Recensioni per
La Ballata del Mida Bugiardo
di TheDoctor1002

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
15/01/21, ore 12:51

Ciao, arrivo all'ultimo, ma eccomi finalmente per lo scambio dell'ABC.
Allora, sono fuori allenamento, quindi perdonami se la recensione sarà un po' confusa, cercherò di procedere con ordine.
Ho scelto questa storia perché non conoscendo il fandom su cui scrivi abitualmente - avrò visto sì e no solo le prime puntate e qualcuna saltuaria qua e là, può sembrarti strano, ma a parte la storia dei miei due personaggi preferiti della mia infanzia, il resto per me è oscuro - era l'unica su cui potesi puntare. Comunque il titolo mi ha attratto molto, e considerando titolo e incipit della storia trovo che il richiamo alla storia del Re Mida sia più che azzeccato. Altra cosa, il fatto che tu l'abbia intitolata "ballata": da un lato l'ho trovato perfetta, perché il componimento è una vera e propria danza che ruota attorno al personaggio di Atlas, e Cesare, nonostante ne sia il narratore, è talmente coinvolto e affascinato e concentrato su Atlas che ne tesse ogni mossa, ogni reazione, ogni sfumatura di oro; dall'altra parte, proprio per dare un'affinità anche stilistica con l'idea di ballata, sarebbe stato carino se avessi scandito la struttura della storia da una specie di "ritornello". Dico questo perché in un certo senso la prima parte di questa storia ne ha uno: è quel descrivere l'oro, prima come un sole che risplende, che amplifica ogni altra luce facendola sua, dopo descrivendo il modo in cui quell'oro si fa arma e illusione e spavento, una luce che acceca, che atterrisce. L'oro scandisce la prima metà della storia, non so se riesco a spiegarmi, e secondo me avrebbe reso tantissimo se avesse scandito anche l'ultima parte.
Tolto questo particolare del tutto personale, trovo che il titolo sia molto bello, perché racchiude sia il senso di questo componimento che vuole ruotare attorno alla figura di Atlas, attraverso gli occhi del suo amico, sia per questa associazione del "Mida Bugiardo", un chiaro riferimento all'oro e a questo immenso potere illusorio che possiede Atlas, un potere che, proprio come capita al Re Mida, confonde e si rivolta contro persino il suo stesso possessore.

Grammaticalmente ho trovato solo un refuso (sorione -> sornione). Sul finale della storia, poi, ho notato questo:
"Beh, che ci sarebbe di male? Tu sei l'unico che non mi guarda come se fossi strano." Riprese, spostando ancora lo sguardo "Per tutti gli altri, o sono forte o sono un mostro. -> fossi strano" riprese, spostando ancora lo sguardo. "Per tutti gli altri... (il punto va messo fuori, e il verbo dicendi va sempre in minuscolo.

Il tuo stile è molto piacevole: lo trovo molto scorrevole, chiaro, con un lessico vario, mai monotono, con l'aggiunta di alcuni termini che mi hanno colpito per la loro particolarità (arrogarsi "non lo conoscevo, e io adoro imparare nuovi vocaboli attraverso le mie letture) e alcune espressioni che all'inizio mi hanno confuso, perché non appartengono al mio modo di esprimermi (scemo di guerra, per esempio) e che ho capito dopo essere propri del mondo che hai creato, e li ho trovati molto caratterizzanti anche a livello linguistico dei personaggi. Ti devo fare i complimenti per il modo in cui hai saputo usare la prima persona narrante, che io di solito evito perché non credo di saper usare e perché la trovo molto limitante. Mentre tu, forse proprio perché il personaggio/narratore ha un'anima così devota e attenta verso l'altro, sei riuscita benissimo a dare ampio spazio anche alla controparte; anzi è proprio la prima persona che ti permette di esaltare e mostrare Atlas in tutte le sue fragilità, facendomi assaporare non solo la sua personalità e le sue emozioni, ma avvolgendolo nelle emozioni e nelle percezioni di un amico. Mi hai mostrato lui e allo stesso tempo mi hai mostrato il modo in cui il narratore/Cesare lo percepisce; inoltre sei stata bravissima a dare spazio anche al modo in cui gli altri, in maniera molto più limitata, lo vedono. Ho potuto conoscere Atlas da un punti di vista privilegiato, imparando a conoscerlo davvero in poche righe.
Ma prima di passare, un ultimo complimento volevo fartelo per il modo in cui descrivi le reazioni dei personaggi, per la prosa scorrevole e molto "visiva" che io personalmente preferisco sempre; infine dai ampio spazio alle reazioni ed espressione dei personaggi, altra cosa che mi piace moltissimo.

Credo che se devo trovare una pecca a questa storia è il poco spazio che ti prendi per spiegare bene le regole di questo mondo. In effetti, la parte finale mi ha sciolto qualche dubbio, e credo che se fossi io più invischiata nel genere streghe e maghi avrei capito di più, ma mi sfugge qualcosa: Cesare e Atlas cosa sono esattamente? Entrambi stregoni? Cesare dovrebbe essere per metà umano, e a quanto ho capito era il figlio dell'autista della famiglia di Atlas. Quindi ha comunque dei suoi propri poteri, giusto? o è il Contratto a trasferirgliene alcuni? E il Contratto a cosa serve, a legare due stregoni tra loro? Oppure a creare un rapporto di padrone-guardia del corpo?
La parte più "tecnica" della trama mi è rimasta in parte un po' oscura, ma per il resto ho davvero apprezzato l'amicizia che lega Atlas e Cesare, il modo in cui Atlas dovrebbe essere colui che protegge, eppure alla fine è Cesare quello che si prende cura dell'altro, e questo mi ha fatto percepire un rapporto che, al di là del talento magico, si sviluppa alla pari, seppure Cesare si senta inferiore, Atlas ha un'anima pura, e credo che parte di quell'ora che emana sia proprio della sua caratteristica di vedere davvero l'anima di una persona, non come la vedono gli altri.
Mi ha sorpreso scoprire che Atlas era una femmina, e unendo questo dettaglio a tutto il resto, ho trovato questa storia molto significativa, perché va oltre la sua natura di storia soprannaturale. Dietro a questo potere illusorio io ho visto il disagio di una persona che non trova il proprio posto nel mondo, che riluce, eppure non viene mai vista per come è veramente; ho visto le fragilità di un'anima che vorrebbe fuggire in un altro mondo, in un mondo illusorio, immaginato, e che il suo appiglio è il suo migliore amico.
Ho molto apprezzato entrambi i personaggi. Atlas ha una doppia personalità: quella che ama risplendere e ama essere al centro dell'attenzione, un po' vanitosa, quella solitaria e indipendente che vuole fare tutto da sola, quella ironica, quella adulatrice, affabile, quella che tutti ammirano e invidiano (vedi Ferraris, che sembra aver preso come un'offesa il Contratto tra i due protagonisti... si è visto sfuggire il migliore Contratto, ci credo!); e poi c'è la personalità spaventata, la personalità ferita, quella spaurita, quella respinta, quella che paga ogni giorno il prezzo dei suoi poteri, del suo talento, e quella che paga la scelta di essere forte e padrone della sua vita. I miei due pezzi preferiti sono l'incipit - mi è piaciuto moltissimo come hai aperto questa storia, dove hai fatto capire come Atlas, comunque, paga il prezzo di essere in bella vista, perché quando tutti ti vedono nessuno può fare a meno di giudicarti e farsi un'idea (sbagliata) di te - e la parte in cui si risveglia dall'illusione che tenta di prenderlo per sempre, il modo come hai descritto l'appiglio ai cinque sensi.
Da parte di entrambi ho visto una reciproca devozione, ma comunque questo tratto spicca, proprio grazie alla prima persona, su Cesare, i cui occhi e la cui mente vagano sempre attorno ad Atlas. Cesare è un tipo impulsivo, lo è quando stringe il Contratto, lo è quando vorrebbe colpire Ferraris, è un tipo che affronta la propria mediocrità quasi con una rassegnata accettazione, della serie "accetta i tuoi limiti, e i tuoi nemici non possono usarli contro di te", ma ha anche un tipo di cuore, un'anima pura anche lui, che vede al di là delle apparenze. Lui la vita non ha smesso di guardarla con gli occhi meravigliati, e così guarda anche Atlas.
Mi è piaciuto molto il loro rapporto di reciproco soccorso: Atlas salva Cesare dal suo essere pessimista/fatalista, dal suo accettare le definizioni degli altri e non riconoscere i suoi pregi; Cesare salva Atlas dai suoi demoni, dalle ferite che il mondo gli infligge e assieme portano il peso di questi poteri belli ma terribili.

Spero che questa recensione abbia un po' di senso. La storia, in conclusione, mi è piaciuta, mi sono piaciuti molto i tuoi personaggi ed è stato un piacere leggere della loro amicizia.
A presto!

Recensore Master
17/12/20, ore 16:59

Eccomi! E ti dirò, sono proprio contenta di aver trovato una tua fic che non fosse specificatamente su One Piece – perché se di quell’anime/manga ricordo poco e molte cose lette sicuramente non sono riuscita a cogliere, qui finalmente ho potuto godermi tutto appieno: stile, storia e personaggi. Aww!
Intanto menzione d’onore ai prompt con i tarocchi – pur non credendo in letture del futuro, oroscopi e cose del genere, i tarocchi rimangono una mia fissa e adoro quindi ritrovarli nelle fic, quindi capirai la mia contentezza quando ho aperto questa fic e li ho ritrovati, quasi fossero stati lì apposta per me.

È passato così tanto tempo dall’ultima volta che ho letto qualcosa di tuo, che potrei dire una cavolata, m questa mi sembra sia la tua prima fic che leggo in prima persona. Di solito me ne guardo bene per gusti del tutto personali, ma il modo in cui l’hai usato tu mi ha proprio catturata, questo non è una prima persona che incentra tutta la storia su di sé, ma spinge l’attenzione su un altro personaggio, sul suo contratto, su Atlas che è fatto d’oro e come tale brilla, consapevole della propria luce e del proprio splendore agli occhi di chi lo guarda.
La sua descrizione in particolare (i continui rimandi al colore oro) mi è piaciuta tantissimo, è ricca, è intensa, è anche un po’ affettuosa e lo mette su un piedistallo che sicuramente è meritato visto le sue capacità, ma che aumenta anche un po’ le distanze tra lui e Cesare, che non si sente infatti suo pari. E nonostante ci sia un passaggio specifico in cui lo dice, questo senso di inferiorità lo si sente attraverso il modo in cui si esprime e in cui parla dell’altro.

Ho davvero adorato tutto, a partire dal titolo sì, che è ciò che subito ha attirato la mia attenzione e fin dall’inizio, Atlas sembra davvero un Mida in grado di trasformare tutto ciò che tocca in oro. E proprio come il Mida originale, al dono si aggiunge un prezzo da pagare – che in questo caso è il pericolo di perdersi nelle sue stesse illusioni; pericolo che tra l’altro hai descritto con una potenza e una bellezza che mi hanno lasciato senza fiato nella scena in cui Cesare si risveglia e si trova l’allagamento in stanza e Atlas riverso a faccia in giù.
Oddio, cosa non è stato quel momento – ho sinceramente avuto paura per lo stregone.
Ma anche il tuo stile, fatto di frasi brevi e descrizioni ben precise, che danno ritmo alla storia senza mai appesantirla e colorandola anche delle introspezioni di Cesare, l’ho trovato davvero ben bilanciato e piacevolissimo da leggersi – tra l’altro si tratta di una oneshot su personaggi sconosciuti e tu sei comunque riuscita a dire tanto di loro, a costruire un bg chiaro e una storia che non appare forzata mai, ma che è invece perfettamente strutturata e che si fa leggere tutta d’un fiato.
E poi quando qualcuno mi dà questo tipo di legame tra due pg, dove c’è una tale intesa e una tale fiducia l’una nell’altro, io mi sciolgo e muoio d’amore! Che ci posso fare, adoro questo tipo d’amicizie. Che poi un po’ mi ha stupita scoprire che a quanto pare Atlas prima era pure una donna – ecco, forse l’unica cosa che mi dispiace di questa fic è che questo particolare salti fuori all’improvviso senza venir toccato mai, né approfondito. Sarebbe bello poter vedere altre storie dedicate a questo duo, ma per ora ti faccio i miei più sinceri complimenti per questa storia che mi ha davvero coinvolta.

Recensore Veterano
12/09/20, ore 16:34

Ciao
Eccomi a te per questa A B C delle recensioni!
Giuro, all'inizio non avevo capito nè che Atlas fosse (o fosse stata) una femmina, nè che avesse solo tredici anni... ed ammetto che è stata un po' una sorpresa!
Toglimi una curiosità: quelli che chiami "contratti" sono una specie di partnership? Nel senso che i due stregoni sono "legati" in una qualche maniera anche se, come tu stessa hai scritto, capita che restino lontani anche per anni? Questo è ciò che mi è parso di capire, ma mi potrei sbagliare: non conosco bene il genere, nonostante debba ammettere che questo racconto ha davvero dell'ottimo potenziale!
All'inizio, quando credevo che Atlas fosse maschio, ho temuto che andassi a parare sulla coppia gay che si forma tra i due partner: nulla di male per carità, ma abbastanza abusato come clichè qui nel mondo delle fanfiction! Quindi avere scoperto la realtà quasi alla fine è stata una bella sorpresa: ti faccio i complimenti! Davvero!
a poi ricompare il dubbio, perchè anche se Atlas dice di non essere più "sua figlia" cionondimeno Cesare continua ad appellarlo al maschile... conosco una persona che sostiene che "maschio e femmina sono concetti superati": non so se nel tuo universo ragionino allo stesso modo o se magari Atlas era femmina ed ha usato la magia per cambiare di sesso... questo non mi è chiaro, ma devo ammettere che mi è piaciuto: lascia un bell'alone di mistero a riguardo!
Anche Cesare, come narratore della storia lascia un punto di vista interessante! Se ha tre anni più di Atlas vuol dire che è un sedicenne: comunque poco più che un bambino, ed è ammirevole che si autoconsideri inferiore al suo contratto: è come se ammettesse i suoi limiti, e la cosa lo rende molto maturo per uno di quell'età!
Il ruolo della regina mi sembra restare un mistero: che ruolo ha questa donna? Viene chiamata così solo dagli stregoni o anche le persone la ritengono tale? Quanto è empatica? Capirà davvero che Atlas è una persona profondamente sola e tormentata? Mistero!
E adesso passo alla sola nota dolente: come mai sei andata a capo così spesso? Il tutto sembra dare un'aria quasi cadenzale: a tratti drammatica al racconto, non so se mi spiego...le frasi brevi seguite dal punto e a capo mi sembrano leggermente eccessive, ma a parte quello, ammetto di non avere alcun appunto da fare: nè sulla sintassi, nè sulla grammatica!
I miei complimenti per il racconto: spero che chiarirai il mio dubbio nella risposta: alla prossima!

Recensore Master
08/09/20, ore 09:52

Ciao carissima, eccomi per il nostro scambio dell’ABC, sono curiosissima di addentrarmi nella lettura di questa tua one shot, il ttolo già mi incuriosisce e maghi e streghe è un tema che mi affascina sempre.
Il prompt che ti hanno dato è davvero particolare, così come il modo in cui inizia la storia… cosa sarà la metà del contratto? Lo scopriremo nei prossimi paragarafi.
La ballada del Mida… e subito si parla di oro, azzeccato, non c’è che dire.
Okay, da come lo descrivi questo Atlas Fowley dev’essere tanto bello quanto bastardo, quindi un figo paura, sfido che Cesare ne sia così ammaliato.
Aaawww io amo le dinamiche mago apprendista, se poi c’è un’infatuazione di mezzo awww e gelosia, ne sento tanta in cesare, per Atlas che si dilunga con la signora di quella notte, anzi, secondo me è geloso pure della regina!

No vabbè gli sguardi da lontano, Cesare (si chiama così l’altro protagonista, giusto?) che inizierebbe una rissa appena mancano di rispetto al suo idolo, la loro complicità anche a distanza aawwww.. questi due sono così shippabili, li sto amando e sono nemmeno a metà della shot.

Waahhh ma io ci godo per la ine che ha fatto Ferraris, se la merita tutta (alla faccia della piccola dimostrazione ahaha) abbiamo capito che Atlas va avanti per eccessi, non gli piacciono le mezze misure.
Adoro la reazione della Regina che manco si scandalizza, mi sa che ormai a corte lui si è già fatto conoscere per il suo temperamento focoso.
Aahhh una morte apparente, poi rimedia ai suoi danni, allora è un megalomane eccentrico ma anche buono in fondo, in fondo. Ammetto che mi sarebbe piaciuto in ogni caso.

Oohh finalmente torna a dedicare un po’ di attenzioni a Cesare, che pende dalle sue labbra.

Noooo fermi tutti, qui ho materiale su cui fangirlare per mezz’ora. Quello che fa Atls per concentrarsi, il suo focalizzarsi su un elemento per ogni senso, lo hai descritto con una maestria invidiabile, davvero, anche la sensazione che prova Cesare e i suoi tentativi di riportarlo nel mondo reale.
Ma quando Atlas prima si preoccupa se ha ucciso o no Ferraris e si compiace che non sia così, ma poi quando rivela che è scattato non tanto per quello che è stato detto a lui, ma per il fatto che ha chiamato il suo apprendista ‘mezza tacca’ waahhhh, perché non si stanno rotolando fra le lenzuola? Quei due sono la dolcezza.

Awww tutto il discorso finale che si fanno, di come Atlas andrebbe contro sua madre, contr il suo stesso regno pur di preservare il suo Contratto, pur di mantenere Cesare come suo apprendista e nessun altro, quel suo voler dare la vita per lui e non considerarlo solo alla stregua del figlio dell’autista awww io mi sciolgo, per non parlare di come Cesare lo faccia sentire normale e accettato… io muoio di fluff, ma com’è possibile che c’è scritto ship: Nessuna?? È un errore, vero? Questa è una ship fatta e finita.

Spero di leggere ancora di questi personaggi, li ho amati un sacco e ti muovi benissimo narrando in prima persona.

Alla prossima, cara <3

Recensore Master
03/09/20, ore 13:41

Ciaooo cara! Prima di tutto, lasciami dire che è un vero piacere ritrovarti dopo le vacanze estive! La tua prosa scorrevole e lineare, così come le introspezione dei personaggi, rende ogni volta la lettura delle tue opere un amabile passatempo, che mi ricarica dopo una giornata stressante (come in questo caso! xD).
Dunque, come ben sai, sono affezionata al fandom di One Piece e al solito la mia idea era quella di avventurarmi in una nuova OS della tua raccolta su Artemis, tuttavia mentre scorrevo la tua pagina autore, l’occhio mi è caduto sull’introduzione di questa storia e mi sono incuriosita tantissimo, non ho potuto fare a meno di avventurarsi! Spero non ti dispiaccia :)
Per quanto mi riguarda, l’ho ADORATA! Davvero, mi è piaciuta tantissimo e arrivata alla fine, ho pensato che sarebbe stato fantastico sentire ancora parlare di questi personaggi e delle loro avventure! Tutta la storia dei Contratti di sangue, questo mondo affascinantissimo che mescola sfumature un po' antiche con Casate importanti, maghi e sovrane, insieme a tratti più metropolitani e moderni, per non parlare poi dei protagonisti e della loro psicologia, mi hanno completamente conquistata!
Di Atlas in particolare non ci si può non innamorare fin dalle prime righe della storia. Questa anima intrepida, variopinta, ma dalla complessità incredibile che nasconde dietro la propria forza la sua buona dose di dolore, ammalia il lettore esattamente come ammalia le persone che lo circondano all’interno del racconto, soprattutto Cesare, a cui è affidata la narrazione, che lo guarda con una venerazione e una devozione ricolme di affetto.
Tu sai quanto mi piacciono questo genere di amicizie in cui i protagonisti sembrano due metà della stessa essenza, legati fra di loro a doppio, anzi triplo nodo, quindi ti lascio immaginare quante emozioni mi abbia scatenato la storia di questi due amici che darebbero la vita l’uno per l’altro e si proteggono e si amano in un modo totale e assoluto che proprio straborda da ogni parola (che sia amore fraterno o amore romantico eh! Io li shippo fortissimo, ovviamente, ma anche solo questa amicizia assoluta mi riempie il cuore! XD).
A mio avviso, non è affatto facile trasmettere tanto, raccontare una storia complessa e finita nell’arco di una unica OS nemmeno troppo lunga (io, ad esempio, non credo ci riuscirei!) ma tu ci sei riuscita alla grande, delineando in maniera nitida addirittura un mondo intero!
Non posso che farti i complimenti!
Alla prossima!
Violet :)