Buongiorno, |
Un’altra lezione di storia italiana, caro Francesco, con due personaggi che sono un mito e un caposaldo della letteratura del nostro paese universalmente conosciuti. In questo tuo scritto ce li proponi in un contesto conviviale, durante un’ultima cena che si sono concessi ben sapendo entrambi che più si sarebbero rivisti. Due uomini dal temperamento completamente diverso che però sono riusciti a ritrovarsi nel campo dell’arte con le loro personalità: Pascoli con la sua ricerca del nido familiare perduto in età giovanile e che ha tentato, non riuscendoci, di ricreare in età più adulta, e questa ricerca mista alla nostalgia la ritroviamo perfettamente rappresentata nei suoi lavori; D’Annunzio invece personaggio emblema del decadentismo che con le sue liriche ci ha affascinato per la sua costante ricerca di musicalità unita ad una forte energia nel ricercare nuove forme verbali che uscissero dal contesto umanistico classico, creando un vero e proprio laboratorio della parola eplorando i segreti della scrittura ed elaborandoli. Ci sarebbe da chiedersi come due personaggi dall’indole così tanto differente abbiano potuto trovare un terreno comune per poter sviluppare una amicizia solida durata negli anni anche confrontandosi piuttosto aspramente sul terreno dell’arte che tutti e due avevano nel sangue e che scorreva continua. Mi hai riportato ai giorni di scuola per me lontani, ed è sempre un piacere per poter dialogare. Un ringraziamento e un caro saluto. |
Caro Francesco, in questa bellissima e nostalgica poesia ci metti a confronto due poeti italiani eccezionali. |