Quinto posto parimerito
L'uomo di neve e la bambina di Sabriel_Little Storm
Titolo: 1,5/2
È un titolo che va bene per la storia, riprende temi sviluppati all’interno di essa.
Non lo trovo particolarmente originale né troppo intrigante (scorrendo non mi fa dire “devo leggerla!”), per cui sottraggo qualcosa, ma tutto sommato è un buon titolo.
Grammatica e stile: 9/10 [5+4]
Allora, veri e propri “errori” non ne ho trovati.
Ci sono però un paio di frasi che mi hanno confusa, diciamo; una in particolare, le altre sono più che altro sottigliezze.
“Le loro iridi rifletterono come uno specchio: se la neve accoglieva ogni suo fiocco, doveva essere compito dei pupazzi di neve raccontare loro delle fiabe per farli addormentare.”
Questa è la frase con cui ho avuto maggiori difficoltà.
Principalmente non mi convince quel “rifletterono”: credo tu lo intenda riflessivo, con le iridi che si specchiano le une nelle altre, ma secondo me scritta così non è proprio chiara la frase – sicuramente non è immediata, almeno non per me.
“«Perché tu sei il mio uomo di neve» sorrise.”
Questa è più che altro un’imprecisione a livello di logica: il senso è chiarissimo, ma in questa forma tecnicamente “sorrise” regge la battuta. Naturalmente questo non è possibile. Potresti o mettere un punto dopo il dialogo e la maiuscola a sorrise, o aggiungere un verbo, tipo “disse e sorrise”, “disse sorridendo”.
“Vide l'uomo rimboccarle le coperte, scoccandole un bacio sulla fronte.”
Non mi convince del tutto, perché il gerundio suggerisce contemporaneità, ma se Jan si china per baciarla in fronte lei come vede che le rimbocca le coperte? (Ovviamente se ne accorge, ma il verbo usato è vedere). Non è un errore, assolutamente, ma lì per lì mi ha stonato; secondo me la frase filerebbe meglio differenziando le azioni, “Vide… e scoccarle…”. Ma è un suggerimento che puoi benissimo ignorare, ne riconosco la soggettività.
Lo stile nel complesso mi è piaciuto, nella sua semplicità e scorrevolezza.
La punteggiatura non mi ha del tutto convinta nella frase che ti ho riportato sopra con “rifletterono”; ho dei dubbi sui due punti, perché la frase sui pupazzi di neve non mi sembra una conseguenza immediata o una specificazione della precedente. Avrei optato per un punto e virgola.
“ma una lezione più importante era stata impartita a entrambi: Jan non aveva potuto crescere sua figlia Anja, ma forse la vita lo aveva finalmente ripagato della perdita subita.
Forse un dono era piombato dal cielo dritto tra le sue mani, come un fiocco di neve.”
Visto l’inizio sulla lezione impartita a entrambi, mi sarebbe piaciuto che ti concentrassi anche su Sindy e non solo su Jan. Certo, il punto di vista di Sindy domina la maggior parte della storia e ovviamente quale sia la lezione che ha ricevuto è intuibile, ma troverei la frase più completa se lo includesse, così mi sembra quasi “spezzata”. La frase finale, comunque, è molto bella.
Caratterizzazione: 8,8/10
Naturalmente per la tua storia devo valutare la caratterizzazione e non l’IC. Devo inoltre fare uno “sforzo”, perché sebbene io conosca già (anche se non moltissimo) i tuoi personaggi, ai fini del contest devo cercare di basarmi esclusivamente sulle informazioni che dai in questa storia.
Racconti una scena molto familiare, il rito della buonanotte tra Sindy e Jan.
Sindy si mostra come una bambina timida e insicura, che però si sente a suo agio con Jan, almeno abbastanza da osare porgli la domanda “che cos’è un papà?”, nonostante l’imbarazzo e un certo istintivo timore. L’idea in sé mi ha toccata molto, devo dire, è davvero straziante immaginare questa povera bambina che si chiede cosa sia un papà. Giustifichi la sua “ignoranza” in merito accennando al suo essere stata in orfanotrofio, oltre che alla sua certezza di non aver mai avuto né padre né madre. Così, tra l’altro, chiarisci anche a un lettore che si approccia per la prima volta ai tuoi personaggi che Jan non è, come si sarebbe potuto pensare all’inizio, il padre di Sindy. Non quello biologico, comunque.
Lui, invece, l’ho trovato un po’ meno approfondito. Scopriamo alla fine che non ha potuto crescere sua figlia, per qualche motivo, e – come si intuiva già lungo tutta la storia – che tiene moltissimo a Sindy. Oltre all’affetto e preoccupazione per Sindy, e all’imbarazzo per la domanda posta dalla bambina, però, non vediamo praticamente nulla di lui.
Non lo considero un difetto, visto il contesto della storia e le poche parole a disposizione, ma non posso nemmeno considerarla una caratterizzazione del tutto completa. In ogni caso hai fatto un ottimo lavoro!
Hai saputo trattare una tematica decisamente difficile con estrema delicatezza.
Resa bambini: 3/3
Niente da dire sulla resa di Sindy: ammetto che lì per lì l’idea che a dieci anni non sapesse cosa sia un papà, pur avendo più o meno intuito cosa sia una mamma, mi ha spiazzata, ma ci ho pensato e lo trovo assolutamente credibile visto il passato in orfanotrofio e la relazione che si intuisce non proprio ideale con gli altri bambini. Non avevo mai pensato a una simile possibilità, ma perché in questo senso sono privilegiata.
I suoi pensieri e i suoi dialoghi li hai resi bene, anche l’associazione neve-fiocchi-pupazzi di neve che leggono le fiabe la trovo convincente.
Bonus: 0/2
Totale: 22,3/27 |