Recensioni per
Il Limbo dei Bugiardi
di alessandroago_94

Questa storia ha ottenuto 309 recensioni.
Positive : 296
Neutre o critiche: 13 (guarda)


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Nuovo recensore
06/06/20, ore 12:13
Cap. 6:

Rieccomi dopo una lunga assenza! Adoro il fatto che la storia si articoli su due binari graduali, riesci a creare la giusta tensione e adeguata suspance nel lettore. Alex ha questi pensieri così... nuovi. Piacevolmente sorpresa, mi piace sempre perdermi tra i corridoi della sua mente. Ma adesso chissà cosa ci riserva! Complimenti. RH❤

Recensore Master
04/06/20, ore 14:28
Cap. 6:

Credo che quella persona su cui Alex vuole aggrapparsi, quel pilastro che desidera, sia lui stesso. Non ci sarà mai nessuna persona nella nostra vita che ci farà sentire pieni, nonostante le illusiorie teorie della mente. Funziona sempre tutto a proiezioni, e finché Alex non si amerà per ciò che è (la sua diversità, chiamiamola così) allora è lì che forse quella panchina sarà meno pesante su cui sedersi. Ah, pardon: quella cazzo di panchina.

AP.

Recensore Veterano
03/06/20, ore 10:51
Cap. 6:

Buongiorno! Questa settimana arrivo un po' in ritardo.
Ok, forse ho visto troppi thriller ma ora ho paura che cercheranno di far fuori l'agente se continua a insistere 😱
Alex ha il coraggio di dire quelle cose che un po' tutti pensiamo, specialmente nei menti bui o quando entriamo in contatto con persone che hanno un'influenza negativa nella nostra vita. Infatti credo che il sentirsi così soli sia dovuto ad essere circondati di persone sbagliate. Narcisisti, manipolatori... si nascondono dietro i volti più impensabili.
Non sapevo la storia del personaggio di Alex negli altri tuoi racconti! 😱 Però forse meglio così, avrei rischiato di esserne condizionata.

Recensore Master
02/06/20, ore 21:22
Cap. 6:

Carissimo, eccomi!
Oooh, e finalmente conosciamo questa famosa clinica! Sono davvero felice che Barley sia andato a indagare subito lì, almeno abbiamo potuto incontrare un po' di persone che sono entrate in contatto con il senatore Stradford prima che morisse!
Che dire? Il personale e i medici sono uno più strano dell'altro, sembrano non nascondere niente ma in realtà questo ripetere in continuazione la stessa versione mi sa di falso. Come se avessero imparato il discorso a memoria nel caso la polizia facesse domande. Non so… insomma, mi sembravan tutti irritati dalla presenza di Barley, e comunque la struttura sembra molto "chiusa in se stessa": non lascia trapelare niente all'esterno, quest'ordine maniacale per i corridoi non fa pensare a un luogo ospitale dove le persone possono sentirsi a casa, è come se nessuno potesse sapere cosa succede al suo interno.
I vetri oscurati poi… quello è probabilmente il dettaglio che mi ha messo più in soggezione, sta a simboleggiare che esiste proprio una barriera tra il fuori e il dentro, e la cosa non è per niente rassicurante!
Come l'agente, anche io penso che ci torneremo presto, perché c'è qualcosa che non quadra.
Certo che in questa storia sono tutti strani: la figlia del senatore, il personale della clinica… nessuno la racconta giusta e la faccenda sembra più complicata di quel che pensavamo all'inizio.
Fai bene a procedere a piccoli passi comunque, stai riuscendo a costruire un alone di mistero sempre più intrigante!
Per quanto riguarda Alex, ci sono momenti in cui riesco a simpatizzare per lui e altri momenti in cui invece mi irrita, come in questo capitolo. Insomma, si lamenta tanto che la sua stazione è deserta, che nessuno vuole fermarsi a parlare con lui, ma le stazioni non sono fatte per fermarsi, sono fatte per viaggiare. La stazione è un "limbo", proprio per tornare al titolo della storia: è un luogo in cui si passa ma in cui non si resta, e così dovrebbe fare anche Alex.
Dovrebbe buttarsi nella vita, viaggiare e non importa la meta. Dovrebbe trovare il coraggio per prendere un treno, uno qualunque, non importa dove lo condurrà: l'importante è partire, muoversi, e poi qualcosa accadrà, qualunque cosa sia.
Se la vita di Alex è un'eterna attesa è anche colpa sua, ha scelto lui questa condizione e ha scelto di non cambiarla.
Complimenti per l'interessantissimo capitolo, sono molto curiosa di vedere come proseguirà la vicenda! :)
Alla prossima!!!! *-*

Recensore Master
02/06/20, ore 00:41
Cap. 6:

Rieccomi.
Uhm, vediamo che James non ha scoperto niente di che nemmeno alla clinica... l'unica cosa che sembra lasciarlo in dubbio è che le deposizioni di tutti quanti sono troppo uguali a quelle rilasciate, non c'è una discrepanza, niente di niente che possa non combaciare, il che non è normale per niente.
Sì, decisamente c'è qualcosa che non torna... secondo me la figlia del senatore ha una qualche ragione, anche se ancora non si capisce come James potrà scoprire la verità, mmh... vedremo.
Alex che vuole darsi una svolta? E che novità è mai questa? Certo che se si abbatte così tanto, non so cosa riuscirà a combinare... è sempre più disagiato, e anche se non è lo stesso Alex che hai descritto nelle note finali, io penso che combinerà qualche guaio anche stavolta!
È già abbastanza disagiato così, vedremo cosa porterà fuori dal cilindro stavolta XD
Al prossimo capitolo ♥

Recensore Master
01/06/20, ore 23:48

Ciao Ale, eccomi anche se in ritardo, perdonami!
È che mi sono dedicata a scrivere molto in questi giorni e non ho proprio saputo come frenare l’ispirazione… tu potrai capirmi, ahahah!
Ebbene, ora però sono qui!
Beh, oddio… la figlia del senatore è molto poco simpatica, anche se comunque sia avrà anche i suoi dubbi e le sue ragioni, dubito che parlerebbe con tanta asprezza senza un reale motivo…
Ed ecco che il nostro James entra in azione, sono proprio curiosa di scoprire cosa verrà fuori dalle sue indagini!
E Alex… Alex è sempre Alex, un fiume in piena (come dici tu), però alla fin fine qualcosa dovrà significare questo parallelismo tra la sua storia e quella di James.
Oh beh, la sua riflessione sui social la condivido, ma alla fine chi se ne frega di chi mette like a chi? Tanto sono solo dei numeri in una piattaforma fredda…
Beh, dovrò scoprire di più su questi due protagonisti!
Allora al prossimo capitolo ♥

Recensore Master
01/06/20, ore 16:03
Cap. 6:

Buongiorno.
Barley è determinato e credo riuscirà ad ottenere tutti i chiarimenti necessari.
I tormenti di Alex sono dei flussi di pensieri che sgorgano puri, senza forzatura. Sono riflessioni sincere e rabbiose, che in qualche modo devono uscire dal suo corpo e dalla sua mente, che hanno dannato per anni.
In alcune sue parole ho scorto l'essenza della fine, il fine ultimo degli uomini: "Che mi ami semplicemente per come sono, andando oltre ogni barriera imposta dagli altri.". E' strano come tutti vogliano essere accettati e amati, eppure solo poche persone sono prive di pregiudizi verso gli altri.

Complimenti!

-Bigin

Recensore Master
01/06/20, ore 15:56
Cap. 6:

Buongiorno, caro!
L'agente Barley (che mi ricorda Bailey ma la colpa è mia che sono già nostalgica aha) si trova in un labirinto, i dottori sono abilissimi, e anche se si può intuire che mentano, a conti fatti non c'è niente nelle loro dichiarazioni che li contraddice. Forse.
Continua ad incuriosirmi questa alternanza dei punti di vista di due personaggi così diversi.
Alex è molto tormentato, trovo interessante, psicologicamente parlando, il fatto che si considera diverso, di solito è proprio questo sentimento di solitudine e apparente anticonformismo a rendere simili un sacco di persone.
Ancora complimenti, la storia si articola su due binari diversi ed è positivo che procede in modo così graduale, così da creare suspense nei lettori per la voglia di scoprire cos'ha in serbo il destino per i protagonisti.
Un bacio,
Karen.

Nuovo recensore
01/06/20, ore 12:29

Alex non mi ispira per nulla simpatia.
Sei riuscito a farmelo diventare antipatico frase dopo frase.
Da egocentrico quale è ci ha sputacchiato addosso la sua autoanalisi e la sua visione del mondo senza chiederci se volevamo saperlo.
Sono curiosa di vedere dove lo farai andare questo personaggio. Se avrò conferma della sua ordinarietà di tardo adolescente in combutta con il mondo, o se darà quel colpo di reni alla vita che sembra soffocarlo.

Recensore Master
31/05/20, ore 22:27
Cap. 6:

Nemmeno a me sembra lui, sai?
È diverso.
Ma forse è diverso perché sei tu a essere diverso?
I nostri personaggi siamo noi. Noi cambiamo, loro cambiano.
Non ti ritrovi in lui perché non ti ritrovi nel suo autore di allora, può essere?
E dopo questa mia recensione psicoanalitica, dove Baudelaire cerca di strizzare il cervello ad Alessandro, mi ritiro umilmente nelle mie stanze, in attesa del nuovo capitolo dove questo nuovo Alex troverà forse il suo posto.
Ma no. Il suo posto ce l'ha già. Tra le tue dita, dentro la tua testa.

Recensore Veterano
31/05/20, ore 13:47

Prima di scrivere il prossimo capitolo della storia che segui, recensisco anche questo, così per una volta non mi precedi.
Dalla citazione di Monroe capisco che non avesse la minima idea di cosa sia l'amore. Non può finire, e se qualcuno lo pensa per lui non è mai iniziato.
Dell'indagine sappiamo poco, ma non avevo mai letto un poliziesco ambientato in una casa di "cura".
Ad Alex manca la consapevolezza che ogni esperienza ha un valore. Ci sono poche riflessioni profonde nel capitolo e per lo più è un concentrato di emozioni poco costruttivo. Come sai, do molta importanza alla positività portata da una storia. Spero che nei prossimi emerga qualcosa di buono. O di cervellotico nel caso del poliziesco.

Recensore Veterano
30/05/20, ore 21:09
Cap. 3:

Allora: parto dalla citazione di Schopenhauer. Senz'altro romantica e consolatoria, ma sono sicuro che si possa essere liberi insieme. Purtroppo si fonda sempre il concetto di "collettività" sul pregiudizio che si debbano imporre delle norme non accettate che limitano la libertà. Se esiste rispetto per le scelte altrui non è necessaria alcuna regola, scritta o non scritta. Si può essere spontanei e felici senza rinunce a proprie volontà. Il problema si pone quando ci sono frustrazioni, spesso causate proprio da precedenti limitazioni, che inducono a togliere libertà ad altri per paura di perdere il controllo, e quindi una volontà oppressiva che in una situazione naturale non emerge.
Ma passiamo ad Alex: si sposta ininterrottamente dal ritenersi fortunato (per l'aspetto materiale) all'autocommiserazione (per quello affettivo, più importante di una semplice soppravvivenza), non dimenticandosi di insultare i "barbari". Ritiene la norma che la gente sia egoista e insoddisfatta. Per l'egoismo basterebbe identificarsi un po' più con gli altri, mentre c'è troppa gente che si accontenta di poco. Questo è uno degli ostacoli al miglioramento secondo alcuni e lo trovo probabile.
Sembra che Ale voglia attribuire a qualcun altro la sua fobia del diverso, dello strano. Considerando che è la paura a portare alla follia, lo trovo un controsenso (avendo leggiuchiato il suo futuro).
Hai scritto "Ramsay" verso la fine e in "per farli contento" c'è un altro errore.
Spero che dal prossimo capitolo cominci l'azione, vista la forma saggistica del testo.

Recensore Veterano
30/05/20, ore 14:47
Cap. 2:

Un capitolo per lo più incentrato sul proiettare nella finzione letteraria una parte di sé che non si ammette. Il poliziotto rappresenta l'obbedienza, l'ordine e la semplicità, che sicuramente il tuo narratore desidera ma non adotta per timore che lo cambino e lo portino ad una vita da riformulare nella visione di sé stesso. Ma non è l'unica proiezione: mi hanno interessato specialmente i due fratelli, con una differenza di dieci anni e un grado di conformismo morale che la contraria. Ho interpretato Leonardo (l'aspettativa delusa ma accettata, la rassegnazione) e Jason (la responsabilità e la positività insperata) come la parte di Alex che vorrebbe esprimere ai suoi conoscenti e quella che sente richiesta da loro (specialmente i genitori).
Sono piuttosto convinto che quando scriviamo costruiamo parti di noi che non abbiamo voluto manifestare durante la nostra vita, perché immorali o poco comode, ma che avrebbero sviluppato il nostro percorso in modi che siamo curiosi di capire. Con questo non sto dicendo che tu o chiunque altro abbia le personalità dei propri personaggi, ma che rappresenta visioni del mondo che gli sono utili per comprendere la propria esistenza e i propri desideri.
Ci sono due errori: "affolto" significa "infittito" e non è sinonimo di "avvolto" ed "estrare" che vuole doppia "r". Invece ti ringrazio per l'espressione "scoccare un bacio" che non conoscevo e per l'uso del corsivo per la cornice narrativa, che ho apprezzato.
Spero che l'analisi psico-filosofica sia gradita e passo subito al prossimo capitolo.

Recensore Veterano
28/05/20, ore 21:43

Un racconto che analizza la vanità del capitalismo in un periodo in cui l'economia crolla: bella pensata! Mi complimento anche per il narratore che è cinico al punto giusto e mantiene la propria personalità con schiettezza. Sei migliorato anche riguardo gli errori: ho trovato solo "Pensano; poverino, oppure sfaticato." in cui va sostituito il punto e virgola e inserite le virgolette, "eppur fastidioso melenso, inutile." e "con Tizio Caio e un’altra con Sempronio" in cui ti è sfuggita una virgola per ciascuno.
Infine sei anche più sintetico, che facilita la lettura.

Recensore Master
28/05/20, ore 15:57

Ciao Alessandro, arrivo in ritardo ma non credere che questo testo mi sia sfuggito. Ritorna il vecchio Alex (chiamiamolo proprio così, alla "Arancia Meccanica "), e ritorna con la malinconia degli inizi, questa sensazione di essere diverso e pertanto escluso, piovuto in un mondo che gli sembra paradossale, fondato su principi assurdi... E forse a pensarci bene è proprio così. Basti vedere cosa conta di più nella vita per la maggior parte della gente, quali sembrerebbero essere gli obiettivi, i sogni... Sempre che di sogni si possa parlare. Povero Alex sperduto in un mondo che non crede più a niente.... almeno lui ha la lucidità sufficiente per rendersene conto.... Anche se poi gli manca la spinta necessaria x reagire in qualche modo.