Ciao, finalmente sono riuscita a leggere questa storia, dopo la tua bellissima OS sul coniglietto di Rosie. Avrei voluto passare prima, ma ultimamente ho davvero poco tempo per recensire. Sono comunque molto felice di averla letta perché è davvero una storia deliziosa. E credo che fossero anni che non leggevo più una fix-it della terza stagione. A suo tempo ne uscirono diverse, ma è passato un bel pezzo da quando ho trovato trame di questo tipo ed è stato un po' come fare un tuffo nel passato.
Diciamo che, essendo una fix-it, ne ha tutte le caratteristiche. L'ambienti prima del matrimonio, nel famoso addio al celibato in cui un po' tutti ci siamo chiesti cosa sarebbe successo se la cliente non fosse arrivata e Sherlock e John fossero rimasti soli. Già le premesse c'erano tutte per un qualcosa di epico. Qui non c'è nessuna cliente e non ci sarà nemmeno nessun matrimonio. Questo è già molto chiaro fin dalle prime righe ovvero da quando troviamo Sherlock e John il mattino dopo l'addio al celibato, che smaltiscono la sbornia nel bagno del 221b. Già è tutto molto chiaro, perché è evidente che le cose sono andate in modo molto diverso rispetto all'episodio, in cui i due si risvegliarono in cella. Qua qualcosa è successo, l'introspezione di Sherlock è piuttosto chiara in proposito. E il tuffo nel passato ce lo conferma, i due sono stati insieme. Più volte. Il modo in cui arrivano a fare l'amore è perfetto, il tutto ha un'evoluzione credibile, a mio avviso, e anche IC. Sherlock che col suo atteggiamento fa innervosire John, che fa per andarsene perché ferito e amareggiato. Vorrebbe di più da Sherlock e forse vorrebbe proprio che Sherlock lo fermasse prima del matrimonio. Vorrebbe che qualcuno gli facesse cambiare idea. Anche se ama Mary, John sente di amare molto di più Sherlock. Il suo desiderio di venire fermato è evidentissimo in lui e per fortuna questo succede, anche se dobbiamo passare attraverso un po' di angst prima. Il tutto ruota attorno alla poltrona di John, che Sherlock ha intenzione di spostare. Nessuno ha creduto alla scusa della "vista della cucina" che viene oscurata. Piuttosto è secondo me più giusto pensare che Sherlock sia talmente ferito dal matrimonio di John, che soffra così tanto la sua perdita, che toglie la poltrona perché non può sopportare di vedere tutti i giorni una poltrona che resterà vuota, laddove "vuota" vuol dire che John non la riempirà più. Questo è secondo me la ragione per cui vuole spostare quella poltrona, John però che in parte è ancora ferito dal finto suicidio, si sente poco amato e messo da parte. La verità è lontana dalle sue parole, però servono a spingere Sherlock ad aprirsi. Lo fa nel modo più dolce che ci sia, devo ammetterlo. Il suo finto distacco emotivo, che non esiste perché Sherlock è un uomo profondamente emotivo. La sua fragilità spiattellata davanti a tutti e mai capita, neppure da John e poi vedere Mycroft sulla poltrona che lo giudica, e ne condanna le azioni... ogni passaggio era molto da Sherlock. Anche nei momenti successivi, quando, nel presente, Sherlock ricorda a John che non sarà mai il compagno perfetto. Non lo sarà nemmeno Mary e l'accostamento qui fa quasi sorridere. Sherlock dice di non essere adatto a crescere bambini o a fare corsi di tango e quant'altro, ma senz'altro ha messo John al primo posto, cosa che Mary non farà mai per davvero. Qua sta la differenza a mio avviso. Oltre che nel fatto che alla fine John ama Sherlock e non Mary.
Insomma, la storia è davvero bella e molto godibile. Mi è piaciuto tanto leggerla, c'era una buona dose d'introspezione e tanto divertimento e fluff.
Spero di ritrovarti in questa sezione.
Ancora complimenti.
Koa |