Recensioni per
La forma delle cose perdute
di saitou catcher

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
05/12/21, ore 13:52

Ciao!

Allora, da dove partire? Forse dal dolore. Questa storia è stata devastante, ha fatto male, mi ha fatto sentire tutto il dramma di Hange nei suoi ultimi capitoli, ma io ti ringrazio tantissimo per averla scritta. Davvero, dal profondo del cuore. Hai reso giustizia a un personaggio straordinario e l'hai fatto con grande rispetto, mantenendo intatto il suo carattere.
Entrando nel dettaglio, inizierei banalmente dall'incipit. E' brutale, introduce chi legge già nel clima di questa fantastica introspezione, ma allo stesso tempo è quasi un'illusione: la sensazione della benda, dell'orbita ormai vuota, dell'occhio che non c'è più e che ha lasciato solo uno squarcio sul volto è spaventosa, è un ricordo che Hange non vorrebbe avere, ma non è la cosa peggiore che le sia capitata. La necessità di rincorrere l'assenza dell'occhio ti ha dato l'occasione di introdurre il contrasto con la presenza, con le cose che rimangono e che non se ne vanno. E' una riflessione amara, terribile, quella sull'abituarsi a non avere più una cosa, un oggetto, un organo o una persona, ma è anche una riflessione estremamente realistica e che applicata a un contesto militare assume connotazioni ancora più disperate. Hange è una soldatessa, oltre che una scienzata, ed è anche per la salvaguardia della propria salute mentale che deve potersi considerare capace di andare avanti e di superare le perdite subite in combattimento. La vera sfida è accettare quello che rimane in vita, o meglio che dopo queste perdite rimanga in vita qualcuno. La presenza di ciò che è assente grava sulle spalle di Hange come un macigno, come un peso atroce che le ricorda che lei è sopravvissuta e gli altri no - Moblit, Erwin, tutti coloro che non è riuscita a salvare -, dandole un irrazionale quanto spaventoso senso di colpa e di inadeguatezza che le rende davvero tanto complicato continuare a vivere così, perché Hange è stanca.
Ho apprezzato tantissimo la fluidità con cui hai unito tutti i tasselli della sua personalità, rendendo al lettore chiare tutte le sue componenti caratteriali, ma senza far mai sembrare questa ricostruzione qualcosa di artificioso, di costruito. Qui il tema della stanchezza è valorizzato per contrasto dall'iperattività con cui abbiamo potuto ammirare Hange nel corso della sua carriera prima di Shiganshina, quella smania che la portava a dimenticare le attività basilari della natura umana, come mangiare, dormire e lavarsi. Torna Moblit nella riflessione - torna sempre, ed è giusto che sia così: Moblit era una costante nella sua vita, la sua ombra, la sua àncora, ciò che le permetteva di mantenere un'essenza umana. Adesso tutto quello che le resta è Levi, ma con lui il rapporto si è fatto complicato, macchiato dal peso della decisione che quest'ultimo ha preso anche per lei, sostituendosi a lei e all'umanità tutta. Hange non riesce a vedere il senso profondo della scelta che Levi ha fatto a Shiganshina - e come potrebbe? Lei ha sempre vissuto mossa dalla curiosità, dalla scienza, dal desiderio di conoscere e di scoprire. Non si sente tagliata per il comando e per le strategie - non si è mai vista in questo ruolo, nemmeno quando Erwin glielo ha detto in faccia, che qualora gli fosse capitato qualcosa sarebbe stata lei a prendere in mano le redini del Corpo di Ricerca - e di conseguenza vede quello che Levi ha fatto come un tradimento nei suoi confronti, un'imposizione ingiusta in cui non ha avuto la minima voce in capitolo. Non capisce di essere adatta, di essere la migliore di loro, migliore di Erwin, e il suo odio verso Levi è comprensibile, ha la sua storia, ma allo stesso tempo Hange non può permettere a questo sentimento di prendere il sopravvento: Levi è una presenza ancora viva, nonostante i fantasmi che si trascina dietro, ed è qualcosa che deve custodire perché non può sopportare di perdere anche lui.
Mi è piaciuto tanto il contrasto tra il prima e il dopo Shiganshina in termini di obiettivi. Il sacrificio prima aveva un senso, era votato alla ricerca, alla scoperta, alla liberazione, ma adesso appare come un'inutile perdita di tempo e di vite perché la guerra sembra non avere fine e perché loro non sono gli ultimi sopravvissuti di chissà quale catastrofe. Prima era più facile uccidere e studiare i giganti senza sapere cosa fossero in realtà, ma adesso nemmeno questo può essere ignorato. E' tutto troppo per lei, dal ruolo che le è stato riservato a tutto il contorno di informazioni che sono piombate addosso agli abitanti di Paradis da un momento all'altro. Anche la svolta di Eren è troppo per lei, l'ennesimo problema di cui non riesce a vedere la soluzione. Ma come dici nelle note, la soluzione l'ha letteralmente creata lei riuscendo in un'impresa che sembrava impossibile a tutti: unire le fazioni contro il nemico comune. Ha superato le differenze, ha fatto sì che i coinvolti le mettessero da parte insieme a lei e ha creato un'alleanza vincente.
Solo alla fine, negli ultimi istanti della sua vita, Hange torna felice, recuperando la gioia e l'impronta all'azione che l'hanno sempre contraddistinta. Finalmente ha qualcosa per cui dare la vita, a cui dedicare il cuore. E soprattutto non ha più assenze di cui dover sopportare la presenza. Il suo ultimo sacrificio è l'unica grande possibilità che può dare al resto della squadra, è il destino che si è scelta con cui onora le promesse fatte. Ed è un momento così intenso da leggere che mi ha commossa vederla così fiera e forte un secondo prima di morire. Il fatto che ritrovi Moblit e gli altri può far considerare questo come un lieto fine a tutti gli effetti. Hange ha smesso di soffrire e ha ritrovato le persone più importanti della sua vita. L'assenza non c'è più, il vuoto è riempito di nuovo e lei può tornare a sorridere.
Questa storia è stata un colpo al cuore. Una lucida analisi di Hange e una ricostruzione bellissima del suo personaggio dopo Shiganshina. Non posso che ringraziarti immensamente per averla scritta: nonostante il dolore, Hange è speranza e penso che tu abbia trasmesso quella altrettanto bene.
Complimenti vivissimi!
Un abbraccio,

Menade Danzante

Recensore Veterano
06/12/20, ore 12:50

Ciao! Approfitto del fine settimana per leggere qualche bella storia.
Avevo apprezzato così tanto il tuo stile nella oneshot di GoT, che sono stato felicissimo di scoprire che scrivi nella sezione di AoT, di cui sono un altro grande fan. Io per ora scrivo quasi esclusivamente in Ken il Guerriero (come suggerisce il mio nickname), eccetto una oneshot di GoT, ma prima o poi potrei cimentarmi anche in questa sezione...chissà.
Per me AoT ha cominciato ad essere un capolavoro solo quando la verità su Marley e sui "guerrieri" da essa inviati (Reiner, Annie, Bertold) è stata rivelata; prima lo apprezzavo, ma erano solo i segreti a tenermi agganciato. Poi è diventato una bellissima storia di guerra, di odio fra i popoli e di dignità umana.
Ed essendo in pari col manga, ho potuto apprezzare la tua storia sulla fine di Hange (oddio, QUASI in pari: il capitolo 135 è uscito 16 ore fa! NO SPOILER, non l'ho ancora letto!!!)
Rinnovo i complimenti sullo stile, è veramente un piacere leggerti; mi piace leggere qualche fanfic come qualcosa di leggero e più immediato dei libri veri e propri, ma sono pochissime le volte che un autore di fanfic (o autrice, nel tuo caso) scrive a livelli degni di pubblicazione (poi in realtà viene pubblicata tanta gente che scrive da schifo, lasciamo perdere XD)
In questa oneshot ho apprezzato tantissimo il modo in cui hai reso l'annichilimento, il lento logorarsi di Hange di fronte alle perdite. E' proprio vero, a fare male sono le cose che restano, quelle che rimarranno per sempre a ricordarti "l'assenza" di qualcuno. Qui Hange è arrivata al limite, non solo per i lutti che si porta addosso, ma soprattutto per il peso di un comando che non voleva. Ha solo Levi ormai. In un certo senso, si leccano le ferite a vicenda, ma non è che siano proprio due maestri dell'espressione dei sentimenti XD
La fine arriva per Hange quasi come una consolazione; ad ogni modo, non è mai venuta meno ai propri ideali, né al proprio dovere. Merita sicuramente un po' di pace, lascerà il testimone ad altri, esattamente come Erwin l'ha lasciato a lei.
Ancora complimenti

Nuovo recensore
14/09/20, ore 20:47

C’era ancora tanto da esplorare e conoscere di questo mondo e Hange, andandosene, ha lasciato indietro anche questo.
La immaginavo già, una volta finita la guerra, fare la valigia e salpare verso un nuovo itinerario. Perché il viaggio della conoscenza dovrebbe essere senza fine e lei era questo impulso, questa energia fatta a donna.

Offri il tuo cuore, le dice Levi, prima e ultima volta. Sarà un’altra sepoltura senza salma sull’isola, la prima della Legione ad aver raggiunto il mare e, dopo averlo attraversato, ha deciso di non tornare più indietro.

Recensore Veterano
12/09/20, ore 01:05

Gia...sono le cose che restano a fare male...e questa morte farà male a lungo, poiché era una delle più inattese, senza dubbio. Grazie per la tua ff: ha rotto il ghiaccio su un silenzio terribile calato per questo dolorosissimo addio di Hange.

Recensore Junior
11/09/20, ore 16:43

*parte la musichetta* "... Autogol... Autogol... Autogol..." l'ho letta sta mattina alle 8, mentre mi preparavo per andare a lavoro.... Non ti dico la fatica a dovermi trattenere dal piangere come una fontana!
Nonostante sappia di Hanji dal 4 settembre (spoiler di cacca) non riesco ancora a superarlo, e tu hai espresso molto bene certi punti di vista che condivido.... Non è ciò che se ne va a far male, ma ciò che rimane.
E questa volta è decisamente più doloroso del previsto, troppo doloroso sul serio!
Hai reso benissimo ciò che prova Hanji in questi anni, anche il rancore che prova verso Levi per averla obbligata a diventare comandante... Dio quanto detesto isayama per questo 132!!!
Vado a finir di piangere nell'angolino della stanza.... 😭😭😭😭😭😭😭