Tesoro, sono davvero molto contenta di veder pubblicata la revisione di questa bellissima storia e sono pronta a gettarmici a capofitto di nuovo e a seguire le vicende dei nostri, che ammetto mi fossero davvero molto mancati.
E quale gioia più grande se non quella di trovare Johnny in apertura della storia? Sai che lui è il mio personaggio preferito e che amo in particolar modo la dicotomia con cui si presenta al mondo e il dolore interiore che ha dentro, quei demoni che sono i rimasugli di una terribile guerra che ha dovuto combattere e che l'ha segnato fin nel profondo. Ammetto che non mi dispiace la tua scelta di rendere Johnny consapevole di essere bisessuale fin dall'inizio e di concentrarti invece sul suo PTSD: penso che questa tua decisione sia molto oculata, perché il disturbo post-traumatico è ciò che caratterizza Johnny, è una parte inscindibile di lui, che fa di questo personaggio un personaggio maledettamente interessante e quindi sono davvero molto felice che esplorerai maggiormente questo suo aspetto, dando per assodato che, invece, le sue inclinazioni sessuali siano ben definite e consapevoli. Credo anche che sarà più interessante il suo percorso di accettazione verso ciò che prova per il suo migliore amico, perché un conto è dire "vabeh, ho sempre creduto di essere etero, ora scopro che sono bisessuale e che Michael mi piace", e un altro è dire "sono bisessuale e per Michael non ho mai provato attrazione, non ho mai creduto di esserne innamorato e invece adesso che sta succedendo, oh mio dio". Direi che come evoluzione del personaggio è molto succosa e interessante.
Hai dato un taglio più serioso al capitolo rispetto al primo che introduceva Johnny, ma non hai comunque fatto perdere a questo personaggio quelle che sono le sue caratteristiche principali e mi fa davvero molto piacere di averlo ritrovato così come me lo aspettavo, ma in un contesto quasi crudo, che ci presenta quell'America che sai sempre descrivere con minuzia e con accuratezza, catapultandoci nella vita di quel periodo, nel pensiero, negli usi e nei costumi del tempo. Sembra davvero di essere nei gloriosi anni '70, con quel jukebox in apertura di capitolo, simbolo di quel periodo. Abbiamo avuto, attraverso gli occhi di Johnny, una panoramica di quella che era la vita newyorkese di quei tempi, con una vividezza che amo sempre tantissimo di te e di quello che scrivi: hai questa capacità di ricreare le atmosfere di questo periodo storico, di descrivere il modo di vivere con una naturalezza tale che ci si aspetterebbe di uscire di casa e scoprire che in realtà ci troviamo tutti negli anni '70. Presenti le vicende come se le avessi vissute, come se fossi stata davvero parte di quel periodo storico, come se tu - e noi tutti leggendoti - fossi stata lì e avessi toccato con mano. Rimango sempre tremendamente affascinata da questo tuo talento e lo amo, amo, AMO.
Qui scopriamo una New York contraddittoria, che sembra bella, gloriosa, seducente e promettente, ma che in realtà è terribile. Scopriamo una New York che sembra offrire opportunità, salvezza, riscatto e che invece si rivela essere una trappola, una trappola insidiosa dalla quale non è semplice uscire. Dalla quale NON si vuole uscire, rimanendovi ancorati dolorosamente e inevitabilmente. Non si può fare nulla, se non abbassare il capo e prendere atto che la città ti ha conquistato, sei diventato suo schiavo, e non puoi far altro che adattarti a quel brulicare di vita, a quel caos, fingendo che vada bene, anche se non è così. Perché non hai altra scelta, perché ormai tu sei di New York, le appartieni e non puoi più tornare indietro.
Ho amato come sia tornata prepotentemente a galla la tematica del razzismo dilagante in quei tempi, buttata quasi distrattamente tra le righe - perché per Johnny è normale, per Johnny è qualcosa da non condividere, ma comune -, ma che comunque arriva con una potenza pazzesca. Suzy è una brava ragazza, onesta, guadagna discretamente, eppure è costretta a vivere nella parte "brutta" di New York, perché è nera. Avrebbe potuto permettersi di meglio, se fosse stata bianca, ma non lo è. Lei è nera, e questo ha segnato e continua a segnare la sua esistenza e le sue possibilità. È triste, è terribile, eppure è reale.
Johnny e Michael sono sempre meravigliosi insieme, si vede che hanno un feeling che va oltre tutto, qualsiasi cosa, che li lega indissolubilmente a doppio filo. Si capisce che è più di semplice amicizia, che è qualcosa di più viscerale, un'intesa meravigliosa che rende questi personaggi così differenti tra loro l'uno il completamento dell'altro, una cosa sola, che funziona perfettamente solo quando è unita. È sempre stupendo leggere di loro, di come si sostengono a vicenda, di come abbiano bisogno della presenza dell'altro nella loro vita, della confidenza, delle occhiate, di tutto. Loro sono semplicemente stupendi, equilibrati, maturi nel loro legame che pure devono ancora scoprire realmente. Devono ancora esplorarlo, questo loro affetto, devono ancora comprenderlo, eppure lo vivono inconsapevolmente, e questo li rende ancora più dolci. Sì, li shippavo prima e li shippo pure adesso, se non fosse chiaro.
Teresa deve tornare di nuovo in pompa magna a infastidirci. Ma quand'è che passa un tram e la tira sotto, esattamente? È insopportabile anche quando ne parlano gli altri e non è fisicamente presente, incredibile! E poi mi tratta male Cionni, non si merita proprio niente!
Tesoro, sono davvero contenta che tu abbia iniziato a postare la revisione di questa storia e non vedo l'ora di (ri)seguirti in questo meraviglioso viaggio. Intanto, questo prologo è stato una vera bomba. L'ho amato, davvero.
Un bacio, alla prossima ♥ |