Recensioni per
A stento sapeva il passato
di Lisbeth Salander

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
23/01/21, ore 20:03

Non so da quanto tempo ho questa storia nella lista di quelle da recensire, oggi sono finalmente qui.
Mi perdonerai se inizio dalle note, ma devo proprio dirti che sono felicissima che tu abbia messo da parte l'idea di non pubblicare sui tuoi personaggi preferiti, perché ne restituisci dei ritratti e dei momenti meravigliosi, così credibili da incastrarsi perfettamente nel contesto della saga.
Ne abbiamo parlato così tante volte, di questo James collante, ma lasciami dire che leggerne qui è stata un'emozione bellissima, che in qualche modo ha colmato quei vuoti che la saga ha abbandonato a loro stessi, riuscendo a mostrare il lato più intimo e a mio parere vero di Remus e della sua amicizia con James.
Il momento in cui hai scelto di ambientare la storia è uno dei miei preferiti, quello in cui emergono le debolezze di Remus – tutte le sue crepe, tutti i suoi spigoli – e di contro la forza e la maturità di Harry, che nonostante i suoi diciassette anni è cresciuto in fretta e si rapporta da pari a un uomo che potrebbe essergli padre. Sai, leggendo quanto hai scritto sulla voce di James che resta incastrata nella testa di Remus, ho pensato che a parlare in quel momento fosse James tramite Harry, che fossero i suoi occhi caramello a guardarlo furiosi, sue le braccia che lo hanno rispedito a casa – dopotutto, in Harry c'è davvero tanto dell'indole di James, Remus non ha affatto torto nel pensarlo.
Come sempre, quando ti leggo ho l'impressione di essere catapultata nello spazio del tuo racconto, nelle emozioni dei tuoi personaggi – è tutto così vivido e reale da travolgermi completamente e lasciarmi con la voglia matta di saperne di più, leggerne ancora.
Il tuo Remus l'ho proprio visto e vissuto, sotto la pioggia, solo a riflettere sulla propria vita, determinato nell'addossare la colpa a James, perché c'è sempre stato. È un messaggio di una forza dirompente quello che trapela da queste pagine, perché mostra quanto possano essere importanti le persone e i legami e gli affetti e la fiducia, quanto sia preziosa l'amicizia.
Ho amato tantissimo, come credo immagini, la maniera in cui hai delineato gli equilibri dei Malandrini e il ruolo centrale, di luce, assunto da James. James che non conosce pregiudizi, che sa voler bene, che riesce a vedere il buono in ognuno, che è risoluto e sa ciò che vuole, che resta – resta anche quando Voldemort lo porta via, resta nei ricordi e nei pensieri e nella testa di chi gli ha voluto bene, resta in Remus che lo cerca senza rendersene conto.
Alternare il presente del racconto ai flashback, poi, ha fatto sì che potessi vederlo James, vedere come le sue parole avessero senso allora e abbiano senso nel presente – è incredibile come pure a distanza di anni James riesca a essere presente per Remus (e bravissima tu nel creare questa alternanza così coesa da inserirsi a meraviglia tra passato e presente).
Insomma, mi avevi detto che questa storia era tutta per l'amicizia di Remus e James, e io sapevo che l'avrei amata. E infatti sono qui a mettere in fila parole senza senso, perché mi è piaciuta tanto e mi è piaciuta in ogni suo più piccolo dettaglio – compreso il titolo che, come un cerchio, torna nel finale e chiude la storia che ha aperto, con questo Remus che a stento sa il passato, ma che almeno ha finalmente scelto di vivere ciò che il presente ha da offrigli.
Grazie perché scrivi di questi personaggi che amo e lo fai meravigliosamente.
Complimenti, come ogni volta.
Un abbraccio!

Recensore Master
31/08/20, ore 23:05

Ciao, Lisbeth!
 
Lo so, lo so, questa non è né una Jily né la storia su Harry e Hermione. Ero partita con buonissimi propositi, ho aperto la mia lista di “da recensire” con l’idea di pescarne una tua tra quelle, ma poi ho visto questo titolo, incuriosita l’ho aperto e ho scoperto che era proprio una tua storia (questo perché ho una pessima memoria per i titoli e li dimentico completamente). Ho così deciso di passare proprio da qui nell’istante in cui ho letto i nomi dei protagonisti: come dico sempre, leggere il nome James equivale a non riuscire più ad andare oltre.
 
Ho amato tantissimo la scelta di concentrarsi proprio sull’amicizia su loro due: non so perché, ma nonostante siano i miei Malandrini preferiti e tra i miei personaggi preferiti in assoluto non ho mai avuto modo di leggere una storia incentrata unicamente sulla loro amicizia e focalizzata a sviscerare il particolare legame che li univa, per cui sono contentissima di essermici imbattuta quasi per caso (quasi, perché per quanto la mia memoria sia scarsa e non ricordassi la presentazione che mi ha spinto a inserire la storia nella lista infinita, prima o poi leggendo il tuo profilo l’avrei ritrovata!).
Come dicevo, ho amato la scelta di concentrarsi sulla loro amicizia nello specifico – tenendo sempre sullo sfondo i Malandrini, Harry, Lily e Tonks, ovviamente, perché non si può certo, nemmeno per un istante, non finire per parlarne. In genere ci si concentra sempre su James e Sirius o Sirius e Remus, per cui ho apprezzato questa tua immersione nella mente di Remus e nei suoi pensieri su James: questo legame ha tantissimo potenziale che aspetta solo di essere sviscerato a dovere, e tu lo hai fatto benissimo. Credo che ogni amicizia sia a sé stante, anche in un gruppo come quello dei Malandrini, e che ogni componente intrattiene un legame differente con gli altri – non per forza meno forte, ma sicuramente caratterizzato dalle sue peculiarità. Quella di Sirius e James è una di quelle amicizie istintive, di quelle nate subito e a pelle, che vanno anche oltre la semplice amicizia e ci si ritrova a essere realmente fratelli, a volte più che con quelli di sangue. Quella tra James e Remus è invece stata, come hai evidenziato benissimo nel racconto, una delle ancore di salvezza per quel piccolo Remus undicenne ritrovatosi gettato nel mezzo del caos di Hogwarts e poi per il Remus adulto. Se Remus era quello responsabile, quello che sapeva mettere limiti a James e Sirius (insomma, in quest’ultimo caso, dato il terribile scherzo a Piton), James era quel genere di persona in grado di dare forza e aiutare a “smuoversi” coloro che gli stavano attorno – credo mi sia scappata qualche lacrimuccia quando c’è il dialogo in cui si propone di mantenere “quel brontolone dello zio Remus” e quei dodici figli.
Non ho potuto poi che concordare sulla tua visione di James cuore, collante e motore di quell’amicizia speciale che sono stati i Malandrini (a questo proposito ho amato come hai inserito anche Peter: che lo si voglia o meno, nei Malandrini c’era anche lui e scrivere di loro senza citarlo, e soprattutto senza metterlo nelle parti a Hogwarts sarebbe sbagliatissimo! Invece tu lo inserisci a sua volta in modo perfetto – non che ci fossero dubbi!). James era davvero il Grifondoro per eccellenza, quello per cui l’amicizia viene prima di qualsiasi altra cosa e che in queste amicizie ci crede fino in fondo, in modo totalizzante, mettendoci proprio tutto il cuore. Era forse quello più vitale e spensierato dei quattro, quello perennemente in grado di donare un sorriso e dare un motivo per sorridere alla vita, in grado proprio di catalizzare gli altri tre e regalarci una delle amicizie più vere e vive, anche per le crepe e il tradimento che la guerra e il tempo portano – ma prima… beh, come dice James stesso meglio di me, la loro amicizia è storia ed è indimenticabile.
C’è stato un punto che mi ha fatto particolarmente riflettere, leggendo le considerazioni di Remus: l’idea che senza James, se fossero rimasti insieme loro tre, avrebbero finito per perdersi. La mia idea è che forse si sarebbero “reinventati” in modo diverso, sicuramente senza la luce di James a illuminarli, stringendosi attorno al suo ricordo (non che sia la migliore delle basi, sarebbe comunque un’amicizia un po’ monca e traballante). Però mi sono calata anche nell’ottica di un Remus depresso, in quello che secondo me resta uno dei punti più bassi che abbia mai toccato, in cui la sensazione di loro “più amici di James” viene esasperata all’estremo anche dal momento che sta vivendo. per cui sono giunta alla conclusione di trovare coerente questo ragionamento, in linea con la situazione attraversata dal personaggio.
Passando un pochino a Remus – ché ho tramutato la recensione nel “Panegirico di James Potter”, altrimenti –, ho trovato che tu abbia saputo dar voce alla sua mente davvero molto bene: è un Remus molto machiavellico, che si perde nei suoi stessi pensieri, focalizzandosi sui momenti importanti della sua amicizia con James ma rimuginando anche sui lati “bui” che questi ricordi riportano alla mente, in un rincorrersi di dolori mai affrontati e nuove ferite, sempre rinchiuso nel passato e nelle sue logiche. Insomma, scrivere di Remus significa necessariamente sguazzare nell’angst, e tu hai saputo farlo in modo perfettamente calzante per il personaggio.
 
A livello di stile, mi è piaciuto molto l’intervallare fisicamente i suoi pensieri con “spezzoni” veri e propri di quel passato in cui era il vero James a spronare Remus e non solo la sua voce, e soprattutto ho amato come hai saputo scegliere pezzi che non sono solo momenti del passato ma parlano anche al Remus presente.
 
Insomma, questa storia è davvero bellissima, posso solo farti tanti complimenti e regalarti una scatola di Cioccorane. E scusami tantissimo per la recensione senza capo ne coda che ne è nata, ma si parla di James e Remus, ho rinunciato da molto tempo a essere razionale con loro! spero però si sia capito il mio apprezzamento per il tuo lavoro. Ora ti saluto, prima di annoiarti più del dovuto.
 
Un abbraccio e a presto,
Maqry

Recensore Junior
31/05/20, ore 16:07

Questa storia me la sono lasciata per ultima perché, quando ho visto James tra i personaggi, sapevo che avrei avuto bisogno di MOLTO tempo prima di mandarla giù.
Ci tengo subito a precisamente che il tuo stile narrativo rimane meraviglioso e, come ti ho scritto nella recensione precedente, riesci davvero ad arrivare a noi lettori e a far passare tutte le emozioni provate dai personaggi.
In questo caso, abbiamo Remus. Credo che sia uno dei personaggi più contorti di tutta la saga e sono sempre molto “critica” quando leggo storie su di lui, perché odio vedere un personaggio così articolato e ben descritto dalla Rowling venire ridotto al “lupo mannaro” o al Malandrino messo lì per caso, uno sfondo all’amicizia di James e Sirius. Ma devo dire che te la sei cavata egregiamente: innanzitutto, perché il punto focale di questa storia è l’amicizia che lega Remus e James, un rapporto che purtroppo viene sempre oscurato da quello tra James e Sirius (che io vedo quasi come un’unica entità, molto più di due amici e persino di due fratelli) o da quello tra Remus e Sirius (sicuramente diverso da quello che unisce i primi due, ma comunque forte e sincero) e poi perché sei riuscita ad entrare nella testa di quel lupastro e a sbrogliare con maestria tutti i nodi che lo tormentano.
Quando dici che James è stato il collante del gruppo, non posso che essere d’accordo con te, perché lui è la persona più vera che esista, che non si pone troppi problemi a dire la propria (e credo che questa sua qualità abbia influenzato l’inconsapevole scelta di Remus di renderlo il suo grillo parlante), che è pronto a dare tutto sé stesso per quegli amici che considera la propria famiglia, che dimostra di tenerci con il suo fare un po’ scenico sotto cui nasconde le sue reali intenzioni (come quando decide di prendere Remus sotto la sua ala). Sostanzialmente, James è TUTTO cuore, quindi non si può che amarlo.
È quello che li ha fatti diventare i Malandrini, che ha calmato Sirius, incoraggiato Peter e consolato Remus e che li ha uniti tutti.
Però, quando Remus dice che senza James i Malandrini sarebbero morti... Non so, non sono propriamente d’accordo con questa affermazione. Credo che, venuti a sapere del tradimento di Peter e feriti dalla morte di James, Remus e Sirius si sarebbero aggrappati maggiormente l’uno all’altro in quanto ultimi membri di quella famiglia. Sì, Sirius ha creduto che Remus fosse la spia, ma dubito che sarebbe ricaduto nello stesso errore di dubitare del suo amico, in futuro. Insomma, in diverse scene dell’Ordine della Fenice viene mostrato come Remus sia capace di far ragionare Sirius, quindi immagino che sarebbero stati capace di trovare un equilibrio tutto loro e non distruggere qualcosa di così bello.
Ovviamente è il mio personalissimo punto di vista (e forse un po’ idilliaco, ma non ce la faccio ad immaginare Remus e Sirius che si allontanano).
Remus mi ha sempre fatto molta tenerezza anche per questa sua insicurezza e ti svelo che quando Harry gli ha urlato quelle cose (per quanto fossero giuste!) ci sono rimasta malissimo, perché ho immaginato come dovesse sentirsi Remus... leggere il tuo punto di vista, è stato ugualmente straziante. Non so se essere felice o triste di questa tua decisione di abbandonare l’angst: da una parte ne sono sollevata, perché le tue storie sono capaci di gettarmi in uno stato di puro sconforto, dall’altra non posso che pensare che sia un peccato perché sei davvero bravissima.
Sinceramente, non capisco perché ti sia fatta problemi a pubblicare qualcosa con questi personaggi: sei stata eccezionale! Hai descritto il rapporto tra James e Remus in maniera impeccabile e realistica, con Remus che si contorce nei suoi drammi e James che fa di tutto per far uscire fuori la parte migliore del suo amico.
Perdonami se non entro nei minimi dettagli di tutta la storia, ti giuro che è stata una delle mie preferite e che quei dialoghi tra di loro mi hanno fatto sorridere e commuovere contemporaneamente, ma quando si parla di Remus non sono mai capace di spiegarmi come vorrei! Spero che tu abbia capito comunque quanto io abbia apprezzato e compreso la profondità di questa storia.
Quindi, dopo questa (e tutte le altre) vai direttamente negli autori preferiti perché non è solo quello che scrivi a piacermi, ma come lo scrivi e quanto riesci a lasciarmi.
Ancora brava brava brava!
Spero di risentirti presto, un abbraccio,
Traumerin

Recensore Veterano
26/05/20, ore 09:22

Per favore, NON abbandonare l'angst! Davvero, io non so come tu faccia a sfornare tutti questi gioiellini, ma si vede che hai un vero talento. Hai questa prosa scorrevole, grondante introspezione che però è perfettamente amalgamata nella narrazione e non appesantisce mai, mai la lettura. Anzi, lo arricchisce. E poi, i flashback dialogici inseriti sempre al momento giusto e che conferiscono quel tocco in più (quella stilettata in più al cuore) sono la ciliegina sulla torta. Mi piace come in queste OS tu riesca davvero ad inserire l'intera vita di un personaggio. Leggere queste storie è proprio un'esperienza di immersione: ci immergiamo in loro ed è come risiedere nella loro testa. Sei davvero, davvero brava. Mi piace tutto di questa storia e, soprattutto, della visione che vi è dietro (ancora una volta, scopro di avere una visione similissima alla tua): l'idea di James come collante e cuore del gruppo, l'idea che la coscienza assuma la voce di James e tutti i consigli pronunciati per bocca di James. Mi piace che tu li abbia inseriti in conversazioni lontane, avute praticamente in un'altra vita, ma che - nonostante tutto il tempo trascorso e il dolore - Remus abbia sempre custodito con cura quei consigli e che poi, messo alle strette dai casi della vita, li abbia "riesumati", rivissuti. Che sensazione dolceamara, capire con Remus che il suo caro amico aveva sempre avuto ragione, in fondo. Che pena vedere attraverso i suoi occhi il sorriso compiaciuto di James, che avrebbe riso, e tanto, se avesse potuto constatare di aver avuto la meglio su Lunastorta e più di una volta. Ma lui non c'è a rivendicare le sue piccole vittorie, lui e Lily li hanno lasciati lì, a sfaldarsi e a soffrire. E Remus non può che riconoscere la correttezza di quei consigli ricevuti tanto, tanto tempo prima, solo vivendoli sulla sua pelle, solo dopo fatica, altra sofferenza e costante rimorso. Ho adorato le parti su Harry. Leggendo il Prigioniero di Azkaban e arrivando ai capitoli conclusivi, mi sono sempre chiesta cosa abbia potuto provare Remus durante l'anno del suo insegnamento. Con tutto il suo bagaglio emotivo, con tutti i suoi ricordi, le notizie di "Black" evaso, Harry sotto gli occhi tutti i giorni senza potergli dire che lui - in un'altra vita - sarebbe stato zio Remus, non lo sconosciuto Professor Lupin. Cosa potesse aver provato lì, nel luogo in cui aveva vissuto un passato "quasi perfetto". E tu lo hai scritto. Tu hai scritto tutto. Davvero, sono colpita. Credo che inserirti fra gli autori preferiti sia d'obbligo: altrimenti, come faccio a tener d'occhio i tuoi prossimi capolavori?

Recensore Master
26/05/20, ore 07:43

Davvero una bella storia.. i personaggi sono canonici e anche le vicende narrate. Immagino anche che la vicenda sia andata così e devo dire che niente stride. Anche io adoro i malandrini, saranno anni che spero in un libro su di loro ma vabbè .. la speranza è l’ultima a morire. Complimenti ancora mi piace molto. Un bacio 💋

Nuovo recensore
26/05/20, ore 02:49

Ciao.
Parto subito con il dire che hai scritto una one-shot incredibile!
Profonda, riflessiva e commovente.
Non ho mai letto nulla di così bello e ben scritto su questa piattaforma, credimi.
Complimenti, veramente!!!
Spero che scriverai altro in futuro, perché hai un talento narrativo molto spiccato.
Baci,
Mandy