Cara Mo,
Non mi ero affatto dimenticata <3 di te ed erano giorni che provavo a recensire questa storia! Mi piace sempre molto la morale che inserisci nei tuoi racconti: hanno sempre una morale e sono realistici, oltre che ben scritti. Qui abbiamo il vecchio poliziotto stanco che si mette sulle tracce del furbissimo hacker. La metodologia classica si contrappone al nuovo modo di vedere il mestiere e, in breve, il nostro disincantato poliziotto trova la sua preda, che si rivela essere un furbo ragazzino collaboratore della polizia. Possono i due mondi incontrarsi? Nella tua storia sì e spero anche nella realtà – spesso, anzi, nella realtà accade. I due diventano amici e il poliziotto più anziano riesce addirittura a intuire i problemi del più giovane e a dare una soluzione.
È questo il passaggio più bello della storia: attraverso il dialogo ogni problema può essere superato e anche la figura più astuta e mefistofelica (in questo caso il pericoloso – all’inizio – hacker) nasconde delle debolezze e delle fragilità capaci di farlo soffrire. Ciò sposta invariabilmente il discorso su temi più ampi, quali quelli del metterci nei panni del nostro vicino per quanto egli possa sembrarci diverso o sia distante per età, cultura ed esperienze. Nel finale della shot, il giovane hacker sceglie di diventare poliziotto proprio sulla scia dell’amico ormai in procinto di andarsene in pensione, ma anche qui il passaggio di consegne è all’insegna di un mutuo scambio e di un rapporto che si intuisce essere bellissimo. Confesso che ho trovato molto carina anche la trama: all’inizio, il tono disincantato di Rupert mi ha fatto pensare – complice anche la città di Chicago – ai vecchi film noir di una volta, mentre il titolo, che è un chiaro riferimento a “per un pugno di dollari” è delizioso e divertente al punto giusto. Mi dispiace solo aver latitato tanto tempo, ma prometto di tornare più spesso sul tuo profilo! Un caro saluto,
Shilyss |