Ciaaao!
Anzitutto, benvenuta in questo fandom!
La mia recensione è doverosa perché, oltre a doverti doppiamente ringraziare per il prompt, avendomi fornito ben due volte l’ispirazione, trovo che questa storia sia bellissima.
Ti confesso che ho un rapporto conflittuale con le flash (delle drabble non ne parliamo): non sono molto brava a scriverle, essendo di natura una persona prolissa; eppure mi piacciono, sia da scrittrice che da lettrice, perché trasmettere qualcosa in 500 parole non è facile. Chi lo sa fare, dunque, merita d’esser letto.
La scelta di Hinata come protagonista grida già di per sé angst! vista tutta la sua passione per la pallavolo, vista la libertà che prova ogni volta che salta e osserva il campo al di là della rete – e tu l’hai reso molto bene.
Ma Shōyō non perde la fiducia, quello mai: nove mesi sono tanti, forse persino troppi, ma in nove mesi può assistere a milioni di partite, e imparare ancora.
Insomma… è lui! Ci sono diversi dettagli, disseminati per tutto il testo, che lo rendono assolutamente IC – dalla volontà di arrivare agli allenamenti per sfidare Kageyama al fatto che nemmeno un infortunio possa cancellare il suo sconfinato amore per la pallavolo. O ancora…
Si aspetterebbe di vedere anche Kageyama, per fare a gara a chi percorre più velocemente il corridoio – sulla sedia a rotelle sarà quattro volte più veloce, o no? – ma di lui non c’è traccia.
Sì! Ce lo vedo proprio, Hinata, a dire: «Dai, Kageyama, facciamo una gara con la sedia a rotelle!»
E parlando appunto di Kageyama, non è protagonista di questa flash come Hinata, eppure c’è. C’è, ed è caratterizzato benissimo anche lui. Piange nel vedere Hinata infortunato e nel farlo si volta; è orgoglioso, ma nemmeno lui può rimanere impassibile di fronte a un evento tanto grave che non segna solo la squadra nel suo insieme ma proprio tutti i ragazzi, poiché Hinata, ancor prima che un compagno, è una persona cara. Forse – ma questo è solo un mio azzardo, eh! – Kageyama si dà addirittura la colpa per quello ch’è successo, dato che Hinata si è infortunato gareggiando con lui. E forse è in parte il motivo per cui non gli fa visita in ospedale.
Apprezzo molto la cura formale della storia, l’intento di “spezzare” – passami il termine – in più punti la narrazione per mettere in risalto ogni momento che compone l’insieme. Apprezzo, soprattutto, l’aver chiuso e aperto la flash con un’impostazione simile che, cambiata in più punti, lascia ben intendere cosa sia cambiato nella vita di Hinata per via dell’infortunio. Prima si veste da solo, poi si veste da solo a fatica. Prima va agli allenamenti in bicicletta, poi si fa accompagnare da sua madre.
E, allora, salta più in alto di tutti.
OTTIMO. No, perché stavo già per piangere.
(Sono contradditoria: amo i finali angst, eppure una parte di me finisce sempre per pensare: «Ti prego, fa’ che vada tutto bene… ti prego, fa’ che vada tutto bene… TI PREGO, FA’ CHE VADA TUTTO BENE!»)
Sei stata molto brava nello sfruttare sia il prompt che la limitazione, ti faccio i miei complimenti!
Ti auguro una lunga e pacifica permanenza in questo fandom. ♥︎
Shireith |