Recensioni per
Lo splendore della disobbedienza
di Lisbeth Salander

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
22/08/21, ore 01:20

Ciao ❤
Avrei  dovuto recensire questa storia molto tempo fa, ma un po' gli impegni e un po' l'incapacità di scrivere un commento ragionato mi hanno indotta a rimandare sin troppo.
Non credo che riuscirò a scriverti l'ambito commento ragionato ora, perché questo racconto mi ha lasciato un grande vuoto dentro, oggi come la prima volta che l'ho letto, tuttavia non voglio rimandare oltre e rischiare di non recensire affatto.
Ho sempre pensato alla vita di Andromeda come a una tragedia che si srotola alle spalle del palcoscenico: si riesce a intravederla, a udirne qualche battuta, ma non si riesce mai ad assistere alla sua completa rappresentazione, mai a comprenderla sino in fondo. Leggendo queste tue pagine mi è parso di essere finalmente riuscita a oltrepassare gli ostacoli e sbirciare il cuore e la vita della tua protagonista.
Non credo avresti potuto scegliere per lei un elemento più rappresentativo della disobbedienza. La disobbedienza è stata il suo motore, un modo di essere al mondo che non le era stato insegnato, ma che ha appreso da sé per essere libera di amare.
Ho amato, e mi ha colpita come un pugno nello stomaco, come questo suo valore, questa sua forza, venga dapprima tramandato alla figlia e divenga punto di terribili domande poi. Quel e se fossi stata un'altra madre? aleggia sin dal titolo ed è commovente nel modo più doloroso possibile. Perché Andromeda, che guarda la figlia e ripensa al proprio passato, dentro di lei sa che non sarebbe mai riuscita a negare la libertà a Dora, a negarle la possibilità di ribellarsi e di disobbedire, di scegliere e sbagliare, ma ciò non le impedisce di lasciarsi sopraffare da un senso di colpa che, in qualche modo, sembra voler trovare un senso a quanto è accaduto.
Poi arriva il finale.
Il finale che porta con sé la consapevolezza che ha pressato per scacciare il senso di colpa. Il finale che riesce a illuminare questa tragedia, perché nonostante tutto Andromeda e Dora hanno avuto il coraggio di seguire il cuore e sfidare tutto e tutti per ciò in cui credono. Un finale che scaccia ogni ombra di rimpianto e dà splendore (citandoti!) alle tue protagoniste.
La citazione che conclude il racconto è bellissima e trovo rispecchi pienamente la tua Andromeda e le sue prese di coscienza.
Sono sicura di aver dimenticato troppo e che questa recensione dica ben poco, ma spero lasci emergere quanto mi abbia colpita questo racconto e quanto, ancora una volta, tu sia riuscita a emozionarmi e coinvolgermi con i tuoi ritratti introspettivi.
Un abbraccio!

Recensore Master
11/08/20, ore 18:37

Ciao, amica, finalmente riesco a leggere (e recensire) questa meraviglia ♥︎

Ci hai regalato una storia bellissima, mi è piaciuta davvero da morire. Ho sempre pensato Andromeda un po' come la vedi tu, la ragazza ligia al dovere e alle regole, compita e riservata e composta, un perfetto frutto dell'educazione-alla-Black, almeno finché non incontra Ted, allora lì cambia tutto, e lei capisce che tutta la sua vita è stata quasi una menzogna, una recita, una pantomina alla quale lei stessa ha partecipato, fino a quel momento perfetto in cui Ted le insegna a respirare, a sorridere, a vivere. E lei si riscopre disobbediente, per la prima volta nella vita decide di rischiare il tutto e per tutto e di ribellarsi, di voltare le spalle a quella famiglia oscura e difficile per abbracciare la luce costituita da Ted. Sono anche d'accordo per quanto riguarda il rapporto privilegiato con Narcissa che, in quanto più piccola, ho sempre visto un po' come un collante per le sorelle - penso che anche Bella sia davvero affezionata a lei.
Il tema della disobbedienza è ricorrente in tutta la storia, partendo da Andromeda e arrivando a Dora. Da una come Andromeda non poteva che "venire fuori" una come Dora, coraggiosa, impetuosa, "disobbediente", poco incline a seguire le regole, sia a scuola sia nella vita. Il suo banco di prova più grande è quello costituito da Lupin, che le fa mettere in dubbio tutto quanto, e per il quale combatte strenuamente - vincendo, alla fine. 
Il finale mi ha commosso tanto ♥︎ sarà perché c'era anche Teddy-ino mio ♥︎ 

Hai creato una storia magnifica, ripeto, mi sono davvero innamorata della tua Andromeda ♥︎

Un abbraccione,
Marti ♥︎

Recensore Master
31/07/20, ore 15:01

Ciao!
Non ho potuto resistere, come ben sai ho un debole per Andromeda e il titolo e la tua presentazione sul gruppo mi avevano conquistata!
Questa storia infatti è stata bellissima, una lettura piacevole che mi ha permesso di distrarmi e rilassarmi dopo una mattinata caotica, era davvero qualcosa che ci voleva.
Mi piace molto come scrivi e come cogli l'essenza delle cose e come hai descritto Andromeda.
La frase che hai citato è una delle mie preferite e l'ho scoperta tempo fa tramite il web e credo si accosti meglio di qualsiasi altra al personaggio.
Ho amato la descrizione dell'inizio del suo amore con Ted e la prosecuzione della storia che va ad esaminare tutta la sua vita.
Ho apprezzato anche la distinzione che hai fatto tra le sorelle Black, perché Narcissa è affezionata alla sorella e a differenza che con Bellatrix, Andromeda con lei si confida. In effetti il rapporto tra Narcissa e Andromeda è molto interessante e amo scoprire questi minuscoli dettagli nelle fanfiction, a seconda di come l'autore li immagina.
Poi chiaramente ho amato la descrizione di Dora, il fatto che fosse la pupilla di Moody, il fatto che Andromeda abbia insegnato alla figlia a disobbedire e non le abbia mai messo freni.
Mi ha straziata la morte di Ted,è un pezzo che mi fa sempre male, forse perché sono una mia OTP.
Ho amato i piccoli ricchi dettagli su Remus, sulle riflessioni che Remus fa sapendo che è padre, sul pensiero che si fa su ciò che gli direbbero i Malandrini, che bello!
E poi è stato straziante che ancora una volta Andromeda perda qualcuno.
Ha perso sua figlia, ma effettivamente se avesse saputo che il suo Ted sarebbe stato ucciso forse si sarebbe comportata esattamente come Dora. È una bellissima riflessione.
Insomma, tutto questo per dirti che ho amato davvero tanto la tua fic e sono felice che tu l'abbia scritta e ce l'abbia presentata, non poteva sfuggirmi.
Complimenti di vero cuore, l'ho amata veramente tantissimo ❤️❤️❤️❤️

Recensore Master
30/07/20, ore 17:38

Ma che bella questa One shot! Sembra il prequel all'incontro tra Andromeda e Narcissa che ho pubblicato io su tuo prompt. Il bello di questo gruppo è che le storie sembrano parlarsi e intessere un potterverse tutto loro che per me diventa assolutamente Canon.
Ho adorato la tua caratterizzazione di Andromeda, il suo essere ligia alle regole, la più perfetta delle sorelle Black e anche il rapporto con Narcissa e Bellatrix.
Su questo punto se ne discute molto, alcune legano Andromeda a Bellatrix e imputano la crudeltà di Bellatrix e il suo odio verso i Babbani al tradimento di Andromeda e alla fuga con Ted. A me convince molto di più la tua ricostruzione e anch'io l'ho sempre immaginata più legata a Narcissa che a Bellatrix. Non per niente sappiamo che era la cugina preferita di Sirius.
A proposito, ho amato il riferimento a Walburga e all'albero genealogico e le domande che Dora pone alla madre sul perché lei non è presente ancorché bruciacchiata 😅
Immagino quanto abbia sofferto e che riflessioni abbia svolto in quei giorni. Stupido Harry che era troppo impegnato a prendersela con Silente invece di approfittare della presenza di Sirius e Dora per sapere tutto sui Black! 🙄
È una storia bellissima e niente, la metto tra le ricordate perché per me è un missing moment.

Un abbraccio,
Sev

Recensore Junior
31/05/20, ore 12:48

Ehi, eccomi di nuovo su una tua storia con lo stesso entusiasmo e la stessa testa di pianti! Che dire, ormai dovrei essere abituata al fatto che tanto mi commuoverò, e invece ogni volta rimango del tutto spiazzata da questo tuo meraviglioso stile, così scorrevole e travolgente da farti entrare subito in sintonia con il personaggio e a sentire sulla tua stessa pelle determinate emozioni.
Andromeda Black è uno dei miei personaggi preferiti di sempre e da sempre sottovalutata! Insomma, ci sono persone che affermano di amare Sirius perché ha avuto il coraggio di ribellarsi alla “Nobile e Antichissima Casata dei Black” e di seguire i propri ideali, ma allora come si può non amare Andromeda, che ha compiuto quel percorso prima di lui e senza una cugina che le fosse d’esempio o uno zio Alphard che la riteneva comunque la sua nipote preferita?
Inoltre, Andromeda è quella Serpeverde che dimostra che la Casa di appartenenza non pregiudichi un bel niente! I Serpeverde sono ambiziosi, furbi, determinati ma non cattivi. Peter era un Grifondoro eppure abbiamo visto che ne ha fatto di quei valori di audacia e coraggio! (Okay, scusa il piccolo sfogo, ma la questione delle Case mi ha sempre irritata parecchio!).
Mi è piaciuto molto il modo in cui hai narrato la vita di Andromeda: non ti sei soffermata su nessun avvenimento in particolare, eppure sei riuscita a rimarcare tutti quei momenti che sono stati significativi nella sua vita, che hanno segnato un punto di svolta.
Innanzitutto, tutte le aspettative di cui è stata caricata sin da bambina: l’essere la figlia preferita, quella perfetta, la ragazzina obbediente, la migliore studentessa, addirittura la nipote preferita di Walburga (potrei risultare un po’ cattiva ma, stando al tuo racconto, mi ha dato una particolare soddisfazione pensare alla rabbia di Walburga mentre bruciava sull’arazzo il nome di quella che era stata sua nipotina preferita!). Ovviamente, come penso di aver reso ormai palese, Sirius è il mio personaggio preferito e ogni riferimento a lui è sempre accolto con piacere! Ho sempre immaginato che Andromeda fosse l’unica capace di calmarlo e di gestirlo e questo accenno di interazione tra i due ha messo in evidenza come, nonostante lei al tempo fosse pienamente fedele alle ideologie Black, possedesse quell’umanità e quella tenerezza che la contraddistinguevano dal resto della famiglia.
Da ciò che hai scritto si evince che Andromeda sia semplicemente stata vittima degli elogi dei genitori, della voglia di volersi distinguere da Bellatrix, dei continui lavaggi di cervello a cui i piccoli Black venivano sottoposti e che non lascivano spazio per altre visioni che fossero diverse dal “toujours pur”. Tutto questo, finché non è arrivato Ted (e, permettimi, il modo in cui è arrivato è stato meraviglioso!). Me lo sono sempre immaginato come un tipo molto allegro, vivace, privo di inibizioni (insomma, Ninfadora deve aver preso da qualcuno!) e riesco a visualizzarlo perfettamente mentre con un sorriso scaltro riesce a guadagnarsi una sottospecie di primo appuntamento con Andromeda (il fatto che successivamente le dica
“...è per questo che non mi hai parlato prima” mi porta a pensare che lui l’avesse adocchiata da un po’!).
Ted riesce ad abbattere tutte quelle convinzioni da cui Andromeda è stata subissata sin da bambina, riesce ad aprirle gli occhi su un mondo diverso, migliore e a farle capire cosa sia realmente giusto e sbagliato. E lei, forte com’è, non ci pensa due volte prima di rinnegare la sua famiglia e scappare con lui, pronta a rincorrere quella felicità a cui ha sempre pensato di dover rinunciare a causa di tutte le rigide regole dei Black.
Con dei genitori così, Ninfadora non poteva uscire diversamente! Dora è semplicemente meravigliosa: decisa, audace, leale, pronta a mettersi contro chiunque pur di fare ciò che ritiene giusto.
Credo che Andromeda sia stata una madre eccezionale: memore della sua infanzia “apatica”, ha spronato sua figlia a fare del suo meglio ed è orgogliosa di vederla seguire i suoi ideali, diventare un Auror, prendere parte a qualcosa di così pericoloso e al contempo così giusto!
D’altro canto, quando la situazione peggiora, torna ad instaurarsi in lei quel dubbio che tanto la corrode: qual è stato il prezzo della felicità? Ted è morto, loro vivono nella costante paura di venire scovati ed uccisi. Sarebbe stato meglio seguire le regole dei suoi genitori e vivere una lunga vita apatica piuttosto che intensi momenti di felicità? Il suo tormento diventa davvero tangibile, quindi ti faccio i miei complimenti!
Ed è comprensibile la sua angoscia nel vedere la figlia innamorarsi proprio di un lupo mannaro, di un uomo tanto più grande di lei. Ma per fortuna Dora è testarda almeno quanto la madre e non lascia che qualcuno la allontani da Remus (parentesi di apprezzamento per Remus che occupa un posto specialissimo nel mio cuore!). La scena in cui Remus guarda Teddy e parla di James e Sirius mi ha gettata in un fiume di lacrime, ma sorvoliamo... (ti confesso che amo Remus e Tonks nella versione originale dei fatti, ma che la coppia Remus/Sirius mi ha sempre affascinata!).
La battagli finale le dà il colpo di grazia ma la porta anche ad una nuova consapevolezza: quella che, al posto di Dora, lei si sarebbe comportata esattamente alla stessa maniera e non può che essere fiera di questa figlia che ha combattuto fine alla fine per i valori in cui credeva, proprio come lei aveva sperato di insegnarle a fare.
La storia di Andromeda è una delle più dolorose. È una sopravvissuta, sì, ma ha perso TUTTO: la famiglia, il marito, la figlia. Teddy è tutto ciò che le rimane e lei deve mostrare ancora una volta di possedere quella forza che da sempre l’ha contraddistinta per crescerlo con il giusto amore ed insegnargli quei valori per cui Remus e Dora hanno dato la vita.
Andromeda è una guerriera con i fiocchi e tu sei riuscita a far emergere perfettamente questo suo lato così combattivo. E ti ringrazio per aver dato spazio a questo personaggio un po’ marginale ma di fondamentale importanza.
Un abbraccio,
Traumerin

Recensore Master
24/05/20, ore 20:47

Ciao :-)
È una storia molto bella! Complimenti!
Alla fine mi sono quasi commossa. La storia di Andromeda è dolce e tragica allo stesso tempo.
Non sappiamo molto di Andromeda se non quel fugace passaggio che si legge ne I doni della morte, ma trovo la tua molto IC.
Il titolo è molto bello: dopotutto è vero, se avesse obbedito forse sarebbe stato più semplice ma non sarebbe mai stata la stessa cosa.
A presto,
Carme93

Recensore Master
24/05/20, ore 15:59

Ciao! Andromeda è un bellissimo personaggio, come del resto tutta la famiglia Black, peccato che ci siano poche storie su di lei. in questa storia sei riuscita a riassumere tutta la sua vita, la prima nella famiglia Black e la seconda quando ha incontrato Ted. é uno dei personaggi della Row con la vita più particolare e complessa e non le ha neanche dato spazio nei libri.

"«Ma com’era tua zia Walburga? Era davvero così pazza come dice Sirius? Certo, per appendere quel dipinto orribile… Lo sai che nell’albero genealogico io non ci sono nemmeno!? Poteva mettermi e poi bruciacchiarmi, eh?!»." Be', almeno una bruciacchiatura la meritava, sono morta a leggerlo xD
Ninfadora ne ha fatte passare tante alla madre.
Mi ha toccato il pezzo dove Andromeda si "incolpa" della morte e dell'infelicità dei parenti pensando che se non avesse fatto alcune scelte non sarebbe accaduto niente, è una cosa difficile da superare. fortunatamente c'è Teddy, che le dà ancora un motivo per vivere.
Ha davvero avuto una vita difficile.

Complimenti per la fic :)

Recensore Veterano
24/05/20, ore 15:57

Mi sono commossa, davvero. È stata una mossa geniale sviluppare l'intero percorso esistenziale di Andromeda su questo punto, il binomio obbedienza- infelicità/ disobbedienza - autenticità di spirito. Hai mostrato con delicatezza come questo binomio ricorra quasi ossessivamente nella sua vita. Ci sono tantissimi aspetti che mi hanno colpito, ma - in genere - credo tu abbia davvero tracciato tutta la sua vita e per di più in maniera magistrale. Non hai evitato di soffermarti su nulla, non c'è un solo aspetto che tu abbia trascurato. Dal rapporto con i genitori (per cui è la figlia perfetta) e le sorelle (quell'antagonismo con Bellatrix e l'affetto di Narcissa che hai così ben delineato), fino al rapporto con Sirius; hai inserito persino l'apprezzamento di Walburga nei confronti di quella nipote così adeguata e giusta (apprezzamento alla luce del quale l'idea della medesima zia che elimina dall'albero genealogico il nome della nipote, che pure aveva ammirato, si carica di tinte ancora più cupe, assume un sapore persino più amaro). Hai ripercorso la sua carriera da studentessa, analizzando in maniera agile, scorrevole, ma accurata, la graduale conquista della fiducia degli insegnanti da parte di Andromeda: ancora una volta perfetta, ancora una volta all'altezza delle aspettative. E poi, ovviamente, Ted, mostrato - giustamente - come finestra su un orizzonte di libertà mai neanche concepito come possibile. Ted visto come una boccata d'aria in un'esistenza imprigionata. Dalla fuga con Ted e al coronamento della loro storia d'amore, ecco che si passa a Dora. Credo che le riflessioni che hai elaborato nelle vesti di Andromeda sulla figlia siano probabilmente la parte più bella di una OS già di suo meravigliosa. Quel senso innato di disobbedienza di Tonks, che però è molto di più: è anche lealtà, passione e voglia di vivere la vita pienamente. Ho adorato il senso di orgoglio che sgorga dal cuore di Andromeda, dinanzi a quella figlia così libera, libera senza sforzi, una libertà che Andromeda si è dovuta conquistare a fatica. E poi Remus e i suoi rifiuti iniziali e l'ostinazione di Dora. La paura di Andromeda, sempre tinta di orgoglio, ma pur sempre paura. Sa che è un modo per consolarsi, che non sarebbe mai stato possibile pensare di poter ingabbiare la figlia in un amore facile, ma - appunto - quella tenacia di Dora, anche e soprattutto nei confronti di un amore quasi impossibile, non può che essere un ulteriore motivo di orgoglio, la conferma - per Andromeda - della bellezza d'animo di quella figlia che ha cresciuto. Ho letteralmente adorato la conversazione sulla scelta del padrino di Teddy: come ti dicevo, non hai trascurato nulla, neanche qui. Sei riuscita ad inserire non solo tutte le persone importanti per Andromeda, ma anche quelle di Dora e, qui, persino quelle di Remus. Persino i Malandrini! Infine, la Battaglia e il dopo. Un dopo in cui emerge il rimorso di una donna che si ritrova sola, anche se c'è Teddy e lei, da Madre, non può non amarlo e riversare in lui tutto il suo affetto anche se fa male, anche dopo tutto il dolore, convivendo col dolore. Il rimorso è inevitabile, Andromeda non può fare a meno di chiedersi se dietro la felicità perduta non ci sia una colpa, la propria. È il rimorso del sopravvissuto, quel peso terribile di chi è rimasto, mentre altri non ci sono riusciti. Davvero, scusa per questa divagazione, ma ho adorato tutto, tutto. Persino dirti "bravissima" mi sembra scontato, a questo punto. Forse, però, ricordarti la mia commozione potrà - da autrice - farti piacere. Perciò sì, lo ripeto: mi hai commossa. Grazie per non aver lasciato questa OS a marcire nei meandri di un computer e per averla condivisa con noi. Un bacione!