Recensioni per
Cala il sipario
di Red Saintia

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
18/10/21, ore 20:06

heylà, qui è Pok.
Allora, parto dagli errori che ho notato e poi ti dico cosa ne penso.
Principalmente sono questi:
- cos'è che ti nagoscia
- bene ai fatto il tuo lavoro
- quel silenzio innaturfale
- io non capisco?”
 - Era una domanda ovvia, epure
- guarda? 
ma ti consiglio di dare una rilettura in cerca di altri e di controllare i tempi verbali, è che mi disturba un po' il presente e il passato in una sola scena.

Diciamo che di per sè ho trovato alcune parti forse un po' forzate all'inizio, ma considerando il finale forse ci si addice.
Parlando del finale, sei riuscita a strapparmi della compassione, il che non guasta mai in una storia che deve colpirti dentro.

Apprezzo il fatto che tu non abbia avuto bisogno di dare un nome alle due donne per farmele stare antipatiche entrambe. Non so, forse perchè entrambe hanno un carattere forte e cocciuto che ben conosco, una mia caratteristica che non apprezzo sempre, mi ci sarò riflessa dentro.

In ogni caso l'idea di guardarsi dentro prima di lasciare la vita è una bella visione. Fare un resoconto di ciò che è stato per togliersi quei sassolini dalle scarpe, a volte macigni, e stare in pace, come deve essere oltre la vita.

All'inizio speravo ci fosse un collegamento col teatro, considerando il titolo, credevo che una delle due fosse un'attrice, ma volendo dare una visione oltre l'apparenza, forse la "paziente" era davvero un'attrice costretta ad un ruolo che le stava stretto.

Mi fa piacere che i personaggi non siano perfetti, che fuoriescano piccoli dettagli che rendono la donna su quel lettino umana, non ha avuto una vita eccellente ma nemmeno è un mostro (dovrebbe vivere a Seattle, direbbe una certa Eleanor, se non la capisci fa nulla, è presa da good place).

Se vorrai fare altri scambi sai dove trovarmi.
Alla prossima.
Pok

Recensore Master
29/08/20, ore 09:34

Buongiorno cara, eccomi qui a leggere un’altra delle OS presenti sul tuo profilo dopo la conclusione della long. Ho scelto di andare avanti per ordine di pubblicazione, quindi eccomi qui. Ti faccio i miei vivi complimenti, sul serio, perché oltre a gestire una OS dove non fosse nemmeno necessario dare i nomi alle due protagoniste per visualizzarmele e comprendere, hai avuto la capacità di stupire e stupirmi particolarmente: sono rimasta sconvolta verso la fine quando ho cominciato a capire. Credevo di avere a che fare con uno scenario dove la paziente avesse avuto dei problemi e fosse stata poi portata lì da un ospedale, dopo aver reso partecipe la dottoressa della situazione instabile presente.
Questo pensavo, ne tentare di spiegarmi il motivo per cui la donna sapesse, intuisse, direzionasse. Perché diciamocelo, va bene essere degli psicologi bravi, ma certe cose che sapeva sarebbero stati impossibili da intuire anche per il più bravo degli esperti. Noto le reazioni delle due perfettamente opposte, una si scalda, scalpita, vuole nascondere e deviare fino alla fine perché sembra proprio essersi rassegnata – ecco il termine che mi serviva – alla direzione della vita che ha scelto. L’altra invece conosce il percorso e vuole portarla a fare e dire quello che la farebbe stare meglio, probabilmente come un ultimo tentativo di fare pace con se stessa, i proprio ego ferito e depresso, la propria persona che ha visto annullarsi nel corso degli anni. Ammetto che cedevole non rientra nel carattere della donna, anzi: per quanto il suo atteggiamento sia decisamente molto forte fino alla testardaggine più acuta, mantiene fede a se stessa fino alla fine. La vera fine, caratterizzata qui non dalla conclusione di una seduta bensì dal cammino della vita terrena. Una cosa però, che si discosta da una reale confessione ma che è comunque importante, un vero passo avanti se così posso chiamarlo: lei ripensa a ciò che avrebbe potuto dire, forse come frase di congedo, ma l’attenzione va a chi le era accanto, presumo e spero, mi piacerebbe anzi, la figlia. Lei, che si è salvata e che non potrà più vederla, lei che ha subìto gli sfoghi ed il rancore di chi semplicemente non ha saputo fare pace con le scelte della propria esistenza… lei, che ci sarà al contrario della protagonista che semplicemente, prima di rendersi conto di star passando il confine, ha fatto un colloquio con la propria coscienza.
Ho avuto il magone per tutto il tempo, ma alla fine il nodo alla gola si è sentito tutto. Hai creato una sorta di empatia attiva e molto forte nei confronti della donna, sappilo, scavandole dentro senza che lei voglia davvero. Sento gli stati d’animo che la muovono e la direzionano, come percepisco chiaro il tono della voce e l’atteggiamento non solo suo ma di entrambe. Davvero qualcosa di difficile da gestire, ma ti ci sei mossa in maniera esperta e particolareggiata senza risparmiare nulla. Non hai redento il personaggio all’ultimo secondo, non l’hai portato a cambiare, ad ammettere, ad inginocchiarsi a chiedere perdono e questo l’ha reso veritiero, credibile, umano.
Più umano di molti altri che potremmo incontrare nel corso della nostra vita.
Un lavoro costruito e gestito con una cura delicata e diretta allo stesso tempo, fatto di dialoghi d’impatto, di piccoli particolari fondamentali a cogliere la trama che si mostra per il suo reale effettivo soltanto alle ultime frasi. È una delle letture migliori fatte sul tuo profilo sappilo, dove introspezione, caratterizzazione ed emozioni raggiungono un livello davvero alto di esposizione. Alla prossima cara, non vedo l’ora di leggere altre tue storie, buon lavoro e buona ispirazione! :3

Recensore Master
07/08/20, ore 23:41

Eccomi!
Che dire... Di solito quando si muore dicono che si vede tutta la vita passare davanti, ma trovare una psicologa ad attenderti che ti fa il terzo grado non me l'aspettavo.
Certo si ripensa agli errori fatti, ma se mi trovassi qualcuno del genere davanti, prima di pensare ai miei errori, alla prima domanda le avrei tirato una testata sui denti (si nota che non amo particolarmente questa professione? 😅)
Comunque bella storia, introspettiva e triste al punto giusto. Brava!
Katy

Recensore Junior
14/07/20, ore 13:15

Ciao Red ^^ 
Amando il genere introspettivo, sono stata subito attirata da questa storia e ne sono rimasta piacevolmente colpita. Non so se tu l'abbia scritta tutta d'un fiato, ma è così che l'ho letta io: senza riuscire a fermarmi, specie da un certo punto in poi (credo sia stato il dettaglio dell'orologio rotto a fomentare la curiosità, forse anche perché l'ho trovato sottilmente inquietante). Complimenti quindi innanzi tutto per la capacità di tessere una storia che cattura l'interesse, coinvolgendo il lettore in un vortice di riflessioni e stati d'animo che alla fine precipitano verso un finale inaspettato e di forte impatto.
La storia si apre con una vicenda apparentemente ordinaria. La donna protagonista incontra una psichiatra per affrontare i suoi problemi di insoddisfazione e di rabbia repressa. Problemi che però lei non è disposta ad ammettere di avere, e a tal proposito, è notevole come tu sia riuscita a trasmetterlo dal POV della protagonista. Anche se lei si ostina a negare, ogni suo pensiero è tracotante, intriso di risentimento e insofferenza. È rabbiosa ancora prima di iniziare a parlare con la specialista, che sembra in effetti conoscerla molto bene.
Ecco, la figura della psichiatra è davvero interessante. In un primo momento ho pensato che fosse una parte della stessa protagonista – forse la parte migliore di lei, forse quella a cui ha dovuto rinunciare nel momento in cui ha deciso di diventare madre, sacrificando i suoi sogni e progetti di vita – ma poi ho pensato che potesse trattarsi della Morte in persona. Immagino che volessi lasciare aperta l'interpretazione del lettore su questo personaggio, e la cosa mi piace molto.
Ho gradito anche l'assenza dei nomi propri. Trovo che in questo modo ci si immedesimi ancora meglio nella vicenda, lasciando spazio solo al viaggio nell'introspezione della protagonista. Per quanto lei abbia commesso errori e non sia lodevole né come madre né come moglie, non mi sento di condannarla del tutto. Ho trovato drammatica la sua condizione e credo che si sia sentita molto sola, da adolescente, quando si è trovata di fronte alla scelta che le ha completamente cambiato la vita. Forse, se avesse avuto qualcuno accanto in grado di comprenderla e consigliarla, senza giudicarla, le cose sarebbero andate diversamente.
Ad ogni modo, non credo molto alla redenzione in extremis (senza contare che è un espediente narrativo abbastanza banale), perciò ti faccio i complimenti anche per il finale e per la scelta di mantenere il personaggio coerente fino alla fine.
Mi è piaciuta molto la frase: "Lei stava bene, in qualche modo, io lo sarei stata in un altro". Mi fa pensare che certe persone, proprio per il bene del prossimo, dovrebbero allontanarsi e affrontare i propri conflitti interiori, o finiranno per danneggiare coloro che amano, oltre che se stessi.
Veramente un bel lavoro ricco di spunti di riflessione.
Spero di rileggerti presto!
 
Alla prossima,
Vegethia

Recensore Master
14/07/20, ore 10:56

Ciao Red Saintia. Il titolo mi ha molto colpita, dove ognuno si può rispecchiare. Questa storia mi ricorda per certi aspetti quella dell'intervista in carcere ed è bello, leggendo i vari autori, imparare a conoscerli. Mi piace che l'atmosfera sia indefinita, non solo perché non vi sono i nomi delle donne, ma anche perché non è descritto dove avvenga questo colloquio. Si percepisce un'aria di tensione e dolore e il finale non è scontato, credo appositamente voluto per mostrare il carattere della protagonista. Un colloquio dalle forti emozioni che, nel suo dramma, fa riflettere. Un saluto. :)
(Recensione modificata il 14/07/2020 - 10:57 am)

Recensore Master
08/07/20, ore 11:07

Buongiorno carissima <3
Trovare nuove storie è sempre un gran piacere!
Solitamente leggo e, man mano che avanzo con la lettura, inizio a recensire. Questa volta mi sono ritrovata di fronte a una storia così particolare che mi ha trascinata fino alla fine del foglio senza che me ne rendessi conto, curiosa di capire dove saresti andata a parare.
Ci presenti questa donna, e pur senza usare un nome lo fai più che egregiamente - anche se non condivido il discorso iniziale sui tacchi, io li metto solo sotto tortura -. Donna che è in ritardo, pur non essendo una che di solito fa tardi, di 15 minuti per la sua seduta di psicoterapia. Si ritrova quindi in questa stanza con un'altra donna, e parlano; viene fuori la personalità di lei, e anche alcune stranezze. Ho apprezzato molto il dettaglio dell'orologio, perché tu ci dici subito che il quadrante è rotto, e in quell'istante mi sono chiesta il perché. Quando l'orologio torna, verso la fine, è come una secchiata d'acqua gelida.
La conversazione scorre. Le descrizioni sono poche, le introspezioni hanno la maggioranza, ma ci sono soprattutto dialoghi. Un continuo accusarsi fra le due donne che mostra il pensiero di entrambe; la psichiatra che appare quasi come se fosse il suo inconscio, pronta a metterle di fronte ogni verità malcelata da convinzioni errate.
Finché la storia non volge al termine, e ci metti di fronte alla verità cruda e cattiva più che mai. Un finale che ho apprezzato tantissimo, perché cambia completamente quella che fino a poco prima era una accesa seduta dalla psichiatra. Oltretutto, mi sono sentita inizialmente molto vicina alla protagonista, per anni ho avuto a che fare con psicologi e psichiatra e comprendo il non avere speranze, non credere che una chiacchierata possa cambiare effettivamente qualcosa.
Che poi, è anche molto ben pensata la scelta del background della protagonista, perché di storie simili se ne sentono tante, purtroppo. Donne che hanno avuto bambini da troppo giovani, e così hanno dovuto dedicare la loro vita in questo, non potendo raggiungere obiettivi personali e fare carriera, come molte donne che ai figli ci pensano in età più adulta e quando hanno già un lavoro avviato.
Non ci viene rivelato chi sia davvero la psicologa, e tuttora non riesco a capirlo. La morte? Una rappresentazione senza dubbio originale, un viaggio nella mente della protagonista. Sai, dicono che quando moriamo, per un tot. che non ricordo di secondi abbiamo modo di rivedere i momenti più importanti della nostra vita. Ecco, riflettendo, alla fine della lettura, è questa l'interpretazione che ho dato allo scritto. La protagonista sta vivendo, tramite però una seduta dallo psicologo, gli attimi che più l'hanno segnata, i pilastri di un'esistenza umana, ma drammatica - e purtroppo, a tratti vera più che mai.
Mi piace sempre tanto come esplori la complessità della psiche umana. Complimenti per questo bellissimo lavoro introspettivo! 
Alla prossima <3
fumoemiele

Recensore Master
06/07/20, ore 13:31

Ciao, cara <3
Devo ammettere che questa storia mi è piaciuta tantissimo.
Ammetto che all'inizio non sapevo cosa aspettarmi, ma posso dirti che se io metto un tacco dodici sembrerei una papere tipo quelle degli Aristogatti.
Dopo la scena comica tornò seria.
La protagonista si rivolge ad una psicologa da quel che sono riuscita a capire e questa donna non ammette di avere problema.
Lei che ha dovuto affrontare una gravidanza in tenera età e di colpo ha dovuto abbandonare tutte le cose che faceva compresi i suoi sogni e questo ha fatto in modo che cambiasse totalmente il suo modo di vedere le cose, ma sopratutto è diventata diversa sfogando la sua rabbia e la sua frustazione contro coloro che reputa responsabile.
Mi piace anche il personaggio del medico che mi pare abbastanza determinata e riesce a far innervosire.
Sei riuscita a descrivere una storia molto toccante e commovente.
Tantissimi complimenti e alla prossima <3

Recensore Master
06/07/20, ore 13:06

Una gran bella storia introspettiva dove l'assenza di nomi non si sente per niente, il ruolo dei due personaggi è chiara fin da subito.
Dall'inizio si intuisce subito l'atmosfera sopranaturale di un luogo fuori dal tempo, cosa che cattura l'attenzione del lettore dal primo istante.
Sul personaggio...non saprei davvero cosa dire, non mi è parsa buona o cattiva, forse solo una persona comune. Sicuramente una stronza.
Hai fatto sicuramente un'ottima descrizioni introspettiva di lei e del suo passato.
Mentre sulla dottoressa...non saprei...forse un angelo della morte? Mi è molto piaciuta questa descrizione che hai dato della morte, perchè l'ho trovata originale e diversa dal solito.
come sempre riesci a fornire letture interessanti dak punto di vista introspettivo.

Recensore Master
05/07/20, ore 16:32

Ed eccomi qui per lo scambio del giardino ^^.
Quando ho visto che avevi scritto una nuova storia mi ci sono buttata subito, non potevo cerro farmela scappare curiosa come sono.
Che dire... mi ha lasciata spiazzata, nel vero senso della parola. Troviamo qui una donna che va da una psicologa, seppure controvoglia, ascoltando così, per dire, finalmente i consigli che tutti le hanno più volte dato. Il primo approccio non è decisamente dei migliori tra le due ma nonostante ciò la nostra protagonista piano piano si lascia andare, rivelando così tutto quello che pensa, facendoci così scoprire che lei è diventata madre troppo presto, diciasette anni per quanto puoi essere matura sei ancora una ragazzina, e pur essendosi presa la responsabilità di tenere il bambino e di farne anche un altro non è riuscita assolutamente a vedere il bene della vita, presa solo a rimpiangere gli obbiettivi che aveva, cosa che la farà essere sia una pessima madre verso quelle due creature che colpa non hanno e una pessima moglie.
Ammetto che già a metà capitolo avevo capito che la donna era morta ma allo stesso tempo ho voluto continuare, proprio per vedere se pensavo giusto e TAC, così è stato.
Mi è piaciuta assai la storia, anzi devo dire molto. Ho trovato originale il tuo immaginare come sia il momento del contrappasso: uno studio psicologico, wow, ammetto che non avevo mai visto una cosa simile e questo lo rende più che originale, bravissima davvero.
La donna pseudosicologa chi è? un interrogativo che mai troverà risposta: la morte? l'angelo custode della ragazza? colei che giudica le anime? o adirittura...satana? - si ho pensato a lui visto che la ragazza non è certo stata una santa-, domande che probabilmente non avranno risposta, ma che lasciano la libera interpretazione, ma ci stà tutto.
Lo stile è come sempre fluido e scorrevole, ma questo l'ho trovato ancora di più, sarà stata la narrazione in prima persona ma davvero mi è piaciuto particolarmente, ti tiene incollata fino all'ultima riga, ho notato qualche errore di battitura che disturba un po la lettura, ma nulla di grave basta una rilettura con correzioni e via.
Come al solito ti faccio i miei più sinceri complimenti, continua così e alla prossima, ciaoo <3.

Recensore Master
05/07/20, ore 11:07

Buongiorno.
Si nota l'ispirazione di un momento, sembra un flusso continuo, costante! Non solo, incalzante, che poi aprirsi e analizzare sé stessi è sempre un passo difficile, che fa male, che non piace.
Bene così, a me è piaciuto come testo, proprio perché è stato un viaggio interiore dentro questa protagonista.

Recensore Master
05/07/20, ore 10:05

Eccomi per lo scambio del giardino di Efp.
Allora anzitutto mi è piaciuto come non ci sono nomi le due possono essere chiunque e anche come hai messo in maniera diversa i loro dialoghi.
La frustrazione dell altra che non vorrebbe essere lì che invece vorrebbe andarsene e si sente insoddisfatta di tutto l altra dimostra di conoscerla e una calma unica quasi serafica mentre le parla.
La conclusione mi ha lasciato di sasso perché immaginavo ci fosse qualcosa di strano vista l aria che si respirava e l atteggiamento della psicologa però non credevo così.
E comunque é proprio una verità ci si accorge troppo tardi degli errori.
Ciaoo e alla prossima.

Recensore Master
05/07/20, ore 09:52

Buongiorno cara.
Apprezzo sempre tanto le storie introspettive, è un genere in cui sto cercando di far pratica e sappi che questa one shot mi è molto piaciuta. Il fatto che non ci siano nomi aiuta a immedesimarsi, a sentir vicino queste donne, di cui una è misteriosa.

Una è la protagonista, di cui capiamo subito essere molto curata e di aspetto piacevole, ma anche piena di rabbia e rimpianti. Inizialmente non capivo dove stesse andando, sono rimasta molto contenta di leggere che si trattava di una seduta con una psicologa. La gente che ne ha bisogno difficilmente va a queste sedute, perché è vista come un qualcosa di cui vergognarsi, poi sì, c'è anche il fatto che non è facile aprirsi con degli estranei. La nostra protagonista ha una rabbia furente dentro di sé, per via di tutto ciò che non ha avuto, i desideri che sono stati messi da parte per via della sua prima gravidanza.
Penso sia terribile l'avere rimpianti del genere, pensare di non aver fatto abbastanza della proprio vita, ma è pure vero che da un lato si sta pur sempre parlando delle sue figlie (lasciando da parte un attimo il marito che non mi è sembrato il più fedele tra i tanti, ecco), e lei ne parla come se si fosse pentite di averle messe al mondo, ciò è altrettanto terribile, oltre che terribilmente umano.
Il personaggio della psicologa/dottoressa rimane pieno di mistero, non capiamo fino alla fine, sembra semplicemente una donna molto determinata che sta portando a compimento il suo lavoro.

Ma, in effetti ad un certo punto le cose diventano strane e il risvolto mi è piaciuto tantissimo. Questa sua seduta terapeutica non era altro che la sua ultima occasione per capire, per chiedere scusa e rendersi conto della frustrazione che ha gettato sulla sua famiglia. Oramai è troppo tardi, se n'è andata in quell'incidente (e sai, ho sempre amato questa questione della morte, di cui uno non si accorge, appunto, di essere morto), ma ciò non è valso per colei che era con lei in auto (sua figlia, se il sonno non mi ha fatto capire male). Anche se è rimasta dura e ostinata fino alla fine, anche se non si è pentita (sarebbe stato comunque troppo comodo), c'ho visto in lei un briciolo di commozione/umanità. Però sì, è rimasta coerente con se stessa. Il tempo è quello che è e ci accorgiamo delle cose troppo tardi.

Una bellissima lettura, a presto :*


Nao