Recensioni per
Il Limbo dei Bugiardi
di alessandroago_94

Questa storia ha ottenuto 309 recensioni.
Positive : 296
Neutre o critiche: 13 (guarda)


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Veterano
29/08/21, ore 17:34
Cap. 24:

Alex identifica l'umanità con la sofferenza e la cieca obbedienza priva di verifica, identica a quella nazista, con l'eroismo. Senza dubbio capisce tutto al contrario, compresa la parte "avere tutto, a non aver perso niente e ad essere ancora in ottima salute".
Avrei detto che almeno la tua percezione del racconto è giusta, fondata sul buon senso e il valore della vita, ma sembra che tu abbia cambiato idea.

Recensore Veterano
29/08/21, ore 17:09

Alla fine la storia di Alex è rimasta un racconto, senza intrecciarsi con la sua. Senz'altro la rappresentazione della società umana è calzante, ma dal punto di vista giallistico non c'è creatività né colpi di scena: chi lavorava nella clinica compiendo efferatezze continua a farlo, Angelina rimane un'egoista spietata e James continua il climax lineare decadente.
L'unica positività è la scelta di Alex di continuare a vivere, pur non essendo granché consistente il motivo di suicidio. Ce n'è gente che si è tolta la vita per motivi più pressanti, specialmente di recente.
Finisco la storia.

Recensore Veterano
11/07/21, ore 18:29

La citazione di Gandhi è un tesoro morale che Alex, nel suo dogma che non bagnarsi sia correttezza, non conosce. Oltretutto è molto materialista e superficiale credendo che delle immagini siano gli individui, mentre questi esistono oltre l'abbandono del corpo. Infine i reset non esistono: tutto è collegato, nello spazio-tempo e in qualunque altra dimensione (o maniera, per renderla più colloquiale).
La seconda parte, a meno di un colpo di scena molto plateale, è sempre più insensata: che senso ha mettere in atto una procedura così complicata per un agente quasi in pensione, che prima del complotto era un agente semplice, tra l'altro? Scusa la franchezza, ma per me non hai saputo gestire un giallo e l'hai trasformato in tragedia senza collegare le varie parti.
Dal punto di vista stilistico non mi sembra ci siano errori, ma per etica e trama non posso lasciare neanche un giudizio neutro.

Recensore Veterano
05/06/21, ore 09:17

Nonostante le paranoie irrazionali, Alex dice qualcosa di giusto: anche in una vera pandemia, vivere interiormente è molto più importante che preservare un ammasso di cellule, che a differenza della coscienza decade comunque.
Anche Angelina ha una mente semplice: associa l'ipocrisia, che camuffa da umiltà, alla bontà d'animo, mentre è proprio il bisogno di sembrare umili a mostrare i più ignavi e codardi. E non migliorare il mondo lo danneggia ugualmente.
Non è il virus a volerti far restare in casa, Alex: sei tu a volerci credere per usarlo come scusa nel fingere. Questo comportamento è tipico di molte persone che si attribuiscono moralità e non hanno il coraggio di riconoscere i condizionamenti imposti loro, quindi questo capitolo è più verosimile del precedente.
L'"Andrà tutto bene", lo sperare e il pregare sono i vicoli ciechi di chi sa che andrà tutto male e non ha il coraggio di informarsi seriamente per agire, dando la morte sentimentale non solo a sé stesso, ma anche a tanti altri (in primis i parenti e i conoscenti) che avrebbero la forza sufficiente se questi non cercassero di toglierla loro. Riprendendo un aneddoto buddhista, anche chi arriva ai cancelli del nirvana non può entrare finché non arrivano tutti gli altri.
Anche gli ebrei, che avevano un motivo valido per stare nascosti, sarebbero potuti uscire se i nazisti e i collaborazionisti ignavi si fossero rifiutati di seguire le regole e avessero trovato un po' di umanità e dignità, anziché farsi ammaestrare da paure infondate.
La condizione di morte di cui parli alla fine è esattamente ciò che il "Destino", ovvero il timore psicotico di un comunissimo virus (e tanti altri, dato che la paura fa ammalare anche fisicamente, oltre che mentalmente) induce.
L'indagine è ancora ferma e anche la comprensione di Alex, ma l'unico errore è l'assenza di virgola in "complicato ma almeno" e qualche punto di riflessione c'è, quindi posso regalarti una bandierina bianca.
(Recensione modificata il 05/06/2021 - 09:21 am)

Recensore Veterano
04/06/21, ore 10:45

Elenco all'inizio gli errori: "ricca sfonda", "Semplice; denunciare" e "bordò".
Scusa un attimo: se sospetti che ti stiano avvelenando prima assaggi e poi deglutisci o sputi. Continuo a pensare che avrebbe dovuto fare un altro mestiere.
La trama non ha un senso logico ed è inverosimile sia per i cambiamenti dei personaggi, sia per la citazione di pandemie per coronavirus, impossibili a meno di far scomparire improvvisamente ogni sistema immunitario. Le indagini sono ferme da molti capitoli, considerando che non ha prove per le aggressioni nella clinica.
Ormai non parlo nemmeno delle convinzioni pessimistiche e semplicistiche di Alex. Questo capitolo mi sembra un PWP.

Recensore Veterano
20/05/21, ore 10:03

Mi pare giustificabile che l'agente non abbia fatto carriera. Cosa pensava di trovare senza analisi delle sostanze che inoculano? Che tra l'altro ha lasciato lì, pronte per essere somministrate a quei vecchietti.
La parte di Alex mi è sembrata un po' scarna e ripetitiva.
Unendo le due citazioni, aggiungo che quasi tutto è menzogna, nel senso che le nostre percezioni sono parziali (solo i 5 sensi materiali rilevano lo 0,05% dell'universo rilevato dalla scienza) e illudersi di avere verità in questo modo è come dire di aver letto Il Signore degli Anelli prendendo una parola ogni 5 pagine. Per questo esiste l'intuito.
Mi complimento per aver corretto tutti gli errori grammaticali.

Recensore Veterano
06/09/20, ore 13:09

L'indagine non procede granché, mentre la scomparsa di Alice toglie la staticità alla parte di Alex. In particolare ha ragione sulla mancanza di empatia, che non gli permette di capire che non c'è mai distinzione tra una pervertita e una persona che tramite il sesso esprime la sua richiesta di aiuto. Lo stesso vale per stupratori e genocidi, ovviamente, ma bisogna sempre trasformare (ossia smascherare) il dolore in amore.
"Percuotere" significa "picchiare", dovresti sostituirlo con "scuotere". C'è un "te" usato al posto di "tu" in "Te e tutta la tua famiglia.".
Le citazioni possono essere vere, ma bisognerebbe definire "giustizia". Di solito "giusto" è un sinonimo di "favorevole a una volontà", quindi soggettivo.

Recensore Veterano
18/07/20, ore 20:02

Allora, la frase di Alice sembra aver intinto di un po' di umanità la storia, ma Alex continua a ripetere sempre le stesse commiserazioni e l'effetto viene neutralizzato.
Per quanto riguarda il caso, si continua a non procedere, ma almeno c'è stato il giro turistico della clinica.
Direi che la parte che ho preferito è la citazione di Coelho: spesso comprendere qualcosa preoccupa di più rispetto ad agire. Ma ritengo sia solo una questione di abitudine collettiva: quasi nessuno riflette più, mentre quasi tutti fanno di continuo senza sapere perché. I pigri sono avvantaggiati in questo perché allenano il cervello nel trovare delle scorciatoie pratiche.

Recensore Veterano
06/07/20, ore 21:10

Questo capitolo è molto più negativo del precedente e direi che il caso è tornato indietro. Ci sono tante affermazioni false qui, frutto di emozioni e non di riflessioni. Ad esempio, il nichilismo verso l'amore deriva dalla paura per la sua costante presenza in ciascuno. Nell'altro capitolo c'era della verità, è un peccato che con questo sia tornato alla modalità del sette.

Recensore Veterano
11/06/20, ore 17:00

Aristotele l'ho sempre trovato una vergogna per la filosofia antica. Non mi stupisce che il clero medioevale lo osannasse.
E se il tempo fosse un insieme infinito di situazioni, che la nostra attenzione sceglie di scorrere ma che rimane immobili? A quel punto non è il tempo a passare, ma noi. La mia concezione del tempo è più complicata di così, ma è per dare un'idea.
Comunque sto considerando Leonardo come il colpevole. Non è così illogico: il movente potrebbe essere dare al padre un motivo per sentire il proprio ruolo professionale. Dopotutto lo scrittore è qualcuno che sente molto la pressione del ruolo sociale.
La parte di Mario è priva di umanità. Non c'è un minimo di purezza. Stavolta non ci sono neanche le indagini ad arricchire la trama. Questo è proprio un capitolo "No".
Credo che tu intendessi "autoritario", anziché "autorevole". A parte questo non ci sono errori.

Recensore Veterano
11/06/20, ore 15:52
Cap. 6:

Non credo alla citazione iniziale: spesso le persone sincere devono avere un'ottima memoria per non essere truffati dai tanti bugiardi.
Prima di aver raccolto testimonianze e prove di persona, l'investigatore le ritiene valide. James sembra sempre di più il classico poliziotto ottuso che si ferma alle apparenze, tipico de "La signora in giallo". Posso solo sperare che sia un'apparenza anche questa: d'altronde in questa storia dai rilevanza alle maschere.
Lo psichiatra ha ben poca resistenza alle situazioni innaturali, il che è inadatto al suo mestiere, considerando la varietà delle persone con cui dovrebbe colloquiare. Però mi fa piacere che James insista con le domande.
Non sarà un indizio del caso, ma sembra che Alex usi molto la J per gli uomini (Jason, Jonathan, Jack), e le vocali per le donne (Angelina, Ellie). Sarà dovuto a qualche sua conoscenza?
Invece ho l'impressione che la dichiarazione di Ellie, la signora ancora, di non aver visto la vittima abbia un certo rilievo.
Il discorso di Alex è tipico di chi non valorizza la propria vita. Certo, se si sente di sprecarla si ha paura di non avere più tempo per darle valore. Ma una volta che si vive secondo i propri principi, se ne è soddisfatti qualunque sia la sua durata.
Anche l'"essere animali sociali" la trovo una superficialità: si relegano i legami affettivi ad un bisogno istintivo, ed è evidente che Alex non abbia mai sentito l'unità con un altro essere. Il mio parere è che chi non ama veramente è lo stesso personaggio che può uccidere i genitori adottivi o tradire la moglie.
Questo capitolo non aggiunge niente di positivo né profondo alla storia, ma il caso è un po' andato avanti.
Cambi il sesso dello psichiatra in "Sono io che ho visto e visitato per prima l’onorevole senatore". Hai ripetuto "tuttavia" in "A prima vista, tuttavia, non mi ispira fiducia; credo che l’antipatia, tuttavia, sia reciproca."

Recensore Veterano
31/05/20, ore 13:47

Prima di scrivere il prossimo capitolo della storia che segui, recensisco anche questo, così per una volta non mi precedi.
Dalla citazione di Monroe capisco che non avesse la minima idea di cosa sia l'amore. Non può finire, e se qualcuno lo pensa per lui non è mai iniziato.
Dell'indagine sappiamo poco, ma non avevo mai letto un poliziesco ambientato in una casa di "cura".
Ad Alex manca la consapevolezza che ogni esperienza ha un valore. Ci sono poche riflessioni profonde nel capitolo e per lo più è un concentrato di emozioni poco costruttivo. Come sai, do molta importanza alla positività portata da una storia. Spero che nei prossimi emerga qualcosa di buono. O di cervellotico nel caso del poliziesco.

Recensore Veterano
30/05/20, ore 21:09
Cap. 3:

Allora: parto dalla citazione di Schopenhauer. Senz'altro romantica e consolatoria, ma sono sicuro che si possa essere liberi insieme. Purtroppo si fonda sempre il concetto di "collettività" sul pregiudizio che si debbano imporre delle norme non accettate che limitano la libertà. Se esiste rispetto per le scelte altrui non è necessaria alcuna regola, scritta o non scritta. Si può essere spontanei e felici senza rinunce a proprie volontà. Il problema si pone quando ci sono frustrazioni, spesso causate proprio da precedenti limitazioni, che inducono a togliere libertà ad altri per paura di perdere il controllo, e quindi una volontà oppressiva che in una situazione naturale non emerge.
Ma passiamo ad Alex: si sposta ininterrottamente dal ritenersi fortunato (per l'aspetto materiale) all'autocommiserazione (per quello affettivo, più importante di una semplice soppravvivenza), non dimenticandosi di insultare i "barbari". Ritiene la norma che la gente sia egoista e insoddisfatta. Per l'egoismo basterebbe identificarsi un po' più con gli altri, mentre c'è troppa gente che si accontenta di poco. Questo è uno degli ostacoli al miglioramento secondo alcuni e lo trovo probabile.
Sembra che Ale voglia attribuire a qualcun altro la sua fobia del diverso, dello strano. Considerando che è la paura a portare alla follia, lo trovo un controsenso (avendo leggiuchiato il suo futuro).
Hai scritto "Ramsay" verso la fine e in "per farli contento" c'è un altro errore.
Spero che dal prossimo capitolo cominci l'azione, vista la forma saggistica del testo.