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Recensore Master
21/08/20, ore 06:05
Cap. 1:

Buongiorno.
Che triste, spero che non sia accaduto niente di male alla povera creatura!
Anche i miei cantano sempre, spesso anche nel cuore della notte e a caso.
Un saluto, carissimo amico!

Recensore Master
20/08/20, ore 15:19
Cap. 1:

Caro Francesco, come sempre le tue poesie sono volte ad una riflessione e in questo caso particolare l’umile “coso”, cioè il povero gallo, dovette cantare non una, neanche due ma più volte per far comprendere all’uomo che un tradimento stava per vedere la luce, in quell’alba dove l’uomo si era rifugiato, già consapevole di quanto avrebbe perpetrato ai danni di un uomo giusto che per tutti noi avrebbe pagato. Abbiamo veramente cercato di capire quali fossero le ragioni o semplicemente ci siamo accodati e abbiamo seguito la corrente per non essere presi anche noi nel mezzo di ciò che stava succendendo? La fine di tutti la conosciamo, quella del povero gallo ce la fai scoprire tu, quale arrosto offerto sull’altare della violenza. Lavoro complesso ed interessante. Un caro saluto.

Recensore Junior
20/08/20, ore 13:27
Cap. 1:

Caro Francesco, molto complessa questa tua nuova poesia. Complessa nei versi e intuitiva nel significato. Hai espresso in modo limpido il modo in cui l'uomo ancora una volta, in qualche modo (passami il termine) manipola e organizza la vita di altri esseri viventi. Hai descritto molto bene le sensazioni del gallo, volevi forse farci intendere quanto poco ci si possa realmente fidare? Molto interessante questa poesia, io l'ho interpretata in questo modo. Un caro saluto, Bea.