Recensioni per
No one shines like you anymore
di Soul Mancini

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
08/09/20, ore 19:47

Decima classificata

Soul_Shine/Soul Dolmayn
No one shines like you anymore
 
Tot: 45/50
 
 
Stile: 15/15
 
La storia scorre parecchio bene, probabilmente anche grazie all’utilizzo della prima persona, che ti ha consentito di presentare in maniera fluida sensazioni e sentimenti del protagonista. Ti consiglio di fare attenzione alla ripetizione di locuzioni simili, che durante la lettura provocano un effetto di “già sentito”: ad esempio, nell’arco di poche righe, fai dire ad Ethan che l’arrivare in ritardo “non era da lui [Ives]” e poi, poco dopo, “non gli posi alcuna domanda, non era da me”. Questa ripetizione, che avviene con una distanza ridotta (15 righe da pc, per essere precisi) mi ha spinta a interrompere la lettura, per domandarmi “dov’è che ho già sentito questa cosa?”. Però ovviamente si tratta di un disturbo minimo, niente di gravissimo, però ho voluto segnalartelo perché è veramente un peccato interrompere una lettura piacevole per minuzie del genere.
Una cosa che mi è risultata gradita è l’uso di un registro linguistico semi-informale: il rischio della prima persona singolare risiede spesso nel far pronunciare al personaggio parole che cozzino con la sua caratterizzazione. È giusto e corretto che un ragazzo giovane dica parolacce, o indulga in espressioni colloquiali nel parlato, come ad esempio “voglio provare l’ero”. Ho molto apprezzato queste tue scelte, davvero, frasi più costruite e impostate sarebbero risultate quasi ridicole in un contesto del genere.
Mi piace anche come hai introdotto brevi passi descrittivi basandosi sulle sensazioni del protagonista, che mi ha permesso di figurarmi meglio i protagonisti, tramite le loro caratteristiche fisiche, che vengono rivelate gradualmente nel corso della storia (ad esempio Ives eccessivamente magro e con gli occhi azzurri).
Ho anche apprezzato il fare sviluppare la trama su due linee temporali distinte, ma strettamente collegate tra di loro. I flashback, scritti in grassetto, erano ben segnalati e non ho avuto difficoltà a capire quando il protagonista si riferiva ad eventi passati e quando invece parlava al presente, fatto tutt’altro che scontato.
Nel complesso ho trovato lo stile in cui è scritta la storia estremamente gradevole, nonostante la tematica pesante che si sarebbe facilmente prestata ad esagerazioni retoriche. Non sono presenti errori di grammatica o refusi, fatto che denota sicuramente la grande cura con cui la storia è stata scritta.
 
Originalità: 8/10
 
Ho un’opinione parecchio ambivalente riguardo questa storia: da un lato la tematica non risulta particolarmente innovativa, ma dall’altro non manca comunque una certa dose di incertezza che spinge il lettore a provare a immaginarsi cosa avvenga in seguito. Ad esempio, nelle fasi iniziali della storia, avevo ipotizzato che Ives fosse morto d’overdose e scoprire che invece aveva contratto l’AIDS mi ha sorpreso, nonostante sia una tematica comunque ricorrente nelle storie di tossicodipendenza. Penso che gli elementi originali di questa storia siano principalmente il ruolo della musica, che è l’elemento caratterizzante dei personaggi e che li accumuna, essendo comunque un forte legame del loro presente.
Per questi motivi, ho a lungo riflettuto su che voto rispecchiasse al meglio la tua storia, e ho deciso di optare per un voto alto, seppur non il massimo, in virtù del fatto che non vi siano elementi che mi fanno urlare “che sorpresa, non avevo mai letto niente di simile”. Per dirne una, il grande classico di Christiane F. (Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino) sviluppa idee estremamente simili. D’altro canto, la storia contiene comunque una buona dose di originalità, per cui non ho ritenuto corretto nemmeno assegnarti un punteggio eccessivamente basso. Ho quindi optato per una via di mezzo, che spero rispecchi il fatto che ho gradito molto la storia.
 
Gradimento personale: 9/10
 
Come ho anticipato nei parametri precedenti, la storia mi è piaciuta parecchio: si è rivelata una lettura scorrevole e, come mi avevi anticipato al momento dell’iscrizione, non ho avuto problemi nel contestualizzare i personaggi. Sebbene io non sia la più grande fan dell’utilizzo della prima persona singolare, devo dire che ciò non ho disturbato particolarmente la lettura, che s’è dimostrata essere estremamente piacevole e, lo confesso, un’ottima pausa studio.
Interessante il rapporto tra i due personaggi: ammetto che a metà storia ho dovuto fare una pausa e andare a controllare gli avvertimenti, perché non capivo bene se dovevo aspettarmi o meno l’implicazione romantica. Dal contenuto della storia mi è sembrato di capire che non sottintendessi una relazione tra i due, ma ammetto di averci sperato parecchio.
Molto coinvolgente e convincente la spiegazione di come Ives è stato risucchiato dal terribile vortice della tossicodipendenza, partito da un “tanto per provare”, questa parte ammetto che è stata la mia preferita in assoluto. Interessante anche il paragone tra Ives e sua madre, morti entrambi precocemente, e sicuramente convincenti i rimpianti di Ethan.
Devo ammettere che la parte che mi è piaciuta di meno, e che ho fatto leggermente più fatica a leggere, è stata il flashback sulla loro infanzia: sebbene mi renda conto che fosse necessario fornire qualche specifica in più sul rapporto, di lunga data, dei due protagonisti, mi ha coinvolta meno degli altri passi.
Nel complesso la storia mi è comunque piaciuta parecchio (anche il titolo mi ha conquistata, veramente azzeccato!) e la considero una lettura che ricorderò piacevolmente. E, soprattutto mi hai messo addosso una certa curiosità, magari sbircerò volentieri qualche altra storia nella serie di cui fa parte questa.
 
 
Caratterizzazione dei personaggi: 8/10
 
Il grande limite della prima persona personale è che, secondo me, il personaggio che narra le vicende sarà sempre una voce che rimbomba nella testa del lettore, prevalendo su tutti gli altri personaggi. Qui, in un certo senso, è capitato il problema opposto: Ethan è così drammaticamente concentrato su Ives, sulle vicende che lo riguardano, su quel gigantesco senso di colpa che lo opprime, che tende a sorvolare su sé stesso. Ogni sensazione che prova è sempre e solo causata da o riferita a Ives, che risulta quindi essere il personaggio meglio caratterizzato. Di lui è chiaro quanta disperazione debba aver provato, successivamente all’abbandono della zia, e di quanto dovesse essere esausto per desiderare, fino al punto di ricattare il proprio amico, di sprofondare in quel luogo impossibile che è la tossicodipendenza.
Di Ives emerge un ritratto chiaro, che può contare componenti fisiche “parlanti” (come il fatto che la sua fragilità emotiva trovi un perfetto corrispettivo nel suo essere altrettanto fragile fisicamente) ma anche su azioni, aneddoti, sensazioni che ha scatenato in Ethan. Ciò, a mio parere, lo rendono il vero e proprio protagonista della storia perché, per quanto il narratore sia Ethan, il focus è su come la sua morte abbia scatenato in lui una vera e propria tempesta di emozioni.
Ethan è, invece, una figura più sfuggente. Sebbene la storia sia narrata usando la sua prima persona, di lui si sa molto poco: non è descritto fisicamente, mentre di Ives emergono alcuni dettagli fissi che vengono più volte ripetuti. In più, ogni suo pensiero e ogni sua emozione sono inevitabilmente condizionati dal suo amico. Ethan mi è quindi sembrato caratterizzato “per Ives” più che per sé, creando un curioso caso in cui il lettore sa veramente poco di colui che parla. In ogni modo, la mia valutazione rimane estremamente positiva.
 
Utilizzo del genere Angst: 5/5
 
Storia inequivocabilmente Angst in ogni sua riga: la tematica è decisamente angosciante, oserei dire quasi asfissiante, da far mancare l’aria. Ottimo lavoro.

Recensore Master
26/05/20, ore 17:04

Sono finalmente riuscita a portare a termine la lettura anche di questa storia. Mi è piaciuto moltissimo rileggere di episodi già visti in un'altra storia, ma stavolta dal punto di vista di Ethan, quello che secondo me è sempre stato il personaggio più complesso e importante della storia, sullo stesso piano di Ives, il suo co-protagonista.
Ed è stato straziante leggere del suo dolore, del modo in cui lo sta affrontando. Si sente sopraffatto dai sensi di colpa, perché si ritiene responsabile della morte di Ives. Possiamo biasimarlo? Non saprei, perché uno non dovrebbe mai vivere di rimpianti. Si commettono degli errori, forse, ma non si potrà mai sapere "cosa sarebbe successo se..." ed è inutile arrovellarsi il cervello.
Mi è piaciuta molto la parte finale: la musica è sempre un toccasana per tutto, per il dolore, per la gioia, per la malinconia.
Ed è anche particolare, almeno ora che non se ne sente più parlare da anni, leggere una storia che tratta dell'AIDS, una malattia che ha fatto tantissime vittime negli anni passati e di cui ora non si sente quasi più parlare.
Hai fatto davvero un ottimo lavoro, bravissima!
Bacioni e a presto!

Recensore Junior
16/05/20, ore 19:51

I Classificato - NO ONE SHINES LIKE YOU ANYMORE di Soul_Shine


Titolo: 5/5
Un titolo che, dopo aver letto la storia, sembra voler evocare quasi con solennità gli occhi luminosi di Ives, e la loro implicita e gioiosa voglia di vivere, che sfocia nel paradossale finale della sua vita. L’ho trovato davvero perfetto, perché immagino che esprima perfettamente il punto di vista di Ethan, con una crudezza di significato davvero molto suggestiva. Titolo eccellente.



Grammatica, stile e sintassi: 9.8/10
A livello grammaticale non v’è u granché da segnalare, sei stata davvero molto attenta nella stesura della storia e di questo sono davvero felicissima. Ti segnalo qui due quisquiglie da due soldi:
“[…] per capire se la vernice si era rovinata in qualche punto.” Qui, in realtà, sarebbe meglio si fosse rovinata, ma non ho tolto nulla al punteggio perché la tua versione risulta comunque corretta.
“[…] non si convinceva che era il caso di darci un taglio.” Non si fosse convinto, perché segue di pari passo il condizionale passato della reggente.
Per quanto riguarda il tuo stile, ti faccio davvero i miei più vivi complimenti. Questa storia trasuda tantissime emozioni, emozioni che non sarebbero state espresse così chiaramente se non vi fosse stato uno stile così limpidamente ricercato che mi ha fatto venire la pelle d’oca. In alcuni punti m’è parso davvero che mi mancasse il fiato, sia per la tua incredibile capacità di narrazione, sia per la descrizione di scene che esprimono una rigidezza e una crudeltà davvero evocative, dimostrando quanto hai tenuto a sottolineare la devastazione della figura di Ives e quella seguente di Ethan. Cioè, se avessi un capello in testa, me lo toglierei e ti farei l’inchino, sei stata davvero eccezionale.



Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Qui c’è così tanto da dire che non saprei da dove cominciare – mi perdonerai se prenderò in presti alcune delle tue frasi migliori.
Partirei dalla figura del tuo protagonista, Ethan. Un personaggio che, fin dai primi momenti della storia, reca in sé dei gesti, delle fattezze ch’esprimono perfettamente chi è, il suo passato, persino il suo linguaggio sono perfetti per descrivere ciò che rappresenta la sua più intima essenza. Nonostante sia giovane, il flusso dei suoi pensieri ci rende subito evidente che abbia già vissuto cose che l’hanno segnato profondamente.
“Proprio come i loro proprietari. È già tanto che abbiano un nome.” Un’altra caratteristica che salta subito all’occhio, se si eccettua quel rimorso che solo dopo ci è concesso di scoprire a cosa sia dovuto, è il suo spietatissimo cinismo, così scevro da quell’idea nostalgica e malinconica che dovrebbe rappresentare andare a trovare qualcuno che si è perso. Ethan è un personaggio singolare, che sembra scisso in due perfette metà, esattamente come ci dimostri anche nei flashback: una personalità dura, dalla corazza forte e tendente all’irascibilità; poi v’è quell’altro lato del suo essere, una figura più docile, che ama profondamente Ives e gli concede tutto quello che vuole, fino al vizio più nefasto.
Ethan si sente in colpa perché, nel semplice gesto di chiamare suo fratello, ha messo alla gogna il proprio migliore amico, vittima dell’inconsapevolezza e forse anche dell’immaturità che permea gli anni ruggenti dei giovani. “Se solo non gli avessi praticamente ficcato un ago in vena, forse ora sarebbe ancora qui.” Il tuo stile esprime perfettamente il cinismo spietato del protagonista, che tuttavia affronta il rapido flusso dei suoi pensieri con inaspettata lucidità: Ethan non si mette a piangere, a “frignare”, ma sembra quasi analizzare la situazione con razionale impassibilità, salvo poi riscoprire la parte più umana e ingenua di sé dalle frasi: “Gli occhi mi si appannano di rabbia e disperazione, forse vorrei piangere ma non lo so neanche io. Non piango mai, l’ultima volta avevo quattro anni.” “Col fiato corto, mi sorreggo per un istante al fusto del decadente albero a pochi passi da me; una folata di vento gelido mi sferza il viso, ma non può farmi niente, il mio cuore è congelato già da troppo tempo.” Ethan mi è piaciuto tantissimo in questo passaggio, perché anche lui non può esimersi da quel dolore che gli gonfia il petto, gli annaspa i sensi. Non può, perché è umano, e anche se cerca di affrontare la situazione con raziocinio, di fronte alla perdita di qualcuno che si è amato profondamente non si può ragionar con indifferenza.
E se Ethan è un personaggio dai tratti possenti e marcati con una certa sagacia, Ives è il suo esatto opposto: la percezione che reca in sé, mediante le sue fattezze e persino dai suoi gesti, è quella di una persona che non è fatta per questo mondo. Ives conserva le fattezze e le caratteristiche di quando era ancora un infante, persino negli spezzoni in cui è cresciuto rimane comunque molto aleatoria l’idea di questa infantile fragilità, che spinge poi il ragazzo verso il baratro più profondo, fino alla sua dipartita. Ives rappresenta perfettamente uno “sconfitto” della vita, ma lo fa con una grazia e una profondità di significato davvero impressionante. Nonostante la sua condizione, Ives è perfettamente consapevole di ciò che è, tanto che a volte prova a sfuggire a questo inquadramento della sua debole personalità, mostrando una determinazione inaspettata: “Era appena caduto, gli si erano sbucciate le ginocchia e i palmi delle mani, e lui si preoccupava del mio skateboard. Quell’Ives aveva dell’incredibile.” Ives, per quanto sbadato e impacciato, dà prova di uno smisurato orgoglio, persino nell’ultima fase della sua vita, quando la malattia lo sta consumando, Ethan lo descrive così, dicendo: “Si faceva in continuazione nella speranza di andare in overdose e smettere di soffrire, tanto sapeva che la malattia l’avrebbe ucciso di sicuro e preferiva morire prima di stare troppo male.” Anche in questo caso, Ives mostra apertamente un orgoglio incrollabile, esattamente come quando da bambino aveva fatto di tutto per non cadere dallo skateboard di Ethan. Anche qui, la sua determinazione non vacilla persino davanti all’idea della morte, che appare quasi come una sorta di salvatrice per il ragazzo, mentre per Ethan essa non rappresenta altro che il triste epilogo dovuto ad un suo banalissimo errore.
Questa storia, dal punto di vista introspettivo del protagonista, è stata tristemente meravigliosa. Così bella che mi ha fatto accapponare la pelle, davvero. Sei stata superba.



Originalità: 18/20
Ti dirò, dopo il successo di Trainspotting, il mondo delle storie originali ha cominciato a pullulare di parole come droga, eroina, spacciatore, etc. A volte la cosa mi ha talmente stomacata da aver perso interesse per questo genere di storie, ma la tua originale è talmente ben scritta e delineata nella caratterizzazione dei personaggi, da essermi piaciuta tantissimo.
Innanzitutto perché ritengo abbia rispettato incredibilmente quello che era lo scopo del contest: Ethan commette un errorino da due soldi, una sciocchezza, che si rivela poi essere l’interruttore ad un circolo vizioso che termina con la morte della persona che gli è più cara. Non solo, ma Ethan ragiona su ciò che è accaduto, riesce a contestualizzare la situazione e a rendersi conto di quel minuscolo errore. L’ho trovato davvero realistico come personaggio, così come incredibili sono stati i flashback, che sono così dissimili dall’idea di fanciullezza cui ormai siamo abituati: Ives ed Ethan sono cresciuti per strada, concedendosi ad una vita tutt’altro che gaia e senza preoccupazioni.
Oltre alla passione per la musica che li accomunava, Ethan sembra essere una sorta di protettore per il fragile Ives, come quando dice “Era talmente dolce che mi sentivo male alla sola idea, al massimo potevo fare in modo che non si rompesse a ogni minimo urto.” Esprime proprio l’idea di Ives non tanto come un essere umano, tanto quanto un oggetto con sopra la scritta FRAGILE. Proprio sulla base di questo, ho trovato davvero molto originale la tua idea di rendere Ethan sia protettore che carnefice di Ives, tanto da colpevolizzarsi per non essere poi stato in grado d’imporsi con lui, forse rendendo Ives molto più viziato di quanto non avesse creduto.
La storia è permeata fino all’ultimo di sentimenti che non ci piacciono: rimorso, tristezza, dolore, rabbia, frustrazione, senso d’impotenza. Sono tutti qui, mischiati in un turbine illogico di emozioni, perché è un po’ come se lo stesso Ives, dopo la sua morte, avesse passato il testimone della sua fragilità ad Ethan, che nell’ultimo paragrafo ci appare come dilaniato dalla tristezza, tanto da concedersi al fascino di una piccola, singola lacrima. Una storia di amicizia profonda, ma anche di disillusione e di perdita dei sogni.
Anche su questo punto sono stata contentissima.



Gradimento personale: 5/5
Ti sarò sembrata logorroica, ma questa storia è eccezionale. La premessa è che persino le tue note di “delucidazione” sono state superflue, perché la storia si legge benissimo comunque. Cosa dirti? Io sono una spietata fangirl dell’angst e delle storie introspettive. Non che non apprezzi una storia simpatica e tendente al fluff, ma semplicemente credo che descrivere le cicatrici che si portano dietro i personaggi sia molto più entusiasmante e – soprattutto – difficile. Questa storia è reale, potrebbe accadere a chiunque di trovarsi in una situazione simile, ed è per questo che risulta così semplice immedesimarsi in Ethan e, perché no, piangere anche insieme a lui, di fronte al suo spietato senso d’impotenza. Sono sensazioni che, dopotutto, almeno una volta nella vita si provano e sono belle anche per questo: il dolore per qualcuno che si è perso è la conferma dell’amore che si è provato per costui, il che rende la sofferenza un sentimento lecito e puro, proprio come l’unica lacrima che scende lungo la guancia di Ethan.
Storia stupenda, davvero complimenti.

Totale: 47.8/50

Recensore Master
10/05/20, ore 20:47

Ciao Soul! Finalmente riesco a passare. ♥
Questa storia è stata straziante, davvero. In particolare i flashback, che avevamo già visto dal punto di vista di Ives, e riviverli dagli occhi di Ethan è stata sul serio una vera e propria tragedia. Mi hai proprio stroncato, e alla fine ho pianto. Intanto voglio segnalarti questa frase stupenda: ho trovato tutto il testo meraviglioso ed estremamente vivido emotivamente parlando (davvero con la narrazione in prima persona hai un dono, secondo me), ma questa frase mi ha veramente colpito e affondato: ''Non si era mai stancato di sentirmi suonare, mai, nemmeno nel momento in cui si era stancato di vivere.''
L'ho trovata splendida, sul serio. Emozionante, vivida, intensa. La storia e la forza di un legame racchiusa in poche parole! Sei stata bravissima.
Poi, questa fratellanza così stretta che emerge lascia sempre senza fiato. Ho seguito la storia e forse questo mi ha permesso di percepirla con ancora più intensità, ma davvero mi hai proprio pugnalato l'anima, in senso buono! L'amore che prova Ethan nei confronti di Ives è così tangibile mentre si legge che lascia davvero senza fiato. Ho amato davvero tutto in questa storia, ho apprezzato moltissimo anche che tu abbia alternato i flashback alla visita di Ethan al cimitero (hanno attribuito movimento e conferito ancor più tridimensionalità ai personaggi e al loro rapporto), ma la mia parte preferita è stata quella in cui Ives, nel pieno della malattia e della droga, ha una scintilla quando Ethan suona e gli chiede di non smettere mai di suonare. Porca miseria. Il dolore epico. Ma proprio potentissimo, veramente che rubinetti aperti a fiotti. Mi è piaciuta tanto quella scena, soprattutto considerato quanto la musica significasse (e significhi) per entrambi. Veramente una scena meravigliosa, da brividi. E poi la parte in cui Ethan suona al cimitero per il compleanno pure l'ho amata, il momento in cui dici che era il suono a parlare e a piangere per lui. Davvero un'altra scena stupenda, la musica che riempie il cimitero a mo' di concerto, non so perchè ma l'ho trovata un'immagine di una potenza allucinante, mi hai smosso proprio lo stomaco. Vorrei dire centinaia di altre cose, per farti capire quanto davvero trovi potente queste parole (e l'hai scritta IN UN GIORNO? Cacchio se non hai talento, Soul!!) e questa storia, ma sono ancora troppo scombussolata. Mi sei arrivata dentro, con il cuore e con la mente, colpendomi in tutti i modi e i sensi possibili.
Sei stata bravissima, davvero. Perdona refusi vari ma sto scrivendo di getto! Ti ringrazio moltissimo.
Un abbraccio forte! ♥

Recensore Master
09/05/20, ore 23:44

SOUL AAAAAHHHH posso rimanere senza parole alla fine di questa storia? ^^'''
Ho di nuovo troppe cose da dire, oddio!!!! Innanzitutto, GRAZIE, perché questo è proprio quel genere di storie che mi fa sciogliere, che mi bucano l'anima e che mi entrano dentro, nonché quelle che preferisco e tu questo lo hai capito e niente, mi va di ringraziarti perché sono troppo felice HAHAHA ed è brutto da dire dopo una storia del genere, ma è la verità e puoi immaginarlo XD
Dunque, partiamo dal titolo: quando l'ho letto senza ancora aver letto la storia, ho pensato che fosse bellissimo e conoscendo il "background" di Ethan e soprattutto di Ives, ho pensato che fosse ancora più adatto e meraviglioso!
Poi sono arrivata alla fine della storia e ho pensato: MA E' PERFETTOOOOO!!! Sì, con questa enfasi XD
(Disclaimer: sono le undici passate, sono completamente fusa, ma ho letto questa storia oggi pomeriggio e volevo assolutamente lasciare una recensione ora! Quindi perdonami se risulterò un po' fuori di me, ma neanche troppo, perché tanto mi conosci e sai quanto io soffra di neurocidio costante XD - niente, ti adoro per aver inventato quella parola)
Ma prima che mi perda in sproloqui: prima di tutto mi sento di doverti fare un complimento, che riguarda lo sviluppo di questa serie e di questi personaggi. Stai andando in ordine cronologico, almeno così pare a me, perlomeno finora, ed è qualcosa che apprezzo molto perché 1) so quanto è difficile stare dietro a queste trame, che ramificano durante la notte come neanche le radici delle piante riescono a fare, 2) perché mi sembra tutto scritto nel momento giusto. Mi sembra proprio di aver letto la prima parte (?) di un libro, e di star seguendo la trama passo passo.
Mi andava di evidenziare questo fatto perché io sono la prima a far sempre degli enormi casini, mi vengono in mente aneddoti su aneddoti che più sparsi e confusionari di così non si può, invece qui si vede che c'è un grande lavoro sulla trama (e qui parlo della serie in generale) e si percepisce che ci lavori e ragioni da tanto, e mi sembrava giusto "darti un tributo" (?????) per questo.
Prima di leggere questa storia non avevo mai realizzato che le cose non erano mai state raccontate dal pov di Ethan, ma quando sono arrivata ai paragrafi che raccontano avvenimenti già accaduti, che io ho letto secondo il pov di Ives, me ne sono completamente resa conto e sono rimasta ammaliata dall'infinità di dettagli che il punto di vista di una persona diversa può dare alla storia.
Insomma, alcuni pezzi di questa storia già li conoscevo, ma rileggersi attraverso gli occhi e i sentimenti di Ethan è come se avesse dato loro una luce nuova, e questo non fa che confermare la tua bravura come autrice e come autrice che sa utilizzare la prima persona.
Il fatto che tu abbia inserito anche quel pezzettino di storia (ti prego, perdona il modo in cui mi sto esprimendo stasera, ma non ce la posso fare XD) che avevo già letto, sempre attraverso il pov di Ives, del loro primo incontro da bambini, mi ha uccisa, credimi.
Non ti so spiegare quanto posso averti amato in quel momento, perché questa storia e Ives stesso e la sua storia rappresentano esattamente quello che ADORO ritrovare nelle storie, quel senso di malinconia, di drammatico... non so spiegarti, ma sapere che il protagonista è morto e leggere di lui da bambino, quando ancora non conosceva il male (che qui si intende anche come la droga) e tutto ciò che di malvagio il mondo offre, è qualcosa che spezza l'anima.
Quando poi Ethan dice che non lo rivedrà più, che è morto, è una presa di coscienza meravigliosamente drammatica, questa è l'essenza stessa del genere drammatico! Non è tanto "eh ma quello è morto, eh ma quelli soffrono", come i più possono pensare, ma è qualcosa che ti scava dentro e dietro tutta la malinconia ti fa apprezzare quello che hai più di quanto tu non riesca a fare leggendo altri generi.
Io non so se mi sono spiegata correttamente e soprattutto se questo sia italiano, e non vorrei neanche sproloquiare su quanto io ami il genere drammatico perché ormai lo sanno anche i fantasmi di EFP che adoro questo genere, ci tenevo solo a dirti che lo esprimi sempre meravigliosamente con Ives.
Lui stesso è l'essenza del drammatico, lui è figlio del dramma HAHAHAHAHA no vabbè, ora la smetto di delirare XD
Attraverso il racconto dei fatti, poi, viene fuori chiaramente anche la caratterizzazione di Ethan, che qui ci hai davvero mostrato sotto una luce diversa e forse migliore. (RIP la mia ship, in tutti i sensi ormai)
Sicuramente è anche merito della prima persona, immagino, ma qui viene fuori un Ethan che non mi aspettavo, "paterno" (o fraterno? Oddio l'italiano è morto in questa recensione HAHAHA) nei confronti di Ives e adorabile in questo senso. Si sente che ci teneva tanto a lui e che il loro rapporto era più di quello tra due semplici amici, e (purtroppo e sottolineo dieci volte PURTROPPO) non perché siano una coppia, ma perché sono molto di più e questo risulta chiaro, perché nessuno si metterebbe mai a suonare davanti a una lapide.
Ethan è un figlio della strada, ma è anche un uomo che sa affrontare la durezza della vita in cui è capitato e che sa, o sta imparando almeno, ad assumersi le proprie responsabilità, e i sensi di colpa che permeano l'intera storia ne sono la prova assoluta.
Non posso essere più felice che tu sia uscita dal blocco e che tu sia uscita dal blocco CON QUESTO!!!! Insomma, ti rendi conto???
Non so, hai scritto qualcosa di spettacolare, se possibile ancora più del resto della serie, perché l'essenza della serie mi sembra racchiusa qui in un bellissimo involucro di malinconia e drammatica introspezione.
Il mio cuore perde un battito ogni volta che leggo queste tue storie e non smetterei mai di farmi scavare l'anima in questo modo. Davvero Soul, non so cos'altro dire se non tantissimi complimenti, e mi dispiace che il contest non sia proprio "valido", perché con questa avresti scalato ogni classifica di ogni contest <3

Recensore Master
09/05/20, ore 16:18

Ciao Sooooul, eccomi *___*
Oddio, sìììììììììììììììììì, la prima storia scritta dal pov Ethan, spero che almeno lui non muoia tanto giovane come Ives!
Vedere quell'epitaffio mi ha fatto morire dentro, oddio… che orrore, non posso crederci ç___ç
Sai, ho amato moltissimo questa storia introspettiva, ma che ha avuto anche quei bellissimi flashback sul passato di Ethan e Ives che l'hanno resa a tratti più serena e speranzosa, nonostante sia stata veramente drammatica.
Insomma, Ethan non deve sentirsi in colpa per quanto successo ad Ives; lui gli è statio vicino in tutto e per tutto, non avrebbe potuto impedirgli di cominciare con l'ero. Insomma, Ives stesso gliel'ha detto: avrebbe contattato un altro spacciatore se Ethan non avesse chiamato Davi, quindi in realtà non sarebbe cambiato niente.
Sei stata bravissima. Amo tantissimo la caratterizzazione di Ethan: è così chiuso, così distaccato, così poco incline a lasciarsi andare alle emozioni… sei stata magnifica a renderlo così tanto bene!
Insomma, qui si è notato davvero bene quanto gli volesse bene, anche se si sapeva fin dall'inizio, anche quando Ives stesso raccontava gli avvenimenti dal proprio punto di vista.
Ethan è sempre stato il suo unico vero punto di riferimento: l'ha accolto, l'ha aiutato, gli ha insegnato tanto e non l'ha mai abbandonato a se stesso. Non si è posto problemi quando zia Maura ha lasciato Ives per strada: ha detto "che si fotta" e l'ha preso con sé, perché così si fa con i fratelli!
Quindi non deve proprio stare in pena, anche se è ancora troppo presto. Ethan avrà bisogno di tempo, ma col tempo capirà che forse non può far altro che vivere anche per Ives: ha ancora tutta la vita davanti, non può assolutamente sprecarla così. E mi viene voglia di sperare che smetta di farsi per cercare di onorare Ives, per fare tutto ciò che il suo migliore amico non è stato in grado di fare. Per essere forte per entrambi!
Sai, leggendo di Ethan che riesce a esprimere le sue emozioni soltanto tramite la sua chitarra, mi è venuto in mente Jim Martin! Secondo me anche lui era così ai tempi dei FNM: era sempre così fermo, una statua di sale quando suonava, ma attraverso i suoi polpastrelli e le sue dita riusciva a sprigionare tutto il suo struggimento per come lo trattavano male i suoi compagni di band e perché Roddy stava con Mike (???)
OKAY, BASTA! ^^"
Sono veramente colpita da questa fantastica storia! L'ho adorata e ho riso un sacco per il flashback riguardante lo skate, per quello che parlava del giorno in cui zia Maura buttò fuori Ives di casa mi si è stretto il cuore, così come è successo quando ho letto di Ethan che suonava per lui… che dolore, Soul, che tristezza infinita, non doveva finire così per questo bambino ç___ç
Ho veramente adorato ogni singola parola, e sono fiera di te perché hai scritto tutto ciò riuscendo a sbloccarti! Quindi sii fiera di te nonostante tutto, a prescindere da come andrà il contest, perché questo è veramente un grande traguardo e un tassello importante per la tua serie *___*
Alla prossimaaa <3

Recensore Master
09/05/20, ore 12:29

Ciao Soul! Sono l'altra concorrente al contest di Vintage e non potevo non passare a leggere e a recensire la tua storia che so hai fatto i salti mortali per pubblicare :) Spero alla fine tu sia riuscita a concludere anche l'altra che avevi in programma...
Ma veniamo al racconto. Nonostante io non conoscessi prima questi due personaggi, non ho avuto nessun problema a immaginarli e a comprendere la loro vita. E' un testo triste, ma che non scade nella mestizia assoluta, mantiene quel tocco di "rock" - se mi passi il termine - che rispecchia perfettamente il carattere di Ethan.
Mi ha commosso molto la storia di Ives, una vita nata sotto una cattiva stella e spesso è davvero molto difficile cambiare il destino. Tuttavia, ho sempre pensato che le persone che ci circondano possano influenzarci e proprio Ethan, il suo migliore amico, avrebbe potuto salvarlo...
Complimenti, una bella storia, scritta bene, che affronta temi difficili e reali, ma che mantiene quel tratto duro senza cadere nel sentimentalismo.
Brava ^^
Nina
(Recensione modificata il 09/05/2020 - 12:30 pm)