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Recensore Master
30/11/20, ore 13:04
Cap. 1:

Caro Francesco, ti ho mandato tre messaggi privati abbastanza corposi, a dispetto di quello che ti ho scritto nel terzo messaggio, desidero leggerti ancora puntando i riflettori su questa poesia, prima di ritirarmi per deliberare come si suol dire.
Il contenuto ha una forza espressiva tutta sua che a tratti omaggia i noir urbani, il tutto visivamente riuscito e per di più con un rigore formale grazie a delle immagini che lasciano spazio ad un realismo concreto, il verseggiare dispone di una precisa chiave di lettura degli eventi che riguardano il popolo del giorno e del popolo dell'alba. Un componimento coerente con la tematica però non completamente cupa e "buia". In proposito credo di avvertire uno stato d'animo decisamente introspettivo che si riflette nell'ambiente descritto e forse il desiderio di chiuderlo fuori scivolando magari in una notte più equilibrata fino all'alba fatta pur sempre di responsabilità, difatti la chiusa sa di quotidianità.
Un lontano ieri che comunque ci coniuga con un vicinissimo, pardon appiccicato oggi.
Bravo, una bandierina verde fosforescente.
(Recensione modificata il 30/11/2020 - 01:05 pm)

Recensore Master
25/06/20, ore 10:04
Cap. 1:

Ciao Francesco. Il tema della notte mi ha sempre affascinata molto e, di tutto quel che accade, quel che mi ha colpita di più è il finale. Si ha un passaggio dall'oscurità alle prime luci dell'alba, dove si può ben immaginare quanto stia accadendo. Suggestivo definire il posto dove andranno a lavorare gli operai come campi di guerra. Un'espressione forte e del tutto veritiera di una condizione umana misera nel corpo e nello spirito. Un saluto.
(Recensione modificata il 25/06/2020 - 10:04 am)

Recensore Master
07/06/20, ore 19:34
Cap. 1:

Buona sera.
Ho letto come se fosse quasi uno sfogo, il tuo bisogno di narrare questa poesia era evidente e lo è stato.
Ottimo lavoro come sempre; io poi adoro sempre quando si mette il cuore in quello che si scrive :)

Recensore Master
07/06/20, ore 18:59
Cap. 1:

Ciao Francesco sei riuscito a trasformare queste tue parole dolorose in immagini, rendendo il tutto fortemente visivo e tangibile, dove una umanità varia in cerca di chissà cosa si muove a ritmi stereotipati che stordiscono la mente e le impedisce di pensare. Uomini e donne che attendono un’alba che li riporterà a domandarsi forse qualche cosa, chi invece domande non se ne pone sono quei poveri disperati che affrontano la loro giornata di lavoro guardando a quei loro simili così differenti da loro domandandosi di cosa saranno in cerca, se sperano in qualcosa o semplicemente lasciano che il tempo scorra su di loro travolgendoli. Molto d’impatto. Un caro saluto.

Recensore Master
07/06/20, ore 12:28
Cap. 1:

È tutto talmente realistico che sembra di vederle quelle anime, proprio come la loro disperazione.
Bravo Francesco.