Recensioni per
Dimmi invece la tua guerra col coraggio e la paura
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 17 recensioni.
Positive : 17
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
31/03/21, ore 12:58

Ed eccomi anche qui.
Penso di essere in pari almeno con tutto ciò che hai scritto su Ole e Homer (ma poi mi spulcio bene il tuo profilo per esserne sicura!) e ne sono tanto contenta, mi mancano sempre quando non ne leggo.
Dunque.
Per fortuna hai pubblicato questo racconto malgrado le tue remore, perché, credimi, non vedevo l'ora di leggere questo momento, di leggere quel dopo che deve essere consapevolezza, che è in fondo la resa dei conti. Mi sono sempre detta che un momento simile fosse indispensabile affinché andassero avanti: senza, sarebbero rimasti incastrati nel limbo dei non detti e forse non sarebbe riusciti a essere niente – proprio loro che nascono per essere tutto quando sono insieme.
E ancora una volta è Homer a frantumare i silenzi, a pretendere le parole che Ole non è mai disposto a dire, troppo spaventato all'idea di spezzare un equilibrio che vede fragile. Eppure non è per niente fragile, lo dice Homer con una delle sue frasi meravigliose: “Non mi interessa che cosa siamo. Tu sei il mio migliore amico, sei mio fratello, sei la persona a cui tengo più al mondo… e lo stesso sono io per te, lo so e basta. E vorrei dirtelo baciandoti, e so che tu vorresti fare lo stesso. Forse lo vorresti fare da prima ancora che io capissi davvero di volerlo fare, e non mi interessa dare un nome a questa cosa. Ci vogliamo bene da trent’anni, Ole, credi davvero che potremmo smettere di volercene adesso?”. Scusami, davvero, so che non è il massimo citare una porzione così generosa di testo in recensione, ma io in questa frase di Homer, nella sua domanda assolutamente retorica, vedo proprio tutto: tutto quello che hai scritto su loro due, che hai costruito tassello dopo tassello dopo tassello, tutti i silenzi e le distanze e le paure, tutto un mondo che grida perché sono l'uno il porto dell'altro, perché non abbiano speranza alcuna di fermarsi se non insieme.
Ecco, loro forse non sono niente di definibile e forse non saranno mai una coppia canonica di innamorati, ma sono qualcosa che appartiene solo a loro due e valica tempo e spazio, e resiste nonostante la vita li conduca lontani e frapponga pareti di silenzio tra loro. Loro, alla fine, si ritrovano sempre, e quando si ritrovano il tempo non è mai passato, non sul serio, perché è sufficiente una risata, uno sfiorarsi, una parola per tornare indietro ed essere di nuovo quei ragazzini che avrebbero potuto avere ed essere tutto, ma che si sono lasciati trasportare dalla corrente su altre rive.
Non so spiegarti quanto mi abbia emozionata questa storia, quando mi emozioni il concetto stesso di infinito, di ritrovarsi nonostante tutto, e quanta malinconia mi comunichi l'idea di queste due persone che avrebbero dovuto viversi e che invece non l'hanno fatto – è malinconico, e doloroso, perché è reale.
È stato un pugno nello stomaco leggere dell'anno di silenzio che è seguito alla loro prima volta, leggere di Ole che si è sempre sentito sbagliato e fuori posto – che dentro di sé ha sempre temuto di poter perdere l'amico a causa di sentimenti in esubero –, e ancora leggere di Homer che è felice e allora a più riprese avrebbe voluto baciarlo, perché proprio non riusciva a trovare altro modo per fargli capire quanto fosse felice di averlo con sé (beh, Homer, questa volta devo concordare con Ole: due amici non si dicono così di essere felici, sei un koala tonto anche tu! Ma questo l'avevamo capito da un pezzo!). Ma alla fine credo che il più grande pugno nello stomaco sia stato scoprire assieme a Ole perché abbia scelto proprio quella casa, lui così oculato e pratico che si rifugia in una villa troppo grande, troppo costosa e troppo scomoda solo perché inconsciamente quel luogo sa di Homer.
Ma ora Homer è lì ed è pronto a vincere ogni giorno le insicurezze e i timori di Ole. Mi piace pensare che, sia pure a modo loro, non si lasceranno mai più dopo questo momento e che riusciranno a viversi come avrebbero dovuto fare in tutti quegli anni persi a starsi lontani – e se non sarà così, mi consolerò pensando che in un modo o nell'altro arriverà sempre un momento e un luogo in cui ritrovarsi, perché fa parte di loro, sono questo: sono rincorse continue.
Ancora una volta credo di non averti scritto proprio niente e non so quanto possa farti piacere leggere le mie deliranze, però grazie davvero per i racconti che scrivi e per aver creato questi personaggi stupendi.
A proposito, amo sempre tanto la maniera che hai di descrivere emozioni e ambienti; al di là dei koala, leggerti è sempre bellissimo.
Un abbraccio!

Recensore Master
16/01/21, ore 17:15

È imbarazzante con quanto ritardo arrivi a recensire questa storia.
L'avevo già letta, ma rileggerla oggi me l'ha fatta amare ancora di più – mi erano mancati proprio tanto.
Leggere dal punto di vista di Homer è sempre estremamente interessante (e sono felicissima che tu abbia sperimentato con la prima persona e con lui come voce narrante), perché siamo abituate a vederlo così splendente che addentrarsi nei suoi incubi, nelle sue ombre, è un'esperienza che schiude porte non solo sulla sua caratterizzazione, ma anche sul legame tra lui e Ole, su quei macigni che li hanno allontanati.
Mai come in questa storia (almeno credo, vado a memoria!) ho percepito la barriera che impedisce anche a Homer di fare un passo in più, il timore di far crollare tutto dicendosi l'un l'altro abbiamo fatto l'amore. Questo è proprio l'Homer che continuerà a girare il mondo, a non fermarsi, che forse ha a sua volta ancora bisogno di maturare emotivamente per abbandonarsi totalmente a Ole e ai sentimenti forti (e forse prepotenti nel loro imporsi) che nutre per lui.
Mai come in questa storia ho pensato che non fosse tempo, non ancora. È come se mancasse a entrambi ancora un gradino da salire per dirsi consapevoli e pronti a viversi, a mettere da parte tutto e parlarsi sul serio, senza rifugiarsi nei gesti e nelle riflessioni fatte al buio.
Di contro, però, ho percepito anche tutta la loro incapacità di vivere separati, di prendere strade diverse senza pensarsi più, senza scrivere missive di tanto in tanto, dimenticandosi. Ecco, questi due personaggi non possono dimenticarsi, è oltre le loro capacità – oltre il loro cuore – e non possono che naufragare sempre tra le rispettive braccia, perché come abbiamo detto tante volte lì è casa, lì è il porto sicuro, dove Ole abbraccia e Homer si abbandona.
Ti ho scritto tutto e niente, ma sai che non riesco mai a scriverti una recensione seria quando si tratta di questi due meravigliosi koala, spero solo di essere riuscita a esprimere almeno un po' dell'affetto che nutro per loro e della felicità che mi regalano ogni volta che ne leggo.
Tu sei sempre bravissima e io sono qui a ringraziarti per aver creato questi personaggi stupendi.
Un abbraccio!

Recensore Veterano
26/11/20, ore 14:57
Cap. 1:

Alla fine, nonostante l'ambientazione di HP chiamasse a gran voce il mio nome ho optato per la OS, che confermo godibilissima anche non conoscendo i personaggi o la long, alla fine però mi è interessato sapere di più sulla situazione leggendo la nota perché ormai avevo preso un po' di confidenza con loro ed ero curiosa.
Questa OS mi è sembrata quasi una poesia, sono bellissime le immagini del mare che usi per descrivere il modo in cui questi due innamorati stanno insieme, la loro travolgente passione proprio come un mare in tempesta.
Mi è piaciuta la similitudine di due naufraghi in balia delle onde, onde che sono l'incontrollabile voglia di stare insieme, dopo averlo nascosto e desiderato a lungo, anche se è difficile perché quella che era un'amicizia profonda ora è qualcosa diverso, in particolare per Ole che si scopre essere il più fragile dei due, in più ad aggravare la situazione poi scopriamo che in realtà hanno solo quel breve momento, la vita di ciascuno ha preso strade diverse e quindi tra poche ore si ritroveranno separati ancora, e qui la storia è diventata dolce-amara. È stata una bella lettura, profonda e poetica. Complimenti :)

Recensore Master
14/11/20, ore 11:03

Cara Blackjessamine,

mi concedo finalmente un momento per farmi la manicure con Briar di Zoya e recensire questo capitolo nel modo più compiuto possibile. È così pregno questo capitolo che è difficile fare una recensione esaustiva: Ole e Homer hanno un legame assoluto in cui predomina l’amicizia e la fratellanza. Sono anime gemelle, spiriti e corpi che si cercano. Insieme sono la cosa più simile a una famiglia che mi venga in mente. Le loro vite sono distanti per buona parte del tempo; a esclusione dell’adolescenza a Hogwarts, buona parte dell’adolescenza e della maturità viene trascorsa lontano, lontanissimo. Poi accade questa cosa imprevista (la paternità di Homer) e le loro vite si riaccostano fisicamente. Forse il loro rapporto, che ha momenti di passione pur non scadendo mai nel romantico, è tra i più belli, struggenti, intensi e veri che abbia mai letto in vita mia proprio perché c’è un limbo di indefinibilità nella natura umana e nei sentimenti che è difficile sciorinare. E tu arrivi al punto con forza, parlandoci di un amore che è connessione mentale, comunanza di spirito, affinità irrealizzabile con qualsiasi altro essere umano.

Prima ho detto che Ole e Homer sono famiglia e credo che non sia un caso che la loro vita nella stessa città inizi proprio quando Homer deve fronteggiare la paternità e decide di abbandonare la sua carriera in Gran Bretagna. Lui impara il mondo assieme a suo figlio (altro concetto bellissimo) e si ritaglia dei momenti familiari assieme all’amico di sempre, quello che nemmeno oceani e continenti hanno saputo allontanare (e le amicizie, nella vita vera, spesso naufragano perché finiscono gli argomenti in comune, perché interessi, orari e attività non coincidono più: loro no, loro continuano a sentirsi – i rapporti veri travalicano queste difficoltà). Ed è Homer a rivelare a Ole una verità fondamentale. Una buona fetta del capitolo è dedicata, infatti, all’analizzare la casa di Ole, un uomo single e solitario che avrebbe potuto senz’altro vivere in un bilocale moderno e ha preferito, invece, acquistare una casa che è tutto fuorché un affare. Sei stata bravissima a sottolineare proprio questo elemento: la casa è scomoda, in pessimo stato, inadatta perché troppo grande. È dispendiosa sia per quanto riguarda l’acquisto che la ristrutturazione o il mantenimento. Eppure, nonostante tutto questo, Ole la sente sua, la sceglie, sa che è quella giusta, insiste, lui così introverso e remissivo, per averla.

È corrispondente alla sua idea di casa. Assomiglia, ma di questo non se ne rende conto se non col senno di poi, a quella dell’amico che è tutto, che è l’Affetto Supremo: è il suo ideale di famiglia, perché la casa è la famiglia. A questo proposito, ricordo come descrivesti la casa paterna di Ole, l’appartamento babbano dove questo ragazzino dotato non riusciva a essere a suo agio e che si vergognava di mostrare agli amici (a Homer). Ecco, cara blackjessamine, ho analizzato solamente uno degli aspetti e ti ho lasciato un mezzo papiro.

L’altro elemento su cui volevo soffermarmi prima di chiudere, ma che, come dicevo, non esaurisce gli argomenti, è la rivelazione. Homer rivela a Ole il mondo. È lo specchio che riflette la vera immagine di Ole, la bussola che gli permette di identificarsi. È amandolo che Ole scopre la sua omosessualità, è lasciandolo entrare nella sua casa che si accorge di aver preso quella dei signori Landmann a modello, è facendolo accedere alla sua cerchia di conoscenze che scopre quanto la sua vita è piacevole e bella, compreso il castagno dove si ritrovano. Ci sarebbero da toccare altri argomenti: come anche nella maturità si cerchi il bisogno di rievocare alcuni momenti dell’adolescenza, periodo dove la nostra personalità si forma, come il silenzio parli più delle parole. Insomma, è incantevole e scrivi di loro con una profondità, una dolcezza e un amore che arrivano diritto al cuore di chi legge.
Un abbraccio,
Shilyss

Recensore Master
06/11/20, ore 20:20

Ciao cara **
E’ un piacere tornare a leggerti, anche perché questi due ragazzi (che in questa storia sono oramai due uomini fatti e finiti). Leggere di Ole e Homer mi mette sempre una certa malinconia, in questo caso in particolare, forse perché li ho conosciuti ragazzini e mi ritrovo a leggere di loro in versione adulta, dove sono più maturi, ma sono pur sempre gli stessi personaggi che ho imparato ad amare e conoscere.
L’autunno gioca un ruolo importante in questa storia, a livello proprio di atmosfere: è stato descritto in maniera così nitida il tutto, loro “nascosti” dal mondo in questo angolo di giardino dove sembrano un po’ intoccabili. In genere tutta la storia ha un’aria un po’ trasognata e delicata e questa è una cosa che mi è piaciuta molto. Ma nonostante ciò, i sentimenti, i dubbi e le paure ci sono sempre e sono costanti. E’ bello come Homer e Ole vogliano dedicarsi un po’ di tempo per loro, cosa non facile con tutti gli impegni e con il fatto che Homer oramai ha un figlio a cui pensare. Però è bello quando ci riescono, perché mi sembra di rivedere un po’ quei due ragazzini spensierati di tanti anni prima. Credo sia stato questo a trasmettermi malinconia più di tutto: il ricordare dei tempi che sembrano lontanissimi ma allo stesso tempo molto vicini. Ole ricorda sempre con grande dolcezza gli episodi della loro adolescente, tutti i detti e i non detti, fino ad arrivare alla separazione e poi al loro ritrovarsi. Ole è felice e non può fare a meno di ripensare ai bei momenti con Homer, con la sua famiglia. E’ felice, ma ha anche paura che questa felicità possa sparire da un momento all’altro con una parola sbagliata. E’ pure vero che tra questi due personaggi il rapporto è sempre un po’ stato al limite tre una forte amicizia e amore, e io mi ritrovo d’accordo con te quando dici che non è facile razionalizzare ciò che c’è tra loro. Se dovessi descrivere il legame tra Homer e Ole lo descriverei innanzitutto come una fortissima amicizia, ma anche come un essere anime gemelle (anche perché si sono ritrovati dopo trent’anni [?] non è proprio una cosa scontata). E’ un legame diverso da tutto ciò che si vede di solito.
Ole fa fatica a parlare , ha paura, ma è Homer a sorprenderlo. E chissà come sarebbero andate le cose se si fossero dichiarati ai tempi? Non dico che non avrebbe funzionato, ma secondo me avevano bisogno di crescere e adesso beh, sono qui. Non è che certi sentimenti siano spariti, ma semplicemente i due hanno evitato di pensarci. Le parole di Homer poi sono di quanto più rassicurante possa esserci: gli dice che non ci sarà niente che potrà allontanarlo, che è il suo migliore amico, praticamente un fratello. MA non sono solo amici. MA non sanno bene cosa dovrebbero essere. Io non credo che abbiano bisogno di “etichette” proprio per questo loro rapporto così particolare. Si percepisce dalle sole parole quanto il loro legame sia forte, a quanto siano felici insieme. Homer mi è proprio piaciuto, è così sicuro di sé qui e credo abbia preso delle consapevolezze tutte nuove. Perché davvero, non credo potrà mai esserci niente che li farà smettere di volersi bene e il fatto che poi voglia rassicurare ogni giorno Ole, beh…mi ha scaldato il cuore, tutta la storia mi ha trasmesso così tanta dolcezza come non mi succedeva da un po’, e non sai che faccia sognante avevo mentre leggevo. Non posso che augurare a loro sempre un sacco di bene, nonostante tutte le difficoltà che potrebbero esserci. E nulla, è stato un piacere tornare <3

Nao

Recensore Master
15/10/20, ore 23:15

Ole e Homer!
Non vedevo l’ora di leggere di loro di nuovo!
Certo che Ole non riesce proprio a lasciarsi andare. Si fa così tante seghe mentali che ci riempirebbe il mondo (oltre che questo capitolo).
Non riesco a capire perché non ci riesca; per lo meno Homer sembra che voglia vivere il suo amore finalmente in modo sereno e consapevole (certo di esperienze ne ha avute molte e devono averlo reso consapevole di non perdere tempo e farsi troppi problemi).
Spero di poter leggere nuovamente di loro molto presto! E spero che Ole sbatta la testa (forse solo questo può cambiarlo) e decida di essere più sereno e felice dei suoi sentimenti.

Recensore Master
10/10/20, ore 09:00
Cap. 1:

Oh mamma!
Ma dov'ero io, mentre tu pubblicavi anche questa storia? Ho così tante cose tue indietro che non mi sembra possibile, sono davvero una frana. Spero di arrivare ovunque, mi interesserebbe finire la long su Percy, ma Ole e Homer... Lo sai, su. Immergermi in loro due è sempre un piacere, come la spolverata di cacao sul cappuccino. Sono caldi, sono dolci, sono amore.
Mi sono sempre chiesta cosa fosse successo dopo quel bacio sulla spiaggia, quando un piccolo contatto va a rompere i silenzi di tanti anni, quando un contatto che prima è piccolo e poi diventa sale, diventa ciglia scombussola due vite e rende tutto vero, reale. Perché l'ultimo capitolo di Surya Namaskara è tanto distante temporalmente e io sono sempre stata un po' sul filo del rasoio, tra il voler chiedere e il pensare di pretendere troppo.
Invece l'hai scritto! Ma pensa te quanto posso essere lenta nella vita.
Hai reso Ole e Homer con una bellezza straordinaria, sono davvero tutta l'aria che vorrei respirare questa mattina e quanto sono felice, tu non hai idea! La minima, a dire la verità. Vederli cercarsi su quelle labbra sporche di sale è nuovo, ma rimane casa la paura di Ole, l'odio verso una distanza sempre presente: in particolare ho amato tanto l'idea di "continenti sbagliati", che rende tanto il fatto che sì, Ole e Homer sono destinati e solo insieme, solo quando stanno su una spiaggia, seduti ad un banco a scuola, ad una festa insieme sono giusti. Solo se Ole appartiene fisicamente ad Homer e Homer appartiene fisicamente a Ole. Questo penso e trovo ingiusto che uno dei due debba partire: è la sua natura, è costretto a farlo per sentirsi libero, ma è comunque qualcosa che mi spezza il cuore ogni volta. Io li amo davvero tanto, probabilmente li amo persino per questo cercarsi anche ad una distanza invalicabile, li amo per i loro silenzi, li amo perché Homer cerca le dita di Ole, che desidererebbe essere abbracciato fino a smettere di non pensare più, li amo perché sono tanto naturali e tanto giusti.
La smetto di sbrodolare, appena riesco mi metto in pari con questa long, non te preocupe.
A presto,
Sia ❤

Recensore Master
30/09/20, ore 16:32

Cara Blackjessamine!
Ormai adoro a tal punto i tuoi Homer e Ole che non potevo non fare un salto qui <3. La cosa che più mi piace è come hai catturato un momento, il sonno di Homer mentre Ole è sveglio, dopo la consumazione di una passione che mette in discussione l’amicizia che c’è stata prima, dato che condizione per essere amici è non essere amanti. E il loro fare l’amore non è stato solamente dare corpo a istinto, passione e desiderio, ma un mettersi a nudo nell’anima, un esporsi con tutte le imperfezioni e le debolezze del caso – e questo rende il capitolo tanto struggente. Che nell’istante che analizzi vi sia quest’ansia di Ole che non riesce a respirare, quasi, dopo il salto che ha fatto con Homer.

Inoltre, racconti la bellezza insita nel dormire uno a fianco dell’altro, nel trovarsi per questi brevi sprazzi di tempo tra sonno e veglia, nello stare vicini quando si hanno meno difese, perché non vigili. Centrale, nell’esistenza dei due amici che si scoprono invariabilmente amanti, è il tema della scelta di vivere la propria vita e impiantarsi in continenti diversi. L’amore tra Homer e Ole è totalizzante e muta forma col tempo, voglio dire: si protrae dall’adolescenza all’età adulta in un fiume intermittente e continuo, ma questo non snatura le loro vite né impone a uno o all’altro di abbandonare baracca e burattini in nome della passione. Apprezzo questo approccio maturo e molto contemporaneo, in cui le relazioni a distanza è la conseguenza di una serie di scelte (studiare un tipo di materia in un dato posto) che non si possono annullare con un colpo di bacchetta (perdona la battuta, ho dovuto inserirla e mi diverto con poco ^^). L’analisi di come dorme Homer è stupenda. È addormentato, eppure quel suo proteggersi, che viene meno in concomitanza col movimento con cui risponde al gesto di Ole, dicendo tutto, è ancora più dolce di una dichiarazione d’amore. Sono i loro corpi che parlano – le loro anime. Ed è stupendo che Ole se ne renda conto, concentrato com’è su Homer e la sua personalità così complessa. Dopo la carriera, dopo l’amicizia che migra forma e diviene amore, occorre parlare anche dell’idillio della fanciullezza.

Il fatto che Ole e Homer abbiano condiviso gli spazi scolastici e le confidenze proprie dell’adolescenza rende il loro legame ancora più speciale, perché le amicizie dell’età scolastica hanno un’esclusività e una totalità che quelle dell’età adulta non posseggono allo stesso modo, forse anche perché i rapporti scolastici e quello che siamo da teenager forma, nel bene e nel male, gli adulti che saremo poi. Nel ricordo di Ole, lui e Homer erano isolati, custodi di segreti e confidenze tutte loro “eravamo soli e tu mettevi da parte le tue insicurezze”, dici (e ti ho citato più o meno a braccio). Sull’ultima frase potrei fare una recensione a parte. Ole è un personaggio che, forse anche per via del suo background, ragiona e si pone mille domande. L’abbraccio finale con cui si avvinghia a Homer e quel “silenzio che smette di avere peso” e che chiarifica tutti i dubbi che una prima volta può portare con sé è quanto di meglio mi potevo aspettare da un finale e chiude perfettamente il cerchio dell’ansia di questo momento insonne vissuto da Ole. Quello delle prime volte, poi, è un altro tema che meriterebbe un capitolo, altro che una recensione, ma che tu hai trattato stupendamente. Ho particolarmente apprezzato la schiettezza con cui Homer ammette di aver sempre pensato che si debba parlare di fare l’amore con una persona, superando qualsiasi schema.

Un abbraccio forte, leggerti è sempre emozionante e tu scrivi stupendamente,
Shilyss

Recensore Master
16/09/20, ore 13:43
Cap. 1:

Cara Blackjessamine! Finalmente riesco a tornare da te e dai deliziosi Homer e Ole, che non posso nascondertelo: mi piacciono. Hanno una loro rotondità e funzionano perfettamente sia nel fandom di origine che in questo che li vede scevri di qualsiasi appendice magica. Sono sempre loro e funzionano perché sono ben scritti e hanno un peso, sono rotondi – sembra che ‘sto a recensi’ il vino, ma vabbé, è che ho i morsi della fame ma prima dovevo recensirti. L’esitazione di Ole è sempre di una profondità spiazzante perché azzecca il punto. Se in un’amicizia importante e antica si viene a insinuare la passione, fosse pure un semplice bacio, si perde l’innocenza del prima. C’è un tipo di rapporto che si infrange e si spezza, un equilibrio che non verrà facilmente recuperato (o può non essere recuperato) soprattutto se il sentimento non è reciproco o se il sentimento svanisce. Poi sono una persona poco ottimista in queste cose.

Ole è terrorizzato dal fatto che il bacio possa aver evocato lo spettro che è rimasto tra lui e Homer per una vita intera, quel piacersi quasi troppo per essere dei normali amici. Teme di perderlo e, invece, lo vivrà e nulla cambierà nonostante i "continenti sbagliati". Ma questo non significa – ed è la cosa più straziante di questa coppia – che le loro vite inizieranno a combaciare, che andranno a convivere o robe così. Il bello di Ole e di Homer è che per la prima metà della loro vita non stanno insieme. Che le loro carriere li tengono in due continenti diversi e loro continuano a scriversi e a sentirsi, ma a distanza, incapaci di tranciare questo legame e ancora indecisi se renderlo qualcosa di più. Poi l’immagine delle labbra che sanno di sabbia, quell’ancora/ancora così intenso e il leggero riferimento a Catullo rendono preziose le tue parole – come sempre, del resto. Incantata da questa nuova raccolta, mi scuso solo per non aver detto di più – ma sono giornate folli.
Un abbraccio,
Shilyss

Recensore Master
14/09/20, ore 16:27

Io adoro Ole e Homer (e sopratutto tu che scrivi di loro!*__*) e sono intristita nel sentire che soffrano anche quando cercano di dare sfogo al loro amore (bellissimo amore!).
Non capisco perché Ole sia così spaventato e quasi contro al dimostrare i suoi sentimenti per Homer (visto poi che lui ricambia ampiamente ed entrambi non possono negare l’amore che lì lega a doppio filo fin da Hogwarts!
Adoro immensamente come rendi poetica la loro storia... così è ancora più bella di quanto ancora non sia già!*___*

Recensore Master
14/09/20, ore 14:50
Cap. 1:

Wow.
Tu sei una scrittrice superba.
Ero come ipnotizzata mentre leggevo. Quanta poesia, quante splendide metafore, parole sopraffini scelte con cura e rese perfette dal resto.
Poveri sfortunati amanti.
Separati non solo da se stessi, dai loro dubbi, dalle loro paure e dalle insicurezze, ma anche dal mondo che li addita come se fossero sbagliati.
Ahimè oggi giorno poco ancora è cambiato.

Recensore Master
15/08/20, ore 18:06

Buon pomeriggio e sereno ferragosto.
Un capitolo profondissimo, questo è ciò che chiamo introspettivo, niente dialoghi ma la profondità di un oceano, ricco di descrizioni sui sentimenti e gli stati d'animo.

Recensore Master
14/08/20, ore 22:27

Ho visto il link a questa storia su Facebook e non potevo non fiondarmici a pesce (visto il caldo credo che sia azzeccato come paragone). Ho amato il punto di vista di Homer, visto che Surya Namaskara la leggiamo dal pov do Ole. È stato un bello esperimento, anche perché l'ho trovato molto più sentimentale e romantico di quanto immaginassi. Sarà che Ole lo vede come un ragazzo a cui viene tutto semplice, abituato a spostarsi tra i continenti e a vivere il momento, e per questo ho apprezzato molto il fatto di entrare nella sua testa. Mi sono sorpresa nel leggere di un rimpianto per non aver fatto l'amore prima, quasi che il rimpianto fosse un sentimento incompatibile con Homer e il suo fare solo quello che vuole quando vuole facendosi amare, sempre.
È una oneshot scritta molto bene e molto molto dolce come lo sono i due koala. ❤️🐨🐨
Prima o poi recupererò tutto di loro due, visto che li amo, ma al momento mi accontento di scoprirli poco per volta.
Un abbraccio
Sev

Recensore Master
14/08/20, ore 19:12

Ciao *+
No allora, tu non puoi. Non puoi mettere queste cose davanti ad un animo sensibile come il mio, che poi mi commuovo. Guarda, è tutto così meravigliosamente introspettivo/romantico/fluff/malinconico che ne voglio ancora. Era una cosa che già pensavo, ma adesso posso confermare che con le introspezioni (cosa con cui sono un po’ fissata) ci sai proprio fare T_T
Questo era il missing moment di cui avevo bisogno, di leggere ancora di Ole e Homer in queste vesti oramai cresciute, dove sono più consapevoli e tutto e credimi, si vede.
Intanto ti rassicuro su una cosa: il risultato è splendido, davvero, ho letto quello che hai scritto a fine nota ma non ti preoccupare assolutamente, perché ciò che volevi fare arrivare, è arrivato forte e chiaro. Sembra un momento idilliaco quello che segue il momento di intimità che hanno condiviso Homer e Ole. Capirai la mia gioia nel leggere di loro così intimi, stesi accanto. Una cosa che ho apprezzato tantissimo è la delicatezza che hanno nel toccarsi, che ha Homer nel guardarlo. Sembra quasi spaventato di rompere l’incanto che si è venuto a creare, come se con una parola o un gesto sbagliato possa rompersi tutto. Ma non è così, perché tra loro basta un minimo gesto, uno stringersi e uno sfiorarsi per avere certezze. Leggere di loro così vicini e intimi è stato come tornare a casa dopo un lungo viaggio. Quello di Homer e Ole sicuramente lo è stato, un viaggio dove si sono separati solo per poi ritrovarsi. La psiche, i sentimenti e le paure di Homer sono affrontate magnificamente. C’è tutto in lui, la felicità, ma anche il timore. E fa quasi strano vedere uno come lui (che mi sono sempre figurata come il più sicuro e sfacciato della coppia), preda di certi pensieri, e mi è piaciuto molto. È perfettamente normale che abbia paura: sono stati amici per una vita, eppure adesso eccoli così. Diciamo che capisco anche fin troppo quali sono le sue turbe mentali, perché quando si arriva a questo livello non si può non avere paura. Ho adorato il fatto che tu abbia riportato una citazione del tuo stesso capitolo (quello del “non cambierà niente, io sono sempre io e tu sempre tu) e la domanda è: ma sarà davvero così? Io dico ni. Loro sono sempre loro, ma è chiaro che qualcosa è cambiato, ma questa è una cosa positiva. Direi che hanno aspettato una vita intera, può bastare. La dolcezza che mi ha trasmesso Homer è qualcosa di incredibile. Il modo e la devozione con cui guarda Ole, il come lo tocca, è tutto troppo bello e mi ha dato una carica di fluff non indifferente. Poi vabbé, io mi sono sciolta definitivamente quando Homer ripensa a quel loro fare l’amore così intenso e speciale, o quando ripensa al loro da ragazzi. Ole lo vediamo dal suo punto di vista, ma lo troviamo completamente abbandonato, rilassato, come se niente potesse fargli male. È vero, ai tempi forse Ole avrebbe avuto paura di sbilanciarsi troppo, per paura di fargli capire qualcosa e di perdere l’amicizia di Homer, ma… vogliamo parlare di come Homer lo guardava già allora? Loro si sono sempre amati, te lo dico io, ma hanno avuto bisogno del loro tempo. Vero che capire certe cose prima sarebbe stato anche bello, ma era necessario che affrontassero tutto ciò che hanno affrontato per arrivare a questo punto. E sono sicura che di tempo da condividere insieme ne avranno eccome. In conclusione, non so bene cosa dire perché solo sulla scia del forte sentimentalismo, ma sappi che mi è piaciuta davvero (ma va?) e sono piuttosto innamorata di questi due, ora più che mai T_T
A presto :*

Nao

Recensore Master
10/07/20, ore 19:45
Cap. 1:

Eccomi qui, con un imperdonabile ritardo.
Iniziamo dalle note tecniche: a me questa battaglia persa suggerita dal prompt è piaciuta da impazzire, e posso solo ringraziarti per aver sviluppato il mio suggerimento in maniera tanto bella, ma soprattutto emotiva. Sono poi contentissima che questa raccolta sia arrivata – e non m'importa davvero del fandom, l'importante è che ci siano loro, tutto il resto è accessorio.
Bene, le note tecniche sono finite e io ho dato l'impressione di essere una persona che sa scrivere una recensione come si deve.
Ma ora, ora, veniamo veramente a noi.
I miei bellissimi koala!
Ole si è veramente fermato? Ma stiamo scherzando? Per un attimo ho temuto che i miei sogni di gloria non fossero altro che illusioni e che non ci fosse stato alcun valzer. Invece, e per fortuna, Homer è riuscito a rassicurarlo, a ricordargli che sono sempre loro, che le loro vite sono quello: incastri in continenti sbagliati. Ma quanto li amo!
È stato così bello, bellissimo, vederli finalmente in un momento più intimo, dove sono stati l'uno il mare dell'altro (a proposito, ho amato questa metafora, e "C'era il mare, sulle labbra di Homer, e quella notte avrebbero imparato ad annegare cento e mille volte, assieme" è una conclusione meravigliosa, che mi ha un po' spezzato il cuore).
Hai usato delle parole meravigliose per descrivere questa loro prima e (per ora) ultima volta (almeno credo!). Meravigliose e dolorose, perché quando il tempo che passa si abbatte su di loro mi è parso di vederli vittime del destino, entrambi sommersi da questo mare che li vuole divisi, che non dà loro tregua.
E Homer, sempre così sicuro di sé e brillante, mi sembra sempre perso senza Ole. Ole è veramente il suo porto, credo sia l'unica casa che abbia mai avuto, l'unica in cui fare ritorno. Ecco, pensando che il suo nome è un omaggio a Omero-Ulisse e che inizialmente doveva essere indizio di un qualcosa con Penelope, non posso fare a meno di dire che i personaggi in fondo hanno davvero un destino – perché Ole non sarà Penelope di nome, ma lo è di fatto, e Homer è veramente un Ulisse che gira il mondo solo per poter tornare a casa.
Sto straparlando come al solito, lo so, e ti starai chiedendo dove voglia arrivare. Non lo so neanche io.
So solo che questa storia, come tutte quelle che hanno questi due personaggi fantastici come protagonisti, mi ha emozionata tanto e mi è piaciuta da impazzire. Quindi, grazie infinite per aver intrapreso questo progetto su di loro, non sai quanto ne sia felice.
Un forte abbraccio e a presto (ché ho ancora gli ultimi due capitoli della raccolta da recensire ❤)!

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