Recensioni per
Cosa mi manchi a fare
di _Niente_Paura_

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
01/10/20, ore 11:47

COSA MI MANCHI A FARE (9° POSTO)

TITOLO (5/5)
Mi piace ed è ben collegato con il contenuto della tua storia. C’è molto della delusione e frustrazione che la protagonista prova nei confronti della persona che le ha voltato le spalle e alla quale in passato aveva tenuto.

GRAMMATICA E STILE (2/5,3/5)

Dunque, per quanto riguarda la grammatica ho riscontrato qualche errore, ti segnalo:
"Come diavolo è possibile che un luogo è diverso?" -> Che sia un luogo diverso.
"Questa non volevo saperla" -> non ho capito bene a cosa sia riferito “questa”: deduco alla soluzione, però la frase è un po’ confusionaria scritta così.
“quella bestiola rannicchiato a me.” -¬> penso sia un refuso, comunque “rannicchiata” e, anche alla frase dopo, si collega “da quando c’era lui” -¬> lei, perché è sempre riferito a bestiola.
“La rabbia e il risentimento impregnava la mia pelle” –impregnavano, plurale.
“Come è possibile una cosa di questo tipo ad essere una cosa tra bambini?” – purtroppo scritta così non è sintatticamente corretta, anche se il senso si comprende benissimo.
“Gli occhi li riaprii improvvisamente” – “li” indica il soggetto che però hai già inserito (gli occhi, appunto), quindi è una ripetizione: sarebbe corretto scrivere “Aprii gli occhi improvvisamente”.
“e darmi la colpa di cose che non avevo” – forse avresti voluto scrivere “ e a darmi colpe che non avevo”?

Poi ho trovato qualche errore nei segni di punteggiatura:
“Non è possibile che sia cambiato, o quantomeno non così drasticamente” – sarebbe meglio togliere la virgola in quanto c’è “o”, però non lo considero propriamente un errore perché immagino che questa ti abbia aiutato a enfatizzare;
“Allora mi sorge spontanea la soluzione, sono io a cambiare e crescere.” Dopo “soluzione” avrei aggiunto un punto e virgola perché a parer mio la frase non può essere spezzata troppo, ma neanche spezzarla troppo poco (anche questa la reputo più una scelta di stile piuttosto che un errore, anche se trovo non suoni benissimo leggendo).
“Dopo aver inviato la storia fu lampante che il colpo era andato assegno, non avendo taggato nessuno, la figlia, quella che consideravo mia sorella, venne in soccorso della madre e mostrò i denti digrignati.” – Ho trovato questo periodo davvero troppo lungo mentre leggevo, quindi avrei spezzato un po’, magari “la figlia – quella che consideravo mia sorella – venne in soccorso della madre”.
Per questi motivi purtroppo in grammatica non posso darti un punteggio alto e ciò ha influenzato un minimo lo stile – più che altro per la punteggiatura – ma comunque hai tenuto un bel ritmo incalzante che ha partecipato al farmi percepire tutta l’introspezione possibile.

CARATTERIZZAZIONE PERSONAGGIO (10/10)
La protagonista mi è piaciuta molto: ho percepito i tratti forti del suo carattere, ma anche quelli fragili. È una ragazza che ha sofferto e, nonostante cerchi di non abbattersi davanti a un trauma molto pesante – soffre tutt’ora ripensando a situazioni, eventi e persone che le hanno fatto male. Riuscivo ad averla davanti davvero e immaginavo ogni azione, ogni pensiero, perché l’hai descritta talmente bene da renderla reale, complimenti.

INTROSPEZIONE (13/15)
L’introspezione mi è piaciuta molto perché hai scavato in profondità: scopriamo che la ragazza vive un trauma molto pesante che ancora la ferisce ed è cresciuta, è cambiata e cerca di prendere coscienza attraverso un processo comunque di sofferenza e prendere le distanze da chi ci fa del male – in particolare se sono parenti – è ancora più difficile. Mi hai fatto proprio vivere lei, la lotta interna ed esterna dopo aver vissuto ciò che ha vissuto, la compagnia tranquillizzante del cagnolino e la Sicilia. Ho provato la stessa rabbia, la delusione e l’angoscia che è costretta a rivivere, attraverso sensazioni, ricordi, parole altrui che non hanno fatto altro che peggiorare la situazione.
Alla fine, ho amato la scena del riscatto grazie a Instagram e la frase finale è davvero un colpo al cuore in positivo: lascia andare tutto e chiude per allontanare il dolore. Devo proprio farti i complimenti! Hai scavato a fondo, mi hai fatto provare le stesse emozioni della protagonista – Vale – descrivendo benissimo ogni passo. Hai centrato in pieno l’obiettivo del contest e lo hai fatto con grande impegno. Anche per la tua storia avrei scavato appena un po’ di più per capire meglio il suo rapporto oggi con questo cugino o con i parenti, ma è un puro gusto personale.

TOT. 33/40

Recensore Master
09/07/20, ore 08:49

Ciao di nuovo, scusami se oggi passo a leggere varie cose tue, ma dopo che sei stata così gentile da passare dalla mia storia, anche io volevo dare un'occhiata al testo che hai proposto per il contest autobiografico.
Il tuo racconto è davvero molto forte, il tema è delicatissimo e scegliere di parlare di una simile esperienza è stato da parte tua un gesto coraggiosissimo (e forse anche catartico, dato che la scrittura serve anche a questo). Lo stile è frammentario, quasi un flusso di coscienza, con un lessico molto semplice e diretto, ma questo è in linea con l'obiettivo principale dove a parlare è la rabbia e il dolore - e dunque li pone in primo piano facendoli arrivare con forza.
Hai tratteggiato con impatto l'ambiente famigliare, la violenza subita e le sue conseguenze. Ho anche visto un retroscena a quell'idea della vittima che diventa carnefice e a quella di essere "nati dall'odio" che caratterizza il tuo primo contest: entrambe le questioni acquistano un significato in qualche modo più forte.
Ripeto, apprezzo tanto il coraggio che hai avuto nel riuscire a scrivere di questo vissuto. Brava! Un grande abbraccio!
(Recensione modificata il 09/07/2020 - 08:50 am)

Recensore Junior
27/05/20, ore 01:26

Non so bene cosa scrivere, in realtà.
Ne capisco la rabbia, il rancore.
Capisco anche l'omertà come gesto di autodifesa da parte dei grandi.
Non giustifico, ma capisco. Lo riesco a trovare vero.
Pesante, come scritto, considerando che l'obbiettivo primario del contest è un testo autobiografico.
Una storia non diversa da altre e che fa male come sempre, oltre al gesto, le reazioni.
Ci si chiese cosa possa aver spinto un ragazzino di poco più di otto anni a fare questo a sua cugina.
Ho sempre creduto nella catena di violenza, dove non per forza la vittima diventa il carnefice, ma se lo diventa è quasi sempre stata una vittima a sua volta.
Non so se mi spiego.
Poi ci si potrebbe dibattere ore ore sulle teorie in cui uno nasce crudele e non per forza lo ci diventa, ma non è questa la sede.
Mi fa specie il fatto che il social network sia diventato la piazza in cui sbandierare gli scheletri di famiglia.
Mi fa specie che abbia fatto più danni una stories che un bambino che ha abusato di un altro bambino.
La futilità che può essere vista è un campanello di allarme per tutta la famiglia, ma la denuncia viene liquidata con un "cose da bambini".
E niente, complimenti per essere riuscita a incanalare il dolore creando qualcosa che secondo me è ben scritto.

Recensore Master
25/05/20, ore 07:25

Buongiorno.
Credo che il testo sia molto complicato... mi ha spaventato molto il carico di rabbia che a volte emerge con forza.
Purtroppo anche le persone che ci dovrebbero volere bene e comprendere sono fatte a modo loro e sono solo in grado di ferire o dare colpe non nostre. Orribile.