Recensioni per
Serenata Silenziosa
di Miryel

Questa storia ha ottenuto 56 recensioni.
Positive : 56
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
20/12/20, ore 11:03
Cap. 1:

Carissima Miryel, io con questa tua storia ho giocato a nascondino per un po': la vedo sul tuo profilo dal giorno in cui è stata pubblicata, ma poi puntualmente mi sono messa invece a leggere altro di tuo. Quell'altro è un mare di storie bellissime ovviamente, ma direi che era anche arrivato finalmente il momento di leggere anche questa.
Mi sono mancati i tuoi Tony e Peter (che poi per me i tuoi Tony e Peter sono Tony e Peter) e mi è mancata la tua capacità di esplorare il loro rapporto in pochissime frasi, di condensare una forte carica introspettiva e la profondità del loro legame in poche frasi e in azzeccate interazioni. Qui ci poni in una situazione in medias res, già avviata, e ce li mostri così, vicini come non mai, stretti, per un momento senza chiedersi cosa stia succedendo. La sospensione tra il sapere e il non sapere, tra il parlare e il non parlare riesce a rendere conto perfettamente della sospensione che è propria, in effetti, del momento. Ho apprezzato le opposizioni implicite tra l'inizio quando Peter pensa che Tony forse non sa e non vuole che sappia, e il dopo quando Tony si decide a rompere un po' quell'incanto e a esigere di parlare, e allora Peter sa che Tony sa. Questa logica tiene legato come un filo non solo le due scene, ma anche i flashback della conversazione tra Peter e Bruce, dove è Peter che quasi sembra portato a "sapere". Ovviamente, c'è poi il filo più spesso sul voler parlare: così Tony vuole parlare con Peter di loro due, così Peter vuole parlare con bruce di Tony.
Una cosa che trovo sempre molto affascinante delle tue storie e che davvero me le fa amare nonostante il fandom a me sconosciuto è proprio il modo in cui tutte le scene si rimandino tra loro e come, allo stesso tempo, nei giochi temporali, si viene a delineare di volta in volta un quadro diverso che spesso si comprende completamente solo nella parte finale. Anche qui sembri mostrare una sorta di tasselli di puzzle e io ora voglio capire – eppure temo di farlo, visti i tuoi tiri mancini di angst! – l'immagine finale da comporre.
Sullo stile non ho nulla da dire, se non che come sempre è sapiente, efficace e i periodi – perlopiù brevi, ma densi – colpiscono fin dalla prima riga.
Ti apprezzo sempre tantissimo come autrice, non dimenticarlo, e passare sul tuo profilo è sempre un grandissimo piacere.
Un bacio e spero a presto!
 

Recensore Master
25/11/20, ore 17:24
Cap. 2:

Carissima amichevole Miryel di quartiere, sai come mi sono sentita dopo aver letto questa meraviglia?
In tutto questo volevo staccare da uno studio orrido e godermi questa storia e…. ahhhhh, ora la voglio già rileggere tutta, aiuto, mi hai devastata (di nuovo, preciso).
Lo sapevo, quando consigli tu una minilong ed è anche suddivisa in capitoli io devo divorarla e so già che andrò a soffrire e piangere. Ma regali davvero tantissima bellezza e tantissime emozioni, troppe, i tuoi lavori non possono passare inosservati, inoltre grazie  a te e alle tue perle shippo da matti questi due <3 <3
Ora mi ricompongo e commento: non riuscivo a staccare gli occhi dalla lettura, al punto che già avevo intuito dalla prima parte che i misteri si sarebbero svelati nella seconda, e sono andata immediatamente avanti, gustandomi rigo per rigo la lettura e il tuo stile, sempre musicale, elegantissimo ed intriso di sentimenti.
La prima parte è fatta di preavvisi, di clima carico di tensione, di cose non ancora dette, che incuriosiscono il lettore. È una prima parte fatta di Peter e Tony e di qualcosa che sembra dividerli, ma che non può farlo perché il loro legame è tale da sapersi leggere nel pensiero.
Ho apprezzato il discorso di Peter sulle responsabilità, che lo rende IC ma anche molto umano, così come la determinazione di Tony che ribadisce di essere pedante, se vuole, e ancora una volta sa come dare i giusti consigli a Peter.
La presenza di Bruce mi aveva portata a domandarmi cosa significasse il voler parlare di Tony e dove Peter volesse andare a parare, ma non ho compreso fino a che non sono arrivata al secondo capitolo, rimanendo ovviamente ancora una volta a bocca aperta e felicemente sorpresa.
Si sono affrontati, Peter è esploso (per me è adorabile anche quando si arrabbia, sempre), Peter è un concentrato di emozioni pure, giovanili, che per amore ha messo in discussione il concetto di tempo e spazio. Ed entrambi si affrontano rivelando come entrambi abbiano vissuto la perdita della persona amata. Tony effettivamente ha vissuto senza Peter per cinque lunghi anni. Peter ha visto Tony morirgli tra le braccia. E quando gli dice cosa è veramente la morte, non quella che Tony ha vissuto con la sparizione di Peter, ma quella che ha davvero vissuto Peter, senza fragili speranze di ritorno… oddio! Amo il loro modo di scontrarsi, perché è sempre fatto di sentimenti. E poi c’è così tanta bellezza, delicatezza, passione, ho sentito tutta la rabbia e l’amore che si può provare in un’occasione vissuta col peso del conto alla rovescia. Le idee che hai sono sempre sorprendenti e originalissime per permettere a loro due nuovi barlumi di tempo, per amarsi ancora. <3 Ecco, esatto, Peter sfiderebbe il tempo e la scienza per Tony, è meraviglioso. Come è meraviglioso d’altro canto ciò che Tony gli dice. Peter è giovane, non deve restare indietro, è questo è un gesto d’amore incredibile. Sono parole che… oddio, tu mi fai piangere!
E poi questa frase è meravigliosa:
“Peter vorrebbe che quel sapore gli restasse sulla bocca fino alla morte. Vorrebbe farle proprie, smontare Tony pezzo per pezzo e nasconderlo ovunque la morte non possa trovarlo. “
Cioè, wow. Chapeau. Trovi sempre le parole perfette, mai scontate, per descrivere il loro rapporto e ciò che stanno per perdere, anche se Peter non vorrebbe mai farlo.
E poi la scena finale è spaccacuore, Peter si ritrova da solo. Hanno avuto il loro addio, ma è stato uno strazio. Uno strazio.
Tesoro, cosa devo dirti, io sono come sempre rapita ed incantata!
Non so se ti ho scritto un papiro, temo di sì, non so se si capisce qualcosa di ciò che ho scritto per tutte le emozioni che ho provato, fatto sta che sì, sapevo che avrei letto un altro piccolo capolavoro che porta la tua firma e così è stato <3
Complimentissimi di cuore (e spero di tornare presto su Rewrite the Stars) <3

Recensore Veterano
17/11/20, ore 21:33
Cap. 2:

Ciao dear!
Con questa comparsata inaspettata (ormai torno in sto gruppo a intervalli casuali, mannaggia a tutto) concludo un altro piccolo viaggio nelle introspezioni di questi tuoi personaggi, che in questa storia sono davvero più tuoi che mai.
Il modo in cui "solidifichi" le sensazioni di Peter le rendono assolutamente palpabili. La rivelazione che fa Tony, poi, era inaspettata e assolutamente incredibile (incredibile nel senso di sconvolgente, non di "non plausibile": te potresti rendermi credibile pure la gravità al contrario). Come forse avrai notato dalla mia collezione, ho una passione /enorme/ per i dialoghi a cavallo tra vita vera e l'aldilà. E' una cosa più forte di me, trovo che sappiano raccontare così tanto, sia di quello che è stato sia di quello che sarebbe potuto essere. E' stata una sorpresa dolorosa ma assolutamente graditissima.
Nella maggior parte dei casi, i morti sono perfetti, sempre nel giusto, con ogni difetto perdonato, ma anche il modo e il grado con cui questa perfezione gli viene concessa dice più di quanto le parole possano fare.
Perfino la sua arroganza è, come dici, dolce come il miele.
Di Tony, in questa specie di allucinazione fisica resta tanto del meglio. Resta il mentore, il "padre", la voce della ragione, ma anche un po' di rabbia, come se dopotutto fosse anche lui un agglomerato di demoni.
E' un Tony "vero" perchè è quello che serve a Peter. In fin dei conti, per le idealizzazioni c'è sempre tempo. C'è tutta la vita di chi resta.
L'ammissione di Banner, per cui il loro legame era chiaro a tutti, mi ha fatta sorridere nonostante la durezza di questo capitolo. Ventiquattro ore sono un regalo prezioso, inestimabile, infatti si trascina un costo morale immenso, ma Peter accetta l'egoismo di quella sua scelta. La perdita l'ha cambiato molto, gli ha strappato un po' della sua innocenza e della sua luce. Fa male vederlo così, perchè hai sempre descritto Peter come una delle poche persone in grado di farti avere fiducia nell'umanità.
L'abbraccio che si dedicano sembra una specie di ricompensa per quella promessa così difficile, una sorta di incoraggiamento.
"Bastano per fingere che siano l’eternità?" mi ha uccisa. Mi ha uccisa tantissimo, non ho davvero giri di parole per esprimertelo. Raramente una frase così breve è riuscita a darmi un colpo così forte, sia nelle fanfiction che nei libri "veri". Complimenti di cuore, è stato un gran bel brutto colpo.
Il loro addio è dolcissimo e straziante, fa sperare davvero che Peter possa mantenere la sua promessa perchè, come dice Tony, merita di andare avanti e di poter vivere, anzichè sopravvivere.
Come sempre, tratti davvero questi tuoi personaggi con un amore e una dedizione rari e li fai amare ai tuoi lettori. Leggerti non è solo un piacere per il tuo stile e la qualità delle tue introspezioni e dei tuoi espedienti, ma anche perchè è un onore essere partecipi della tua passione.
A presto dear, non vedo l'ora di tornare 🧡✨

Recensore Master
11/11/20, ore 17:45
Cap. 2:

Carissima Miryel.
Come ti avevo anticipato, eccomi qui, perché volevo sapere come andava a finire la storia e... niente, sono rimasta di sasso (in senso positivo ovviamente).
Immaginavo ci fosse qualcosa del genere dietro, però per come l'hai messo "in scena" mi ha commosso e strappato il cuore. Tra l'altro mi ha riportato tantissimo ad un film che amo "AI, intelligenza artificiale", non so se lo conosci, ma penso di sì. E che posso dire? Quest'ultimo saluto che Peter vuole dare a Tony, a dispetto di cos'è giusto e della moralità, mi ha riempito e svuotata allo stesso tempo. Ci credo che Bruce fosse inizialmente restio, ma credo poi abbia visto quanto Peter ne avesse bisogno. Una tenerezza infinita Tony che prende coscienza del fatto che lui non può essere lì, perché sa di essere morto e che vuole che Peter impari ad andare avanti. Noi sappiamo che lo sarà, ma sappiamo anche quanto sarà difficile. Ventiquattro ore, non di più per vivere l'ultima volta insieme come se non ci fosse stata alcuna morte. Ti rendi conto di quanto sia angst come concetto? Adoro tanto...
Ho amato davvero questo risvolto. Tony non potrà tornare indietro, è tornato solo per un breve istante, solo per poter dare a Peter un ultimo briciolo di gioia. Avrei voluto non si separassero mai, anche se sapevo che doveva accadere. Non so cosa potrei dire, perché la storia è bellissima e straziante e ogni parola i sembrerebbe banale, ma sappi che hai avuto un'idea stupenda e sentita.
A presto, un abbraccio T_T

Nao

Recensore Master
09/11/20, ore 20:24
Cap. 1:

Ma ciao, cara Miryel **
Tu non sai con che impazienza ho letto questo primo capitolo, perché già dalle primissime (e angstissime righe) ho capito che c’era qualcosa che non andava.
Questo capitolo è vago, non ci viene spiegato di preciso cosa succede, ma la situazione è comunque tesa: c’è Peter che sta insieme a Tony, Peter che dovrebbe sentirsi rassicurato nell’averlo lì, e invece appare preoccupato, colpevole. Parla di non meritare l’amore di Tony, e mi chiedo cosa mai sia successo che l’abbia portato a pensare così (immagino centri un qualcosa che lui stesso ha fatto, anche se volendo fare teorie non saprei cosa). E poi c’è Tony. Lui una sensazione di rassicurazione me l’ha trasmesso, stringe a sé Peter e si preoccupa quando capisce che qualcosa non va, ma ovviamente Peter non ne parla.
Anche dai flashback, non ci viene spiegato molto, se non che Peter tempo addietro è andato a parlare con Bruce di Tony, ma anche qui rimaniamo in sospeso. E ammetto che qui la mia testa un po’ girà perché mi stanno venendo in mente mille mila cose. Deve essere una roba abbastanza grossa se Peter si tormenta in questo mondo e si rifiuta di parlare con Tony, ma allo stesso tempo mi viene difficile immaginare che abbia fatto qualcosa di male. Tony, dal canto suo, pare aver intuito qualcosa (beato lui).
Peter rimane tormentato per tutto il capitolo e questa cosa mi è piaciuta molto: il suo stato d’animo come al solito è stato sviscerato, ma qui ho proprio avvertito la sua angoscia, la sua colpa che ancora ignoro, l’ho sentito in ogni parola, specie quando parlava con Bruce, che dal canto suo invece è sempre molto gentile e tenero davanti l’insicurezza e la timidezza di quel ragazzo.
Mi sono messa a pensare, anche perché all’inizio c’è tutto un discorso sulla coscienza e c’è Peter che sa fin troppo bene cosa vuol dire perdere le persone che ama, ma invece adesso è lì e c’è pure Tony (mi è venuta l’idea random che forse Tony era morto e in qualche modo lo hanno riportato in vita tipo con viaggi nel tempo? Non lo so, io sono messa che tento), e tutto questo alone di mistero mi ha conquistata. Adesso, io spero di poter passare al più presto a leggere il seguito, perché non credere io possa stare in queste condizioni. Di questo capitolo posso dirti che mi ha trascinato, e l’ho letteralmente divorata e tra l’altro anche il titolo della storia mi piace (e immagino avrà un significato più completo alla fine della lettura).
Quindi, carissima Miryel, grazie per avermi fatto spremere le meningi, spero di tornare presto (DEVO)

Ti mando un abbraccio :*

Nao

Recensore Master
08/11/20, ore 15:25
Cap. 2:

Dunque avevo "indovinato" nella scorsa recensione (un milione di anni fa, scusami!), è stato davvero Banner ad aiutare Peter a rivedere Tony! Io avevo pensato a un ologramma, ma naturalmente così è stato molto più bello e più VERO. Peter è tornato indietro nel tempo in una dimensione in cui Tony non è "ancora" morto, ma sa che morirà. E Tony rimprovera Peter per ciò che ha fatto, teme che sia ossessionato, che tornando indietro nel tempo per rivederlo significhi che non vuole andare avanti, che si lascerà andare. Io invece comprendo benissimo quello che ha fatto Peter e lo trovo bellissimo e giustissimo. E credo che ognuno di noi, se avesse la possibilità di tornare indietro e vivere ventiquattro ore con una persona amata e perduta, lo farebbe e poi sarebbe più facile ricominciare pian piano con la vita senza quella persona. Peter ha perso Tony nel modo più terribile e ingiusto possibile, è stato cinque anni prigioniero in un'altra dimensione e poi, quando è tornato, ha avuto solo il tempo di un breve, tenero abbraccio con Tony e poi se l'è visto morire davanti agli occhi. Questo Peter non lo può accettare, nessuno potrebbe. E un trauma del genere non ti permette di lasciar andare la persona che è morta, non in quel modo, non così. Il ricordo e il rimpianto logorano il cuore ogni giorno, "avrei voluto dirgli questo", "avrei dovuto abbracciarlo", "avrei dovuto dirgli che gli voglio bene". Non è possibile vivere così, lo ha capito Peter e lo ha capito Banner, che è un uomo saggio e che non avrebbe permesso al ragazzo di fare quel passo se non avesse saputo che era la cosa più giusta da fare.
Così Peter ha ventiquattro ore a disposizione per dire addio a Tony nel modo giusto, per vivere ancora una giornata intera con lui e stringerlo, amarlo, dirgli mille volte che lo ama e che gli mancherà... ma godendo ogni secondo e distruggendo i rimpianti. Così, quando Peter si sveglia nel letto, da solo, è ovviamente ancora pieno di dolore, Tony gli manca e gli mancherà sempre, non lo dimenticherà mai... eppure averlo potuto salutare davvero, totalmente, avergli potuto dire tutto quello che voleva, aver avuto ancora una intera giornata per amarlo e farsi amare gli hanno dato quel coraggio e quella forza che, pian piano, gli permetteranno di ricostruirsi, di riprendere a vivere e anche ad amare, tenendo sempre nel punto più profondo e prezioso del suo cuore il ricordo di Tony.
Una storia meravigliosa, triste, certo, ma è quella tristezza "giusta", quella che ti aiuta a capire, ad accettare e, alla fine, anche ad andare avanti. Quello che hanno fatto in Endgame è stato mostruoso e Peter non avrebbe avuto la possibilità di riprendersi da uno shock del genere. Tu gli hai dato quella possibilità con questa storia malinconica ma tenera, triste ma aperta alla speranza, insieme dolce e amara, ma soprattutto "giusta". Peter ha potuto salutare Tony, ora saprà anche lasciarlo andare e ricominciare a vivere.
I complimenti che ti faccio non sono abbastanza, quello che hai fatto con questa storia è un lavoro meraviglioso, non solo per Tony e Peter ma anche dal punto di vista psicologico e forse leggerla in un periodo come questo me l'ha fatta capire ancora più profondamente. Come al solito riesci a scrivere cose di una profondità e acutezza psicologiche incredibili, sono davvero pochissime le scrittrici che riescono a farlo come te. Complimenti per la storia e per il tuo innegabile e raro talento.
Sono molto felice di aver finalmente letto il finale della storia.
Alla prossima!
Abby

Recensore Veterano
04/11/20, ore 00:09
Cap. 1:

Ciao cara!
Lietissima di tornare da te, anche in questa breve deviazione. All'inizio ero attirata da Suit and Tie, ma avendo visto che già era stata oggetto di recensione sono passata a un'altra opera in lista che aveva attirato il mio interesse.
Partiamo col parlare del setting: hai scelto infatti di collocare questa storia in posti e tempi non nettamente specificati (almeno per ora). Se si fosse trattato di chiunque altro nel mondo, mi avrebbe perlomeno fatto sorgere qualche dubbio ma, conoscendo la qualità delle tue introspezioni, non avevo dubbi che la mancanza di un contesto forte non avrebbe minato la solidità della tua storia e il suo messaggio. Al contrario, lo veicola puro come l'aroma di un olio essenziale, senza inquinarlo o annacquarlo, facendo arrivare ogni emozione forte e chiara al lettore.
Perfino i gesti che racconti - le mani, il movimento delle ciglia, Peter che poggia il capo sul petto di Tony - sembrano quasi un rumore di fondo in mezzo a un oceano di pensieri e di fisime, come le chiami tu (con una scelta di parole che mi ha fatta impazzire, perché rende perfettamente il tipo di idea)
L'immagine che hai ripreso anche nelle note, dell'uomo ragno diviso in tanti fragili fili, é veramente molto d'impatto.
Ho apprezzato molto anche la presenza di Bruce, che é sempre una nota dolce, un po' in risonanza con la bontà di Peter. É molto in-character da questo punto di vista ed é piacevole vedere questo personaggio, spesso un po' sacrificato, nel fandom (almeno per la mia esperienza).
Lo trovo una scelta molto azzeccata per il ruolo di confidente, sia per la vaga similitudine a Peter, come ti dicevo, sia per la sua natura. Lo percepisco come un personaggio molto empatico, oltre che fondamentalmente gentile (quando non é verde, s'intende). Probabilmente proprio la sua complicata relazione con la sua metà più irascibile é la fonte di queste sue caratteristiche.
Inoltre, é uno dei pochi che mi ha dato l'impressione di essere riuscito nel complesso compito di avvicinarsi a Tony, o perlomeno uno dei pochi ad aver scalfito la superficie.
Ciò lo rende un ottimo candidato per la chiaccherata che hai intavolato, senza però disseminare troppi indizi. Crei questo argomento come un gioco di ombre cinesi, dando circa l'idea di cosa potrebbe trattarsi, ma senza esplicitare nulla.
Stark, al contrario di noi (me) lettori, sembra aver capito molto di più. Come sempre, tiene la conoscenza (di qualsiasi ambito si parli) sul palmo di una mano e sembra che voglia costringere anche Peter ad accettarla. Come un professore con uno scolaro in crisi di panico, vuole guidarlo attraverso ciò che entrambi sanno per fargli dire a viva voce una verità che Spiderman ha la tendenza a rigettare. É un ingombrante elefante nella stanza che va solo scoperto dal grande telo sotto cui é nascosto.
Personalmente, ho così tante possibili idee su cosa possa essere il fulcro (scendendo a un livello un po' più "specifico") da non riuscire a crearmi un'immagine precisa di ciò di cui si parlerà nel prossimo capitolo.
Certamente mi hai incuriosita!
Come sempre, la grammatica é impeccabile e l'impegno é la perfetta ciliegina sulla torta.
Alla prossima, dear! Non penserai di potermi lasciare in sospeso su ben due fronti, no? 👀💕

Recensore Junior
28/09/20, ore 19:08
Cap. 2:

(ha vinto il leggere subito la seconda parte, mi pare abba ovvio, maledetta me di nuovo)

"quelle derive immense dove le parole si arenano e non si muovono più, sbattute su scogli appuntiti dalla corrente dei sentimenti" aaaaaaah ragazza, non avresti potuto dirlo meglio, mi ci sento immensamente dentro a queste parole e confermo quanto ti ho detto nella recensione al primo capitolo: c'è un motivo per il quale mi piacciono così tanto i tuoi testi e quel motivo lo ritrovo proprio qui, in frasi come queste, di una profondità disarmante proprio in virtù della tua capacità di renderla così fruibile.

Ah.

Devo dire che, effettivamente, potevo arrivarci. In un certo senso c'ero anche vicina - "l'addio imminente" -, ma se avessi dovuto giocarmelo a scommesse in una qualche forma, probabilmente non lo avrei fatto in questi termini. Probabilmente non me lo sarei giocato con il naturale scorrere degli eventi del film.
Proprio per questo... l'ho sentito benissimo quel colpo al cuore. Ma poi ho di sottofondo Lucio Dalla in tipo alcuni dei suoi pezzi più tristi e distruttivi, quindi niente: ottima combo, Bene, complimenti. (che poi dico dico, ma in realtà sono proprio nella mia fase mensile in cui lo star male mi fa stare terribilmente bene, quindi GRAZIE PER QUESTO, CADE ESATTAMENTE A PENNELLO, era proprio ciò che cercavo - giusto per rendere l'idea: stamattina mi sono svegliata ed ho pensato "beh, in giornata mi riguardo Espiazione", e l'ho fatto, piangendo di nuovo come una disperata. Quindi, ecco: sono davvero contenta di aver scelto proprio questo racconto.

Nella mia testa, poi, finché qualcuno avrà ricordi di lui, Tony esisterà. Non nel senso stretto del termine, forse, ma di fatto lo farà. Adesso ciò che mi domando è: Peter ha domandato a Bruce di ricreare un Tony quanto più simile possibile o se lo sta effettivamente immaginando?
Quella sottospecie di gara tra chi ha sofferto di più l'assenza dell'altro è ingiusta e destinata a non veder vincitore: anche se gli anni erano solo cinque, Tony non avrebbe avuto la certezza di riuscire nell'impresa di riportare indietro tutti gli "andati", dal canto suo Peter forse dovrebbe solo smettere di scegliere la sofferenza e lasciare che il tempo rimargini le sue ferite e levighi il dolore.

Ecco come è andata. Non riesco a non pensare a quanto più grande sarà il dolore immediatamente dopo l'ennesimo addio, ma al contempo mi auguro che questo permetta a Peter di concedersi la possibilità di andare avanti.
"Cadono. Si distruggono in un falso scenario di un amore che è eterno e che avrà la fortuna di ardere altre cento volte. E invece quella è l’ultima": di nuovo lo sento fortissimo, e non riesco a non sorridere con profonda amarezza di fronte a ciascuna di queste parole. L'unica cosa che vorrei è cedergli un abbraccio nel silenzio, un abbraccio di quelli che si concedono a poche persone e solo di rado, solo nei momenti in cui davvero non si può nient'altro, perché ogni parola sarebbe superflua e fuori luogo.

La conclusione è il legittimo colpo finale al mio cuoricino: ancora avvolto nei profumi di Tony misti ai propri, giustamente si lascia cullare da quel lenzuolo, il momento di voltare pagina arriverà, ma non quel giorno, non in quel momento.
Io non so bene cos'altro aggiungere. Come ti dicevo avevo questo racconto tra quelli che volevo leggere già da un pezzo, malgrado ciò... non mi aspettavo qualcosa di questo tipo. Nel suo farmi del male, però, è uno scritto che mi è piaciuto tantissimo. Trasuda un amore che probabilmente non ho mai vissuto e che, nonostante l'amara conclusione - in linea con quella che conosciamo -, vorrei vivere. Due anime che assieme hanno la possibilità di sentirsi completi, di sentirsi un tutto, e che in questi due brevi capitoli si pongono di fronte a una realtà che troppo spesso è ingiusta e la provano a vivere come meglio possono... In fondo non avrebbero potuto fare altrimenti.

A presto di nuovo,

Bongi.

Recensore Junior
28/09/20, ore 18:36
Cap. 1:

Era tanto che avevo questa storia segnata tra quelle da leggere, ergo dovevo assolutamente cogliere l'occasione!
Innanzitutto, vedo un pezzo di Gollum's song e subito mi si crea in testa l'idea che andrà tutto maledettamente male e che mi salirà non poca tristezza, visto che quel pezzo è tipo uno degli emblemi del dolore.
L'inizio del prologo mi ha riportato alla mente la prima tua Os che lessi - il primo capitolo di Echoes: quella semplicità con cui scrivi di qualcosa di affatto scontato e automatico che personalmente mi affascina tanto. "Ciò che esiste e ciò che non esiste, in questo momento, sono la stessa cosa" e io non potrei concordare di più. E, oltre questo, mi riporta anche alla mente una citazione da Interstate 60, film che ai tempi mi piacque molto ("Dati un universo infinito e un tempo infinito, tutto accadrà. Significa che tutti gli eventi sono inevitabili, compresi quelli ritenuti impossibili"); ma sono solo le prime tre righe, quindi chissà quanto ciò che queste poche parole hanno scaturito sarà poi coerente o minimamente in linea con ciò che poi narrerai.

Tutto ciò che descrivi nella digressione-riflessione successiva mi ha in un qualche modo trascinato in un turbinio di malinconia estremamente positiva. Peter, che sa così bene che significa perdere le persone care, ora ha imparato a fare tesoro degli istanti che può vivere con una di esse. Ed io, dal canto mio, mi sono sentita il cuore salire, spezzarsi un pochetto, e poi desiderare di avere l'opportunità e il coraggio di fare lo stesso. E mi si è stretto così tanto, poi, di fronte alla sua incertezza, alla sua paura e al timore che Tony non sappia perché non lui non glielo ha mai detto e perché forse non è mai stato troppo capace di dimostrarlo a gesti. E tutto mi fa ipotizzare che quel non detto riguardi o il suo amore non ancora confessato o un addio imminente e inevitabile: ahi, fa un po' male quest'idea, indipendentemente da quale sia delle due che ho ipotizzato.
Il breve flashback che fa intermezzo permette di comprendere quanto, probabilmente, Peter avesse bisogno di un confidente, di un consiglio o semplicemente di condividere con qualcun altro il peso del suo fardello.

E' sempre tutto così difficile, quanto concordo, quanto sento quella difficoltà di esprimersi, di aprire agli altri il proprio dolore e quel timore di arrecargliene altro di conseguenza. Vorrei anche io mentire adesso, ma invece confesso che mi fa male davvero leggere lo scambio tra Peter e Tony perché, sebbene la mia narrazione e quella di Peter probabilmente abbiano ben poco a che fare l'una con l'altra, l'esito - o il nostro modo di affrontarla e approcciarsi ad essa nei contesti in cui sono coinvolti anche terzi - pare il medesimo.
Posto di fronte all'impossibilità di evadere e evitare ancora una volta discussione, allora, il giovane avrà il coraggio di parlare e aprirsi? Un'eventuale esito "negativo" - per quella che è la sua visione - è effettivamente peggio del logorio del non detto? Della quotidianità angosciante che si costringe a vivere? Ho dei dubbi a riguardo - ciò nonostante sono la prima che evita che ci sguazza dentro a quel tipo di soluzioni eh, maledetti noi.

Guardo, infine, Peter di fronte Bruce - lo guardo perché è davvero come se lo stessi vedendo di fronte ai miei occhi - e riesco solo a immaginare la sensazione di ansia e disagio e difficoltà che si crea quando si è deciso di aprirsi e confidarsi con qualcuno su qualcosa di estremamente personale e arduo da dire ad alta voce. E' un passo nel vuoto verso qualcosa di sconosciuto - le infinite possibilità che le nostre azioni sono in grado di scaturire -, eppure "Di Tony. Voglio parlare di Tony".
Si vedrà.

Inutile dirlo, è stato un piacere passare da qua. Ora non mi resta che scegliere se leggere ASAP il capitolo successivo o rimettermi a studiare... HARDCORE AGAIN.

Bongi!

Recensore Master
28/09/20, ore 12:26
Cap. 2:

Ciao di nuovo!
Beh, ti ho detto che ero curiosa di leggere l’epilogo e, visto che avevo tempo stamani, rieccomi qui XD
È interessante il modo in cui Tony può tornare indietro, attraverso una specie di viaggio nel tempo che però non può durare più di un giorno. Quando Peter lo scopre ne è entusiasta, ma come poi gli fa notare lo stesso Tony, non è stata un’ottima idea. Per quanto sia eccitante poter rivedere qualcuno che ami che purtroppo non c’è più, rende ancora più doloroso sopportare la sua perdita e andare avanti, cosa che Tony vuole che Peter faccia.
Alla fine quello che doveva essere un giorno spensierato, seppur finto, si trasforma in un litigio. Gli ultimi cinque anni sono stati duri per entrambi, anzi soprattutto per Tony dal momento che fino a poco tempo prima la situazione era invertita: Tony c’era e Peter no. Purtroppo però bisogna dare ragione a Iron-man (giustamente, perché lui sa sempre tutto 🙈): Peter non era esattamente morto e riportarlo indietro era possibile. Tony non aveva davvero bisogno di imparare ad andare avanti, mentre lui, che tra i due è quello che ha perso di più nella sua vita, sarà costretto a farlo.
Il finale è struggente. Peter e Tony decidono di mettere da parte il dolore per sfruttare al massimo le ventidue ore che restano loro, amandosi come mai prima e godendosi ogni singolo momento fino a che, inevitabilmente, Tony sparisce e Peter deve imparare ad andare avanti da solo. L’ultima frase fa male: se Peter avesse smesso di amare dopo quello che ha passato, adesso non soffrirebbe. Ma non può farlo e non gli resta altro da fare che convivere con quel dolore e quell’amore.
Come sempre qui l’angst regna sovrano, ma almeno per me è stato attenuato dalla consapevolezza che almeno Tony e Peter hanno avuto un ultimo momento da trascorrere insieme.
È stato davvero un piacere leggere questa storia e, anche se da domani mi ricominciano le lezioni, spero di riuscire a leggere presto qualcos’altro su questi due imbranatoni ❤
Alla prossima!
Baci, pampa

Recensore Master
28/09/20, ore 12:02
Cap. 1:

Ciao cara ^^
L’ultima volta avevo letto una storia allegra, che lasciava trasparire un senso di speranza per il futuro, mentre qui siamo tornati al buon vecchio angst.
All’inizio vediamo Peter e Tony rilassati l’uno tra le braccia dell’altro e sarebbe un bellissimo scenario se non fosse per i pensieri del più piccolo che ci fanno capire che la situazione non è proprio rose e fiori. Il motivo è implicitamente confermato dai flashback con Hulk: siamo nel mondo post-Endgame, ovvero quando Peter è vivo e Tony, sfortunatamente, no. È bello e triste che Peter vada spesso al laboratorio di Bruce, desideroso di restare vicino al mondo del suo mentore e, allo stesso tempo, alla ricerca dell’occasione giusta per chiedere a Banner un favore. Mi ha fatto tenerezza vedere il nervosismo di Peter e la difficoltà nel pronunciare quella richiesta che porta nel cuore da quando la guerra è finita. Rivedere il suo Tony.
In qualche modo è riuscito a farlo, ma è difficile riuscire a godersi appieno quei momenti perché sa che non sono reali – o meglio, lo sono, ma non dureranno molto. E quei brevi momenti di pace vengono eliminati dal fatto che Tony sa cos’è e che non dovrebbe essere lì, e ne vuole parlare.
Mi è piaciuto molto il parallelismo tra l’ultima frase del presente e del passato, quando Peter vuole parlare di Tony. In un caso con un altro, in uno con il diretto interessato.
Questo primo capitolo mi è piaciuto moltissimo, trasuda malinconia ma anche una certa dolcezza, perché anche se Tony non tornerà davvero, almeno lui e Peter hanno modo di vedersi un’ultima volta e dirsi addio come si deve. E a tal proposito, la canzone di Gollum (di cui ho scoperto l’esistenza solo ora, grazie ❤) che hai scelto come cornice per questa storia credo sia particolarmente azzeccata, soprattutto nella sua parte finale.
Concludo con un passaggio che ho adorato: “La coscienza è ai limiti del tempo e dello spazio. Ciò che esiste e ciò che non esiste, in questo momento, sono la stessa cosa. Indistinguibili. Persi in sguardi annacquati di non detti e occasioni perse in un passato che non torna.” Se a una prima lettura mi era sembrato un discorso un po’ confuso, quasi scollegato dal resto del testo, è in realtà l’introduzione migliore per questa storia, in cui passato e presente, realtà e desideri irrealizzabili si fondono insieme.
Non serve che ti ripeta quanto sei brava a caratterizzare alla perfezione tutti i personaggi di cui scrivi, anche quelli su cui non ti soffermi con molta enfasi come per esempio Bruce, sono rappresentati veramente bene.
Questo invece mi sa che non te l’ho detto spesso, ma adoro davvero il tuo stile. Con frasi brevi riesci a imprimere con chiarezza le angosce e i sentimenti dei tuoi personaggi, in questo caso del povero Peter, che ama Tony e deve affrontare la sua perdita, mentre cerca di godersi l’incredibile possibilità che ha avuto per rivederlo.
È stato davvero un piacere tornare da queste parti e leggere questa storia e… mi sa che ci rivedremo a breve, perché sono troppo curiosa di vedere come si concluderà e, soprattutto, come ha fatto Tony a tornare.
A presto!
Baci, pampa

Recensore Master
10/09/20, ore 17:12
Cap. 2:

Ma ciao, mia adorata!
Cioè, boh, uno viene qui a leggersi la seconda parte di questa meraviglia e ne esce distrutto, annientato, ucciso. Altro che Peter, qui tra poco serve la neuro a tutti quanti.
Tutto questo per dirti che, non so se si era capito, questa storia è stata assolutamente devastante. Lo sapevo, me lo sentivo che ci sarebbe stato qualcosa di negativo, ma così è veramente doloroso e terribile. Soprattutto perché Tony sa. Sì, perché non è tanto il fatto dia vere solo ventiquattr'ore di tempo e poi arrivederci (sì, anche quello, per carità), ma il fatto che Tony sia consapevole della sua condizione. Lui sa di essere morto e si rende conto di non essere stato riportato in vita, si rende conto che non appartiene più a quel mondo. Ne ha coscienza. Ecco, è stata questa la cosa che mi ha distrutta di più, perché ha reso il tempo che i due hanno trascorso insieme, quegli ultimi momenti e istanti a loro concessi, ancora più amaro e doloroso. Perché entrambi sono consapevoli della fine che aspetta dietro l'angolo, sono consapevoli che quegli attimi passati insieme sono effimeri e fugaci, che non ci sarà un dopo. Un domani.
Per Tony, è stato un po' come morire due volte. E, anche se è stato terribile da leggere, ho davvero apprezzato il fatto che lui, inizialmente, sia stato duro con Peter per ciò che ha fatto, per averlo riportato indietro, per aver voluto passare ancora altro tempo con lui. Per Peter, questa sua reazione è stata un colpo al cuore e lo è stato anche per noi. Tony gli rimprovera di non essere riuscito ad andare avanti e di starsi autodistruggendo: come dargli torto? Peter si sta facendo davvero molto, ma molto male. Il suo desiderio di dire addio a Tony è comprensibile, ma deleterio. E Tony, che per Peter vuole solo la felicità, non riesce ad accettarlo: Tony, che è più adulto, ha bisogno di sentirsi promettere che Peter andrà avanti, o che almeno ci proverà. Che riuscirà a vivere la propria vita, a non rimanere in stati, bloccato in qualcosa che avrebbe potuto essere, ma che ora non potrà più. Vuole che lui tenti di spogliarsi del dolore, che impari a convivere con ciò che è successo e che lasci che il tempo faccia il suo corso. Ha bisogno di sentirselo dire perché ciò che ha fatto Peter sottolinea quanto in realtà lui sia ancora blocca a quel giorno,. quel giorno in cui Tony gli è morto tra le braccia e lui lo ha perso subito dopo averlo ritrovato. Non lo biasima, Tony, ma non vuole nemmeno che lui rimanga così per sempre, che corra dietro a inutile chimere per di tentare di riaverlo indietro. E quindi chiede una promessa, una promessa che è difficile strappare a Peter, ma che poi arriva.
Ed è lì che tutto si sblocca. È li che finalmente anche Tony si lascia andare e decide di rivivere con Peter i loro momenti, la loro intimità, tutto condensato in ventiquattr'ore (anzi, ventidue), in una sorta di corsa contro il tempo dove però il tempo stesso sembra sospeso. Il loro toccarsi e baciarsi ancora e ancora, come a voler riempire tutta la prossima eternità con quei baci, il loro aversi in maniera dolce e assoluta, il loro stringersi e accarezzarsi, tutto parla del dolore che stanno provando nonostante cerchino di godersi questi istanti. Istanti che solo felici, ma intrisi di melanconia e dell'ansia di sapere che tutto presto finirà, che non ci saranno altre occasioni, altri momenti.
E nonostante tutto il dolore, credo che queste ventiquattr'ore saranno fondamentali a Peter proprio per andare avanti. Perché non aver potuto dire addio è forse il rimpianto più grande che possiamo avere quando qualcuno a noi caro muore senza che lo si è potuto salutare. Si sente come una mancanza, un vuoto che deve assolutamente essere colmato, e Peter ha trovato il modo di farlo, anche se per poco e anche se ha fatto male. Ma ha potuto dire addio, ha potuto chiudere con Tony le cose in sospeso e riaverlo ancora una volta con sé, per poter rivivere ciò che sono stati e che non potranno più essere. Ha messo a silenzio i suoi rimpianti, Peter, potendo dire a Tony le sue ultime parole e potendosi stringere ancora una volta tra le sue braccia. Ora è pronto per andare avanti, per fare quel passo doloroso e immenso che è lasciar andare Tony.
È davvero struggente il fatto che Peter si ritrovi tra le braccia di Tony e pensi di non voler dormire, di non voler perdersi nemmeno un istante con lui, ma poi si addormenta comunque, e quando si sveglia Tony non c'è più e a lui rimangono solamente il suo profumo tra le lenzuola. Una scena da groppo in gola, che ancora mi deve scendere.
Insomma, cherie, questa storia è una vera meraviglia, in tutta la sua disperazione, in tutto il suo dramma e il suo dolore. Ha fatto male, tanto quanto ne ha fatto a Peter perché è impossibile non entrare nella sua testa e non sentire ciò che sente lui. Questa storia è stata dolorosa, ma bellissima, e adesso tu devi dirmi come fai, ogni volta, a stregarmi e catturarmi con le tue parole, con quello che scrivi e con l'anima che ci metti. Tu e le tue storie siete meravigliose.
Mando un abbraccio a te e al povero Peter. A presto ♥

Recensore Master
05/09/20, ore 20:15
Cap. 2:

Okay, come sempre ci cogli tutti quanti di sorpresa, ci ammazzi a tradimento senza pietà alcuna dei nostri sentimenti… e la cosa divertente è che sto qui, da ore, a pensare e ripensare a quello che ho letto e non ho ancora deciso se ti denuncerò alle autorità competenti o comprerò un anello e ti chiederò di sposarmi! Purtroppo, non sono ancora brava con le recensioni, però spero davvero di riuscire ad esprimere quanto mi sia piaciuta questa storia e quante emozioni tu mi abbia regalato!
Io non avevo assolutamente capito che il Tony con cui si stava interfacciando Peter fosse una sua “proiezione” fittizia. Come si suol dire, sono caduta dal pero quando Tony dice quella frase, all’inizio. Anzi no, diciamo che sono finita sotto a un treno, perché il dolore è stato lo stesso e a questo punto non posso che farti i complimenti per il modo in cui hai saputo giostrare la tensione: vero è che, come dicevo prima, io mi aspettavo in questo capitolo una esplosione, ma di certo non così, non di questa portata catastrofica e il risultato è stato che, alla fine, la terribile verità della situazione, quella che dilania Peter, lo prende per il collo e lo strozza, finisce per soffocare anche noi lettori per il fatto di arrivare dura, fredda, inaspettata.
Ho pianto, te lo dico. E no, non sto parlando della lacrimuccia, degli occhietti lucidi. Ti sto parlando che ho singhiozzato, soprattutto nella parte finale!
Perché dopo questo shock, arriva tutta la drammaticità che la verità svelata si porta dietro e la sofferenza di Peter trasuda da ogni singola parola. Come si fa ad andare avanti, dopo una perdita del genere? Ha riabbracciato Tony e pochi istanti dopo lo ha perso, per sempre, perché appunto una sparizione magica non può essere certo paragonata alla morte! E quindi lui dimostra tutta l’umanità che è caratteristica imprescindibile del suo personaggio, il suo cuore puro e buono, desidera salutarle l’amore della sua vita un ultima volta e lo porta indietro. Mi ha stretto il cuore la disperazione delle sue parole, così come il finto distacco di Tony che anche in quel momento è pronta a sacrificarsi, perché lui non vuole che Peter soffra, non viva, non sarebbe giusto, dunque è pronto anche ad essere dimenticato.
La scena in cui i due si lasciano andare alla passione, trabocca di così tante cose che non si possono descrivere a parole. Personalmente io sono una persona molto fisica, il contatto con una persona è tutto e immaginarmi loro due avvinghiati, disperati, innamorati, che si aggrappano alla pelle l’uno dell’altro contro il tempo che inevitabilmente scorre e porterà via Tony con sé, mi ha uccisa, mi ha fatto a brandelli il cuore! Se hai bisogno di coriandoli, puoi usare quelli!
Ti dimostri come sempre una autrice fenomenale, di una bravura spaventosa! Non ti limiti a sviluppare questa coppia, ma la innalzi proprio, la riempi di arte, raccontandocene tutta la bellezza con la luce migliore come una gallerista con un dipinto.
Complimenti tesoro!
Un abbraccio, Violet :)

Recensore Master
05/09/20, ore 15:07
Cap. 1:

Eccomi, come avevo detto ero curiosa di leggere questa storia anche se so che dovrò aspettarmi un finale triste, perché è una ff canonica. Ma ti devo dire che mi serve davvero leggere le tue storie anche quando sono canoniche, perché la cosa che mi ha fatto davvero male in Endgame, oltre alla morte di Tony, ovviamente, è stato il fatto che non ci sono stati momenti veramente significativi in cui si capisse quanto Peter soffriva per la sua perdita. Addirittura nel secondo Spiderman (che non ho visto) sembra di capire che Peter è già "andato avanti" con la sua vita, e sono passati solo pochi mesi dalla morte di Tony. Capisco che nel canon non fossero amanti ma cavolo, anche se ti muore un carissimo amico o un parente non è che dopo pochi mesi ti passa tutto e decidi di andare avanti con la tua vita! Per alcune persone ci vogliono anche anni per elaborare un lutto e Peter mi è sempre sembrato un ragazzo sensibile. Per cui le tue storie riempiono comunque un vuoto e una completa mancanza di sensibilità da parte del MCU, anche seguendo il canon.
E sì, il prologo lascia molti interrogativi, che comunque verranno spiegati nei capitoli successivi. Io ho avuto la fantasia che Peter possa aver chiesto a Banner un modo per "comunicare" con Tony morto (oddio, detta così sembra la tavoletta Ouija, ma non era quello che mi era venuto in mente!). Ci sono le parti tra Tony e Peter, ma è chiaro che Peter sa bene che si tratta solo di un'illusione, o forse di un ologramma o qualcosa del genere che gli permette di parlare con Tony per l'ultima volta. Si capisce che Tony è morto e che Peter sa di dover fare tesoro di questi attimi che, in qualche modo, è riuscito a recuperare per dirgli addio. E per me questo è molto importante, perché come ti ho scritto prima ho detestato che nei film abbiano del tutto rimosso questa parte, come se la morte di Tony avesse azzerato tutto e vai, la vita continua.
Il fatto che Peter sia andato a parlare con Banner e abbia detto di voler parlare di Tony mi ha fatto pensare proprio alla possibilità che Banner possa rimandare indietro il tempo, o avere ancora una delle fialette che c'erano in Endgame, insomma creare una situazione in cui Peter possa appunto rivedere Tony e avere il tempo di dirgli addio nel modo giusto, di stringersi a lui, di crearsi dei ricordi da tenere per sempre nel cuore.
Ovviamente so che non puoi anticiparmi nulla e anch'io non voglio spoiler, leggerò i capitoli successivi per sapere cosa succederà. Ad ogni modo queste sono le cose che mi sono venute in mente e mi è piaciuto particolarmente l'approfondimento psicologico di Peter e l'insistenza sul fatto di attaccarsi ai momenti con le persone care, per avere dei ricordi speciali nel caso si dovessero perdere, come è capitato così spesso al povero Peter. E' una cosa che sento anche personalmente, nel senso che anch'io quando vivo un momento felice cerco di imprimermi ogni istante e particolare nella mente, perché poi non so mai se potrà ripetersi. E' un concetto importantissimo che forse non tutti capiscono ed è veramente bello che tu lo abbia messo nella storia.
Come al solito ti faccio tantissimi complimenti per le emozioni che sai rappresentare tanto bene e per la resa perfetta di ogni personaggio, non solo di Peter, ma anche di Tony e di Banner che in questo prologo hanno solo poche frasi... ma sono indiscutibilmente loro, IC al cento per cento.
Bravissima, appena posso proseguo la lettura.
Abby

Recensore Master
05/09/20, ore 13:44
Cap. 1:

Hai presente quando qualcuno ti invia un messaggio con scritto soltanto un criptico: “Dobbiamo parlare.”? Tutta l’ansia e l’angoscia che deriva da queste due piccole, innocenti paroline? La vita che ti passa davanti e tu che immagini le mille e uno catastrofi di cui la persona in questione potrebbe volerti mettere al corrente? Ecco, questo è il mio stato d’animo dopo aver letto il prologo della tua storia! U.u
A parte gli scherzi… ciaooo stellina bella *la prende e la spupazza virtualmente*! Che piacere poter tornare finalmente su questi lidi e dai miei amati Starker! Mentre leggevo, mi sono resa di quanto mi fossero mancati loro, ma soprattutto TU e il modo assolutamente sublime che hai di raccontarceli! Avendo un po' di tempo in più (incredibile! Non succede quasi mai, cavolo!) ho potuto recuperare un po' dei tuoi nuovi lavori, quindi aspettati qualche altro sclero random molto, molto presto! :P
Alloooora, comincio subito col dirti che, a parte il fatto che mi è piaciuto da matti, ho trovato questo prologo particolarissimo nella sua struttura! Di fatto, abbiamo due scene semplicissime, due fotografie, due inizi di qualcosa che prospetta di scoppiare nel capitolo successivo, eppure la maniera in cui esse vengono delineate, crea un’atmosfera quasi onirica intorno ai personaggi, una sorta di stasi che non sai bene dove li porterà. Ma in fondo questo credo sia il fulcro del prologo: l’indefinito. La pace prima della tempesta.
E proprio a questo concetto mi riallaccio per un altro elemento che mi ha colpito moltissimo: il contrasto fra la tempesta, appunto, che sembra provare Peter dentro di sé e ciò invece che avviene fuori. I pensieri del giovane Parker infatti, benché ancora indefiniti per noi, appaiono già vorticosi, già traboccanti, mentre all’esterno egli non fa altro che stare lì, accanto all’uomo che ama e osservarlo, cercando di memorizzare quanto più dettagli possibile del suo volto.
In pratica, sei riuscita a trasmettere un cumulo esplosivo di emozioni e pensieri senza però entrare ancora nel merito della loro natura, facendo soltanto indovinare al lettore quello che verrà. Cioè io la trovo una cosa straordinaria, accipicchia! Confermi per l’ennesima volta la tua bravura, la tua potenza espressiva ed io mi inchino!
Ci tenevo a lasciarti le mie reazioni a caldo, ma adesso vado a leggermi la seconda parte PERCHÉ DEVO SAPERE! Spero di essere riuscita a trasmetterti tutto il mio entusiasmo e che la mia recensione non sembri troppo un delirio!
Vado eh, aspettami! :D

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