Recensioni per
Lo splendore della disobbedienza
di Lisbeth Salander
Ciao ❤ |
Ciao, amica, finalmente riesco a leggere (e recensire) questa meraviglia ♥︎ |
Ciao! |
Ma che bella questa One shot! Sembra il prequel all'incontro tra Andromeda e Narcissa che ho pubblicato io su tuo prompt. Il bello di questo gruppo è che le storie sembrano parlarsi e intessere un potterverse tutto loro che per me diventa assolutamente Canon. |
Ehi, eccomi di nuovo su una tua storia con lo stesso entusiasmo e la stessa testa di pianti! Che dire, ormai dovrei essere abituata al fatto che tanto mi commuoverò, e invece ogni volta rimango del tutto spiazzata da questo tuo meraviglioso stile, così scorrevole e travolgente da farti entrare subito in sintonia con il personaggio e a sentire sulla tua stessa pelle determinate emozioni. |
Ciao :-) |
Ciao! Andromeda è un bellissimo personaggio, come del resto tutta la famiglia Black, peccato che ci siano poche storie su di lei. in questa storia sei riuscita a riassumere tutta la sua vita, la prima nella famiglia Black e la seconda quando ha incontrato Ted. é uno dei personaggi della Row con la vita più particolare e complessa e non le ha neanche dato spazio nei libri. |
Mi sono commossa, davvero. È stata una mossa geniale sviluppare l'intero percorso esistenziale di Andromeda su questo punto, il binomio obbedienza- infelicità/ disobbedienza - autenticità di spirito. Hai mostrato con delicatezza come questo binomio ricorra quasi ossessivamente nella sua vita. Ci sono tantissimi aspetti che mi hanno colpito, ma - in genere - credo tu abbia davvero tracciato tutta la sua vita e per di più in maniera magistrale. Non hai evitato di soffermarti su nulla, non c'è un solo aspetto che tu abbia trascurato. Dal rapporto con i genitori (per cui è la figlia perfetta) e le sorelle (quell'antagonismo con Bellatrix e l'affetto di Narcissa che hai così ben delineato), fino al rapporto con Sirius; hai inserito persino l'apprezzamento di Walburga nei confronti di quella nipote così adeguata e giusta (apprezzamento alla luce del quale l'idea della medesima zia che elimina dall'albero genealogico il nome della nipote, che pure aveva ammirato, si carica di tinte ancora più cupe, assume un sapore persino più amaro). Hai ripercorso la sua carriera da studentessa, analizzando in maniera agile, scorrevole, ma accurata, la graduale conquista della fiducia degli insegnanti da parte di Andromeda: ancora una volta perfetta, ancora una volta all'altezza delle aspettative. E poi, ovviamente, Ted, mostrato - giustamente - come finestra su un orizzonte di libertà mai neanche concepito come possibile. Ted visto come una boccata d'aria in un'esistenza imprigionata. Dalla fuga con Ted e al coronamento della loro storia d'amore, ecco che si passa a Dora. Credo che le riflessioni che hai elaborato nelle vesti di Andromeda sulla figlia siano probabilmente la parte più bella di una OS già di suo meravigliosa. Quel senso innato di disobbedienza di Tonks, che però è molto di più: è anche lealtà, passione e voglia di vivere la vita pienamente. Ho adorato il senso di orgoglio che sgorga dal cuore di Andromeda, dinanzi a quella figlia così libera, libera senza sforzi, una libertà che Andromeda si è dovuta conquistare a fatica. E poi Remus e i suoi rifiuti iniziali e l'ostinazione di Dora. La paura di Andromeda, sempre tinta di orgoglio, ma pur sempre paura. Sa che è un modo per consolarsi, che non sarebbe mai stato possibile pensare di poter ingabbiare la figlia in un amore facile, ma - appunto - quella tenacia di Dora, anche e soprattutto nei confronti di un amore quasi impossibile, non può che essere un ulteriore motivo di orgoglio, la conferma - per Andromeda - della bellezza d'animo di quella figlia che ha cresciuto. Ho letteralmente adorato la conversazione sulla scelta del padrino di Teddy: come ti dicevo, non hai trascurato nulla, neanche qui. Sei riuscita ad inserire non solo tutte le persone importanti per Andromeda, ma anche quelle di Dora e, qui, persino quelle di Remus. Persino i Malandrini! Infine, la Battaglia e il dopo. Un dopo in cui emerge il rimorso di una donna che si ritrova sola, anche se c'è Teddy e lei, da Madre, non può non amarlo e riversare in lui tutto il suo affetto anche se fa male, anche dopo tutto il dolore, convivendo col dolore. Il rimorso è inevitabile, Andromeda non può fare a meno di chiedersi se dietro la felicità perduta non ci sia una colpa, la propria. È il rimorso del sopravvissuto, quel peso terribile di chi è rimasto, mentre altri non ci sono riusciti. Davvero, scusa per questa divagazione, ma ho adorato tutto, tutto. Persino dirti "bravissima" mi sembra scontato, a questo punto. Forse, però, ricordarti la mia commozione potrà - da autrice - farti piacere. Perciò sì, lo ripeto: mi hai commossa. Grazie per non aver lasciato questa OS a marcire nei meandri di un computer e per averla condivisa con noi. Un bacione! |