È un flashfic che si lascia leggere con molto interesse, vuoi per lo stile - perfetto - vuoi per la capacità di anticipare dettagli e fatti che il lettore capirà solo nelle frasi successive.
Non lascia spazio, con le sue 253 parole, a lungaggini e ripetizioni. Non si lascia coinvolgere emotivamente dalla mostruosità del fratricidio, peggio, del doppio omicidio.
Arrivato rapidamente in fondo, però, ho voluto rileggerlo dall'inizio: c'era qualcosa che non mi convinceva, nel cinismo del protagonista.
Posso capire infatti il gesto estremo, alimentato da lunghi periodi di gelosia e invidia verso il fratello, gesto accuratamente premeditato, anche se eseguito con foga. Ma non mi torna la mancanza assoluta di rimorso, di un qualsiasi ricordo malinconico condiviso con la sua donna ("che lui aveva posseduto per due anni, stretta tra le sue dita"), o il fratello, che adesso non ci sono più. Solo un incallito criminale, o un pazzo, potrebbe essere privo di sentimenti fino a questo punto.
Ma dalla seconda lettura son venuti fuori dalle righe alcuni dettagli che fanno pensare che il fatto sia stato tutt'altro che indolore per l'omicida. Anzitutto la fretta nel fare la doccia ("doveva fare in fretta"), come per far sparire il più presto possibile le tracce del misfatto. Poi quel continuo ripetere "non lo rimpiango", quasi una formula magica per cancellare ed esorcizzare l'accaduto. E quell'ambigua frase finale: "ci avrebbe sguazzato, nelle sue briciole".
(Recensione modificata il 26/10/2020 - 01:28 am) |
