Storia vincitrice del contest: Make love to me tonight, like there's no tomorrow, di Setsy
ciocoreto con: Vero, Mello?
grammatica: 3/3
Impeccabile!
stile: 10/10
Vorrei iniziare dal finale, dove si è concentrato il meglio dello svolgimento e dello stile di questa drabble. Il ricordo sgarbato è un vero attimo felice nella storia: dice tante cose. Nelle ultime frasi ci sono sia la scelta precisa di una parola all’apparenza semplice ma di enorme effetto, sia la rivelazione di un ricordo terribile, che malgrado sia di fatto un flashback, appare alla chiusura e non nel centro nella storia come accade di solito. Le drabble sono più difficili di quanto sembri, il lavoro deve risultare completo e insieme intenso, e qui ho trovato tutto questo. Sono rimasta sorpresa, su Death Note di solito il ruolo più drammatico è di L, invece l’idea che Near rimpianga e celebri in qualche modo la memoria di Mello fumando per rinnovare il dolore mi ha quasi sconvolta. L’introspezione è toccante, eppure è tutta sottintesa; sei penetrata nella mente del protagonista, e l’esposizione della vicenda è chiara malgrado accada pochissimo. Questo perché hai scelto un tono minimalista che neppure per un attimo sembra “vuoto”, un molto giapponese (non come origine della frase, ovvio) The less, the best. Ci sono i due passaggi nei quali altri personaggi tentano di spezzare la calma stagnante all’apparenza: uno che incita a muoversi; l’altro, di rimando, non si ferma. L’azione esiste solo al negativo. Altre due invocazioni cercano risposta, il “vero, Mello?” del titolo, una volta a destra, (il lato dove si impaginano ricordi o citazioni) uno a sinistra (più concreto). È incredibile questo labor limae in una gara di velocità come questa. Il lessico in generale è medio, e lo trovo molto indovinato per il fandom. Near è un ragazzo geniale ed eccentrico, non un poeta, ma nel contempo ha un’ottima proprietà di linguaggio; credo che tu abbia centrato il segno, perché la prima persona vuole che l’autore lasci parlare il personaggio, malgrado la sua intromissione per essere riconoscibile nello stile, e per tentare di dare profondità. Riuscendoci.
IC: 9.50/10
Questo IC è davvero speciale, ma ha sofferto di un problema tecnico, che ti espongo subito per passare poi a tutte le cose belle. Mello è solo un ricordo, ed è una tecnica di scrittura che non era vietata, ma come suggerito nel bando difficilmente poteva portare ad un risultato pieno. Come nella scorsa edizione sottraggo però solo mezzo punto, perché “in spirito” c’è, eccome. Non sarebbe stato un problema se si fosse visto un flashback, ma la presenza del ragazzo ormai morto è solo interiorizzata. Peccato da una parte, ma la drabble è perfetta così, nella sua resa. Mello è il motore della storia, il suo ricordo una specie di provocazione per Near. Lester (è la prima volta che lo trovo in una fiction ^^) ha fatto la sua parte, l’apprensivo tutore/aiutante…oserei dire la tata, ma farei una brutta fine, vero? Appare un attimo, ma in tutta la sua caratterizzazione. E veniamo al pezzo forte, un Near devastato, che poteva essere un colpo di zappa sui piedi, e invece ti è riuscito così bene da rendere totalmente credibile questo suo ampio ventaglio di emozioni. Ricordiamoci, che, come L, Near è probabilmente un soggetto Aspenger, quindi il desiderio di non vivere per la mancanza di un’altra persona non è qualcosa di immediato. Ma ti sei mossa in punta di piedi, creando un ritratto sfumato, drammatico, e infine completamente credibile. La simbiosi tra i due ragazzi è tale che supera certe barriere, e spinge Near a considerare la sua vita ormai inutile. Al primo istante ero un po’ interdetta dalla sigaretta, per poi ricordarmi che Near ha diciotto anni. Nulla, per quanto abbia sia letto che visto la serie, mi continuo a scordare che non è bambino come sembra… Resta che visualizzare la sua faccia d’angelo mentre fuma è strano, quasi disturbante, ed è quello che credo volessi ottenere. In effetti non è abituato, la gola brucia e così il ricordo negativo che gli affiora in mente. Eppure è qualcosa che in parte gli piace richiamare alla mente, perché non ha un modo di ragionare comune. Triste e bellissimo.
trama: 4.70/5
Questa trama è un po’ a trabocchetto… di fatto, nel presente succede poco, però è piuttosto chiaro che appena prima si sono svolti molti avvenimenti, ad esempio la sigaretta è stata rubata per ricordare un personaggio che ormai non c’è più. Questo è più chiaro dalle note, ma le ho accettate per tutti come “spiegazione” vista la natura del contest. Lester, con la sua apparizione lampo, spezza la drabble a metà con la richiesta di un’azione; infine c’è il ricordo di un momento molto particolare, violento. Eppure, di fatto, Near non fa quasi nulla, se non fumare. È la frase di Lester che ti ha regalato qualcosa di punteggio; è la chiamata dell’eroe, un classico che hai usato, secondo me, con grande scaltrezza.
titolo: 2/2
Questo titolo, in sé, sarebbe di una semplicità un po’ povera, ma… ma. Più che essere bellissimo in assoluto, è l’uso che ne hai fatto che lo mette in vetrina al posto d’onore. C’è questo interrogare una persona ormai morta, ma che è come se non lo fosse. Se non avessi specificato nelle note di che momento si tratta, sarebbe stato un quesito per il lettore, ma in modo interessante, non ambiguo e basta. E la sua ripresa, in corsivo, è fantastica. Sembra un metronomo che dà il tempo al lettore, che separa la drabble in tre atti. Sono entusiasta dell’effetto finale.
uso del pacchetto: 3.80/4 (1+0.90+0.90+1)
Il genere è utilizzato in modo sublime. Più angst di questo sarebbe difficile… per altro senza mostrare un momento di morte, che è già passato. Spunta da ogni angolo della drabble, vive in ogni parola. Si nota nel senso di perdita che aleggia per tutto il tempo, mostra la distruttività del fumo nella sua accezione più negativa. Il mandare in cenere, l’intossicare. Eppure accendere quella sigaretta è un gesto che Near non rinuncerebbe a fare, perché se è il simbolo della mancanza di cura della propria esistenza, è diventata per lui troppo importante. Bellissimo come la stessa zona del corpo, la gola, sia quella interessata da un “attentato” alla vita molto più aggressivo come il ricordo delle mani di Mello strette intorno al collo per soffocarlo. Perfetto, punto pieno, 1
La citazione è usata in due modi: il più importante è come sfacciato senso della storia, e l’altra è la citazione diretta. Near non parla apertamente di malattia, ma ne ha una psicologica, che è l’autodistruzione in senso patologico, non solo come attimo disperato. Ci sono la perdita, la sensazione di fine della vita come qualcosa di bello e interessante, il desiderio di stare male, ma con la persona amata. Trovo che sia molto centrata, ti do un bel 0.90
Il rating arancione è appena appena raggiunto… diciamo che è arancione pallido! ^^ Questo sarebbe un rating per storie per +14, ed è una della volte che sono più incerta su tante storie che ho valutato nei contest. Questo perché l’argomento “voglia di morte” è pesante, e nel contempo non ci sono scene che abbiano peso. Non vuol dire che si debba mostrare per forza, anche perché trovare bello il ricordo di un soffocamento non sarebbe sanissimo. Penso che uno 0.90 sia onesto.
L’ oggetto è protagonista! La sigaretta occupa più parole dei personaggi stessi, facendo un conteggio rapido. Apre la narrazione, e con il suo effetto mostra lo stato dell’umano che la fuma. Brucia, fa tossire, replica altre sensazioni vissute, e soprattutto, alla fine, è sgarbata. Ha quasi assunto una caratterizzazione, qualcosa che ben fatto trovo veramente apprezzabile. È il fulcro della drabble, punto pieno, 1
gradimento generale: 3/3
Avrai capito che questa drabble mi ha incantata, ci ho visto tutto. Uno stile non molto “importante” ma non per questo meno affascinante ― e per me è una rarità ― , una caratterizzazione appena forzata con qualche sfumatura più melodrammatica (ma non sottraggo di nuovo punteggio) che mi ha spinta ad interessarmi di Near come mai prima d’ora. C’è lo sconforto di chi ha perso molto, ma sta ugualmente rischiando la sua vita; infine e soprattutto l’immenso solitudine di chi già viveva con poco contatto umano e ora le domande le rivolge a se stesso, camuffato da altro nome. Una coltellata.
totale: 36
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