Recensioni per
L'ala bianca
di Kanako91

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
15/06/20, ore 20:50
Cap. 1:

Kan!
Che bello tornare a leggere qualcosa di tuo, e che bello tornare a leggere qualcosa che parla dei momenti del Silmarillion a cui sono più affezionata! E dunque grazie due volte per aver postato questa storia meravigliosa!

Su quanto io comprenda e condivida la scelta di Elros mi sono già espressa nella recensione a “Scelte di padri e figli”, in cui delineavi i motivi alla base della decisione del futuro primo re di Numenor.
Ma lì il tema era un altro – o era anche un altro – mentre qui ti concentri sul momento preciso in cui questa scelta avviene, e ce lo fai vivere in tutta la sua potenza in modo davvero molto avvincente. L’idea di riportare in vita i ricordi di Elros mentre vaga tra le macerie della fortezza alle Bocche del Sirion è grandiosa. È un colpo al cuore. Gli odori, i profumi, le immagini e le sensazioni rievocate dal percorrere il luogo in cui Elros ha trascorso la prima parte della sua infanzia, ti trasportano nella sua testa con una forza inarrestabile. Il fatto che tali sensazioni colgano di sorpresa lo stesso Elros che le sperimenta, contribuisce ancora di più a farci mettere nei suoi panni. Scoprire che ha assistito all’episodio in cui la madre sceglie di gettarsi in mare è, dal punto di vista emotivo, l’apice di questo processo di identificazione. E il tutto ci conduce al momento cruciale, quello in cui Elros trova lo stendardo con l’ala bianca.
Ed ecco che, in un istante, la decisione è presa! O forse, ecco che la decisione – inconsapevolmente già presa – si rivela allo stesso Elros in modo quasi inaspettato, così come hanno fatto i suoi ricordi.
Il finale mi ha commosso: “Una nuova vita (per l’ala bianca) in cui il dolore avrebbe avuto una fine”. Ha un sapore di ribellione alla staticità elfica che delizia il mio palato umano.

E dopo questa lunga premessa, in cui spero di essere riuscita a comunicarti quanto mi abbia coinvolto la tua storia, vorrei ancora elencarti alcune delle cose che mi hanno particolarmente colpito e che ho adorato.

Numero uno: la differenza tra Elrond ed Elros, delineata in pochi cenni significativi. Per come lo descrivi, Elrond, che ha già le idee chiare sul proprio destino, sembra essere da sempre un punto di riferimento per il gemello, come se avesse assunto il ruolo di fratello maggiore pur avendo la sua stessa età. Mi ha affascinato e incuriosito questa visione, tanto che mi sono domandata se non abbia influito anche questo aspetto sulla scelta di Elros, alla ricerca, tra le altre cose, di una strada soltanto sua, lontana dall’ingombrante ombra del fratello.

Numero due: la presenza di Galadriel nella vita dei due gemellini. Ricordo che in “Mai più si rialzerà” era stata lei a condurre Elwing e il Silmaril fuori dal Doriath e, da quanto dici qui, immagino che lei e Celeborn abbiano abitato alle Bocche del Sirion per un certo periodo prima di trasferirsi presso Círdan. Mi è piaciuta l’idea che Galadriel abbia fatto parte, anche se per poco, dell’infanzia di Elrond, così come mi è piaciuto l’accenno al gioco da lei inventato: “arrivano i Faenorioni”. Con una sola immagine riesce a darti l’idea di come i reduci vivessero in un clima di costante pericolo, e di come cercassero di nasconderlo ai bambini per risparmiargli la paura, senza però rinunciare a prepararli nel caso le cose fossero volte al peggio. Davvero ben fatto.

Numero tre: la STREPITOSA presenza di Elwing davanti a Maedhros! Ahimé, siamo quasi alla fine e i figli di Fëanor (quelli sopravvissuti) sono al loro punto più basso. E lo dimostra la più infelice delle uscite, “Siamo qui per raddrizzare i torti subiti”, detta da colui che era stato il più diplomatico tra loro, il più razionale. Aiuto, Nelyo, ma ti ascolti?
Ebbene, sono del tutto d’accordo con questa visone di Maedhros. Senz’altro a cui aggrapparsi se non una vendetta antica e ormai vuota, il primogenito di Fëanor non è più un condottiero (non è più capace di farsi seguire dai suoi uomini), non è più uno stratega, non è più nulla. Il migliore nell’autocontrollo difficilmente cede, ma quando lo fa, va in frantumi tanto piccoli che non si possono più rimettere insieme.

Numero quattro: la visione del periodo che i gemelli hanno trascorso con Maedhros e Maglor come qualcosa di terribile. “Elros aveva vissuto ogni giornata come fosse l’ultima” dici tu. Ecco, io forse non arriverei a usare queste parole, ma sono convinta che per Elrond ed Elros sia stato un periodo denso di sentimenti molto forti e molto controversi, e in quanto tale carico di angoscia e di paura.

Vado a concludere anche se di sicuro ho dimenticato qualche particolare.
Questa storia, unita a “Scelte”, mi lascia con un senso di completezza. Qui ho trovato l’origine della decisione di Elros, in SDPEF le conseguenze di tale decisione, in un ritratto a 360 gradi del primo dei Numenoreani. E allo stesso tempo mi lascia con il desiderio di saperne di più su Elrond. Su che basi il gemello “più saggio” aveva già fatto la sua scelta? E come ha accolto la decisione del fratello, che li avrebbe separati per sempre? Sono curiosissima.

E ti dico un’ultima cosa che forse suonerà strana – o forse no, a ripensarci – e che magari non era nelle tue intenzioni evocare, ma a me più di una volta leggendo questa storia è venuto in mente Aragorn. Saranno state le parole di Elwing: “quando vostro padre tornerà, la bandiera sventolerà dalla torre” (certo, nel caso di Aragorn lo stendardo aveva un albero bianco e non un’ala), o sarà stata la stessa ala bianca che (raddoppiata) arriva a incoronare Elessar come erede di Elendil ma, mentre leggevo, più volte ho sentito risuonare nella mia testa le parole: “il Re è tornato”.
Anche se qui, in verità, “il Re è nato”.

Ottimo lavoro, Kan. Curato e incisivo nello stile. Evocativo e commovente nel contenuto. Ancora una volta: bravissima!

Alla prossima,
Los

Recensore Master
13/06/20, ore 20:05
Cap. 1:

Penso di avere solo tante, tante lacrime. E la grandissima soddisfazione di aver letto qualcosa che volevo assolutamente leggere praticamente da quando ho letto il Silma per la prima volta (no, non sto esagerando) e non ho mai saputo di volere, o almeno non così.
Non so se riuscirò a trasmetterti come vorrei la potenza di sentimenti che ha avuto, e che ha, perché mica scappa :P su di me questa storia, ci ho provato già con i miei soliti vaneggiamenti in altra sede, ma comunque, vediamo che ne esce XD
A parte il fatto che ho sempre trovato assolutamente comprensibile la scelta di Elros, sia per il suo vissuto, sia perché in linea con il mio sentire (tenetevela voi l'immortalità, per me le cose devono avere un inizio e una fine e va benissimo così :P) ma comunque, un conto è empatizzare così, in astratto, e un conto è vederlo, lui solo, alle prese con la scelta là dove tutto ha avuto inizio.
E già la location potrebbe bastare a uccidermi, Arvernien in rovina, così come l'hanno lasciata i Faenorioni (qui il Sindarin è d'obbligo, e se lo dico io :P) ma alle rovine si sovrapppongono i ricordi. E questa è una scelta di una potenza impressionante, perché sembra di vederlo Elros a cavallo che percorre la città distrutta e avvolta dal silenzio mentre nella sua mente alle rovine si sostituiscono immagini di vita e persino gli odori tornano a galla.
A questo proposito, interessantissima la riflessione di Elros a proposito di quei dettagli a cui durante l'infanzia non faceva caso e che invece la memoria ha conservato intatti: il ricordo è un tema che mi è carissimo, you know, e mi hai scatenato un sacco di riflessioni e forse pure la voglia di lavorare a una certa storia che sai :P ma comunque, torniamo a noi.
Ho fangirlato per così tante cose, dalla tristezza di fondo di Elwing di cui Elros non si è mai reso conto finché non ha visto la gioia di zzia Irime, all'amore che emerge verso i genitori, anche verso quel padre praticamente sconosciuto... Ma dopotutto, Elwing raccontava di lui e certamente Elrond ed Elros hanno passato l'infanzia a vederlo come un eroe, e l'età adulta... Beh, non vedo motivi per cui avrebbero dovuto odiarlo. Biasimarlo forse, della serie se ci fosse stato allora forse non sarebbe successo quel che è successo ecc, ma non a questo punto della storia, con la Gil-Estel comparsa nei cieli e soprattutto a Guerra d'Ira finita e quindi anche, immagino, dopo dialoghi chiarificatori a proposito di tante cose con i membri dell'esercito dell'ovest.
Allo stesso modo ho apprezzato la mancanza di romanticizzazione del legame con Nelyo e Kano: per carità, anche io amo il fluff a riguardo, però concordo con te, la faccenda dev'essere stata di una complessità non da poco e qui io credo emerga davvero tutta l'ambivalenza di sentimenti verso quei carnefici dai modi gentili con i quali ogni giorno poteva essere l'ultimo. Straziante, ma Dio, così vero.
E giusto perché siamo in tema feanoriani, saranno le tante riflessioni fatte negli ultimi anni, sarà che, per fortuna, non si smette mai di crescere e cambiare, ma è la prima volta che empatizzo con Elwing totalmente e senza riserve. Anzi no, lo avevo già fatto in Risveglio, ma lì era facile ;-)
E oltre a provare un'empatia totale nei confronti di Elwing e a sentire tutto il peso della sua rabbia e della sua angoscia (che potenza la sua rabbia, sembra davvero di vedere in lei un'eco di Luthien e addirittura di Melian!) non ho potuto non farmi un esame di coscienza perché seriously, ma davvero per tanti anni ho voluto difendere quelli là che sostanzialmente vanno a prendersela con un gruppo di rifugiati? Proprio io? Vabbè, finisco nel personale e non mi interessa farlo, e i feanoriani restano meravigliosi e tutto considerato non avrebbero mai potuto fare diversamente, ma insomma, giusto perché tu capisca il groviglio di feels in cui mi hai gettata, maledetta :P
E poi che dire? I ricordi del massacro, il gioco a nascondino ideato da zia Galadriel sono pugnalate dolorosissime, così come l'idea che Elros abbia assistito al gettarsi in mare di Elwing... Tutto questo è straziante oltre le mie capacità, e io ho ancora il magone e ti adoro per essere stata tanto spietata, perché questa storia è credibile anche nelle virgole.
E in tutto questo poi ho tralasciato lo stendardo dell'ala bianca, che fa in un certo senso da motore per i ricordi e che ha un ruolo fondamentale nella decisione finale: a parte che la scena della parola d'ordine mi ha distrutta e il soprannome gabbianelle ha contribuito non poco, ma poi lo stendardo che resiste nonostante i segni del tempo e quella frase finale così dolorosa e consapevole, di quella consapevolezza che caratterizzerà tutti i primi Numenoreani... Niente, piango e basta.
E adesso provo a chiudere, consapevole di non essermi soffermata su un sacco di punti che invece meriterebbero approfondimento, come ad esempio il legame profondissimo tra Elros ed Elrond, che ok non è il focus di questa storia ma secondo me emerge benissimo, sia dal ricordo, ma soprattutto dal gesto di Elrond di prendersi tempo per pensare per amore del fratello, che mi ha colpita e intenerita forse più di quanto fosse necessario.
Per il resto, tanto ti riempirò altrove dei miei scleri ancora a lungo :P
Grazie per questa storia, davvero, non avevo idea di averne bisogno come l'aria (sembra un'iperbole, ma non lo è).
A presto su altri lidi

Mel
P.S.: questa storia è così angst che ti ho anche risparmiato le battute sulla comprovata validità scientifica della mia teoria :P tremenda sei!