Recensioni per
He ain't heavy, he's my brother
di meiousetsuna

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/09/20, ore 17:43

Eccomi, non ti ho messa da parte.
Allora...Già il tuo appunto iniziale che “Eurus non esiste”, m’invita ad una lettura più distesa, in quanto, senza l’ombra inquietante di quel personaggio, mi aspetto un’atmosfera senza particolari colpi di scena.
Ti occupi di un argomento che scorre sempre sotto la superficie dello “Sherlock” BBC, e cioè il rapporto complesso tra i due fratelli Holmes. Nella S4, il quadro ambientale ed affettivo di Sh e di Mycroft è stato caratterizzato con tinte fosche e livide, in quanto la presenza della follia diabolica della sorella impronta lo sguardo al passato familiare della famiglia Holmes alla scoperta di una realtà agghiacciante e molto problematica. Sgombrato il campo da tutto ciò, tu hai preferito occuparti dei due fratelli, il cui legame è evidente e profondo anche se caratterizzato, almeno da parte del minore, alla mascheratura dei veri sentimenti che lo connotano. Nella tua storia li troviamo piuttosto indietro negli anni, immersi in un clima familiare che già li “isola” dagli altri. Il piccolo Sh trova nel fratello maggiore il suo vero punto di riferimento, mentre le figure genitoriali si pongono in posizione secondaria. Il punto focale é la bici che lo stesso Mycroft ha regalato a Sh e questi scalpita per usarla come un ragazzo più grande, senza le rotelle di supporto. Interessante ed efficace questa tua scelta riguardante la situazione che vede i due fratelli impegnati in un, tutto sommato, affettuoso scambio. Ed è una situazione che fa tenerezza, in cui tu metti efficacemente in risalto la determinazione di Sh e l’attenzione che Mycroft ha per lui. Si potrebbe benissimo dire che l’uno è l’unica famiglia per l’altro. Molto efficace il ritratto del piccolo, che tu ottieni mediante rapide ma espressive pennellate:lo “sguardo di ghiaccio” che è identico a quello della madre, i riccioli bruni e, soprattutto, la caparbietà nel voler attuare i suoi desideri. E, qui, la sua determinazione e l’attaccamento ad un sogno si traduce piacevolmente in quelle ginocchiere che lui non si toglie neppure per andare a dormire.
È uno Sh “in miniatura” che, a mio avviso, ha i tratti di quello adulto, magnifico esemplare di affascinante rompiscatole.
Molto piacevole la scena in cui il piccolo va da Mycroft, quest’ultimo “sepolto” tra i libri, massima espressione del fratello maggiore anche per intelligenza che ci hanno rappresentato i Mofftiss. Dunque molto, molto IC perché il tuo è un Mycroft che è la perfetta anticipazione di quel “Mister Inghilterra”, dalla razionalità sicuramente superiore a quella, pur notevole, del fratello ma che lascia trapelare dei barlumi di umana vicinanza e di vero affetto per lui.
La scena, poi, in cui il più piccolo inforca la bicicletta, con orgoglio e voglia di sentirsi grande, è molto coinvolgente. Infatti c’è una familiarità affettuosa che avvolge quei due e che dilaga sicuramente verso il futuro. Molto intenso il contrasto tra l’ostentata sicurezza con cui Sh inizia la pedalata e lo smarrimento che poi lo aggradisce quando si accorge che non c’è più la presa sicura del fratello maggiore che lo protegge. É un momento forte, che mi ha provocato emozioni perché hai rappresentato, con credibilità, il vero volto del legame fraterno tra Mycroft e Sh: un affetto sicuro che, al più fragile, dà rassicurazione e tranquillità. Senza la percezione di quella mano che lo guida, c’è il senso del vuoto, la paura che assale e fa perdere la strada. Bellissimo (“...Myc, mi stai tenendo?..”). Però non è un rapporto fraterno a senso unico. Sicuramente anche per il maggiore c’è il desiderio di stare con il fratello, di proteggerlo, comunque di non sentirsi solo. La fine del pezzo è davvero significativa, “pesante” per tutte le immagini che fa ritornare alla mente di chi legge. Almeno questo è successo a me: lo Sh cupo e sicuramente disperato che esce dalla sala del banchetto nuziale di John, lo Sh perso su quel materasso lercio, in mezzo ai tossici, lo Sh pestato e dolorante salvato dal fratello maggiore. Quelli di Mycroft sono interventi anche discutibili ma sempre improntati all’interesse umano ed all’affetto. Anche se non si vede, lui, per Sh c’è, sempre. Suggestiva l’immagine che ci lasci alla fine, di quei cupi presentimenti che vengono evocati dalle semplici, accorate parole di uno Sh smarrito “...deve essere vero, capito?”. Brava.

Recensore Master
13/08/20, ore 23:08

Quarto posto

He ain't heavy, he's my brother
di Setsy

Titolo: 1,5/2
L’uso dell’inglese è giustificato, oltre che dall’ambientazione, dal suo riprendere una canzone (sebbene, non te lo nascondo, avrei preferito trovarlo tradotto in italiano). Non mi convince però del tutto quanto a rappresentazione ideale della storia: sicuramente si percepisce come a Mycroft, nonostante la facciata, spendere del tempo con Sherlock non pesi, ma non trovo che sia il tema fondante della storia, o comunque non è ripreso in modo troppo diretto. Insomma – e te lo dico da persona negata a dar titoli –, avrei preferito qualcosa di più rappresentativo della storia.

Grammatica e stile: 6,5/10 [3,5+3]
“Erano esattamente sei giorni e cinque ore che stava tartassando i genitori con la stessa richiesta, reiterata a cadenza regolare; il che significava a ogni pasto della giornata.”
Non sono proprio sicurissima, ma credo che sarebbe più corretto “tartassava”. “Stava tartassando” mi dà l’idea di un’azione continua, come se Sherlock non avesse smesso un secondo di chiedere – inoltre, trovo che l’imperfetto renda la frase più fluida. Dato che non sono certa al 100% che si tratti di un errore, ho deciso di non togliere nulla in grammatica, ma ne terrò conto per lo stile (e in ogni caso mi sembrava corretto segnalartelo!).
“La frase stava ancora risuonando verso quello che ormai era un posto vuoto, che il bambino stava bussando insistentemente alla porta del maggiore.”
Anche qui, trovo che la frase fili molto meglio sostituendo “stava bussando” con l’imperfetto semplice “bussava”, meglio se accompagnato da “già”.
“Aveva perso altro mezzo chilo” manca “un” (-0,2)
“blu navy” L’ho cercato per accertarmene: questa forma mista è considerabile un errore, per il colore o mantieni l’inglese (e quindi blue navy) o traduci tutto: blu marino. (-0,2)
“La voce del maggiore era bonaria, ma con un retrogusto vischioso.”
Non riesco davvero a capire in che senso una voce possa avere un retrogusto “vischioso”; ho controllato i significati dell’aggettivo (accertando che in realtà ce n’è solo uno, riassumibile in “appiccicoso”) e ci ho riflettuto molto, ma non riesco proprio a comprendere cosa intendessi. Mi trovo a doverlo considerare come un utilizzo improprio di un vocabolo, dato che il significato apparentemente non ha senso in questo contesto e dunque la comprensione della frase è compromessa. (-0,5)
“Io non mi spavento di niente!”
Sono abbastanza certa che spaventarsi non regga di ma per: “Io non mi spavento per niente!”, o “Niente mi spaventa!”. (-0,3)
“Vederti ancora farti male per colpa mia, mi spezzerebbe il cuore.” Mi è venuto il dubbio che si tratti di una scelta stilistica, ma la virgola qui è tra soggetto (Vederti) e verbo e pertanto devo considerarlo errore. (-0,3)
 
Hai scelto di adottare uno stile medio-alto per questa storia; se in generale in un racconto incentrato sui bambini la scelta potrebbe non convincermi, i fratelli Holmes sono una cosiddetta eccezione che conferma la regola: per loro può andar bene, ha senso, adottare uno stile un po’ più alto.
Ci sono però comunque alcune soluzioni che non sono riuscita ad apprezzare, le ho trovate eccessive.
È il caso di “sopracciglia muliebri” e del pronome personale “egli”, per esempio.
Ho riscontrato anche alcuni problemi con la punteggiatura:
“un discorso di tre pagine, ― diretto a lui personalmente ― e uno sguardo di ghiaccio”
Non mi convince la virgola messa lì: l’inciso racchiuso tra i trattini si riferisce al discorso da tre pagine, quindi semmai la virgola andrebbe dopo, direttamente prima della “e”.
“Sherlock valutò rapidamente la pila di testi voluminosi ― tentare di saltare tre anni di scuola non era uno scherzo, ma suo fratello poteva farcela ― la giacca dell’uniforme che finalmente si allacciava, lo spuntino a base di frutta e yogurt.”
Qui al contrario una virgola manca, sempre dopo il trattino che chiude l’inciso (provando a leggere come se l’inciso non ci fosse, la mancanza di un nesso tra i due oggetti si avverte con forza). Soprattutto perché la virgola interposta tra la giacca e lo spuntino nega la possibilità di un asindeto.
“Dopo due minuti erano in giardino, egli col suo classico montgomery blu navy, e l’entusiasta ciclista con un piumino dello stesso colore.”
“non l’avrebbe ammesso, stava crescendo, e sentiva di doversi concentrare sulle relazioni adulte.”
In entrambi questi due casi trovo che la seconda virgola, ovvero quella prima della congiunzione, sia assolutamente evitabile: mettendola lo stacco risulta troppo forte. Nel primo caso soprattutto.

IC: 10/10
Sulle caratterizzazioni non ho proprio nulla da ridire: preso atto della non-esistenza di Eurus (meno male si può dire?) le trovo assolutamente credibili.
Il piccolo Sherlock testardo, che sfida la madre, che si sente superiore ai suoi coetanei perché è più avanti con lo sviluppo cognitivo e legge paroloni importanti nei libri. Ed è un bravo osservatore, già così giovane, come si vede mentre studia – valuta, usando un verbo che hai molto sfruttato in questa OS – Mycroft e la sua situazione. È stato anche molto tenero vederlo tenere così al fratello maggiore, contare su di lui e dare importanza alla sua opinione, vedere il suo desiderio di dimostrargli qualcosa.
Allo stesso modo è stato tenero vedere Mycroft che, sebbene restio a palesarlo in modo eclatante, tiene a suo fratello al punto di investire i suoi guadagni per regalargli una bicicletta. È una nota IC molto apprezzata anche l’inciso sul suo bearsi del rancore dei ragazzi più grandi a cui dà ripetizioni, così come la gratificazione che ricava dall’ammirazione del piccolo Sherlock.
Anche i genitori, per quel poco che si vedono qui e soprattutto per quel poco che sappiamo di loro dalla serie, mi hanno convinta.
Ho trovato i dialoghi, in ogni singola battuta, molto calzanti con i personaggi. Molto bella anche la citazione di Mycroft in chiusura.

Resa bambini: 3/3
Ritengo che tu abbia fatto un buon lavoro dal punto di vista della resa psicologica dei bambini – o meglio, di questi specifici bambini, che non possono certo essere considerati “normali”. Come lo stesso Sherlock ci fa presente all’interno dell’OS, il suo sviluppo cognitivo è più avanti rispetto a quello dei suoi coetanei. Inutile specificare come ciò sia anche più vero per Mycroft, che può riuscire a saltare tre anni di scuola e che dà ripetizioni a bambini più grandi di lui.
Nonostante ciò, ci mostri anche lati più tipicamente “da bambini”, come Sherlock che ricerca l’approvazione e il supporto del fratello maggiore e Mycroft che, sebbene brontoli, si presta senza neanche farsi troppo pregare. Molto interessante anche il dettaglio di Mycroft che sta crescendo e inizia a sentire di doversi concentrare sulle relazioni adulte, iniziando in un certo senso un processo di distanziamento – apparente – dal fratello minore.
L’episodio stesso che hai scelto di raccontare è perfetto per una kid!fic: un bambino che vuole imparare ad andare in bici senza rotelle e si fa aiutare dal fratello maggiore, sebbene naturalmente la tua storia rappresenti ben più di questa cornice.

Bonus: 2/2
Ho indicato sia Sherlock sia Mycroft come personaggi per il bonus, ed entrambi sono protagonisti dell’OS, quindi non ho il minimo dubbio sull’assegnazione dei due punti extra.
Totale: 23/27

Recensore Master
28/07/20, ore 15:35

Ma dolciosissima piccola Setsy *-*, una se ne va a spasso nel fandom di Sherlock a cercare cose carine e puff, si imbatte in questo tuo piccolo gioiellino! Che peraltro partecipa a un contest che avevo adocchiato, ma ahimè, finirono i posti çç.
Davvero, che meraviglia! Ora provo a lasciarti un commento sensato, giuro che ci provo.
Sher che "rompe" le scatole ai genitori, asserendo di essere diverso dai suoi coetanei e fregandosene delle regole comuni è canon al 2000%, per non parlare di questa frase:

‘Impressionata, eh? Ho trovato la frase in un libro’ che oddio mi ha fatta letteralmente squittire da quanto fosse lui.

Mycroft che è già avanti di tre anni di scuola rispetto al mondo, non vuole essere disturbato e sta cercando di dimagrire è pure lui l'apoteosi del canon e ADORO.
E lol, trovata geniale anche fargli dare ripetizioni a ragazzi più grandi di lui compiacendosene.
I dialoghi fra lui e il fratellino sono perfetti, ho amato ogni riga e ho apprezzato tantissimo il particolare di Sherlock tanto fissato e entusiasta da dormire con le ginocchiere, come pure la bandiera dei pirati **.

Il finale l'ho trovato decisamente struggente e mi stava scendendo la lacrimuccia.
Che dire, tesoro? Li ho trovati assolutamente perfetti per una kidfic! Ti faccio mille in bocca al lupo per il contest, ma decisamente non ne hai bisogno <3

alla prossima, spero tu stia bene <3
mille baci!

Bennina

Recensore Junior
22/07/20, ore 20:04

Mannaggia, quasi una settimana di ritardo, sto migliorando però. Faccio ancora in tempo a lasciarti due righe?? Vabbè tentar non nuoce.
Ben rivista, innanzitutto <3 <3 <3
Sarò celere e indolore; non potevo non commentare, dopo tanto tempo che non ti si vedeva (e non voglio spoilerarmi niente di Good Omens, quindi diciamo che non ti vedo/sento/leggo da un secolo!).
Ho apprezzato il rating verde e il fluff, giusto per risalutarsi con dolcezza. Ho apprezzato l'atmosfera dell'infanzia/pre-adolescenza, che poi alla fine è un pò la condizione perenne nel rapporto tra Sherlock e Mycroft.
Mi concentro per un attimo su Mr e Mrs Holmes. Lui soprattutto. Una battuta, un mondo. Ne ho lette abbastanza sull'infanzia di Mycroft e Sherlock, o di Mycroft e Sherlock cresciuti con i genitori tra le zampe, e in tutte trovavo un'atmosfera leggera, comica, anche molto frizzante a volte, classico esempio di una coppia felice come dice il buon John, battibecchi amorevoli, battute cui Sherlock e Mycroft non rispondono perché hanno il palo in gola (mi contengo) chiudendosi in silenzi impermaliti. Tutto bello, eh, però dai, se questi due sono così freddi nei confronti dei genitori ci sarà il suo motivo, su.
Hai reso benissimo l'idea del padre che si defila con grazia, non dico un padre sottomesso e assente, questo no, però decisamente meno imponente della moglie. E lei, meravigliosamente distante e materna al tempo stesso. Io ci credo che le sue fossero buone intenzioni, che la sua non-maternità venga fuori da un desiderio di fare del suo meglio, quasi scientificamente oserei dire. Di fatto, Sherlock e Mycroft hanno solo percepito freddezza da lei, e anche senso di rivalsa, no? Ciascuno a suo modo. E Sherlock che già a cinque anni le dà testa è uno spettacolo, c'è poco da dire.
La cosa più naturale del mondo è avere mamma e papà che ti insegnano ad andare in bici, io credo. Sherlock no, vai da tuo fratello, veditela con lui. Non sono esperta di fratelli, però ho sempre pensato che la differenza di età, che tu hai evidenziato nel momento di vita da te scelto, tra questi due, fosse bella spiccata, non tanto da adulti, quanto da bambini appunto. E senza dubbio non casuale, nulla è casuale. Mycroft si avvia all'età adolescenziale e si crede già adulto, Sherlock è ancora un puffo che deve togliere le rotelle alla bici, i genitori non se li filano più di tanto, è quasi normale che Myc si ponga come la figura dell'adulto (ruolo che mamma Holmes si è ben premurata di svaccargli completamente nell'ultima puntata). In definitiva Sherlock ha solo lui, e Mycroft deve pensare non solo al più piccolo, ma anche a quel bambino che non è più e che quasi sicuramente ha sofferto di mancanza di affetto himself. In questo senso, nonostante sia Mycroft, mi vien voglia di abbracciarlo stretto stretto, poi penso che purtroppo non ci è avvezzo e mi tirerebbe l'ombrello in testa. Non puoi aspettarti un atteggiamento affettuoso da chi manifestazioni espansive non ne ha avute, però fa del suo meglio, per quanto sbagli anche lui e questo ne fa un complicatissimo character, uno dei migliori che abbia mai avuto il privilegio di vedere. Sherlock è un bambino, alla rivalsa contro la madre aggiunge la rivalità contro il fratello maggiore, il desiderio di assomigliargli che quasi ogni bambino sente, inconsciamente, e le umiliazioni (perché come umiliazioni le recepisce) che l'atteggiamento falsamente sprezzante di Mycroft gli infliggono. Ed anche il bisogno che ha di lui. Tutti in fondo abbiamo bisogno dell'affetto di qualcuno, e per quanto distorte e complesse siano, quelle di Myc sono manifestazioni di affetto per Sherly. Le dinamiche tra i fratelli Holmes sono effervescenti, profonde e infinite, potremmo stare qui a parlarne per decadi. Tu me le hai rese in 1000 parole, e tutto con una caduta dalla bici.
Davvero, non ti smentisci mai. È sempre un piacere leggere qualcosa di tuo *___*

Recensore Master
17/07/20, ore 20:12

Ciao, anzitutto permettimi di esprimere la mia enorme sorpresa nel trovare questa storia e non soltanto perché ti si vede da queste parti, finalmente se posso permettermi di aggiungere, ma anche per il prompt! Ora, io so di aver distribuito il mio file con i prompt a un po' di persone, ma ti giuro che non mi ricordavo affatto di averlo dato anche a te. La mia sorpresa quando ho trovato la citazione alla mia idea, grazie per averlo fatto ma non ne dubitavo, è stata davvero immensa. Non me lo aspettavo, però sono contenta che tu abbia trovato ispirazione in quel prompt. Era carino, a me è sempre piaciuto, ma io non avevo mai avuto ispirazione per scriverci e in mano tua è diventato un vero gioiellino.

Sì, è rielaborato, però mi piace. Qui Sherlock ha già ricevuto in regalo la bicicletta, proprio da suo fratello, e ora tartassa Mycroft per togliergli le rotelle. Mycroft mi ha colpito in positivo sotto svariati aspetti. Anzitutto il fatto che nonostante sostenga il contrario è sempre pronto ad aiutare il suo fratellino, non soltanto gli ha regalato la bicicletta che tanto desiderava, ma lo aiuta, gli vuole bene e lo assiste. Anche se davanti a lui fa sembrare tutto quanto un peso, perché ha da studiare e giustamente ha anche i fatti propri da fare. Forse Sherlock percepisce davvero di essere in competizione con lui, di non dover mostrarsi debole, ma non addebiterei ogni colpa a Mycroft. Sì, Sherlock cade dalla bici, ma la sua è una normale tecnica d'insegnamento. Più che questione di fiducia in sé, che Mycroft comunque tiene a mente ricordandosi (e lo farà) di non essere mai più la causa della sofferenza di Sherlock. Nasce da una piccola cosa, ma che ha un rovescio di un qualcosa di estremamente importante. Non ne parli apertamente, è una kid!fic e non avrebbe senso a livello logico-narrativo, però è un input che lasci lì e che chi conosce la serie non può non cogliere. Mi è piaciuto comunque il rapporto che hai costruito tra Sherlock e Mycroft. Sherlock è ancora piccolo, ma il suo carattere testardo già viene fuori così come le differenze rispetto a Mycroft. Sì, è intelligente, ma ama anche tante cose così terrene e proprio come l'andare in bicicletta.

Nota di demerito, a questo giro devo dirlo, per mamma e papà Holmes. So che questa è la tua visione e infatti collide in tutto e per tutto con la mia. La madre di Sherlock e Mycroft non è volutamente cattiva, nemmeno io credo lo sia, credo però che abbia fatto molti più danni di quanto non volesse, sicuramente senza accorgersene. Mi fa specie che il signor Holmes abbia detto che sua moglie ha smesso di lavorare per seguire i bambini... certo se li ha seguiti in questo modo! Non soltanto non trova tempo per aiutare il figlio a togliere le rotelle, ma gli dice di non farsi male, di fatto portando Sherlock a impegnarsi a non piangere quando cade e si sbuccia il ginocchio. Lo porta senza rendersene conto a soffocare ciò che prova a chiuderlo in un cassetto e a farlo perché non deve piangere, non deve farsi vedere debole. Ogni bambino spera di riuscire a fare colpo sul proprio genitore, magari mostrandosi intelligente o bravo. Ma la smania di Sherlock di farsi vedere brillante nasconde un profondo senso di insicurezza e di desiderio di mostrarsi al meglio, dato che chiaramente non riceve mai un complimento e mai un'esortazione positiva. Come dicevo, questa donna ha fatto molti più danni di quante cose buone abbia fatto... io ne sono assolutamente convinta. Mentre il marito... beh, lui è più il tipo che se ne lava le mani e tu qui lo fai fatto vedere benissimo in quello che trovo uno spaccato della famiglia Holmes davvero molto realistico. Purtroppo e nonostante Mycroft ami sinceramente Sherlock e si preoccupi davvero per lui, davvero tanto, si ha la sensazione che Sherlock sia solo e che ora che Mycroft sta crescendo lo sarà sempre di più. Povero piccolo...

Insomma, un tocco di malinconia in questa storia. Un'amarezza che mi hai sorpresa e che è venuta fuori da un prompt che avrebbe potuto facilmente lasciar intendere tutt'altro. Mi hai sorpresa e metto la storia tra le ricordate.

Alla prossima (spero presto)!
Koa