Recensioni per
Beneath the red Sun of Darkover
di mikimac

Questa storia ha ottenuto 25 recensioni.
Positive : 25
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
25/08/20, ore 22:46
Cap. 24:

Siamo alla conclusione di questa bella storia. Mi è piaciuta molto questa tua long, sia dal punto di vista del contenuto ma, soprattutto, del “come” hai raccontato le cose. Come ti ho già scritto precedentemente, la “cornice” storico-temporale in cui hai ambientato le vicende, non rientra precisamente nelle mie frequentazioni, ma ho gustato tutto perché le tematiche generali, che animano i comportamenti di chi hai messo sulla scena, sono coinvolgenti: l’amore, l’avventura, la fedeltà, la lealtà, il senso del dovere....E, soprattutto, la mia amata Johnlock, qui in una versione spettacolare e decisamente originale. A proposito di questo e della saga che ti ha ispirato, mi riferisco alla risposta alla mia precedente recensione, ritrovo ancora in te il timore di non aver saputo rendere con maggior efficacia tutti i risvolti che renderebbero, secondo te, la tua long più aderente al testo della saga cui ti riferisci. Intanto io sono sincera quando affermo che ciò che hai scritto mi é piaciuto e credo proprio che le mie incertezze su tutta quanta la struttura del regno di Darkover, dei Comyn, delle matrici, ecc..., non siano, a mio avviso, imputabili ad una tua (presunta) imprecisione nel raccontare. Infatti, in confidenza, ti dico che , quando leggo qualcosa, colgo l’impressione generale, il messaggio che può arrivarmi, il contesto emotivo (soprattutto). Per quanto riguarda, infatti, degli elementi che potessero essermi sfuggiti, ripeto, la responsabilità non è certamente tua, ma del mio modo di approcciarmi al testo. Inoltre, secondo me, se l’idea di partenza per scrivere qualcosa arriva all’Autore da un romanzo di altri o da un film, penso che la ff possa tranquillamente “volare” in direzioni narrative che non seguano fedelmente il percorso originale. Ripeto, purtroppo io non ho la conoscenza necessaria per impegnarmi in un puntuale confronto tra i due testi ma, ugualmente posso assicurarti che m’interessa di più il ritrovare dei personaggi noti (ed amati) in un Universo diverso da quello consueto. E tu sei riuscita a trasmettermi questo senso dell’IC pur in un contesto radicalmente diverso.
Mi riferivo prima al “come” tu abbia raccontato le cose. A me piace leggere, in generale, e trovo rilassante ed appagante trovare in un pezzo, oltre alla caratterizzazione dei personaggi ed alle vicende in cui sono coinvolti, anche l’atmosfera creata con precisione e cura. I ritmi stagionali. la vita nei castelli, i difficoltosi viaggi attraverso luoghi disabitati e sconosciuti...Persino l’inquietante, ma spettacolare sfondo alla fine tragica di Sebastian ed all’intervento di John e Sh. Anche questo ho gustato, qui da te, perché trovo che tu sai scrivere molto bene, con strutture linguistiche corrette e ben articolate. Niente è lasciato da te all’indistinto di una descrizione frettolosa e poco curata. Anche i semplici sfondi naturali sono suggestivi e significativi.
Spesso nelle ff viene privilegiata la parte dialogica, il più delle volte è più semplice usare quella, a meno che non si tratti, per esempio, di una “text!fic”. Invece da te è tutto più equilibrato. Chi legge viene accolto in una rassicurante armonia narrativa, sa dove si trova, chi c’è, cosa sta succedendo. In più ti meriti un complimento particolare perché la tua lingua italiana ha un lessico ricco e vario ed un attraente andamento narrativo. Ci racconti con calma e dovizia di particolari e ciò mi attira molto. Spero di incontrarti nuovamente qui, con un altra storia. Brava.

Recensore Master
24/08/20, ore 22:49

Non c’è ancora pace per Sh e John e, stavolta, non riguarda gelosie o fraintendimenti ma il rischio di perdere tutto, per sempre. Ora ci fai capire il motivo della tristezza di Beltram che hai mantenuto sullo sfondo, sfumato ma ben presente, sullo sfondo. Quegli sguardi malinconici rivolti di nascosto ai due innamorati che, però, se non ricordo male, Sh aveva colto senz’ombra di dubbio. Dunque il motivo era la visione che John si sarebbe perso nella sua missione di “erede” del regno per fermare la potenza distruttrice di Sharra, e penso anche per cercare di dissuadere Sebastian dalla sua decisione suicida, e che Sh avrebbe dovuto ritrovarlo senza poter avere alcun aiuto.
Molto convincente il modo con cui ti sei occupata delle preoccupazioni dei genitori di John e degli Alton. Ognuno ha le sue ragioni. Efficace l’intervento di Eileen che interrompe con decisione la spirale inutile di recriminazioni. Ma il punto forte del capitolo è quando Sh riesce a raggiungere John nel luogo in cui si trova con Sebastian. Hai dipinto anche qui, di rosso ed azzurro, le caratterizzazioni che sono protagoniste del momento. Molto suggestivo, davvero. E che dire dell’intrecciarsi di quello che si dicono i tre, sospesi in quel posto così angosciante. Ormai Sebastian è completamente fagocitato dalla potenza di Sharra che sta per aver ragione anche della resistenza di un John ormai stremato. Il duello ha termine con uno Sh che esprime tutto l’amore che prova per lui e riesce a spegnere la minaccia della demoniaca forza primordiale. Il “ritorno” dei nostri due al Castello dei Comyn è rassicurante e ci fa tirare un grosso, liberatorio sospiro di sollievo.
Rimane comunque impressa la figura di Moran che ha avuto la sua assoluzione dal sacrificio che l’ha visto protagonista. Hai gestito con risultati molto interessanti quel personaggio, tanto che, da elemento di secondo piano, è salito “sul palcoscenico” della tua storia, suscitando in chi legge forti emozioni.
P.S. Penso di cogliere un tuo costante pensiero per quelli, come me, che non conoscono i romanzi della Bradley. Sono convinta che, se io li avessi letti, sicuramente gusterei di più la tua long ma ti posso assicurare che me la sto leggendo con piacere e m’interessa molto. Forse un po’ di difficoltà l’ho avuta all’inizio perché non riuscivo ad entrare nel vero senso delle vicende ma, poi, mi ci sono trovata benissimo, grazie anche alla tua gestione narrativa esauriente che risulta efficace e comprensibile anche nei riguardi di chi non conosce la saga che ti ha ispirato.

Recensore Master
24/08/20, ore 00:17

Il capitolo si apre con uno scambio molto IC tra Sh e Mycroft, in cui affiora la classica acredine che c’è tra loro, in tutti i tempi ed in tutti i luoghi riguardanti altri Universi ma che nasconde, tutto sommato un affetto profondo. Nelle osservazioni che ti ho lasciato precedentemente, non mi sono mai soffermata sulla figura di questo Mycroft che, pur non essendo il “Mister Inghilterra” dei giorni nostri, ne ha le caratteristiche di autocontrollo, accesso al potere e, come dicevo più sopra, un legame fraterno forte, anche se, entrambi, sono impegnati a mascherarlo.
Quindi un cenno positivo te lo meriti anche per la gestione di un personaggio così particolare e complicato come il fratello di Sh.
“..- Sono sempre pronto a fare festa - ribattè Lestrade...”: il buon Greg si ritrova sempre volentieri, a qualsiasi latitudine, in qualsivoglia Universo. Sì, perchè è sempre disponibile all’ascolto, all’aiuto, fedele e leale, qualsiasi sia il suo ruolo. E tu lo gestisci, mettendo in risalto proprio queste caratteristiche che lo rendono un prezioso elemento equilibratore.
E, nella base terrana troviamo un altro personaggio che trovo sempre piacevole ricordare per la sua innata simpatia e per la disponibilità nei confronti sia di Sh sia di John. Qui compie un’operazione rischiosa perchè fa entrare chi è intenzionato a liberare il prezioso prigioniero. Mi riferisco a Mike Stamford, indimenticabile Cupido dei due di Baker Street.
Fai comparire nei dialoghi, già ne avevamo sentito comunque parlare precedentemente, l’inquietante presenza di Sharra, che tu metti a contrasto con la solarità di John (“...nella stessa stanza con Sharra?..”).
Penso proprio che gli sviluppi saranno molto interessanti.
Con la consueta cura nel descrivere anche le azioni che compiono i personaggi, è come se entrassimo anche noi a cercare John, nel sinistro “covo” di Magnussen. Con sollievo, assistiamo all’intervento di Sh che usa la Voce del comando e riesce a neutralizzare chi sta tormentando l’uomo che ama.
La tenerezza con cui si rivolge a lui spicca davvero coinvolgente in quel clima di orrore.
Poi, inserisci un colpo di scena che riporta la tensione sulla scena, anzi, la carica di echi sinistri. Vediamo infatti Sebastian che ha tutte le intenzioni di sacrificarsi affinchè la potenza di Sharra faccia giustizia per il male fatto a John. Quello che segue è un racconto magnifico ed incalzante di ciò che gli succede e dell’intervento di John per neutralizzare la potenza della matrice. Ci fai partecipi della grandezza morale dell’erede di Hastur che non esita a rischiare la sua vita per confortare Moran nel suo folle piano.
Alla fine, restiamo con l’angoscia che suscita il suo allontanarsi, verso il buio, dal richiamo disperato della voce di Sh. Un capitolo decisamente forte e particolarmente ricco di emozioni.

Recensore Master
22/08/20, ore 15:05

Un capitolo in cui decisamente dilaga l’angoscia per la situazione di John, prigioniero di Magnussen, caratterizzato anche qui da una glaciale malvagità e da un nauseante disprezzo per il prossimo.
“...bianche...forti...freddo...impersonale...metallico...”: infatti anche attraverso la scelta lessicale hai trasmesso il senso di pericolo e di impotenza in cui si trova l’erede di Hastur. Se poi viene inserito in quest’atmosfera così raggelante anche la figura di Magnussen, il quadro risulta chiaro e coerente con ciò che vuoi trasmetterci.
Hai curato a tal punto la sceneggiatura che non hai dimenticato d’inserire anche uno smorzatore di laran.
Tra i personaggi che si muovono accanto alle figure principali poni una Molly accondiscendente e scialba che collabora con la mente criminale del suo superiore, anche se notiamo qualche barlume di consapevolezza delle azioni malvagie in cui è coinvolta e, purtroppo, parte attiva.
In questo capitolo, ma già in altri era successo, con positivi risultati, intrecci, alternandoli, i fatti che riguardano John a quelli in cui vediamo Sh alla disperata ricerca dell’uomo che ama. Accanto a lui poni Sebastian, un personaggio che ti sta riuscendo bene come caratterizzazione e che si sta rivelando determinante.
Mi é piaciuto molto il confronto tra i due, che hai caratterizzato con motivazioni che risultano credibili, non banali. Sopra tutto, infatti, fai brillare la figura di John, capace di catalizzare qualsiasi situazione, rendendo giustificabili anche risvolti che potrebbero sembrare inaccettabili come ciò che è successo tra lui e Sebastian. Tutto va ricondotto all’eccezionale umanità dell’erede di Hastur che é in grado di comprendere ed aiutare chi non riesce a trovare una via giusta per andare avanti nella sua vita. È chiaro che sto parlando di Sebastian ed altrettanto lampante è che, quest’ultimo, si é innamorato di John. Questo Sh l’ha capito, come il fatto che si sia convinto che John sia innamorato solo di lui. Perció si arriva al patto tra i due per strappare la vita dell’uomo, cui tengono entrambi, alle crudeltà dei Terrani.
Il capitolo si chiude con lo straordinario ingresso sulla scena di una forza terribile che punta dritta alla mente di John per poter liberare tutta la propria terribile energia. Ed incomincia una lotta che avvince per il modo coinvolgente con cui la descrivi.
Brava.
P.S. Io non conosco la saga cui ti sei ispirata per questa long, ma trovo avvincente il modo e gli esiti con i quali hai trasportato il mondo del 221b in un Universo così lontano temporalmente e spazialmente e diverso. Hai avuto l’abilità di non stravolgere le connotazioni principali dei personaggi, dando vita ad un quadro d’ambiente veramente valido.

Recensore Master
21/08/20, ore 08:56

Innanzitutto, visto il riferimento che tu, qui, fai alla canzone di Elton John, me la sono riascoltata nell’unica versione live, che avevo ben presente perché la mia veneranda età mi ha permesso, purtroppo, di assistere in diretta al funerale di Lady D e, ti confesso, che, riascoltare quelle note così struggenti, mi ha emozionato molto. Nel leggere questo capitolo ho usato quella musica meravigliosa come colonna sonora di quanto hai scritto ed ho trovato una suggestiva coerenza tra il tuo testo e la canzone. Mi è venuta spontanea una curiosità sull’identità di quella “rosa d’Inghilterra” cui si dice addio. Ipotizzo, visto che, per ora, i nostri due sono vivi e il testo di Elton John ha un’ accezione funebre, di un addio definitivo e struggente, che tu abbia voluto riferirti, forse, a Mary. Tutto sommato, nella tua storia, lei non ha una caratterizzazione arrogante o sfacciata, in parole povere, negativa. Infatti ha dato un figlio a John e sembrava voler distanziarsi dai progetti criminali d’Irene. Ha voluto bene a John, mi viene da pensare. E questo suo atteggiamento, John l’ha capito e apprezzato, pur essendo inguaribilmente innamorato di Sh. Ecco, quindi quei fiori che lui voleva portare alla sua tomba, al laghetto. Un gesto tenero e di riconciliazione che, ahimè, è stato interrotto da un evento drammatico. Quindi trovo possibile che tu abbia pensato a Mary nello scegliere la canzone di di riferimento per questo capitolo. Ma l’unica che possa confermarmi o meno tale ipotesi sei tu...
Purtroppo, indirettamente, ciò provoca una svolta drammatica agli eventi perché John viene rapito proprio mentre visita la sua tomba, in un gesto che ho trovato commovente. Tu trovi sempre il modo di esprimere una sorta di assoluzione, parlo di Mary, in questo caso, per dei personaggi che, comunque, pur non essendo, a mio avviso, positivi, mostrano un segno di umanità e di condivisione. Infatti, anche della Mary delle Stagioni dei Mofftiss, penso che abbia voluto bene a John, pure se a modo suo.
Arricchisci, poi, il capitolo con l’incontro tra Sh e Sebastian, in cui affiora in modo inequivocabile la profonda gelosia dell’Alton. Mi è piaciuto molto quel “Per John” che ci invita a leggere, e di corsa, il pezzo seguente.

P.S. Tu non ci crederai ma io, nel lasciare queste osservazioni, ero “tormentata” da un pensiero molesto che mi distraeva costantemente: mi veniva con insistenza alla mente la validità di una tua storia precedente, o meglio di una raccolta in cui Sh e John sono due vampiri. O, meglio, il primo lo è, il secondo lo diventa per un’aggressione subita da Moriarty. Si tratta di “Red”. Beh, per fartela breve, per poter continuare questa recensione in pace, senza distrazioni, ho dovuto andare in cerca di quei pezzi per rileggermeli. Bellissimi, di una tenerezza infinita. Lo stesso grande amore che ritrovo qui. Ecco cosa mi ha richiamato. Infatti sono contenta quando leggo qualcosa di grandi sentimenti. Mi sono accorta che non ho recensito tutto quanto. Dopo questa, vedrò di ricavare qualche momento per dedicarti delle osservazioni anche lì. Ti meriti più attenzione.

Recensore Master
19/08/20, ore 08:00
Cap. 19:

Un bel capitolo, animato dal “ritorno” di Sebastian Moran. Ero certa che tu l’avresti fatto comparire nuovamente sulla strada di John e Sh. Infatti, fin dalla sua prima apparizione, se non erro nella scena del contrasto tra Holmes e Moriarty nella sala mensa a Neskaya, l’hai caratterizzato come un personaggio comprimario a tutto tondo, a cominciare dall’accattivante aspetto fisico e dall’atteggiamento non certamente da figura di puro sfondo e basta.
Ed eccolo qui, a “condire” il viaggio verso Armida di John e Sh. Ma devo procedere con ordine nel lasciarti le mie osservazioni perché, prima, succedono altre cose non trascurabili. Il titolo stesso ci rende consapevoli che i problemi, con la nomina di John ad erede della dinastia regnante, emergono inquietanti e minacciosi proprio dalle ombre che provengono dal pianeta Terra.
Dai meandri di Scotland Yard, arriva fin qui, in questa storia, in questo Universo, l’irritante presenza di Anderson, un nome una garanzia. Con lui, nell’ufficio di Regis c’è Jeannette ed il momento in cui John si accorge che lei lo sta analizzando con una matrice, accende ancora di più l’interesse di chi legge e la curiosità su come evolveranno le avventure dei nostri due. Infatti la mia sensazione è che ci siano ancora ostacoli per il loro legame e per la salvezza di Darkover.
Ed è la Terra che sembra costituire la minaccia principale. Questo non mi sorprende perché il nostro pianeta, anche nella realtà, ospita di tutto, dalle grandi intelligenze ai pazzi più sfrenati.
In questo capitolo si va delineando il ruolo di Sh che assume le vesti di guardia del corpo dell’erede al trono, come dici efficacemente tu, “il suo signore si era trasformato nella sua guardia del corpo.” È chiaro che è il forte sentimento che prova per John a far sì che l’orgoglio e l’arroganza vengano messi da parte per proteggere l’uomo che ama.
Ho accennato all’inizio alla ricomparsa di Sebastian che, senza nascondere ciò che è successo tra lui e John, si rende protagonista di un teso “duello” con Sh che, ovviamente, non ha accettato il fatto. Infatti i sentimenti che prova per John offuscano la visione chiara dell’eccezionalità di un uomo come quello di cui è innamorato che ora, a causa della missione di cui è diventato protagonista, avrà dei margini di assoluta indipendenza dal loro legame. In più, per quanto riguarda Holmes, l’essere nato e cresciuto in un ambiente piuttosto refrattario allo scambio affettivo, per ragioni di potere, gli ha sicuramente lasciato il senso del possesso nei confronti della persona amata.
Il capitolo si chiude con il patto di collaborazione che John riesce a far stringere a Sebastian. E l’immagine di Sh che si trincera dietro un rabbioso silenzio è più che significativa.

Recensore Master
15/08/20, ore 00:49

Annoto un elemento, per me importante, che rientra nei canoni della Johnlock e che già avevi introdotto progressivamente fino a culminare in questo capitolo e, molto probabilmente, destinato a evidenziarsi ancora di più nei seguenti. Mi riferisco a come Sh si rapporta con John. Da un’iniziale attrazione in cui, comunque, lui ha una caratterizzazione di superiorità e quasi di comando, per altro accettata da John anche per celare la sua vera identità e non uscire allo scoperto, evolve verso la consapevolezza che il suo “scudiero” è il completamento necessario di sè, è la persona che merita tutto il suo amore e tutta la sua fiducia. Ecco quindi la sua accettazione del ruolo di Comandante della Guardia Cittadina di Thendara, soprattutto a protezione di quello che sarà il suo re. Ma, tutto sommato, John ha già l’esclusiva del cuore di Sh e lo guida verso la completa condivisione di quello che significa davvero amare.
A tal proposito, hai descritto efficacemente l’atteggiamento dell’Alton durante la cerimonia, perfettamente in sintonia con ciò che sta succedendo e rispettoso del protocollo e della solennità dell’evento. Ovvio, tutto per John. Psicologicamente, la tua d’Autore, una mossa vincente perché segna significativamente l’evoluzione di Sh verso la conquista di un’umanità in cui i sentimenti non sono più elemento negativo da sfuggire. Molto, molto IC.
Davvero intenso quel “Io sarò sempre al tuo fianco” che mi ha quasi commosso, perché, che l’abbiamo trovato o no, un grande amore è sempre una meraviglia della Natura. Da fedelissima Johnlocker mi piace molto come hai intrecciato gli elementi fondamentali di quell’ormai mitico pairing in un tessuto davvero lontano anni luce dal mondo del 221b ma, da te, ho ugualmente ritrovato tutta la magia di quei due, anche se uno diventerà re e l’altro, per ora, è il Comandante della Guardia cittadina. Però, ripeto, sono sempre Sh e John.
Un passaggio particolarmente intenso, da te reso con partecipazione e sensibilità, è quello dell’incontro tra John ed i suoi genitori, seguito dall’accettazione da parte sua di diventare l’erede di Hastur. Sono circostanze, queste due, che hai descritto con attenzione e credibilità, caratterizzandole con una solennità emozionante. Brava.
Purtroppo la commozione e la gioia di tutto ciò che è successo, a partire dal ritrovarsi dei due protagonisti e da quello che ho appena citato, vengono incrinate da certi personaggi che “si mescolano in mezzo alla folla che acclamava John”. E, sinceramente, ho provato del disagio leggendo di Magnussen e di Anderson. Penso proprio che la felicità sia destinata a venire messa in pericolo da ombre minacciose.

Recensore Master
12/08/20, ore 23:31

Ritorna Sh e c’è il ricongiungimento con John. È il punto di forza del capitolo a cui tu arrivi centellinando, preziosamente, i vari passaggi per arrivarci. Allora c’è la chiusura tesa del Consiglio dei Comyn, con la preoccupazione relativa ai progetti distruttivi dei Terrani e questo clima ansioso è reso efficacemente dal tuo consueto uso mirato del lessico (“...sorprese, incredule, furiose e preoccupate...brividi di paura...”). Ma sul palco degli Alton nulla di tutto questo: la tensione predominante è diversa ed è tutta racchiusa nelle emozioni che stanno caricando Holmes di un’energia irrefrenabile. Infatti lui ha visto John ed ora nulla può fermarlo. Quando John entra nella stanza, e il modo in cui lo descrivi è rapido ma ce ne offre un’immagine affascinante, regale, giustamente non servono le parole. Bellissimo quel sorriso improvviso di Sh e quel bacio atteso da troppo tempo, tanto che la risposta di John non lascia spazio a dubbi sulla loro sintonia. Quello che segue e che tu hai raccontato con chiarezza e credibilità è, in pratica, la storia di John, del suo essere erede di Hastur, della sua sua importante caratteristica, cioè quella di avere un “laran” puro, come Sh, se non ho capito male.. Coinvolgente, soprattutto, il ritratto di uno Sh dapprima incuriosito, poi sempre più convinto nel vero significato del suo legame con John. Anche a proposito di quest’ultimo, molto intenso il dialogo telepatico che i due hanno tra loro, vera e propria ammissione di reciproco amore.
Sentimento che esprimono pienamente nella stanza di John, in cui, grazie anche ad una precisa e significativa scelta di Sh, si sentono, poi, “completi e uniti come non erano mai stati“.
Ad un certo punto, inserisci una parentesi che sembra rompere la magia del loro ritrovarsi. Mi riferisco alla confessione che Watson fa riguardo a Sebastian, scatenando, ovviamente, la gelosia di Sh. Ma tutto si risolve perché, tra loro, non può esistere qualcun altro. Il loro parlarsi e spiegarsi l’hai rappresentato, come di consueto, in modo convincente, senza banalità. Un bel capitolo anche questo.
(Recensione modificata il 12/08/2020 - 11:48 pm)

Recensore Master
11/08/20, ore 15:36
Cap. 16:

Hai fatto bene a precisare, nell’Angolo dell’Autrice, le notizie riguardanti i cognomi delle varie famiglie. A dire la verità, io ci ho un po’ pasticciato ma la storia me la sto gustando ugualmente, davvero. Dal punto di vista delle info in cui bisogna porre attenzione (e memoria!) sono piuttosto sciatta, lo ammetto. Quindi chiedo scusa in anticipo se troverai ancora qualche confusione in tal senso.
Dal punto di vista narrativo, sì, ho notato che, nel capitolo precedente, ci hai fatto seguire le vicende di John dopo la caduta nel Reichenbach, quindi si continuerà in questo. Queste scelte tecniche le trovo molto efficaci, brava.
Il capitolo si apre con l’accurata, consueta, cura con cui prepari lo scenario in cui agiranno i protagonisti. Come ho già rilevato, in altre osservazioni, mi piace molto la tua caratteristica di ambientare perfettamente i fatti sottoposti alla nostra attenzione, curando con nei minimi dettagli l’ambiente circostante. Un “ambiente” anche psicologico ed emozionale, che ci permette di “vivere” le vicende che racconti.
Anche in questo capitolo, come nel precedente, e come ci hai precisato tu, sempre nelle Note dell’Autrice, l’attenzione è focalizzata su John e su quanto è successo dopo la “caduta”. In seguito a quanto è avvenuto con Sebastian, logicamente i suoi pensieri sono tutti calamitati alla ricerca di un senso nell’essersi dato così, con facilità, alle attenzioni di Moran. E trovo perfettamente plausibile la motivazione che riguarda soprattutto il secondo rapporto avuto. “..di essere stato con Sherlock, non con Sebastian...”: ecco la spiegazione di ciò che è apparso quanto meno singolare e cioè il “tradimento” di John. Infatti le tue spiegazioni sono chiare e credibili. Il primo approccio con Sebastian è stato provocato soprattutto dalla perdita della matrice che fa da filtro nei confronti dei sentimenti altrui, perciò John è stato invaso dalla disperazione di Sebastian e ha ceduto al richiamo di un cuore in pena. La seconda volta, invece, determinante è stato l’incontro con Sh nel Supramondo, se non ho capito male, che, praticamente, ha sostituito a Sebastian, Holmes. Questo “scambio” spiega anche il trasporto con cui John vive il rapporto con qualcuno che non è l’uomo di cui é innamorato. Nel viaggio verso Nevarsin i suoi pensieri, com’è tua efficace strategia narrativa, s’intrecciano continuamente agli avvenimenti, in tal modo tu non fai accadere eventi che rimangano sospesi nel vuoto di un racconto superficiale. Come continuerò a ripeterti, noi sappiamo bene cosa passi per l’animo di chi agisce sulla scena, e questa tua prerogativa rende il racconto più avvincente e più credibile. Anche perché la tua introspezione psicologica va in fondo e mette in luce i sentimenti più nascosti. Per esempio, durante il viaggio con Sebastian, John riconosce l’unicità del suo legame con Sh ma non trascura l’idea che Mary è pur sempre sua moglie e le deve lealtà se non almeno nel trovare una soluzione “che non ferisse troppo i (suoi) sentimenti...”.
Questo atteggiamento è coerente con il personaggio e risponde ai richiami IC, anche se, nella S4, ne abbiamo viste di tutti i colori.
In questo passaggio narrativo emerge la figura di Moran che, tutto sommato, lascia la scena con un atteggiamento positivo.
Nel far ritornare John alla libertà, fai apparire chiaramente che si tratta di una libertà apparente perché lui è come fosse prigioniero della sua identità e delle sue non comuni capacità. Infatti, ad accoglierlo nella cittadella di Nevarsin, oltre a Beltran, c’è anche uno zio paterno. Indubbiamente hai acceso un’atmosfera calda e rassicurante ma, come metti bene in risalto tu, John è un predestinato ad un compito alto ed impegnativo. Quindi torna il discorso delle matrici e della necessità di sottoporlo ad ulteriori esami per scoprirne completamente le capacità.
Così conosciamo il suo destino, compreso quello che vedeva “Lui e Sherlock (erano) destinati a stare insieme per il resto della loro vita, per il bene del pianeta”. Sono sicura che l’unica cosa consolatoria e desiderabile per John sia quella, appunto, di rimanere per sempre accanto a Sh. È questo, secondo me, che gli fa accettare il proprio destino, segnato dal suo alto lignaggio.
Il capitolo si conclude con la lettura dei fatti relativi al Consiglio dei Comyn, dal punto di vista di John. Ritrovo comunque l’emozione travolgente degli sguardi dei due innamorati che s’incrociano.
Complimenti.

Recensore Master
09/08/20, ore 18:12
Cap. 15:

Con questo capitolo ci permetti di ricostruire gli avvenimenti immediatamente successivi alla tragica caduta di John e di James nelle cascate. Ritorniamo alla tensione di quei momenti sospesi, vissuti con uno stupore raggelante. Siamo con John in quel tragico “volo”, perché è proprio a questa capacità degli uccelli cui fai riferimento per descrivere le sensazioni di John. Così assistiamo al suo lasciarsi andare, assurdamente elegante e leggero, infatti sta andando incontro alla morte, in quel terribile vortice. Si fa silenzio, si fa buio. La tua descrizione è efficace e suggestiva. Che John non fosse morto lo speravo proprio, ma che si ritrovi con Sebastian, questo sì che è proprio un bel colpo di scena.
Mi è piaciuta molto la maniera in cui hai reso nota la sua identità: infatti, sfruttando le capacità mentali di John, l’hai come “ricostruito” attraverso i sentimenti che lo caratterizzano, ora, dopo la scomparsa di James. Rabbia, disperazione, solitudine, rimpianto, desiderio di vendetta, dolore, disperazione: decisamente la lingua italiana ed io ti siamo grate per l’uso sapiente e non banale che fai del lessico. Sei sempre stata in gamba a scrivere, ma in questa storia, sinceramente, hai raggiunto risultati molto positivi anche dal punto di vista puramente tecnico che, per me, è imprescindibile per gustare completamente ciò che si legge. Spesso le storie si reggono sui dialoghi, è più spiccio optare per questa scelta perché il racconto oggettivo, la narrazione, richiedono più precisione e dettagli. C’è chi sicuramente sa usare lo scambio diretto tra i protagonisti, per cui ne risulta un buon lavoro ugualmente ma, spesso e volentieri, la scelta di lasciare la maggioranza al “parlato” o, meglio, al discorso diretto, rivela una fragilità narrativa sconsolante. Quindi, brava anche per come scrivi.
Tornando a John ed a Sebastian il loro rapportarsi è costruito con equilibrio, credibilità , non è contaminato da pressappochismo e banalità. Il chiarimento tra i due su quanto è successo e su quanto rischi il pianeta, oggetto di disegni di conquista da parte dei Terrani, appare leale e mette ancor più in risalto lo spessore umano superiore di Watson. La figura di Sebastian non è da te appiattita in un’icona completamente negativa e ti servi dell’eccezionale empatia di John per farne un ritratto a tutto tondo. Certo, è una persona che stava con James, un tipo non raccomandabile e uso a violenze e prevaricazioni, ma tu metti in risalto, appunto attraverso il sentire di John, la sua identità di innamorato che ha perso per sempre l’oggetto del suo sentimento e di uomo che è consapevole del fallimento di una vita (“..La mia famiglia mi aveva ripudiato...”). Nelle parole che fai fluire tra i due si staglia nettamente un elemento importante che è quello della vera identità di Watson e percepiamo che anche Sebastian nutre forti dubbi sul fatto che John sia un semplice scudiero e basta. È una corrente sotterranea che, sono sicura, porterà a radicali cambiamenti.
Andando avanti nella lettura, si arriva ad un punto delicato e sconvolgente e cioè anch’io che succede tra i due. Un trovarsi inaspettato e travolgente, carico di disperazione e di sentimenti repressi. Mi è piaciuta molto la rete di ragionamenti su cui fondi le motivazioni che hanno portato Sebastian a manifestare una forte attrazione e, soprattutto, John a non respingerlo, anzi. Si potrebbe definire quasi la metamorfosi momentanea di un amore che, nella sua grandezza, può accogliere qualsiasi cosa, anche l’idea più assurda. Ma l’elemento determinante, che caratterizza l’assoluta originalità di questa situazione, è la straordinaria empatia di John che lo fa entrare in sintonia con i sentimenti di chi gli sta davanti e ciò che fa, apparentemente illogico per il giudizio comune, diventa un modo di esprimere il suo grande cuore, il suo generoso porsi nei confronti della disperazione altrui in un aiutare gli altri che sfiora l’annullamento di sè. Quello che è questo momento per Sebastian assume, paradossalmente perché non c’è alcuna forzatura nei confronti di Watson, anche le tinte forti della vendetta in nome di James (“..Lui aveva preso John e aveva reso felice il suo amante...”). Chiaro è che, comunque, sia determinante per Watson la perdita della matrice che lo protegge dall’energia dei sentimenti altrui. La scena successiva, in cui alla figura di Sebastian si sovrappone, quella di Holmes, nella percezione di John, é veramente intensa. Ed è come se Sh riportasse la “normalità” nel mondo emotivo di John perché quest’ultimo prova, tra il variare delle sue percezioni, anche la delusione di aver tradito il suo amore. Davvero, sei stata fantastica nel mettere nero su bianco tutta questa sequenza di sentimenti. In ciò che hai scritto non ci sono banalità, non ci sono astruse costruzioni narrative che sfocino nell’assurdo e nel ridicolo. È un grande lavoro d’introspezione che rende questo capitolo davvero intenso nella sua singolarità. Intanto, la figura di John si va arricchendo di sfumature e di possibilità impensate. Brava, davvero.

Recensore Master
08/08/20, ore 07:52
Cap. 14:

Il capitolo è denso di fatti importanti. All’inizio l’atteggiamento di Sh, rabbioso e teso, la morte di Mary, il neonato che riporta a Holmes la dolcezza di John, l’attesa della vendetta... Tutto descritto con attenzione, con un perfetto equilibrio tra le parti. Si staglia decisamente, tra i personaggi comprimari, la figura di Anthea che rendi in maniera molto interessante e credibile. Una donna forte, coraggiosa, che sa tenere testa al cognato, ma addolcita da un’ammirevole pietà umana, sicuramente intrecciata ad una solidarietà tutta al femminile, che, per esempio, la porta ad imporsi affinché Mary abbia una degna sepoltura, nonostante il gelo devastante che chiude il cuore di Sh.
A questo proposito, suggestiva l’immagine del posto che accoglierà le spoglie della moglie di John, ornato da un albero che “ in primavera e in estate si riempie di bellissimi fiori rosa”. Un’istantanea, questa, che addolcisce e mitiga il clima di dolore e di tensione che tiene imprigionata Armida.
Ma il punto forte di questo capitolo è, secondo me, la rappresentazione che hai dato del Consiglio dei Comyn. Circostanziata ed accurata, come sempre, del resto, è la cornice allo svolgersi dei fatti, che ci fa sentire presenti in quell’atmosfera così solenne e tesa. Davvero efficace è, in più, lo scenario psicologico ed emotivo che “ambienta”ulteriormente, precedendolo, il confronto tra le potenti famiglie. E ti servi dello scambio tra Rafael, Mycroft e Sh, che avviene la sera prima dell’evento, nel cortile del castello. Ci hai dato un quadro dettagliato, lontano da qualsiasi banalità, della situazione rischiosa in cui Sh si sarebbe trovato, l’indomani, a chiedere giustizia e non per uno “scudiero” ma per John. Il primo elemento che usi per caricare il clima di ulteriore attesa è l’accenno a quel mantello misterioso che si muove nella notte, rivelando che qualcuno sta spiando i tre Alton.
In tutta questa attesa, perché il tempo della narrazione viene da te centellinato preziosamente accrescendo l’interesse per ciò che succederà, veramente riuscita, a mio avviso, è la gestione dei comportamenti di Sh.
Come giustamente osservi tu, in una risposta alle mie osservazioni precedenti, il ‘maneggiare” i sentimenti di Sh è sempre, per voi Autori, un’operazione difficile e rischiosa per la complessità di un personaggio così particolare. Tu ci stai riuscendo benissimo e la positività di quest’operazione di introspezione, si riflette ovviamente sulla credibilità di tutto il resto.
Si arriva così al grande giorno del confronto tra i Comyn ed ho trovato d’effetto l’attacco che Sh compie verso gli Aldaran, sfruttando il silenzio inspiegabile degli “smorzatori” e l’effetto devastante della Voce del Comando. Così fai uscire tutta la malvagità che ha caratterizzato l’agire non solo di James ma di tutta la sua famiglia. Arriviamo, quindi, ad uno dei momenti più intensi non solo di questo capitolo ma, secondo me, di tutti quelli letti fino ad ora. E, la carica emotiva che emana da ciò che racconti, è racchiusa, in gran parte, nell’efficace contrasto che hai pensato tra lo stato d’animo di Sh, determinato a fare giustizia in modo implacabile e cruento, e tutto l’affetto e la tenerezza che derivano dall’inaspettato messaggio percepito dalla sua mente (“...Non farlo Sherlock...”), pronunciato da una voce a lui cara più di ogni altra cosa. È una raccomandazione accorata, che ha tutto il calore di una carezza. Molto intenso questo passaggio, brava.
Il capitolo si chiude con un bel colpo di scena, cioè con lo stupore attonito di Sh che scopre il volto sorridente di John tra coloro che assistono al Consiglio dal palco degli Hastur.
È proprio un momento intenso, che scioglie tutto il ghiaccio del dolore di Holmes e ci fa sperare in una positiva risoluzione di tutto ció che complica il potersi amare liberamente in questo Universo.
Complimenti.

Recensore Master
05/08/20, ore 22:30

Innanzitutto due parole sulle scelte musicali che caratterizzano i vari capitoli. Questo pezzo dei Queen è uno dei miei preferiti, da sempre. Mi dà una sensazione struggente di grandi sentimenti, d’immensità, di forti emozioni. Tutto ciò lo ritrovo in questo capitolo in cui rappresenti, con efficacia, l’atmosfera raggelante che dilaga dopo la scomparsa di John nei gorghi di Reichenbach. Dolore e rabbia devastanti che s’impadroniscono di Sh, sempre più in balia di un feroce desiderio di vendetta dopo il vuoto da cui si sente circondato da quel tragico momento. Chiaro è che il suo comportamento è dettato dal fatto che è morta, o almeno si pensa così, per ora, l’unica persona che abbia saputo leggere il suo cuore ed amarlo per quello che è. Quindi, adesso, il suo animo si è come richiuso, soffocando tutti i sentimenti che potrebbero lenire il suo strazio, come la pietà, l’umana accettazione di un fatto irreversibile. Molto suggestivo l’inizio del capitolo con il contrasto tra la serenità della natura, che continua imperturbabile il suo ciclo, e ciò é dato attraverso la scelta accurata di parole che esprimono pace ed equilibrio (“...lievi...sussurro...leggero...”), e lo stato d’animo di Sh che è sconvolto da quanto è accaduto e non riesce, comprensibilmente a darsi pace. Descrivi efficacemente l’angoscia in un’ atmosfera “sospesa”, in cui gli uomini che sono con lui cercano di non fare qualcosa che possa aggravare il suo stato di tensione. Davvero è un momento in cui anche chi legge, o comunque parlo per me, sta con il fiato sospeso ed aspetta che qualcuno possa intervenire per aiutare Sh nella razionalizzazione del suo infinito dolore.
Nel caos concreto ed emotivo che segue il dramma della caduta di John, la figura, tra i comprimari, che appare silenziosa ma determinante accanto a Sh e tenta di “attutirne” l’aggressività e la rabbia devastatrice è Lestrade e tutto ciò è IC, non c’è dubbio, anche se circostanze sono completamente diverse, addirittura in un altro Universo.
Una seconda figura attraverso cui esprimi un senso di solidità e di sicurezza è Anthea che, in questa storia, è la moglie di Mycroft ed in questo modo ne hai sviluppato le potenzialità espressive insite nel personaggio dei Mofftiss. Nello Sh BBC, infatti, la donna riveste il ruolo di “ombra” del maggiore dei fratelli Holmes e ne attua fedelmente le richieste, portando a termini i compiti delicati a lei richiesti.
Sviluppando questa sua presenza così importante e radicata nella vita di Mycroft, sei arrivata naturalmente al vederla al suo fianco come sposa. Questo passaggio l’ho trovato credibile e sviluppato con convinzione.
Molto intensa la scena tra Sh e Mary, e ti confesso che io sto con Sh, vista l’infedeltà della donna e...la naturale antipatia che provo per lei.
Il passaggio narrativo seguente, quello del confronto drammatico tra Holmes ed Irene, ci svela particolari importanti come la somministrazione, ai danni dello sposo, di un afrodisiaco per ottenebrarne la volontà. Ed è importante, e devastante per la donna, la scoperta che la mente ed il cuore di Sh, liberi da qualsiasi forma di autocontrollo, siano monopolio di John.
Al termine di questo drammatico incontro, leggo una frase che desidero citare perché la ritengo assolutamente insostituibile per descrivere, in poco spazio, cosa sia diventato Sh in seguito al lutto, oltretutto vissuto in diretta in modo così straziante: “..Un uragano incontrollabile e distruttivo che nessuno poteva fermare...”. Brava.
Ed un’altra immagine, che esprime efficacemente il senso di paura e d’isolamento in cui è precipitata Armida, è quella in cui un silenzio, drammaticamente irreale, reso più devastante dall’assedio della neve, isola il castello “dal resto del pianeta”.
Ho citato questi momenti perché mi piace mettere in risalto la tua capacità di ambientare, coerentemente e credibilmente, i fatti in modo che risultino più verosimiglianti.
Un altro punto di forza di questo capitolo è quando Sh incontra John nel Supramondo, ed è un John “invitante ed accogliente” che vince le resistenze di Holmes, titubante perché teme di trovarsi di fronte allo spirito di un morto ma, poi, l’amore che prova per il suo scudiero è troppo travolgente. Il momento è molto coinvolgente, descritto con la voce del cuore. Ma, purtroppo, Sh torna al mondo concreto e pensa di aver fatto solo un sogno, bellissimo ed irreale. Dilagano, così, nuovamente, la sete di vendetta e la rabbia del vuoto lasciato da Watson. Bel capitolo, anche questo.

Recensore Master
03/08/20, ore 21:14
Cap. 12:

“...For all those born beneath an angry star...”: grande Sting ed in gamba davvero tu che hai intrecciato questi elementi musicali con ciò che racconti. Indubbiamente un destino ostile sembra proprio allontanare John e Sh, e questo è molto IC, ma “Tomorrow's rain will wash the stains away“. Infatti si può percepire, pur nelle mille difficoltà che i due incontrano sul loro cammino, che li accompagnerà, se non altro, la certezza che nulla potrà veramente separarli.
La tua storia si fa sempre più avvincente, anche perché non abbandoni i riferimenti IC, ma li intrecci sapientemente con quanto esige questo Universo e, soprattutto, ascoltando la tua indubbia creatività. L’argomento che più dimostra questo è Reichenbach, senza il quale, Sh non sarebbe Sh e John non avrebbe quel ruolo fondamentale in tutte le vicende e nel suo posto di protagonista, a volte più determinante dello stesso Holmes.
Sto pensando a tutta la Serie 4 ma non bisogna dimenticare che, dietro al “volo” di Sh dal tetto del Barts, c’è anche la necessità di proteggerlo.
Sarebbe rimasto tutto sotto traccia, molto probabilmente, se non ci fosse Reichenbach come drammatico spartiacque.
Infatti è la frattura tra due epoche, tra due mondi emotivi che caratterizza il maturarsi o, meglio, l’evoluzione del rapporto tra i due di Baker Street. Qui torni alla “Caduta”, al momento in cui le loro due vite sembrano prendere drammaticamente strade diverse e divergenti. Ed è un Reichenbach assolutamente “canonico” rispetto a Doyle perché abbiamo la cascata ed il drammatico precipitare nei suoi gorghi portando con sè anche l’infame Moriarty. Ma qui tu hai dato “un colpo d’ala” energico per farci assistere ad una “Caduta” tutta tua, originale e sconvolgente allo stesso tempo. Infatti non è Sh che vola giù ma è John. Una scelta narrativa forte, la tua, che mi è piaciuta molto perché la ritengo coerente e significativa relativamente al senso di sacrificio e di lealtà che caratterizza l’agire di Watson rispetto a Sh, fattore ancora più evidente in questo Universo, molto più attenuato, a mio parere, nel mondo del 221b.
Qui tu, infatti, hai potenziato efficacemente quell’aspetto di uomo d’onore e di assoluta onestá che possiamo scoprire qui è là nel John dei Mofftiss.
Questa sua tensione a ciò che è giusto, anche a costo della vita, l’hai illuminata in modo molto più potente rispetto al canone.
Il capitolo è lungo e complesso ma il punto focale, che mi sono riletta più di una volta per la sua intensità, è, appunto, proprio il momento in cui protagonista diventa la cascata e la sua forza distruttrice. Nell’introdurre il passaggio così drammatico, dai un significativo saggio della tua capacità di descrivere un ambiente (“...Gli alberi del bosco avevano...”) e ciò lo trovo estremamente efficace ai fini narrativi perché circostanzi, in modo realistico, mediante la rappresentazione preziosa dello scenario, in cui accadrà qualcosa di fondamentale, proprio i punti più importanti dello svolgimento del capitolo.
L’ingresso in scena del “ghignante” Moriarty carica in modo convincente la scena di un’estrema tensione ed infrange quell’atmosfera di poetica contemplazione in cui John sta ammirando la potenza della cascata e Sh, dietro di lui, guarda, più con lo cuore che con gli occhi, l’uomo di cui é innamorato. Bellissimo questo momento. Ma, tornando al colpo di scena che spezza l’incantesimo di pace e di serenità, hai saputo veramente spargere angoscia e tensione, basti pensare a come James giocherella con la vita e la sofferenza di John. È un momento sospeso veramente drammatico perché Sh percepisce chiaramente che la sorte di Watson è nella morsa di un pazzo diabolico e, come se non bastasse, c’è un precipizio di 100 m.
Quando Sh si rende conto di ciò che John ha in mente, tutto si ferma, hai fatto in modo che la scena sembri quasi priva di suoni o rumori. Persino quando scrivi dell’urlo disperato di Holmes (“...Urló con la voce...”) trasmetti la sensazione che la tensione derivante dall’orrore che sta dilagando sopra il precipizio, abbia racchiuso i personaggi in un’atmosfera soffocante, come in una bolla di vetro. Nessun rumore, nessuna speranza.
Veramente emozionante, poi, lo scambio telepatico tra John e Sh e, poi, Greg. Hai toccato davvero il cuore di chi legge. E mi ripeto: grande John. Ma grande soprattutto tu, che hai scritto queste cose.
Non facilmente dimenticabile l’immagine di lui che, nel precipitare, “volò composto e silenzioso”, in contrasto con la caduta scomposta e grottesca di Moriarty. E che dire della corsa disperata di Sh, trattenuto dalla vigile compartecipazione di Gregory. Splendido.
A proposito dei personaggi che fai agire, molto interessante trovo la divergenza di atteggiamenti e d’opinioni tra Irene e Mary nei confronti dei rispettivi mariti. Infatti, metti in luce l’evidente attaccamento che Mary ha maturato nei confronti di John, pur essendo coinvolta in un piano criminale che non ammette pietà o sconti per la vittima principale, cioè Sh.
Complimenti, davvero.

Recensore Master
02/08/20, ore 16:33
Cap. 11:

Ho dato un’occhiata al testo della canzone cui fai riferimento, dopo aver letto il capitolo, e vi ho trovato un’intensa assonanza riguardante il sentimento di oppressione e di disperata consapevolezza che il mondo intorno è qualcosa che non ascolta la voce del cuore e non considera i desideri delle persone. Secondo me questo è più graffiante per John che è vissuto, fin da piccolo, in un ambiente familiare in cui gli affetti non venivano soffocati da situazioni ed atteggiamenti negativi, com’è, invece, successo al castello di Armida. È il capitolo, questo, in cui introduci due personaggi fondamentali nell’Universo “canonico” di Sh e John. Prima di tutto Irene e poi Mary. Entrambe non rientrano nelle mie simpatie, soprattutto la seconda per una serie di motivi ma questa è, ovviamente un’osservazione del tutto personale.
Ho trovato questo capitolo uno dei migliori tra quelli letti fino ad ora, per la perfetta sincronia tra un Universo e l’altro ottenuta con una rielaborazione dei contenuti canonici della Serie dei Mofftiss. Mi riferisco ai rapporti tra le due donne ed i rispettivi mariti, soprattutto per quel che riguarda Sh ed Irene. Mi spiegherò meglio: è evidente, da ciò che abbiamo visto in ASIB e colto da qualche riferimento in successive puntate dello “Sherlock” BBC che, tra i due, c’era sicuramente un’attrazione, forse di tipo mentale o altro. Fatto sta che penso proprio che, quella volta, il buon Watson se la sia vista brutta. Ma non abbiamo la certezza su quanto completo sia stato il suo legame con Sh.
Qui, da te, Irene conserva lo stesso fascino perverso e, scopriamo, la stessa tendenza criminale che la lega a Moriarty. Comunque il matrimonio tra lei ed Holmes viene celebrato e consumato e questo lo trovo perfettamente coerente con il contesto sociale in cui hai inserito le vicende che racconti. Una coppia di sposi del genere, “assemblata” con scopi dinastici e di potere, sicuramente avrebbe dato molto nell’occhio comportandosi in maniera poco “normale”. Quindi mi trovi d’accordo, anche se ho sofferto come johnlocker, sul loro essere marito e moglie. Più sincera si mostra l’unione tra John e Mary, sicuramente da parte di lui, che, quasi considerando lei una vittima innocente delle circostanze la rispetta sia in un modo, all’inizio, sia nell’altro, non negandosi alle circostanze che gli impongono di non umiliare la donna. Nonostante il suo amore per Holmes sia al di sopra di tutto, considera Mary come una persona degna di rispetto che possa aiutarlo a superare il dolore per una tale situazione, non essendo certamente colpevole del suo sfortunato destino.
Tutto questo hai costruito in modo credibile e circostanziato anche psicologicamente, come sai fare tu, con ottimi risultati.
Un elemento che rende John ancora più caratterizzato da una statura morale davvero ammirevole è la sua più che generosa preoccupazione, a prezzo della sua serenità e di una grande fatica, nel limitare i danni che la mente di Sh può provocare alla moglie nei momenti d’intimità, in cui l’autocontrollo viene meno. Grande John.
Il capitolo si chiude con l’annuncio che le due coppie di sposi attendono un figlio.
Bella storia, davvero.

Nuovo recensore
31/07/20, ore 23:33
Cap. 24:

Ciao.
Ho aspettato a commentare per vedere le differenze con la storia precedente che avevi pubblicato.
Come ho amato la versione precedente, anche questa mi è piaciuta tantissimo, soprattutto nella parte iniziale e finale della storia.
Il tuo stile si è affinato, ma la tua capacità di tenere incollati i lettori era ed è rimasta stupefacente.
Grazie di averla ampliata, è stato divertente e appassionante sapere come erano arrivati e come finisce.
Grande come sempre! :-)
Annamaria

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