Non buttarti giù, trovo che la storia sia scritta bene e in manienra scorrevole. Soprattutto, la trovo molto plausibile.
Il problema di Yuffie è che ha scelto l'uomo sbagliato, troppo impegnato tra l'emicrania, la bella Cetra e la barista formosa.
Se analizzo la Yuffie sedicenne, comunque, comprendo la sua cotta, in fin dei conti Cloud è un bel ragazzo, e a quell'etài il biondo fisicato, taciturno e sprezzante rappresenta l'apice dell'evoluzione maschile.
Penso che tu abbia caratterizzato bene entrambi i personaggi, l'ex Soldier così rigido e imperscrutabile, Yuffie così carina e imbarazzata.
Cloud che, diciamocelo, non è la socialità fatta persona, fa ciò che ci si aspetta da lui: non si volta, non la guarda, la lascia fuori dalla porta. Poi sì, "guarirà" da questo stato di disinteresse e di alessitimia per iniziare ad empatizzare con chi lo circonda, ma al momento è ancora bloccato lì, nel suo mondo fatto di finti ricordi.
Yuffie, per quanto logorroica e spaccona, è e resta un'adolescente a tratti molto insicura, le cui arti seduttorie sono ancora acerbe e ovviamente non riesce ad andare oltre a un bacio sulla guancia.
Il risvolto della serata della ragazza è più che plausibile, sogna un ragazzo che sicuramente non la vedrà mai come una donna, ma il desiderio di sentirsi considerata tale è forte. Diciamo che si concede di cominciare a conoscere se stessa e il proprio corpo prima che arrivi qualsuno, quello giusto, a cui donarlo.
Eh beh, io sogno sempre una storia in cui lei e Vincent concretizzino, ma questa è solo un mio desiderio da inguaribile amante dei casi disperati.
Ben fatto.
Alla prossima,
Manila.