Recensioni per
A stento sapeva il passato
di Lisbeth Salander
Non so da quanto tempo ho questa storia nella lista di quelle da recensire, oggi sono finalmente qui. |
Ciao, Lisbeth! |
Questa storia me la sono lasciata per ultima perché, quando ho visto James tra i personaggi, sapevo che avrei avuto bisogno di MOLTO tempo prima di mandarla giù. |
Per favore, NON abbandonare l'angst! Davvero, io non so come tu faccia a sfornare tutti questi gioiellini, ma si vede che hai un vero talento. Hai questa prosa scorrevole, grondante introspezione che però è perfettamente amalgamata nella narrazione e non appesantisce mai, mai la lettura. Anzi, lo arricchisce. E poi, i flashback dialogici inseriti sempre al momento giusto e che conferiscono quel tocco in più (quella stilettata in più al cuore) sono la ciliegina sulla torta. Mi piace come in queste OS tu riesca davvero ad inserire l'intera vita di un personaggio. Leggere queste storie è proprio un'esperienza di immersione: ci immergiamo in loro ed è come risiedere nella loro testa. Sei davvero, davvero brava. Mi piace tutto di questa storia e, soprattutto, della visione che vi è dietro (ancora una volta, scopro di avere una visione similissima alla tua): l'idea di James come collante e cuore del gruppo, l'idea che la coscienza assuma la voce di James e tutti i consigli pronunciati per bocca di James. Mi piace che tu li abbia inseriti in conversazioni lontane, avute praticamente in un'altra vita, ma che - nonostante tutto il tempo trascorso e il dolore - Remus abbia sempre custodito con cura quei consigli e che poi, messo alle strette dai casi della vita, li abbia "riesumati", rivissuti. Che sensazione dolceamara, capire con Remus che il suo caro amico aveva sempre avuto ragione, in fondo. Che pena vedere attraverso i suoi occhi il sorriso compiaciuto di James, che avrebbe riso, e tanto, se avesse potuto constatare di aver avuto la meglio su Lunastorta e più di una volta. Ma lui non c'è a rivendicare le sue piccole vittorie, lui e Lily li hanno lasciati lì, a sfaldarsi e a soffrire. E Remus non può che riconoscere la correttezza di quei consigli ricevuti tanto, tanto tempo prima, solo vivendoli sulla sua pelle, solo dopo fatica, altra sofferenza e costante rimorso. Ho adorato le parti su Harry. Leggendo il Prigioniero di Azkaban e arrivando ai capitoli conclusivi, mi sono sempre chiesta cosa abbia potuto provare Remus durante l'anno del suo insegnamento. Con tutto il suo bagaglio emotivo, con tutti i suoi ricordi, le notizie di "Black" evaso, Harry sotto gli occhi tutti i giorni senza potergli dire che lui - in un'altra vita - sarebbe stato zio Remus, non lo sconosciuto Professor Lupin. Cosa potesse aver provato lì, nel luogo in cui aveva vissuto un passato "quasi perfetto". E tu lo hai scritto. Tu hai scritto tutto. Davvero, sono colpita. Credo che inserirti fra gli autori preferiti sia d'obbligo: altrimenti, come faccio a tener d'occhio i tuoi prossimi capolavori? |
Davvero una bella storia.. i personaggi sono canonici e anche le vicende narrate. Immagino anche che la vicenda sia andata così e devo dire che niente stride. Anche io adoro i malandrini, saranno anni che spero in un libro su di loro ma vabbè .. la speranza è l’ultima a morire. Complimenti ancora mi piace molto. Un bacio 💋 |
Ciao. |