Penso di avere solo tante, tante lacrime. E la grandissima soddisfazione di aver letto qualcosa che volevo assolutamente leggere praticamente da quando ho letto il Silma per la prima volta (no, non sto esagerando) e non ho mai saputo di volere, o almeno non così.
Non so se riuscirò a trasmetterti come vorrei la potenza di sentimenti che ha avuto, e che ha, perché mica scappa :P su di me questa storia, ci ho provato già con i miei soliti vaneggiamenti in altra sede, ma comunque, vediamo che ne esce XD
A parte il fatto che ho sempre trovato assolutamente comprensibile la scelta di Elros, sia per il suo vissuto, sia perché in linea con il mio sentire (tenetevela voi l'immortalità, per me le cose devono avere un inizio e una fine e va benissimo così :P) ma comunque, un conto è empatizzare così, in astratto, e un conto è vederlo, lui solo, alle prese con la scelta là dove tutto ha avuto inizio.
E già la location potrebbe bastare a uccidermi, Arvernien in rovina, così come l'hanno lasciata i Faenorioni (qui il Sindarin è d'obbligo, e se lo dico io :P) ma alle rovine si sovrapppongono i ricordi. E questa è una scelta di una potenza impressionante, perché sembra di vederlo Elros a cavallo che percorre la città distrutta e avvolta dal silenzio mentre nella sua mente alle rovine si sostituiscono immagini di vita e persino gli odori tornano a galla.
A questo proposito, interessantissima la riflessione di Elros a proposito di quei dettagli a cui durante l'infanzia non faceva caso e che invece la memoria ha conservato intatti: il ricordo è un tema che mi è carissimo, you know, e mi hai scatenato un sacco di riflessioni e forse pure la voglia di lavorare a una certa storia che sai :P ma comunque, torniamo a noi.
Ho fangirlato per così tante cose, dalla tristezza di fondo di Elwing di cui Elros non si è mai reso conto finché non ha visto la gioia di zzia Irime, all'amore che emerge verso i genitori, anche verso quel padre praticamente sconosciuto... Ma dopotutto, Elwing raccontava di lui e certamente Elrond ed Elros hanno passato l'infanzia a vederlo come un eroe, e l'età adulta... Beh, non vedo motivi per cui avrebbero dovuto odiarlo. Biasimarlo forse, della serie se ci fosse stato allora forse non sarebbe successo quel che è successo ecc, ma non a questo punto della storia, con la Gil-Estel comparsa nei cieli e soprattutto a Guerra d'Ira finita e quindi anche, immagino, dopo dialoghi chiarificatori a proposito di tante cose con i membri dell'esercito dell'ovest.
Allo stesso modo ho apprezzato la mancanza di romanticizzazione del legame con Nelyo e Kano: per carità, anche io amo il fluff a riguardo, però concordo con te, la faccenda dev'essere stata di una complessità non da poco e qui io credo emerga davvero tutta l'ambivalenza di sentimenti verso quei carnefici dai modi gentili con i quali ogni giorno poteva essere l'ultimo. Straziante, ma Dio, così vero.
E giusto perché siamo in tema feanoriani, saranno le tante riflessioni fatte negli ultimi anni, sarà che, per fortuna, non si smette mai di crescere e cambiare, ma è la prima volta che empatizzo con Elwing totalmente e senza riserve. Anzi no, lo avevo già fatto in Risveglio, ma lì era facile ;-)
E oltre a provare un'empatia totale nei confronti di Elwing e a sentire tutto il peso della sua rabbia e della sua angoscia (che potenza la sua rabbia, sembra davvero di vedere in lei un'eco di Luthien e addirittura di Melian!) non ho potuto non farmi un esame di coscienza perché seriously, ma davvero per tanti anni ho voluto difendere quelli là che sostanzialmente vanno a prendersela con un gruppo di rifugiati? Proprio io? Vabbè, finisco nel personale e non mi interessa farlo, e i feanoriani restano meravigliosi e tutto considerato non avrebbero mai potuto fare diversamente, ma insomma, giusto perché tu capisca il groviglio di feels in cui mi hai gettata, maledetta :P
E poi che dire? I ricordi del massacro, il gioco a nascondino ideato da zia Galadriel sono pugnalate dolorosissime, così come l'idea che Elros abbia assistito al gettarsi in mare di Elwing... Tutto questo è straziante oltre le mie capacità, e io ho ancora il magone e ti adoro per essere stata tanto spietata, perché questa storia è credibile anche nelle virgole.
E in tutto questo poi ho tralasciato lo stendardo dell'ala bianca, che fa in un certo senso da motore per i ricordi e che ha un ruolo fondamentale nella decisione finale: a parte che la scena della parola d'ordine mi ha distrutta e il soprannome gabbianelle ha contribuito non poco, ma poi lo stendardo che resiste nonostante i segni del tempo e quella frase finale così dolorosa e consapevole, di quella consapevolezza che caratterizzerà tutti i primi Numenoreani... Niente, piango e basta.
E adesso provo a chiudere, consapevole di non essermi soffermata su un sacco di punti che invece meriterebbero approfondimento, come ad esempio il legame profondissimo tra Elros ed Elrond, che ok non è il focus di questa storia ma secondo me emerge benissimo, sia dal ricordo, ma soprattutto dal gesto di Elrond di prendersi tempo per pensare per amore del fratello, che mi ha colpita e intenerita forse più di quanto fosse necessario.
Per il resto, tanto ti riempirò altrove dei miei scleri ancora a lungo :P
Grazie per questa storia, davvero, non avevo idea di averne bisogno come l'aria (sembra un'iperbole, ma non lo è).
A presto su altri lidi
Mel
P.S.: questa storia è così angst che ti ho anche risparmiato le battute sulla comprovata validità scientifica della mia teoria :P tremenda sei! |