Recensioni per
Avere o Essere
di Baudelaire

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
02/08/20, ore 22:39

Ciao Baudelaire
Sei un mito! Era ora che qualcuno componesse un canto come il tuo! Hai reso pienamente come anch'io la penso, su tutto questo mascherarsi per far finta di essere chi non si è. Ne ho le scatole piene di tutti questi smorfiosi, che non sono nessuno ah ah ah.
Ma per essere se stessi e essere felici serve un pubblico? Bisogna essere stupidi a vivere per simili idiozie. Far finta di avere amici, di essere amici.
Gli amici si contano sulle dita di una mano!! Perché amico non è un "like" anche se qualcuno lo crede...povero lui.
Ok io sono all'antica riguardo ai social ma sto' bene così ^_^ leggendo ottime poesie... riflettendo... sensibilizzando e sintetizzando il mio cuore.
Complimenti.
Bravissima!
Ok il finale era un pochino melodrammatico ma riesco a intuire l'amarezza del tuo scritto.
A presto
Ciao

Recensore Master
01/08/20, ore 06:38

Quando l'avere è ostentato, l'essere è superficiale o, perlomeno, addormentato.
Il guaio dell'epoca dei social è che neppure si ostenta l'avere, ma l'apparire che è una forma ancora più subdola di vuoto e di superficialità. L'apparire è l'esagerazione e, a volte, la mistificazione dell'avere.
L'avere dovrebbe stare al servizio dell'essere, ma, quando questo rapporto è invertito, si fa presto a scivolare nell'apparire.
Complimenti!

Recensore Master
28/07/20, ore 10:15

Ciao Baudelaire. Molto belli questi pensieri che hai scritto e che condivido del tutto. Ho letto con attenzione la citazione iniziale, preludio delle parole a seguire e mi è piaciuto il contrasto con la vignette che hai scelto, che si amalgamano bene nella loro differenza, una scelta originale. Ho riflettuto su quanto letto, parole profonde e che rispecchiano la mia anima, tutto giocato sull'avere o l'essere, sulla brama di possedere o sul mostrare davvero la propria essenza. Amo scambiare idee in questo posto, un rifugio della fantasia, perché è come fosse un incontro di anime sensibili, mostrando quel che si è davvero nel profondo. Suggestiva l'invocazione finale. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 28/07/2020 - 10:16 am)

Recensore Master
27/07/20, ore 14:51

Buon pomeriggio.
Questo testo è una bomba che esplode dentro all'animo!
Bellissimo, intenso, intelligente, profondo, e... filosofico!

Recensore Master
25/07/20, ore 14:17

Cara Cristina, quello che hai dipinto è uno stupendo affresco quanto mai doloroso di questa nostra società che privilegia l’apparire all’essere. Oggi questo nostro povero mondo ci vuole costantemente in mostra, sia agli altri ma anche a noi stessi, non sappiamo più dove abbiamo il nostro inizio e dove la nostra fine. Forse sarà nell’ultima foto postata o in quel commento che sembrava rappresentarci alla perfezione. Ma nessuno al di là di uno schermo freddo e quanto mai oscuro può sapere chi ci sia, quale sensibilità abbia la persona che, per restare al passo con una società destinata al declino, si piega ai suoi voleri per la paura sconfinata di rimanere sola. Se non sei social sei un poveretto, nessuno ti considera, diventi quasi un paria. Solo quando siamo immersi nel silenzio di noi stessi riusciamo a comprendere che il mondo là fuori è falso e che bisogna tornare ai bisogni primari per potersi definire ancora esseri umani e tornare a riappropriarci di noi stessi con le nostre peculiarità, le nostre caratteristiche che sono quelle che ci fanno distinguere e forse emergere dalla massa urlante e vacua. Un altro dei tuoi scritti potenti che inducono per forza alla riflessione facendoci guardare meglio dentro noi stessi. Veramente notevole. Un abbraccio.

Recensore Master
25/07/20, ore 11:37

Ho il libro di Fromm. Egli, essendo stato psicologo (su filone di Freud, che detesto) e filosofo, faceva parte di un circolo ristretto di altre figure autorevoli tra cui Albert Camus, un altro pensatore dall'intelletto profondo. Letto due volte il libro, egli essenzialmente lo scrisse molti anni fa, e si lamenta come la società dell'Avere sia inebetita dal Capitalismo occidentale e si chiede spesso nei capitoli ''cosa servirebbe all'uomo per svegliarsi?'', sicché egli lo vide come ciclo che si ripeteva, e di fatti al giorno d'oggi, non ha sbagliato d'una virgola.

Quando parla della Modalità dell'Essere nella metà del libro, egli fa molteplici riferimenti al mistico tedesco medioevale Meister Echkert, il quale cita come esempio perfetto di persona che viveva nell' ''hic et nunc'' e non aveva bisogno di materialismi per riempiersi la vita.

Oppure mi è rimasta impressa un parallelismo che Fromm, sempre in questo grande libro, fa della modalità dell'Essere ed Avere con tre diversi intellettuali: Goethe, Basho e Tennyson mentre tutti e tre guardano un fiore bellissimo, che si distoglie dagli altri in maniera sgargiante. Goethe lo prende con cura, e lo impianta nel suo giardino, facendo anche una bella poesia che sarebbe troppo lunga da annettere a questo commento. Tennyson, poeta inglese molto famoso e intelletuale anch'egli al tempo, lo strappa direttamente perché vuole impossessarsene della sua bellezza.

Basho lo guarda e basta, ammirandone la bellezza, e continua a camminare.

Ti fa riflettere, e anche i tuoi versi lo fanno, con la solita cadenza perentoria che vuole far svegliare le menti annebbiate dai ''social'', per me parola vuota e priva di significato dacché significa ''pochezza d'animo'', o semplicemente e non senza una tinta di rabbia, codardia bella e buona. Ho apprezzato il riferimento all'Ombra, sappilo.

Io l'unico ''social'' su cui sto è Youtube, primo perché Youtube non è un social lol. Uso youtube come terapia, perché amo vedere i video dei miei creatori preferiti. Quando vai sotto nei commenti, poi, è la bolgia, e di fatti io non mi metto tra la marmaglia virtuale perché è inutile.

Io seguo chi seguo, metto like perché voglio supportare i miei youtuber, e di tanto in tanto commento, spesso complimentando l'autore.

Basta. Youtube e Wikipedia mi basteranno per un effimera eternità, per quanto riguarda luoghi virtuali da visitare. Gli altri sono di un inutilità disarmante e mi ripugnano altamente.

Grazie per la tua poesia.

Un abbraccio, e un saluto.

Gabriele.

Nuovo recensore
25/07/20, ore 08:59

Baudelaire gentile,arguta e intelligente in ogni tua fibra.Quel tuo essere sfida quasi Amleto e incroci le tue lame con i sapienti.Kant riscrisse la nota metafisica ma nel tempo libero scendeva nella sua osteria e andava a giocare a carte per soldi.E con molta fortuna pare.Tu ne hai di Kant e della figlia del Corsaro Nero.Hai una complessita' che ti portera' bene.Col solito affetto se permetti.
Pasta 25/7/2020

Recensore Veterano
24/07/20, ore 23:22

L'era dei social sta soppiantando sempre di più l'Essere per l'Avere. In questo tuo componimento esprimi una dura realtà che è quella di tutti i giorni. Bravissima Baudelaire,bravissima! Chapeau

Recensore Master
24/07/20, ore 23:10

Cosa siamo? Cosa vogliamo veramente? Ogni volta che vedo una pubblicità reclamizzare un suv che non potrò mai avere (e che non vorrei) o un cellulare che fa perfino la respirazione bocca a bocca oltre a telefonare mi viene la pelle d'oca, modelli sempre più nuovi, sempre più sofisticati. Intanto nel sud del mondo centinaia di bambini perdono la vita nelle miniere di cobalto, con cui fanno le batterie. E noi siamo obbligati a buttare il " vecchio " cellulare dopo tre o quattro anni perché non funziona più, e inquiniamo. Forse quello che siamo è questo: i distruttori del genere umano stesso. Forse è tardi per tornare indietro. Dobbiamo morire per risorgere, purificati, dalle nostre ceneri. Pezzo veramente bello, bravissima.

Recensore Master
24/07/20, ore 23:01

I tuoi scritti sono sempre densi e pregni di significato. Ma questo li supera tutti! Io scrivo ma non sono su Facebook, la realtà che ho vissuto nell'infanzia e nella prima giovinezza è stata di dignitosa sopravvivenza. La gente si conosceva per nome, se mancava lo zucchero, il sale, le uova c'erano gare di solidarietà per fare avere questi beni, ma senza ostentare, come se si passasse lì per caso e "ciao Giuseppina ti ho portato due uova, sai io ne ho troppe ". L'essere umano era umano veramente. Adesso conta la macchina che hai o dove vai in vacanza, non importa se per il resto dell'anno mangerai cipolle, l'essenziale è "apparire". Prima o poi questo effimero castello di carte crollerà sotto il vento della consapevolezza. Grazie per questo scritto. L'ho "sentito " molto e l'ho apprezzato molto. Complimenti.