (per cui, se messe “di troppo”, non tolgo alcun punto nella grammatica – a differenza del contrario, ovvero della loro mancanza tra due vocali uguali) che hanno a tratti rallentato la narrazione e che sono presenti abbastanza frequentemente.
Inoltre, ho trovato un paio di imprecisioni:
- nella frase “La consapevolezza fece male”, credo che l’imperfetto “faceva” starebbe meglio del trapassato; qui non ho tolto il punteggio relativo a un tempo verbale scorretto perché non è un errore a prescindere, ma non mi è chiaro se John effettivamente giunge a quella conclusione in quell’esatto momento oppure no. C’è il beneficio del dubbio, insomma.
- nella frase “[…] Sherlock non si sarebbe mi permesso di prostrarsi in avanti, abbracciarlo e baciarlo”, credo che il verbo più opportuno sia “protrarsi” o, meglio ancora, “sporgersi”.

(Inoltre, nello spazio “angolo autrice” hai dimenticato una “l”; ovviamente non lo conto errore, ma lo segnalo così che tu possa correggerlo. Ci sono anche altri errorini, e onestamente non sapevo se inserirli in quanto non fanno effettivamente parte della storia, ma poi mi sono detta why not – insomma erano presenti le note e le ho lette (?) –, quindi:
- “Secondo me loro si completano, si bilanciano perfettamente e l’uno per l’altra farebbe letteralmente la qualunque per salvarlo/farlo stare bene.”
- “Qui John ha conosciuto con Mary ma non stanno ancora insieme.”)

Trama e originalità: 9/10

Sicuramente l’aftermath della scelta di Sherlock di sparire e le ripercussioni che ciò ha su John non sono tra i gli momenti più originali su cui scrivere, ma il modo in cui hai costruito la trama e descritto gli avvenimenti non si avvicina neanche lontanamente alle altre storie sull’argomento.
In neanche un punto della storia mi sono fermata a pensare di aver già letto la trama o la dinamica tra i personaggi, quindi onestamente non ti penalizzo troppo, perché c’è coesione e linearità, e hai aggiunto diversi elementi innovativi in cui mai prima d’ora mi era capitato di imbattermi – primo tra tutti l’autolesionismo da parte di John.

Caratterizzazione dei personaggi e IC: 10/10

Sia John che Sherlock potrebbero benissimo essere usciti dalla serie originale, e questo momento è quanto di più canonico io abbia mai letto su di loro.
In particolare i dialoghi di John li ho letti con la voce di Morgan Freeman – o meglio, del suo doppiatore italiano – e giuro che non mi era mai capitato.
I commenti sarcastici da parte di entrambi – ma soprattutto di John – sono stati spot-on, sei riuscita a caratterizzare i due protagonisti in maniera sublime, evidenziando non solo i sentimenti contrastanti che provano l’uno verso l’altro, ma anche i timori che il rivedersi dopo anni comporta e lo sguardo verso il passato e di come servirà tempo prima che i due possano tornare alla loro dinamica di partenza.
Poi la frase “nonostante non fosse il momento più adatto, parlò comunque” è la descrizione Sherlock in meno di dieci parole proprio, quindi tanto di cappello per aver mostrato esattamente questo aspetto così proprio del personaggio in tutta la storia.

Utilizzo della coppia: 5/5

Il rapporto che lega John e Sherlock è evidenziato molto bene e, a differenza di molti altri partecipanti, tu hai fuso questa “spiegazione” con i motivi che sono spesso la causa di litigi tra i due, mettendo in mostra come questi abbiano una duplice valenza, un contrasto quasi paradossale che nessun altro personaggio nella serie ha.
Mi è piaciuto molto che tu abbia scritto da entrambi i punti di vista, sottolineando i sentimenti e pensieri di John e Sherlock e, sebbene la storia sia narrata dal punto di vista del primo, ci sono anche parecchi commenti magari più nascosti che lasciano intendere ciò che prova il secondo.
Complessivamente, quindi, la tua storia è emblematica per quanto riguarda tutti i motivi che spingono John tra le braccia di Sherlock e viceversa, perciò non posso fare altro che congratularmi con te per la tua abilità nel descrivere egregiamente il rapporto più complicato di quello che si potrebbe presumere che è presente tra i due.

Gradimento personale: 9/10

Questa storia mi ha davvero colta di sorpresa. Infatti, sebbene sia la coppia più popolare del fandom, io sono relativamente nuova alla Johnlock, in quanto ho amato per moltissimo tempo (e amo tuttora) la Sheriarty sopra ogni altra cosa.
Tuttavia, questa oneshot mi ha veramente fatto amare John e Sherlock insieme – è quindi una delle meglio riuscite del contest – e mi ha invogliata a cercare più storie su di loro (anche scritte da te, quindi preparati ad aver il profilo spulciato nelle prossime settimane).
La parte in cui Sherlock ritorna mi è piaciuta considerevolmente di più della prima, ma anche tutti i pensieri angosciosi di John sono ovviamente una parte fondamentale del loro rapporto che non possono essere omessi o trascurati.
Alla frase “Potrei perdonarti, forse, ad una sola condizione. Continua a salvarmi.” sono morta del tutto perché a i u t o, panico e paura e feels a mille.
Davvero un buon lavoro, dunque; complimenti!

Totale: 44,85/50

Recensore Master
11/05/20, ore 19:14

Ciao!
Avevo detto che avrei letto l'originale, semplicemente perché non conosco molti fandom, poi però ho trovato questa OS su un fandom che conosco e mi sono illuminata, quindi eccomi qui, spero non ti dia fastidio! (In caso rimedio)
Un'altra motivazione per cui sono giunta qui è che trovo davvero difficile scrivere di Sherlock, sia libri che film e serie tv, soprattutto se si tratta di una JohnLock, quindi ero davvero curiosa di leggere che cosa avevi scritto! *^*
Mi hai sorpreso, perché mi sono finalmente resa conto che qualcuno che sa scrivere di questa ship esiste! Credo tu abbia fatto un lavoro enorme sulla caratterizzazione di entrambi, e me li sono proprio immaginata davanti agli occhi mentre leggevo.
Ricordo bene quella scena, che è forse una delle mie preferite dell'intera serie (salvo le battutine idiote di Sherlock, quelle le superano tutte XD) e li ho shippati alla grande anch'io in quel momento, quindi mi ha fatto tanto piacere che tu abbia scelto proprio quella scena! Ho ritrovato davvero i personaggi della serie come li avevo in mente, non hai tralasciato niente e, anche se non sono proprio la più esperta sul fandom, li ho trovati davvero IC, ed è una caratteristica che ho amato, appunto perché sono entrambi personaggi molto complessi in tutte le opere e non è facile entrare nella loro psiche.
In particolare su Sherlock, il lavoro non è per niente facile, dal momento che, almeno secondo me, potrebbe agire in un modo e nel suo esatto contrario l'istante dopo: sei stata davvero molto brava a caratterizzarli, quindi ti devo assolutamente fare i complimenti!
Il titolo, poi, lo trovo perfetto per ciò che volevi esprimere: si tratta di una JohnLock non particolarmente romantica (e quindi OC, secondo me XD), ma delicatissima nel ricalcare i personaggi e tesserci sopra il tema dell'amore che, appunto, non dev'essere facile da inserire in questa ship e in questo fandom.
Apprezzo molto anche il tuo stile: l'ho trovato dolce e delicato al punto giusto, perfetto secondo me, davvero! La lettura l'ho trovata scorrevole e molto piacevole da leggere.
E' la prima storia che leggo nel fandom e ne sono pienamente soddisfatta!
Se posso permettermi di darti un consiglio, forse rileggere più volte ti aiuterebbe a migliorare ancora di più, perché qua e là ho trovato errori di battitura che temo sottrarranno dei punti nel punteggio finale del contest.
Sarà che sono troppo pignola su queste cose, perché mi dà troppo fastidio quando mi ci sono degli errori che non noto pur rileggendo dieci volte! XD
Però ci tenevo a renderti partecipe di questo mio pensiero, spero non ti abbia offeso. Anzi, come ho scritto, ho apprezzato davvero molto questa storia e sicuramente passerò a leggere anche l'originale, perché il tuo stile mi intriga parecchio! ^^
Tantissimi complimenti, davvero!!! <3

Recensore Master
09/05/20, ore 16:03

Tesoro, tu sei sempre così veloce nel passare e io invece sono di una lentezza mostruosa: ti prego, perdonami.
Sarà che ho pubblicato un'introspettiva stamattina che andava ad affrontare il tema della morte, sarà che nella mia vita di morti ne ho affrontate diverse...sarà quel che sarà, ma mi sono trovata molto in sintonia con questa fanfiction.
John e Sherlock (della cui scoperta ti rendo tutto il merito), sono sempre un sacco pucciosi e leggerne è sempre un piacere, soprattutto quando a scriverne sei tu, così dolce, gentile, impetuosa a modo tuo.
Mi è piaciuta molto la scansione in tre parti della storia:
La prima parte racconta del vuoto lasciato da Sherlock nella vita quotidiana e nel cuore di John, ma soprattutto la scomparsa di Sherlock è la causa di tutte le domande e i rimpianti di John (e se lo avessi capito prima? e se...). Molto intensa e clichè (cosa che, ci tengo a dirlo, non è assolutamente una cosa brutta per quanto mi riguarda), con l'innamorato che si sente abbandonato, è risentito, si sente tradito, pur sempre nel modo in cui è risentito e rancoroso John: ovvero in modo delicato.
La seconda parte è la conseguenza ovvia al ritorno di Sherlock: chi è che non farebbe come John? Chi è che - tenendo poi conto che si parla di Sherlock - negherebbe uno schiaffo/pugno/scarica di legnate all'idiota che torna dopo due anni in cui lo abbiamo creduto morto? Nessuno, giustamente. Solo che John è John e alla fine, dopo aver buttato fuori il risentimento e avergli dato un pugno, lo cura in modo che immagino sia molto dolcioso.
La terza parte, quella più introspettiva, è molto bella e a mio parere analizza bene il perchè John e Sherlock siano così adorabili. Tutto il risentimento di uno svanisce di fronte alle ammissioni nascoste e sottili dell'altro, ammissioni coronate da un bacio che contiene tutto ciò che Sherlock non sarebbe mai in grado di ammettere. E soprattutto tutta la sociopatia dell'altro svanisce di fronte all'essere così John di John.
Mi è piaciuto soprattutto il tuo far riferimento alla sofferenza e a come l'uno sia per l'altro l'unica risoluzione possibile al soffrire.
Per quanto mi riguarda, penso tu abbia fatto un ottimo lavoro per il contest (a cui mi sono iscritta recentemente anche io).
In bocca al lupo e complimenti!
Intanto un bacio grande, L.

Recensore Master
03/05/20, ore 14:47

Ciao cara, eccomi qui! Questa storia mi ha toccato nel profondo, io penso che tu sia riuscita perfettamente a descrivere il dolore di John, il suo desiderare di rivedere Sherlock anche solo per un istante, il desiderare di averlo lì, di rivederlo mentre osserva la casa ormai vuota, mentre si lascia andare a quel pianto disperato perché si rende conto che lui non tornerà, non lo farà più. Si percepiscono alla perfezione i suoi sentimenti, sentimenti che sono emersi nel preciso istante in cui l’ha perso, in cui si è reso conto che lui non fossi più al suo fianco. Ed è la verità, perché molto spesso ci accorgiamo dei nostri veri sentimenti nel momento in cui perdiamo una persona e tu, sei riuscita a rendere questo momento molto veritiero è capace di arrivare al cuore di chi legge. Mi sono immaginata alla perfezione il senso di colpa di John per non essere stato in grado di salvarlo, per non aver potuto fare di più per evitargli la morte, quando Sherlock invece l’ha salvato sempre, in mille modi diversi, rendendolo ciò che è. Mi è piaciuta questa parte introspettiva perchè si comprende davvero il dolore di John ma soprattutto i suoi sensi di colpa per non aver potuto ricambiare ciò che Sherlock ha sermone fatto per lui.
È una tematica molto delicata quella dell’autolesionismo e dell’alcolismo, ma penso che tu sia riuscita a trattarla bene, per amore, per disperazione, perché improvvisamente ci sente soli, abbandonati, spezzati spesso si ricorre al dolore fisico per smettere di soffrire, di non pensare, pensando che quella sia la soluzione più adatta per allontanare i pensieri e ammetto che è una tematica che mi sta a cuore, quindi mi ha fatto letteralmente stringere il cuore leggerlo. Ma senza dubbio mi è piaciuto.
Come mi piace la parte finale, in cui i due si rincontrano. Oddio io fossi stata in John lo avrei ucciso letteralmente Sherlock, c’è... Non sei morto? Bene ora ti uccido io ehehe no scherzi a parte, il momento in cui si ritrovano l’ho trovato veramente bellissimo, un momento toccante, in cui i due finalmente capiscono che insieme possono superare il dolore, le difficoltà, che per una vita non hanno fatto altro che salvarsi a vicenda, che ciò che lì lega è più forte di tutto ciò che li separa.
In particolare modo mi è piaciuta la parte in cui dici che Sherlock è in grado di strappare John dal suo dolore, anche se è lui stesso a procurarglielo, ma anche quella in John si rende conto che il suo cuore in assenza di Sherlock si era fermato, ma rivederlo, averlo di nuovo lì l’ha poi fatto tornare a battere come se servisse lui per farlo e mi sono venute in mente le parole della canzone di max pezzali “ Ma il mio cuore si è come bloccato
O era fermo prima e, ha ripreso a battere” e ecco trovo che questo pezzettino di canzone si sposi bene con quella parte.
Complimenti davvero, perché hai saputo fare un ottimo lavoro di introspezione e far capire quanto i due siano legati, ed è bello immaginarli mentre ricominciano insieme, una nuova vita, pronti a salvarsi reciprocamente da quel momento in poi.

Recensore Master
27/04/20, ore 15:17

Ciao, finalmente riesco a leggere e recensire questa storia. L'avevo adocchiata fin da quando ho notato il tuo nome comparire in pagina, in maniera assolutamente inaspettata e dopo aver letto quello che hai tirato fuori ne sono rimasta ancora più sorpresa.

Non ho letto tutte le storie che hai scritto, molte di queste, come sai, sono in fandom che io non conosco ma in generale posso dire di averne lette abbastanza da essermi fatta un'idea di come scrivi e imposti le storie, e credo che questa sia la tua storia più introspettiva. Si nota tantissimo il cambiamento, si nota anche forse una certa inabitudine a trattare l'introspezione in maniera approfondita. Mi permetto di farlo notare solo perché un po' ti conosco, si vede che sei poco abituata a scavare così tanto in profondità e conoscendo il modo in cui di solito impronti le storie, mi rendo anche conto di quanto impegno ci hai messo in una produzione di questo tipo, breve ma molto molto intensa. Ti faccio i complimenti già solo per aver fatto questo passettino in più, spero di trovare altre storie tue di questo stampo. Sì, so che è faticoso scavare dentro ai personaggi così tanto, soprattutto quando si chiamano Sherlock Holmes e John Watson, ma leggere storie di questo tipo, per me che amo molto il genere, è una vera goduria.

Come hai fatto notare tu stessa nelle note autore, l'ambientazione che hai usato ovvero post-Reichenbach e ritorno di Sherlock nella terza stagione, sono due tra i momenti più utilizzati dal fandom, per avventurarsi in simili territori occorre anche avere le idee molto chiare perché scrivere qualcosa che riesce a essere originale è una vera impresa titanica. E tu lo hai fatto, originale questo scritto lo è senz'altro. In parte credo di aver capito c'entri il tema del contest, ma sino a un certo punto, perché qua è tutta farina del tuo sacco. Anzitutto devo dire che ci sono delle similitudini con The Empty Hearse, ma fino a un certo punto nel senso che Mary viene citata, ma diventa piuttosto ovvio che la storia con lei finirà ben prima di quanto abbiamo assistito. Questo incontro tra John e Sherlock, che avviene subito dopo il ritorno di Sherlock dal mondo dei morti, è molto diverso da quello a cui abbiamo assistito. Cambia di molto le carte in tavola e modifica per sempre il corso della storia. Inutile dire che avrei voluto che andasse in questo modo...

Per quel che riguarda la caratterizzazione dei personaggi, hai fatto delle scelte direi originali. Soprattutto per quel che riguarda il nostro John. Non stento a credere che per i due anni dopo la morte di Sherlock abbia ecceduto con l'alcol, ma se fosse alcolista questo i Moffits non si sono preoccupati di farcelo sapere. Non hanno calcato la mano su questo argomento, e dato che per Moffat vige la regola del "non detto" e del "lasciato a intendere" se non ne hanno parlato si presume che non sia caduto così tanto in basso. Qua però succede ed è una prospettiva, specie considerando il John della quarta stagione, che non reputo così improbabile, anzi lo troverei piuttosto verosimile. Forse si avvicina un po' meno alla mia idea di lui l'autolesionismo, in questo devo dire che non ce lo vedo per niente, ma sono soltanto impressioni personali: tu hai fatto benissimo a parlarne se sentivi che era la cosa giusta da fare. E poi credo tu abbia trattato la questione nella maniera migliore, con la delicatezza che ti contraddistingue. In linea generale mi piace questo John così tanto concentrato su se stesso da non accorgersi della sofferenza di Sherlock, che pure è quasi ovvia da notare su di lui. Vede solo se stesso e la propria sofferenza, il dolore che ha passato per aver seppellito l'uomo che amava e che gli ha salvato la vita. In questo John è sempre stato molto ottuso, se da una parte è solo a riuscire a vedere la meraviglia di Sherlock Holmes dall'altro non nota affatto la sua umanità, ancora nella quarta stagione lo reputa un mezzo sociopatico (e stendiamo un velo pietoso su quel passaggio perché altrimenti non la si finisce più...). Questo tuo John è esattamente come quello che conosciamo, non vede la fragilità di Sherlock, la sua sofferenza e si concentra sulla propria facendogliela anche pagare e facendolo sentire in colpa anche con commenti acidi e poco opportuni. Anche in questo ce lo vedo. E mi vedo Sherlock a stare un passo indietro intanto che soffre come un cane senza dire nulla, si scusa e questo è meraviglioso, ma quasi non prova a spiegare né a giustificarsi, e avrebbe tutti i motivi per farlo. Capisce quanto John ha sofferto, ma preferisce agire alle parole. E quindi fa qualcosa in concreto, c'è un bacio e un abbraccio davvero dolci e soprattutto c'è il pensiero che si salveranno ancora in futuro, e questa è un po' la chiave di lettura per questa storia. Il messaggio a cui ti sei attaccata per dare un'idea di questa coppia, anche qui il tema del contest, ma a me piace tanto come lo hai gestito. Complimenti.

Ho percepito questa tua storia un po' come un esperimento, si vede che sei su un terreno per te inusuale e mi auguro di trovare altre cose tue di questo tipo in futuro.
Alla prossima, ho ancora una marea di cose tue da recuperare in Good Omens e spero di farlo prestissimo...
Koa

Recensore Master
25/04/20, ore 10:22

Eccomi per lo scambio del giardino di EFP e scusa per il ritardo.
Nella prima parte hai reso benissimo l'idea del lutto con tutte le emozioni che si provano come tristezza e, in questo caso, l'impossibilita di salvare la persona che si ama e amico.
Quando poi ritorna si direi che pure io lo avrei preso a pugni e ammazzato anche la rabbia che lui sta provando e che scaglia su Holmes è autentica davvero si capisce che è ferito da tutto ma, non appena lo colpisce lo cura e devo dire che è una cosa molto carina da vedere.
E anche il modo in cui lo perdona l'ho trovato molto approppiato conoscendo il personaggio.
Ciaoo a presto.