Oddio. Oddio. Oddio.
Giuro che fra due secondi mi riprenderò, lo giuro *bugia, è una maledetta bugia* T____T.
Juriaka, tu mi vuoi proprio male, sia a me che al mio povero cuoricino distrutto. Questo è il più angst tra gli angst! xD Insomma, è una storia assurdamente meravigliosa, con quell'alone di disperazione e speranza che adoro vedere in una storia. Ma pensare che questa sia una Kagehina mi riempie ancora più di gioia, insomma hai messo insieme Shouyou, Tobio e tanta tristezza, in pratica la mia storia ideale <3.
Ok, vorrei conferire un minimo di decenza a questa recensione, per cui parto dall'inizio e cerco di limitare i vagheggiamenti *non ci riuscirò, ti avviso*.
Il titolo. Adorato, dall'inizio alla fine. Cioè, non potevi scegliere una parola migliore per evidenziare la potenza espressiva di questa storia, soprattutto perché sottovoce, oltre a riferirsi al tono di voce, in realtà sembra proprio evocare l'immagine d'Hinata agli occhi di Kageyama, uno spettro di cui non riesce a fare a meno e che sembra parlargli proprio con pacatezza, perdendo in parte quell'alone energico che l'ha sempre contaddistinto. Assistiamo alla presenza di un altro Hinata, un personaggio che non conosciamo e che tu ci descrivi superbamente, rendendolo - nonostante tutto - incredibilmente IC. Davvero, appena ho letto il finale di questa storia e poi ho riletto il titolo sono scoppiata a piangere come un'ebete, drammaticissima! xD
Secondo punto incredibile. Kageyama. Chiariamo subito il concetto base, io letteralmente adoro questo personaggio. Così tanto che quando si tratta della sua introspezione risulto forse anche un po' troppo scrupolosa. Ma Juri. Insomma. E' UN CAPOLAVORO! Davvero, io sono rimasta senza parole, non era per niente facile tratteggiarlo per la storia che hai deciso di trattare, insomma era semplicissimo scadere in un OOC un po' forzato, ma tu sei stata incredibile sotto ogni punto di vista, era come avercelo davanti mentre si lasciava consumare dal dolore, una scena per me davvero scioccante! *^*
Premesso che tutta la storia mi ha praticamente demolita - sì, sei riuscita nell'intento di spezzarmi il cuore xD -, ma ci sono state delle scene che io davvero considero d'un simbolismo pazzesche, proprio perché vengono vissute dal punto di vista di Kageyama: "«Non succederà mai» rispose Kageyama, beffardo. Poi però arrossì, non appena Hinata gli balzò addosso, aggrappandosi a lui come un koala e posandogli fugace un bacio sul collo."
Devo essere onesta. Quel non succederà mai, leggendo la storia, assume una connotazione talmente triste che non sono riuscita a starmene impassibile come avrei preferito fare. Cioè, ho letto questa scena e ho cominciato a singhiozzare come una scema, davvero meravigliosa.
"Rimangono immobili, mentre la palestra della Karasuno veglia su di loro, custodendo per sempre le voci di due ragazzi che ridono e che bisticciano giocando a pallavolo." Non piangere, non piangere, non piangere maledetta Ever! xD Ma come diavolo si fa a non piangere di fronte a questo rigo, COME?! SPIEGAMELO. Mentre sto scrivendo sta recensione sto tirando di nuovo su col naso e mi do dell'idiota, ma davvero non riesco a rimanermene calma e impassibile mentre tu scrivi frasi del genere, mi hai dilaniato il cuore in maniera irrecuperabile, ti avviso!
Anzi no, a ben pensarci forse ho perso qualche battito a questa scena: "«Alzamene un'altra, Kageyama! Un'altra ancora!»" Ma Juriaka, sei di un sadico pazzesco eh! Ma come puoi scrivere una cosa di questo tipo?! Proprio quella frase che Hinata ha detto a Kageyama così tante volte che potremmo riepilogarle a memoria, adesso ritorna più prepotente che mai alla mente del nostro amato setter. Forse è frutto della sua mente o forse Hinata è davvero un fantasma, ma non importa più niente: ormai è andato via, e quello che lo tiene ancora ancorato a quella non vita è proprio il povero Tobio, che non riesce a lasciarlo andare. Ma insomma. Non è giusto per niente, morirò nel rileggermela diciottomila volte! xD
Ma la cosa più devastante, la cosa che più amo/odio all'interno delle angst. Il countdown. Lo odio, eppure lo amo così profondamente.
In questa storia l'ho amato più che in altre perchè sembra scandire perfettamente il tempo che rimane ai nostri amati Hinata e Kageyama, reso ancora più terrificante da quel:
«Ci arriverai, vero?» gli domanda, le iridi ambrate ed eccitate, stillanti fame e voglia di vincere.
Sulla cima del mondo.
Allora, aspetta che mi calmo un secondo e riprendo a scrivere.
...
E niente, non riesco a trovare comunque qualcosa di sensato per continuare questa recensione senza senso, so solo che sono tristissima e felicissima d'aver potuto leggere questo capolavoro, a maggior ragione perché scritto dal punto di vista di Kageyama - non so perché mi piaccia così tanto vederlo soffrire, a volte credo di essere davvero sadica!
In questa storia è tutto perfetto: il contesto ambientale, la bellezza sconvolgente e malinconica d'Hinata, la disperazione e l'inaccettazione di Kageyama e quella consapevolezza dolorosa - seppur necessaria - di dover per forza andare avanti quando non si vorrebbe.
Juriaka, sei stata straordinaria. Ti giuro, erano secoli che non mi commuovevo così di fronte ad una storia bella, stupenda, incredibilmente ricolma di sentimenti che non riesco neanche a trovare le giuste parole per darle il giusto merito!
Immagino che non ti ringrazierò mai abbastanza per averla scritta, è stata un toccasana per la me lettrice, davvero meravigliosa!
Questa recensione non avrà molto senso, ma spero comunque d'esser riuscita in parte a comunicarti ciò che sei riuscita a farmi provare con questa piccola, grande perla!
A prestissimo <3,
Ever
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