Recensioni per
Mani e Mente (S.)
di mystery_koopa

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
07/01/21, ore 18:06

1° Classificato
mystery_koopa

Mani e mente (S.)
 
Premio per la miglior storia in gara
 
Tot: 44.90/45
 
 
Titolo: 3/3
 
Il titolo mi è piaciuto un sacco, l’ho trovato molto originale e non mi ha dato quella classica sensazione di “già visto”, quindi molto ma molto bene. Sono un po’ rimasta con la curiosità del senso di quella S. tra parentesi – che visivamente dà anche un effetto molto gradevole – quindi, se ti va, spiegami pure come mai. Io ho immaginato fosse il nome del protagonista narrante, ma è una mia supposizione.
 
 
Grammatica e stile: 14.90/15 (divisi in 10/10 e 4.90/5):
 
Inizio con una sviolinata: io se c’è una cosa che apprezzo di te e della tua scrittura è che è sempre chiara, è tutto sempre lì e lo stile (per quanto bello) non maschera mai un’assenza di significato. La grammatica, poi, è ineccepibile.
Anche questa volta non ho trovato alcun refuso, e ne sono felice perché avrebbe sporcato una piccola perla, né ho riscontrato problematiche di tipo grammaticale da segnalarti.
Stilisticamente, potrei farti un discorso analogo, in tutta la storia vi è solo una frase di cui mi sfugge un po’ il senso, e su cui ovviamente aspetto di sentire un tuo chiarimento, che è questa:
 
«hai sempre provato a illudermi ma mi hai solo fatto cadere più in basso».
 
Dove non comprendo se tu intendessi “hai sempre provato a non illudermi” o se la frase sia da leggere così com’è, ho proprio avuto difficoltà a interpretarla.
Per il resto il lessico è ricco, come sempre, e le frasi sono tutte molto pulire e delicate, mi sono piaciute molto. Si vede che c’è dietro moltissima cura e io lo apprezzo veramente tantissimo, è sempre bello incontrare qualcuno che mette così tanta passione in quello che fa e per questo posso solamente complimentarmi con te.
Ottimo lavoro!
 
 
Originalità: 5/5
 
Non si è mai originali nel portare pezzi così spiccatamente autobiografici ma, al contempo, lo si è sempre.
Mi spiego meglio: il dramma dei pezzi ispirati alle proprie esperienze è che, nel panorama complessivo di ciò che è stato scritto al mondo, non sono mai completamente originali ma, al contempo, la propria esperienza è sempre originale. Quindi siamo un po’ davanti a un paradosso, e spetta a me scegliere arbitrariamente un numero, ma come si fa a valutare una mezza esperienza?
Partiamo dal presupposto che io, una storia così, non l’ho mai letta. È a metà tra il sogno e il racconto lucido e quest’atmosfera così particolare – sognante, appunto – a me è piaciuta moltissimo e, finalmente posso dirlo, mi ha fatto letteralmente gridare al miracolo.
Io sinceramente non avevo grosse speranze di poterti dare il massimo in originalità, o almeno lo pensavo quando ho letto l’introduzione della storia, ma mi hai davvero stupita e me lo hai strappato, questo voto, con infinita e massima soddisfazione.
 
 
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
 
Sei stato molto furbo, te lo dico bonariamente come lo direi a mio cuginetto piccolo, a proporre questa storia – perché sfugge un po’ a ogni regola di valutazione che posso essermi autoimposta, ed è quindi difficile dare un numero che rispecchi pienamente ciò che penso di essa.
Come si fa a valutare la caratterizzazione di due personaggi così sfuggenti? Sarebbe semplice, per me, dire che okay, la storia è bellissima ma io tutto questo gran lavoro di caratterizzazione non lo vedo, ti darei un numero e pace. Ma, sinceramente, non mi sento in grado di dire e fare una cosa del genere.
Sia perché la tua storia è francamente bellissima e se lo merita, un giudizio accurato, sia perché io questo grande lavoro di caratterizzazione ce lo vedo eccome. Perché la storia è francamente troppo curata perché io possa anche soltanto pensare che ogni gesto e ogni interazione dei due protagonisti (a proposito, bella l’idea di non nominarli mai) non sia sapientemente studiata.
Con presunzione, ti dico che secondo me io questa storia l’ho compresa, forse non totalmente, ma me ne sono abbastanza chiare le intensioni. Credo sia una narrazione che ragiona per immagini, più che sul dire, e questa è una cosa che a me piace sempre tantissimo. Perché con il dire è semplice raccontare, ma con il mostrare la faccenda si complica.
E tu, questi due personaggi, me li hai mostrati. Mi hai mostrato quel retrogusto dolceamaro dell’adolescenza, quelle ferite che quel periodo lascia un po’ a tutti, chi più e chi meno. Il tutto si dipana dolcemente, come un nodo che pian piano si scioglie, e alla fine è sempre tutto immensamente chiaro.
I personaggi emergono comunque, secondo me, da queste immagini e hanno personalità ben delineate. Ne intuisco la reticenza, quel contatto sterile e insensato che non riescono a sperimentare, ne comprendo il dolore. Tutto s’innesta in un quadro di una vividezza meravigliosa, dove i tuoi personaggi respirano.
E mi dispiace se mi sto dilungando così tanto, ma devo pur giustificare un voto su cui ho pensato così tanto, ma tutto ciò è per dirti che a me questo tuo modo di farli parlare, interagire, e mostrarli mi ha convinta pienamente. Complimenti.
 
 
Gradimento personale: 10/10
 
A questo punto si potrebbe facilmente pensare che io abbia esaurito le parole, ma ti assicuro che non è così: io non lo so (al momento ho valutato meno di una decina di storie) quanto in alto in classifica arriverà questa storia, ma ti dico che per me sarà molto difficile trovarne una che riesca a scuotermi nella medesima maniera.
Mi hai fatta ritornare a cinque, sei, anni fa: quando anche io andavo al liceo e queste situazioni erano la routine, e l’hai fatto con una bravura assolutamente devastante. Per cui, cosa dovrei dirti, se non che questa storia mi è piaciuta da impazzire?
L’ho trovata convincente, originale, con una trama valida e dei personaggi coerenti e ben caratterizzati, in un numero di parole così esiguo da farmi pensare “ma che, davvero?”. Insomma, io ho adorato questo tuo lavoro e, al momento, credo che sia un po’ la classica situazione dove entra in classifica “la storia da battere”.
Ti faccio ancora i miei complimenti, mi hai proposto una lettura estremamente valida.
 
 
Utilizzo del Genere Angst: 2/2
 
Il genere è presente e correttamente utilizzato nel testo.

Recensore Master
07/10/20, ore 09:31

Recensione premio per il contest "Generi a catena": 1/2

Ciao, carissimo. Eccomi su questa storia che mi avevi consigliato per la lettura e sono davvero contenta che tu l'abbia fatto, perché l'ho apprezzata davvero tantissimo. È un connubio di sensazioni ed emozioni, pensieri melanconici e tristi, arrabbiati a tratti.
Questo è un racconto dai mille significati e dalle altrettanti possibili letture e, per la tua ben precisa scelta di rimanere sul vago e sull'ermetico, è difficile trovarne una univoca ed essere certi di aver colto il punto della questione. Spero, in ciò che ho interpretato io, di non essere andata troppo fuori strada. Innanzitutto, ci ho letto dell'autobiografico in queste tue parole: si comprende quanto di tuo hai voluto mettere in questo scritto, dall'amarezza che trapela tra le righe, dall'intensità che emerge nelle parole. Quando qualcosa è nostro, è inconfondibile.
Ho molto apprezzato la delicatezza con cui hai descritto questo flusso di pensieri, una delicatezza che rimanda a una tranquillità e una quiete che forse apparteneva a quei momenti in montagna, accompagnata da una chitarra o da lunghe passeggiate, ma che si mescola con i pensieri di adesso, pensieri più consapevoli di ciò che è davvero e di ciò che non è mai stato. Il protagonista viene messo davanti alla cruda e amara verità che per quel suo amico, che lui avrebbe voluto fosse qualcosa di più, non è mai stato nulla. Lui non lo cercava per piacere, per amicizia, o per qualcos'altro, lo cercava perché gli faceva pena, ma anche comodo, con una meschinità che purtroppo si ravvisa spesso tra la gente. Il protagonista ha lasciato sbocciare il suo amore verso questa figura che rimane indefinita, irraggiungibile, quasi fosse un sogno, un ricordo, un pensiero, piuttosto che qualcuno di materiale, ma lo stesso non si può dire di lei. Anzi, per questo chitarrista il protagonista è quasi invisibile, un'ombra che si muove ai margini e che può essere usata a proprio uso e consumo.
Il protagonista ripercorre dolorosamente i passi della sua presa di coscienza, i momenti in cui si è reso conto che, nonostante il suo amore, nonostante tutto, quella persona non ricambiava i suoi sentimenti e, anzi, non faceva che fargli del male, e questa è stata, sì, una presa di coscienza dolorosissima, ma anche necessaria, necessaria per poter lasciare andare quella persona, lasciare che scivolasse via dalla sua vita e che di lei non rimanesse che un ricordo, un ricordo dolce, fatto di canzoni e brevi momenti che sfumano nell'amarezza e nella rabbia, un ricordo che si mescola al presente, dove questa figura svanisce, perché non c'è più. presenza e assenza allo stesso tempo ed entrambe pesano e fanno male. Eppure, spesso, queste separazioni sono necessarie: anche se si rimane nella solitudine, anche se i ricordi sono dolorosi, perdere talune persone è solo un bene, anche se a volte non lo si riesce a vedere subito, o ad accettare. Credo che un po' tutti siamo passati per le mani del chitarrista, chi in amicizia, chi in amore e chi in entrambi, ed è forse per questa universalità del tuo scritto che è così facile immedesimarsi nel protagonista, capirne i pensieri contrastanti e tormentati e soffrire con lui.
Una storia davvero intensa, bellissima, delicata ma anche amarissima, che rimane impressa nella mente anche dopo averla letta e spinge a riflettere e pensare. E, se davvero c'è dell'autobiografico, mi dispiace per te per questa spiacevole situazione che hai dovuto vivere, capisco quanto possa far male. Ma, se può essere consolatorio, che tutto passa non è solo un modo di dire.
Complimenti e a presto :)

Recensore Master
07/06/20, ore 09:08

Recensione premio 1/1 per il contest "Le canzoni più belle".

Ciao, carissimo! Sei stato ermetico. E' chiarissimo il fatto che la voce narrante (S.?) sia innamorato perso dell'altro. E continua a sperarci e a soffrire perché oscilla continuamente tra illusione e disillusione. io sono sempre stata quella che aspetta e spera, quella che si sente sempre ignorata, accantonata, quella che sia in amore che con le amicizie come la fa la sbaglia, per poi accorgermi che la risposta era talmente ovvia! Non sbagliavo niente! Era solo che ognuno sceglie qualcuno e io non sono mai quella scelta. 
PErò non sono sicura di aver capito bene il racconto nel senso che da una parte è ben chiaro: i suoi pensieri diretti, quelli di cui lui stesso è consapevole, sono la parte narrata scritta col font normale, quello che lui pensa inconsapevolmente, quindi la sua mente, la voce della sua coscienza, è ciò che hai riportato tra parentesi e in corsivo.
Quello che non ho capito se è una sorta di sfogo del protagonista, se lui lo scrive sotto forma di diario o se è quasi una lettera che vorrebbe far leggere all'altro senza dichiararsi in maniera esplicita, infatti si firma S. 
A disorientarmi è stata quella "S." a introdurre il capitolo. Si tratta dell'amato? Per far capire che quei pensieri sono indirizzati a lui? Si tratta della voce narrante? Allora perché non metterlo in basso, a fine storia, come firma? La prima idea che ho avuto è quella della citazione di un autore.

Recensore Master
30/05/20, ore 14:49

Mio cucciolo di Koopa, quanto angst in una storia così breve! :(((
Non c'è una parola che sia poco significativa, una frase che non si stringa intorno al cuore. Sai che il tuo lavoro che preferisco è Cassandra (non solo il mio, penso che sia famoso!)ma questo si piazza nei posti altissimi della classifica, ha qualcosa che solo la parziale verità che ci hai voluto immettere può avere. Senti che c'è un'anima, nel racconto.
Il personaggio del suonatore di chitarra si muove tra due piani, se non sapessi che non è un tipo di fantsy direi quasi che realmente appare e scompare (sense8, per la precisione, sarebbe il suo fandom, se hai idea).
Perchè è vero ma appare più sogno, desiderio e ricordo che in persona , o meglio, l'effetto è si materializza, chiamato dal protagonista che non sopporta di non averlo vicino, di sapere di non essere amato, e c'è di peggio. Trovo che una persona che ti "maltatta" - entro un tot - ti faccia un favore, in questi casi. Mentre uno compiacente, come se fosse abituato a ricevere attenzioni e tenesse un po' tutti sospesi, disponibili, perchè quando gli servono ha mantenuto il contatto sia mille volte peggio. Purtrppo questo carattere mi ricorda qualcuno molto vicino a me, è stato doloroso sovrapporre le due figure così facilmente
C'è davvero in quella cucina, o c'è solo l'eco della musica fuori dal vetro?
credo la seconda, l'initimità di vivere insieme credo non sia stata raggiunta, perchè il chiatarrista non si lega. Forse con nessuno, è un personaggio che come voce ha solo la musica, che è inafferrabile, e la chiatarra è anche un simbolo di libertà. Penso che rappresenti il prototipo della persona imprendibile, oltre che qualcuno in particolare.
in ogni caso la storia è bellissima e non mi aspettavo così tanto, ne avevi parlato come di una "cosina". smetterò di darti ascolto -____-
baci tristi,
tua Setsy

Recensore Junior
27/05/20, ore 00:58

Credo che la frase che mi abbia fatto più male (male interiore, quello vero) è: "poi ricordai che non mi amavi, che le tue parole erano dolci, malinconiche, ma non rivolte a me."
Se inizialmente si ha un amore che sta sbocciando, piano piano, acerbo, fra i banchi di scuola, in quella frase si ha quell'amore già consumato o mai consumato.
Forse non è mai stato ricambiato realmente, il che potrebbe essere una risposta alla frase: "mi hai sempre scritto perché ti facevo pena, ma solo quando ti faceva comodo"
Anche questa ha fatto male.
Mi ci sono immedesimata, ma non dalla parte del narratore.
Ritrovarsi, un giorno, a fissare gli occhi di qualcun altro che ti guardano con quella particolare luce, carichi di quel sentimento fortissimo e non sentire lo stesso.
La persona per cui tu sei molto di più di quello che è lei per te.
La persona che ti ha messo in mano il suo cuore affinché tu te ne prendessi cura e l'unica cosa che vuoi fare è gettarlo a terra per scappare lontano dalle responsabilità.
Fa male uguale, spezzare cuori.
Non si capisce il rapporto che lega i due, si sa per certo però che il narratore si innamora di lui ad ogni gesto, ad ogni sorriso particolare, ad ogni bacio sul collo.
Ed è felice del suo sentimento fino a quando non si ricorda (quasi anche per sbaglio) che lui non lo ama.
Peggiore è quando sente quelle parole struggenti, mentre suona la sua chitarra, e non sono per lui. Sono per qualcun altro ancora.
E niente.
Fa male.
(Recensione modificata il 27/05/2020 - 01:01 am)

Recensore Master
24/05/20, ore 16:47

Ciao Koopa :D
Eheheheh… cerca di capire una cosa: quando mi si dice di non leggere qualcosa, la mia curiosità sale alle stelle e anche oltre, e quindi eccomi qui.
Volevo assolutamente sapere di cosa si trattasse, quando mi hai risposto all'altra drabble, perciò sono approdata in questa bellissima storia *-*
Wow, mi hai davvero conquistato con le tue parole, con le riflessioni… non so, è qualcosa di davvero bello e coinvolgente, in cui chiunque si potrebbe immedesimare.
Mi è piaciuto come hai parlato di questa persona, di quest'amore non corrisposto che però è così importante, così vero, palpabile…
Il freddo del protagonista sembra solo suo, poi la frase finale spezza il fiato e fa comprendere che no, non era il solo a sentirsi freddo.
Wow, non mi sono affatto pentita di essere passata, anzi grazie per la dritta :D
Hai sempre questo stile meraviglioso, coinvolgente, che trascina il lettore in una spirale sempre diversa, ma che non potrebbe mai lasciare indifferenti.
Scrivi davvero TROPPO bene *-*
Complimenti e grazie per le emozioni che mi hai trasmesso, mi ha fatto immensamente piacere passare di qui :)
Alla prossima <3

Recensore Master
09/05/20, ore 18:43

Carissimo Mystery, eccomi qua a leggere e a commentare questa tua nuova produzione. Il testo è molto introspettivo, e parla di universalità, ovvero di sentimenti e situazioni che almeno una volta nella vita tutti hanno vissuto almeno una volta: quel meraviglioso fiorire dell'amore tra i banchi di scuola e la disgrazia totale di scoprirsi non corrisposti. C'è una fase della vita in cui tutto viene vissuto con particolare intensità, che è appunto quella dell'adolescenza: un mondo intero che vibra amplificato, tra il suono della campanella, i momenti di trasalimento solo al semplice contatto con una spalla, quel suono di chitarra che diventa unico al mondo. E' uno schiudersi alla vita che spesso porta con sé le sue disillusioni. Ci sono ricordi che restano e resteranno, attraversando le stagioni. Un brano molto intenso, che vede in retrospettiva ma con ancora tutti gli eventi vivi fissati sulla pelle.

Recensore Master
08/05/20, ore 07:24

Buongiorno.
E' stato come fare un viaggio nel mio animo.
Complimenti, questa volta ti sei superato... questa è soprattutto un approfondimento dell'anima e dei sentimenti, davvero...