Recensioni per
Il Limbo dei Bugiardi
di alessandroago_94

Questa storia ha ottenuto 309 recensioni.
Positive : 296
Neutre o critiche: 13 (guarda)


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Recensore Master
13/06/20, ore 15:27
Cap. 2:

Rieccomi ^^
E posso assicurarti che Alex e James avrebbero ricevuto la mazzata decisiva, se avessero dovuto studiare procedura civile. Sarei tornato prima, se da due settimane il chiusone non mi stesse rubando anche l'anima.
Parlando di anima... Uhm, non saprei. C'è qualcosa in tutto questo capitolo che non me la racconta giusta. Sì, voglio dire, è ovvio che di primo acchitto il cambio da normale a corsivo è inteso a dividere i Pov. Eppure, il modo in cui si chiude all'improvviso il discorso di Alex, il finale, il corsivo... Uhm... Uhm... Non è che niente niente il buon James Bradley è un personaggio di fantasia?  Dopotutto, "Le due vicende si intrecciano, anche se non si incontrano mai definitivamente."
Spiegherebbe perché all'improvviso mi sia sembrato di introiettarmi in Sin City. È stato figo. 
Ma per il momento rimaniamo sul vago. Pensiamo che questa città piovana esista davvero, che Leonardo e Jason esistano davvero e non siano solo un parto della fantasia. Dunque cosa sta per accadere? Cosa mai vorrà il superiore di James e perché, se è tanto urgente, non l'ha convocato di volata invece di aspettare l'indomani? Di primo punto, mi viene da pensare a qualcosa sulla quale è meglio indagare con il favore della luce. 
Vedremo. E vedremo se il genio di Leonardo sia soltanto provvisoriamente lockato o se in tutta questa indagine non dimostrerà doti strategico-tattico-deduttive degne di qualsiasi co-protagonista di un classico figlio di polizziotto. 
Vedremo. Intanto Alex si fa imbruttire dagli anziani mentre si fuma una sigaretta. Anche se, trattandosi di anziani, è capace che fissino il paesaggio senza vederlo.
La realtà ha mille volti, le bugie alltrettante centinaia. La fantasia non ha limite.
Alla prossima
Spettro94

Recensore Master
12/06/20, ore 21:01

Eccomi qui Ale! Mi scuso per il mostruoso ritardo, ma ultimamente un sacco di gente sta aggiornando e faccio fatica a stare appresso a tutti XD
Coooomunque…
Una cosa in particolare mi ha colpito di questo capitolo: la contrapposizione tra Barley e Alex.
Mentre il primo si mostra forte ed è felice di poter essere una roccia per la sua famiglia (la cosa che poi gli importa davvero, al di là di tutto), Alex ha invece bisogno di una roccia e non riesce a esserlo a sua volta. Qyasi come se, a sua volta, avesse bisogno di un Barley a cui aggrapparsi, di un padre o comunque di un punto di riferimento.
La scena famigliare iniziale mi è piaciuta un sacco, mi ha intenerito ed è bello vedere che, nonostante le frustrazioni quotidiane, il nostro caro agente torna a casa e può contare sull'affetto della sua famiglia, quel qualcosa che lo tiene vivo e gli permette di andare avanti anche se la sua carriera sta giungendo al termine.
Ma, finita la carriera, la vita non finisce. Viviamo fino al nostro ultimo respiro, possiamo vivere bene e utilizzare il nostro tempo anche quando siamo grandi e smettiamo di lavorare, semplicemente entriamo in un'altra fase della vita. È un concetto a cui ultimamente tengo particolarmente e mi fa davvero bene all'anima leggere i pensieri di Barley.
Per quanto riguarda Alex, ecco un altro aspetto della contrapposizione: a lui manca esattamente quell'affetto che invece il poliziotto ha, gli manca quel qualcuno che sia per lui una roccia e che lo faccia a sua volta sentire una roccia. Che lo faccia sentire importante e amato.
Perché Mario non lo fa sentire amato, magari desiderato sì ma il tutto si ferma alla parte fisica. Non è questo che Alex vuole.
Anche se, stupidamente, cede a questo nell'illusione di poter stare con G, che sinceramente trovo un pensiero un po' squallido. E, nonostante il suo squallore, è pure tremendamente credibile, perché in fondo tantissime persone si comportano così.
Anche se non è certo il modo per affrontare il problema: dovrebbe piuttosto provare a dimenticare G, non può passare tutta la vita a correre dietro a una persona che non lo ama, non lo vuole e non lo rispetta.
Ennesimo capitolo pieno di spunti di riflessione, complimenti! Dopotutto questa storia è interessante, anche se tu pensi che le parti di Alex siano un po' così, ma io trovo che rispecchino realisticamente i pensieri di una persona… perché i pensieri, proprio come la nostra vita, non sono sempre ordinati o logici.
Al prossimo capitolo! *-*

Recensore Master
12/06/20, ore 11:19
Cap. 3:

Eccomi ancora!
Hai ragione, a volte per riflettere approfonditamente sulla propria condizione ci vuole qualcosa che ci smuove: un cartellone in questo caso, che fa ricordare che i nostri problemi in realtà sono nulla, se paragonati a quelli del resto del mondo. Ma noi siamo qui ed, egoisti, pensiamo a noi stessi e non certo agli altri. Non so quanto possa essere giusto o sbagliato, semplicemente siamo fatti così.
Il nostro Ramsey, in un certo senso, è un po' nella stessa condizione di Alex: anche lui si sente una nullità, ma senza nessuna velleità di cambiamento. Non deve essere facile essere arrivato a quell'età vedendosi essere passato davanti quelli più giovani di lui, ma non ha fatto nemmeno nulla per cambiare la situazione, quindi diciamo che ha quello che si merita :-)
Ottimo lavoro davvero, spero di poter continuare la lettura al più presto!
Bacioni per ora!

Recensore Master
12/06/20, ore 10:23
Cap. 2:

Rieccomi!
Innanzi tutto no: non è né antipatico né noioso, non preoccuparti. Ormai conosco molto bene il tuo stile e, anzi, posso dirti che ti trovo migliorato, hai limato tantissimo la tua "prolissità" che non era un male, per carità, però a volte poteva appensantire il testo. Qui, invece, vai molto più liscio.
Alex continua a "vivacchiare", sospeso in questo suo limbo in cui solo la scrittura gli da uno sfogo.
E poi cominciamo a conoscere il secondo protagonista. Mentre leggevo la prima parte in cui il poliziotto è il narratore, l'ho subito paragonato al poliziotto protagonista di un film americano del 1973 che si intitola "Electra Glide in blue". Credo che sia arrivato anche in Italia, perché era stato presentato al Festival di Cannes al suo tempo. Comunque, anche il protagonista di questo film si sente un po' frustrato perché è un poliziotto della stradale che vorrebbe diventare membro della omicidi. Le analogie finiscono lì, perché mentre questo non ha famiglia (o almeno se la intende con la fidanzata del suo capo) il tuo personaggio ha invece una famiglia che gli vuole bene, lo appoggia e lo supporta.
E a 55 anni pare avere finalmente una possibilità di svolta, anche se non ci conta nemmeno più e forse non ne avrà nemmeno più voglia :-)
Per adesso il testo è intrigante e piacevole, quindi proseguo con molto piacere!
A presto!

Recensore Master
12/06/20, ore 09:31

Buongiorno Ale! Visto che finalmente riesco a passare? :-)
Niente, questo primo capitolo mi ha intrigato molto. Tu dici che non si capisce molto, ma secondo me non è vero, perché hai già iniziato a delineare il tuo Alex, un personaggio crudo ma che apprezzo tantissimo, parlando del suo disagio verso il mondo di oggi, il suo sentirsi diverso, come "fuori dal tempo" in cui vive attualmente. Non si ritrova nella società di oggi, e non me la sento di dargli totalmente torto.
Una cosa che mi ha fatto sorridere è stata la camicia militare. Sai che ne avevo anch'io due, quando andavo alle superiori? Rigorosamente vintage e rigorosamente con la bandiera tedesca sulle spalle. Quindi, anch'io ero tedesca come Alex XD.
Ottimo inizio, e sai benissimo che continuerò a leggere!
A presto!

Recensore Veterano
11/06/20, ore 17:00

Aristotele l'ho sempre trovato una vergogna per la filosofia antica. Non mi stupisce che il clero medioevale lo osannasse.
E se il tempo fosse un insieme infinito di situazioni, che la nostra attenzione sceglie di scorrere ma che rimane immobili? A quel punto non è il tempo a passare, ma noi. La mia concezione del tempo è più complicata di così, ma è per dare un'idea.
Comunque sto considerando Leonardo come il colpevole. Non è così illogico: il movente potrebbe essere dare al padre un motivo per sentire il proprio ruolo professionale. Dopotutto lo scrittore è qualcuno che sente molto la pressione del ruolo sociale.
La parte di Mario è priva di umanità. Non c'è un minimo di purezza. Stavolta non ci sono neanche le indagini ad arricchire la trama. Questo è proprio un capitolo "No".
Credo che tu intendessi "autoritario", anziché "autorevole". A parte questo non ci sono errori.

Recensore Veterano
11/06/20, ore 15:52
Cap. 6:

Non credo alla citazione iniziale: spesso le persone sincere devono avere un'ottima memoria per non essere truffati dai tanti bugiardi.
Prima di aver raccolto testimonianze e prove di persona, l'investigatore le ritiene valide. James sembra sempre di più il classico poliziotto ottuso che si ferma alle apparenze, tipico de "La signora in giallo". Posso solo sperare che sia un'apparenza anche questa: d'altronde in questa storia dai rilevanza alle maschere.
Lo psichiatra ha ben poca resistenza alle situazioni innaturali, il che è inadatto al suo mestiere, considerando la varietà delle persone con cui dovrebbe colloquiare. Però mi fa piacere che James insista con le domande.
Non sarà un indizio del caso, ma sembra che Alex usi molto la J per gli uomini (Jason, Jonathan, Jack), e le vocali per le donne (Angelina, Ellie). Sarà dovuto a qualche sua conoscenza?
Invece ho l'impressione che la dichiarazione di Ellie, la signora ancora, di non aver visto la vittima abbia un certo rilievo.
Il discorso di Alex è tipico di chi non valorizza la propria vita. Certo, se si sente di sprecarla si ha paura di non avere più tempo per darle valore. Ma una volta che si vive secondo i propri principi, se ne è soddisfatti qualunque sia la sua durata.
Anche l'"essere animali sociali" la trovo una superficialità: si relegano i legami affettivi ad un bisogno istintivo, ed è evidente che Alex non abbia mai sentito l'unità con un altro essere. Il mio parere è che chi non ama veramente è lo stesso personaggio che può uccidere i genitori adottivi o tradire la moglie.
Questo capitolo non aggiunge niente di positivo né profondo alla storia, ma il caso è un po' andato avanti.
Cambi il sesso dello psichiatra in "Sono io che ho visto e visitato per prima l’onorevole senatore". Hai ripetuto "tuttavia" in "A prima vista, tuttavia, non mi ispira fiducia; credo che l’antipatia, tuttavia, sia reciproca."

Recensore Veterano
10/06/20, ore 12:51

Le due citazioni iniziali sono vere e importanti, in particolare la prima che è un consiglio prezioso capace di avvicinare alla parte più autentica di noi.
Iniziamo ad avere una testimonianza del caso. Angelina è la classica vittima non ascoltata dall'autorità, mentre l'investigatore non è certo Poirot. Alex (tu) dipinge davvero realisticamente i personaggi.
Ho un dubbio sul "belare" usato da Alex. Se intende far notare quello che non va, ovviamente non sono d'accordo che sia inutile. Sono del parere che informare sulle problematiche sia il passo più complicato e importante per cambiare la società. Non credo esistano metodi più efficaci. Di conseguenza mi piace il saggio che hai citato: ogni nostra scelta richiede la massima attenzione e ci dispone a fare più spesso scelte di quel tipo. Questa riflessione valorizza il capitolo, come quella sul materialismo che, seppur vista e rivista, non molti capiscono davvero.
L'ultima frase invece non la ritengo vera, perché do più importanza alla comprensione altrui che alla mia, ma sicuramente fa il suo effetto morale. Ottimo lavoro!
C'è una ripetizione in "Villa Stradford è circondata da un grande bosco, che la circonda e ne protegge le mura." In "Poi, la crisi finale l’ha dio certo spezzato." "dio" dovrebbe essere un inciso. In "Ed io, sorridendo, gli dissi semplicemente; le solite cose." c'è un punto e virgola invece delle virgolette che dovrebbero racchiudere le parole pronunciate. Lo stesso vale per "mi disse, lo ricordo ancora come fosse adesso; ma ragazzo mio, cosa pensi?".
Mi scuso per tutto il tempo che ci ho messo a recensire, ma ho appena ritrovato la voglia di scrivere e quando le idee per un capitolo fluiscono devo dar loro forma subito.

Recensore Master
09/06/20, ore 15:04

Come al solito molto intenso, da entrambe le parti: James è così legato alla sua famiglia, però mi sorprende che in una riga abbia pensato "Non sarò memorabile ma per la mia famiglia voglio essere una roccia", è come se in fondo avesse dei rimpianti, come se cercasse di autoconvincersi che avere l'amore della sua famiglia basti, ma se così fosse non avrebbe bisogno di specificarlo.
Continuo ad interrogarmi sul possibile legame tra questi due personaggi, magari James potrebbe essere una specie di Alex del futuro, sì, lo so che sembra assurdo e forse sono io che vedo trame complicate ovunque, ahah, però hanno un modo di pensare simile, un pessimismo di fondo, solo che Alex è molto più perso, in balia di un uomo perverso, mentre invece James ha quantomeno l'appoggio della sua famiglia.
Non buttare assolutamente il racconto, sono troppo curiosa!
Un bacio,
Karen.

Recensore Veterano
09/06/20, ore 09:01

Ciao! Eccomi qua~

Nooo non buttare via tutto! Ti sottovaluti! E poi puoi sempre rivedere man mano e migliorare quello che non ti ispira. (Te lo dice un'indecisa cronica che sta temporeggiando a pubblicare proprio perché come te non faccio che alternare tra "ok, fatto" e "no che schifo cancello tutto" 😂) Ma non si molla, ok? 😉

Comunque... l'agente è proprio una brava persona, così dedito alla famiglia 😭
Alex invece in cosa si sta cacciando? 😂 Questo G lo ha proprio conciato male! Stai a vedere che tutto questo pessimismo viene dal fallimento del suo amore per G? 😱 È come fermo nel passato, cerca disperatamente di riceverlo anche nel rapporto con questo Mario che è un viscido pazzesco 😂

Recensore Master
08/06/20, ore 23:13

Mario è il re nudo: verme supremo che si riveste di beni materiali per scappare da sé stesso, totale antitesi di Alex. ''Persone'' come Mario ce ne sono: l'importante è sapere prenderle a calci nel culo. Con rispetto, però.

AP.

Recensore Master
07/06/20, ore 21:57

Invece la parte riguardante Alex è la più vera, la più profonda, la migliore. Scavi dentro di lui, fai emergere i suoi pensieri umani, innocenti, il suo lato debole che non ha nulla di perverso.
Nemmeno Mario lo è. Forse è solo vittima di se stesso.
A me è piaciuta molto questa introspezione.
Alex mi fa tenerezza, molta.
Sì, lo trovo diverso qui. Ma mi piace molto di più.
Non buttarla.
Deve continuare.

Recensore Master
07/06/20, ore 19:48
Cap. 2:

Quindi Alex ha velleità di scrittore... di polizieschi, mi pare di capire. Di sicuro può fare la crocetta a tutti gli archetipi del genere; scommettiamo che la famigliola felice del poliziotto non durerà a lungo?
E tra l'altro ... magari il poliziotto è come vorrebbe essere, mentre il figlio Leo è come vede sè stesso, o vorrebbe essere visto?
Perlomeno sembra mostrare un minimo di spirito di iniziativa.
Altro capitolo interessante, complimenti!

Recensore Master
07/06/20, ore 16:35

Ciao!
Ho trovato questo capitolo molto riflessivo.
Alex prende consapevolezza della propria condizione di isolamento, di marginalità e di dolore in un momento in cui, sentendo le parole del suo interlocutore, avrebbe potuto dimenticarsene, almeno per un po'.

Ottimo lavoro anche qui,
questo scritto è appassionante ad ogni capitolo!

-Bigin

Recensore Master
07/06/20, ore 00:13

Interessante questo prologo. Il protagonista è in una condizione piena di critiche verso la sicietà che lo circonda, anche fondate, ma al contempo non riesce a elaborare una sua visione alternativa da affermare. Non siccombe ai desideri altrui, ma nemmeno ha suoi obiettuvi da perseguire, e sembra definire sè stesso in base alle sue opposizioni e al disprezzo degli altri. Un soggetto interessante.
Voglio proprio vedere come si evolverà la sua storia. Complimenti per un bell'inizio!