Recensioni per
Il sacrificio più grande
di LadyPalma

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
08/11/20, ore 19:54

Amo i racconti storici e questo mi ha incuriosita molto. Mi piacciono moltissimo le storie, i libri e le serie TV ambientate in questi periodi storici e proprio quest'estate ho letto un libro in cui si parlava anche del Sacco di Roma del 1527 come una linea di demarcazione che distrusse tutto l'ottimismo e la fiducia nel futuro, nella bellezza e nell'arte tipiche del Rinascimento. Il tuo breve racconto introspettivo su una delle guardie svizzere che si salvò dai Lanzichenecchi per rimanere a protezione del Papa è davvero bellissimo, potente nella sua brevità. Riesci a far sentire tutti i dubbi, i rimorsi, le esitazioni di Kaspar di fronte a una scelta così difficile e, alla fine, il giovane riesce comunque a rendersi conto di aver fatto la cosa giusta. Combattere i Lanzichenecchi, morire in battaglia, magari, sarebbe stato forse più "facile", mentre restare e doversi alleare con i mercenari è un tormento continuo. Però Kaspar comprende che andare in battaglia sarebbe stato combattere per se stesso, per il suo orgoglio, mentre umiliarsi giurando fedeltà ai Lanzichenecchi ha significato salvare il Papa, quindi fare la cosa giusta, sacrificarsi per il vero scopo per cui le Guardie Svizzere esistono.
Una storia bellissima che sono stata molto felice di leggere e commentare!
Abby

Recensore Master
05/10/20, ore 10:20

Recensione premio per il primo posto al contest "Il gioco della sigaretta (Lui e Lei contest)": 1/3

Ciao cara! Ormai mezzo secolo fa, ti avrei detto che sarei passata a recensire questa storia: colgo così l'occasione delle recensioni premio per rileggere alcune tue storie che mi erano piaciute. Tra cui, appunto, questa, che è l'ennesima storia che mi ha fatto mangiare le mani per non aver partecipato al gioco.
La tua idea, comunque, è geniale. Hai scelto un periodo storico che ho studiato in maniera eccessiva e con un professore che detestavo e, nonostante ciò, sei riuscita a farmelo apprezzare e di questo ti ringrazio. Mi piace l'idea di dividere la storia in due tronconi, sia come scelta grafica (ultimamente muovo guerra ai muri di testo) sia come scelta stilistica.
Ma andiamo con ordine. Le considerazioni della prima parte mi sono piaciute moltissimo, costituiscono a parer mio il classico "inizio con il botto", se mi permetti di essere un po' colloquiale.
Sono inoltre delle riflessioni effettivamente sensate: umanamente quelle riguardo la parola, storicamente quelle sui lanzichenecchi (che, probabilmente, saranno veramente stati definiti "beste di Satana" ahaha).
Di questa prima parte, quella "vincente", se mi passi il termine sicuramente inadatto, è la conclusione. La riporto perché mi ha colpita in maniera assolutamente e totalmente positiva: «avrebbero fatto la conta poi - quarantadue». Si tratta di una frase secca, cruda, che costituisce prima il naturale accompagnamento della narrazione e, in seguito, semplicemente un colpo al cuore.
Sarà che oggi mi sono svegliata particolarmente sensibile, ma il pensiero di tutti quei soldati (appena un centinaio) che vengono dimezzati mi ha devastata.
La seconda parte è stata sicuramente quella che ho preferito - anche se sono di parte, perché io adoro follemente le vicende di papa (in)Clemente VII - e che mi ha anche colpita di più. Si percepisce la resa, in quella parte, è la conseguenza di quella famosa "conta" del paragrafo precedente, ed è anche più rassegnata.
Come scrivi tu, senza scopo coraggio e onore non servono e, in questo caso, la disfatta era facilmente prevedibile. Infatti non mi ha stupito che almeno uno dei soldati abbia cambiato schieramente - e, alla fine, fanno quarantuno.
Insomma, come avrei capito la storia mi è piaciuta da matti e sono veramente contentissima di averla letta, anche se "opportunisticamente" per andare sul sicuro con queste recensioni.

Grazie per questa storia.
Gaia

Recensore Master
25/09/20, ore 11:35

Ciao, leggere di Storia è sempre un piacere: fa parte di noi, sono reali ma allo stesso tempo lontane.
In questo caso hai dato vita ad un personaggio a cui probabilmente nessuno pensa, perché ciò che ci viene spiegato a scuola è il momento storico dimenticandosi chi lo ha compiuto.
Il giovane di cui ci racconti è un fiero combattente, uno degli ultimi a rimanere accanto al suo Re (perché di questo si trattava), si inchina davanti a lui ma sentendo di tradire se stesso: la contraddizione estrema tra dovere e volere. Sacrifica la sua volontà, se stesso.
Era uno dei quarantadue rimasti in vita ma anche uno dei dodici a rimanere.
Davvero bella storia, lascia un velo di tristezza per le tante vite di cui non sappiamo nulla ma che hanno dato la vita per farci stare qui, oggi.

milla4

Recensore Master
02/08/20, ore 20:39

Ciao!
Finalmente riesco a passare anche di qui: non ne leggo quanti vorrei, ma i tuoi racconti storici mi piacciono sempre tantissimo, perché riesci a coniugare molto bene il "racconto generale" con quello "particolare". La storia è sempre al centro dell'attenzione, ma da questa storia emergono umanità molto interessanti, a cui riesci a dare spessore anche in spazi molto brevi, anche quando il loro racconto è legato agli eventi storici, prima ancora che alle loro motivazioni personali. Oltretutto, le tue scelte non sono mai scontate: si vede che la storia è qualcosa che ami e che, soprattutto, conosci molto bene, perché gli episodi che racconti sono sempre quelli forse non sotto i riflettori, non i primi a cui si penserebbe (o, per lo meno, non i primi a cui penserei io, ecco).
Questa storia mi è piaciuta davvero tanto: sei riuscita a rendere molto bene il prompt (anzi, i prompt) proposti, e mi hai anche dato l'occasione di tornare a riflettere su un episodio ormai semisepolto nella mia memoria.

Recensore Master
01/08/20, ore 18:25

Ciao Marti, sto iniziando a passare da tutte le storie scritte per “A scatola chiusa” ed ero particolarmente incuriosita dalla tua scelta. Devi sapere che la storia mi ha sempre appassionata, ma in special modo quella antica e quella moderna-contemporanea, quindi il periodo in cui è ambientata la tua flash non è uno dei miei preferiti, ma sei riuscita a farmi apprezzare tantissimo la doppia scelta del tuo protagonista.
Come sempre trovo che tu sia bravissima ad andare dritta al punto e a raccontare tantissimo con pochissime parole, io arrivo sempre a filo delle 500, invece tu mi sembri davvero a tuo agio con la brevità. In questo caso assistiamo a due momenti fondamentali nella vita di Klaus e lo vediamo giurate fedeltà al Papà, come è giusto che una Guardia Svizzera faccia, ma come non tutti avrebbero fatto al suo posto - meraviglioso il dettaglio relativo alla scelta del nome, si vede che la storia è una delle tue grandi passioni.
Grazie perché mi hai davvero emozionata con questo soldato coraggioso.
A presto,
Francy

Recensore Master
17/07/20, ore 13:21

Buongiorno.
Quello che l'Italia rinascimentale si era ridotta a essere; puro bottino da razziare...
La fine di un'era, anche se ormai la decadenza era iniziata da almeno tre decenni abbondanti.
Hai trasmesso bene ansia e angoscia per gli avvenimenti, anche se con poche parole, hai reso bene l'idea.

Recensore Master
16/07/20, ore 13:12

Ciao carissima^^
dici bene: la cosa più terribile per un soldato degno di questo nome non è perdere la vita ma l'onore.
Però ha molto senso anche la frase proferita dal comandante di Kaspar: il coraggio è vano, senza uno scopo. Ovvero, un soldato deve essere pronto anche all'estremo sacrificio, ma il sacrificio deve avere un senso, dfeve accadere per un motivo.
Io faccio reenactment come lanzichenecco, quindi sono un po' di parte, ma ammiro sinceramente il coraggio di questo tuo soldato, che sceglie di rimanere al suo posto nonostante la sproporzione delle forze, nonostante la consapevolezza che la sconfitta è quasi certa.
Il fatto che tu non l'abbia caratterizzato più di tanto, immagino per scelta, paradossalmente gli dà una caratterizzazione maggiore: lo rende "il" soldato, quel soldato che rimane al suo posto fino all'ultimo, saldo e fedele, che mostra una rinuncia di sè degna di un santo, che calpesta anche il proprio orgoglio per tenere fede a un compito più alto.
Davvero una bella storia, complimenti e in bocca al lupo per il contest^^