Recensioni per
Beneath the red Sun of Darkover
di mikimac
Siamo alla conclusione di questa bella storia. Mi è piaciuta molto questa tua long, sia dal punto di vista del contenuto ma, soprattutto, del “come” hai raccontato le cose. Come ti ho già scritto precedentemente, la “cornice” storico-temporale in cui hai ambientato le vicende, non rientra precisamente nelle mie frequentazioni, ma ho gustato tutto perché le tematiche generali, che animano i comportamenti di chi hai messo sulla scena, sono coinvolgenti: l’amore, l’avventura, la fedeltà, la lealtà, il senso del dovere....E, soprattutto, la mia amata Johnlock, qui in una versione spettacolare e decisamente originale. A proposito di questo e della saga che ti ha ispirato, mi riferisco alla risposta alla mia precedente recensione, ritrovo ancora in te il timore di non aver saputo rendere con maggior efficacia tutti i risvolti che renderebbero, secondo te, la tua long più aderente al testo della saga cui ti riferisci. Intanto io sono sincera quando affermo che ciò che hai scritto mi é piaciuto e credo proprio che le mie incertezze su tutta quanta la struttura del regno di Darkover, dei Comyn, delle matrici, ecc..., non siano, a mio avviso, imputabili ad una tua (presunta) imprecisione nel raccontare. Infatti, in confidenza, ti dico che , quando leggo qualcosa, colgo l’impressione generale, il messaggio che può arrivarmi, il contesto emotivo (soprattutto). Per quanto riguarda, infatti, degli elementi che potessero essermi sfuggiti, ripeto, la responsabilità non è certamente tua, ma del mio modo di approcciarmi al testo. Inoltre, secondo me, se l’idea di partenza per scrivere qualcosa arriva all’Autore da un romanzo di altri o da un film, penso che la ff possa tranquillamente “volare” in direzioni narrative che non seguano fedelmente il percorso originale. Ripeto, purtroppo io non ho la conoscenza necessaria per impegnarmi in un puntuale confronto tra i due testi ma, ugualmente posso assicurarti che m’interessa di più il ritrovare dei personaggi noti (ed amati) in un Universo diverso da quello consueto. E tu sei riuscita a trasmettermi questo senso dell’IC pur in un contesto radicalmente diverso. |
Non c’è ancora pace per Sh e John e, stavolta, non riguarda gelosie o fraintendimenti ma il rischio di perdere tutto, per sempre. Ora ci fai capire il motivo della tristezza di Beltram che hai mantenuto sullo sfondo, sfumato ma ben presente, sullo sfondo. Quegli sguardi malinconici rivolti di nascosto ai due innamorati che, però, se non ricordo male, Sh aveva colto senz’ombra di dubbio. Dunque il motivo era la visione che John si sarebbe perso nella sua missione di “erede” del regno per fermare la potenza distruttrice di Sharra, e penso anche per cercare di dissuadere Sebastian dalla sua decisione suicida, e che Sh avrebbe dovuto ritrovarlo senza poter avere alcun aiuto. |
Il capitolo si apre con uno scambio molto IC tra Sh e Mycroft, in cui affiora la classica acredine che c’è tra loro, in tutti i tempi ed in tutti i luoghi riguardanti altri Universi ma che nasconde, tutto sommato un affetto profondo. Nelle osservazioni che ti ho lasciato precedentemente, non mi sono mai soffermata sulla figura di questo Mycroft che, pur non essendo il “Mister Inghilterra” dei giorni nostri, ne ha le caratteristiche di autocontrollo, accesso al potere e, come dicevo più sopra, un legame fraterno forte, anche se, entrambi, sono impegnati a mascherarlo. |
Un capitolo in cui decisamente dilaga l’angoscia per la situazione di John, prigioniero di Magnussen, caratterizzato anche qui da una glaciale malvagità e da un nauseante disprezzo per il prossimo. |
Innanzitutto, visto il riferimento che tu, qui, fai alla canzone di Elton John, me la sono riascoltata nell’unica versione live, che avevo ben presente perché la mia veneranda età mi ha permesso, purtroppo, di assistere in diretta al funerale di Lady D e, ti confesso, che, riascoltare quelle note così struggenti, mi ha emozionato molto. Nel leggere questo capitolo ho usato quella musica meravigliosa come colonna sonora di quanto hai scritto ed ho trovato una suggestiva coerenza tra il tuo testo e la canzone. Mi è venuta spontanea una curiosità sull’identità di quella “rosa d’Inghilterra” cui si dice addio. Ipotizzo, visto che, per ora, i nostri due sono vivi e il testo di Elton John ha un’ accezione funebre, di un addio definitivo e struggente, che tu abbia voluto riferirti, forse, a Mary. Tutto sommato, nella tua storia, lei non ha una caratterizzazione arrogante o sfacciata, in parole povere, negativa. Infatti ha dato un figlio a John e sembrava voler distanziarsi dai progetti criminali d’Irene. Ha voluto bene a John, mi viene da pensare. E questo suo atteggiamento, John l’ha capito e apprezzato, pur essendo inguaribilmente innamorato di Sh. Ecco, quindi quei fiori che lui voleva portare alla sua tomba, al laghetto. Un gesto tenero e di riconciliazione che, ahimè, è stato interrotto da un evento drammatico. Quindi trovo possibile che tu abbia pensato a Mary nello scegliere la canzone di di riferimento per questo capitolo. Ma l’unica che possa confermarmi o meno tale ipotesi sei tu... |
Un bel capitolo, animato dal “ritorno” di Sebastian Moran. Ero certa che tu l’avresti fatto comparire nuovamente sulla strada di John e Sh. Infatti, fin dalla sua prima apparizione, se non erro nella scena del contrasto tra Holmes e Moriarty nella sala mensa a Neskaya, l’hai caratterizzato come un personaggio comprimario a tutto tondo, a cominciare dall’accattivante aspetto fisico e dall’atteggiamento non certamente da figura di puro sfondo e basta. |
Annoto un elemento, per me importante, che rientra nei canoni della Johnlock e che già avevi introdotto progressivamente fino a culminare in questo capitolo e, molto probabilmente, destinato a evidenziarsi ancora di più nei seguenti. Mi riferisco a come Sh si rapporta con John. Da un’iniziale attrazione in cui, comunque, lui ha una caratterizzazione di superiorità e quasi di comando, per altro accettata da John anche per celare la sua vera identità e non uscire allo scoperto, evolve verso la consapevolezza che il suo “scudiero” è il completamento necessario di sè, è la persona che merita tutto il suo amore e tutta la sua fiducia. Ecco quindi la sua accettazione del ruolo di Comandante della Guardia Cittadina di Thendara, soprattutto a protezione di quello che sarà il suo re. Ma, tutto sommato, John ha già l’esclusiva del cuore di Sh e lo guida verso la completa condivisione di quello che significa davvero amare. |
Ritorna Sh e c’è il ricongiungimento con John. È il punto di forza del capitolo a cui tu arrivi centellinando, preziosamente, i vari passaggi per arrivarci. Allora c’è la chiusura tesa del Consiglio dei Comyn, con la preoccupazione relativa ai progetti distruttivi dei Terrani e questo clima ansioso è reso efficacemente dal tuo consueto uso mirato del lessico (“...sorprese, incredule, furiose e preoccupate...brividi di paura...”). Ma sul palco degli Alton nulla di tutto questo: la tensione predominante è diversa ed è tutta racchiusa nelle emozioni che stanno caricando Holmes di un’energia irrefrenabile. Infatti lui ha visto John ed ora nulla può fermarlo. Quando John entra nella stanza, e il modo in cui lo descrivi è rapido ma ce ne offre un’immagine affascinante, regale, giustamente non servono le parole. Bellissimo quel sorriso improvviso di Sh e quel bacio atteso da troppo tempo, tanto che la risposta di John non lascia spazio a dubbi sulla loro sintonia. Quello che segue e che tu hai raccontato con chiarezza e credibilità è, in pratica, la storia di John, del suo essere erede di Hastur, della sua sua importante caratteristica, cioè quella di avere un “laran” puro, come Sh, se non ho capito male.. Coinvolgente, soprattutto, il ritratto di uno Sh dapprima incuriosito, poi sempre più convinto nel vero significato del suo legame con John. Anche a proposito di quest’ultimo, molto intenso il dialogo telepatico che i due hanno tra loro, vera e propria ammissione di reciproco amore. |
Hai fatto bene a precisare, nell’Angolo dell’Autrice, le notizie riguardanti i cognomi delle varie famiglie. A dire la verità, io ci ho un po’ pasticciato ma la storia me la sto gustando ugualmente, davvero. Dal punto di vista delle info in cui bisogna porre attenzione (e memoria!) sono piuttosto sciatta, lo ammetto. Quindi chiedo scusa in anticipo se troverai ancora qualche confusione in tal senso. |
Con questo capitolo ci permetti di ricostruire gli avvenimenti immediatamente successivi alla tragica caduta di John e di James nelle cascate. Ritorniamo alla tensione di quei momenti sospesi, vissuti con uno stupore raggelante. Siamo con John in quel tragico “volo”, perché è proprio a questa capacità degli uccelli cui fai riferimento per descrivere le sensazioni di John. Così assistiamo al suo lasciarsi andare, assurdamente elegante e leggero, infatti sta andando incontro alla morte, in quel terribile vortice. Si fa silenzio, si fa buio. La tua descrizione è efficace e suggestiva. Che John non fosse morto lo speravo proprio, ma che si ritrovi con Sebastian, questo sì che è proprio un bel colpo di scena. |
Il capitolo è denso di fatti importanti. All’inizio l’atteggiamento di Sh, rabbioso e teso, la morte di Mary, il neonato che riporta a Holmes la dolcezza di John, l’attesa della vendetta... Tutto descritto con attenzione, con un perfetto equilibrio tra le parti. Si staglia decisamente, tra i personaggi comprimari, la figura di Anthea che rendi in maniera molto interessante e credibile. Una donna forte, coraggiosa, che sa tenere testa al cognato, ma addolcita da un’ammirevole pietà umana, sicuramente intrecciata ad una solidarietà tutta al femminile, che, per esempio, la porta ad imporsi affinché Mary abbia una degna sepoltura, nonostante il gelo devastante che chiude il cuore di Sh. |
Innanzitutto due parole sulle scelte musicali che caratterizzano i vari capitoli. Questo pezzo dei Queen è uno dei miei preferiti, da sempre. Mi dà una sensazione struggente di grandi sentimenti, d’immensità, di forti emozioni. Tutto ciò lo ritrovo in questo capitolo in cui rappresenti, con efficacia, l’atmosfera raggelante che dilaga dopo la scomparsa di John nei gorghi di Reichenbach. Dolore e rabbia devastanti che s’impadroniscono di Sh, sempre più in balia di un feroce desiderio di vendetta dopo il vuoto da cui si sente circondato da quel tragico momento. Chiaro è che il suo comportamento è dettato dal fatto che è morta, o almeno si pensa così, per ora, l’unica persona che abbia saputo leggere il suo cuore ed amarlo per quello che è. Quindi, adesso, il suo animo si è come richiuso, soffocando tutti i sentimenti che potrebbero lenire il suo strazio, come la pietà, l’umana accettazione di un fatto irreversibile. Molto suggestivo l’inizio del capitolo con il contrasto tra la serenità della natura, che continua imperturbabile il suo ciclo, e ciò é dato attraverso la scelta accurata di parole che esprimono pace ed equilibrio (“...lievi...sussurro...leggero...”), e lo stato d’animo di Sh che è sconvolto da quanto è accaduto e non riesce, comprensibilmente a darsi pace. Descrivi efficacemente l’angoscia in un’ atmosfera “sospesa”, in cui gli uomini che sono con lui cercano di non fare qualcosa che possa aggravare il suo stato di tensione. Davvero è un momento in cui anche chi legge, o comunque parlo per me, sta con il fiato sospeso ed aspetta che qualcuno possa intervenire per aiutare Sh nella razionalizzazione del suo infinito dolore. |
“...For all those born beneath an angry star...”: grande Sting ed in gamba davvero tu che hai intrecciato questi elementi musicali con ciò che racconti. Indubbiamente un destino ostile sembra proprio allontanare John e Sh, e questo è molto IC, ma “Tomorrow's rain will wash the stains away“. Infatti si può percepire, pur nelle mille difficoltà che i due incontrano sul loro cammino, che li accompagnerà, se non altro, la certezza che nulla potrà veramente separarli. |
Ho dato un’occhiata al testo della canzone cui fai riferimento, dopo aver letto il capitolo, e vi ho trovato un’intensa assonanza riguardante il sentimento di oppressione e di disperata consapevolezza che il mondo intorno è qualcosa che non ascolta la voce del cuore e non considera i desideri delle persone. Secondo me questo è più graffiante per John che è vissuto, fin da piccolo, in un ambiente familiare in cui gli affetti non venivano soffocati da situazioni ed atteggiamenti negativi, com’è, invece, successo al castello di Armida. È il capitolo, questo, in cui introduci due personaggi fondamentali nell’Universo “canonico” di Sh e John. Prima di tutto Irene e poi Mary. Entrambe non rientrano nelle mie simpatie, soprattutto la seconda per una serie di motivi ma questa è, ovviamente un’osservazione del tutto personale. |
Ciao. |