Recensioni per
Museo delle anime
di VigilanzaCostante

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
12/12/20, ore 10:39
Cap. 4:

Recensione premio per il contest "A Ship for All Seasons" 1/1

Ciao carissima, finalmente mi prendo del tempo per passare a curiosare su questa tua raccolta, e lo faccio in due modi – in punta di piedi (perché so che si tratta di scritti personale, anzi più che saperlo da questo primo assaggio l'ho già sentito) e in ordine casuale (seguendo il semplice istinto, come tu stessa mi avevi consigliato di fare).
Se ho iniziato da qui è banalmente per il nome, anche io ho una Ludovica nella mia vita e quindi volevo fermarmi a conoscere la tua. Ho apprezzato tantissimo come hai scavato dentro questa anima: in questa breve storia c'è una presentazione non però di una persona ma principalmente di un'essenza; sfiori le abitudine di Ludovica, accenni ai suoi aspetti fisici e ai tratti caratteriali, ma tutto per riportare in modo fluido e incisivo a quello che lei è nel profondo. E nel profondo c'è un contrasto di un'anima positiva, allegra, che riesce a offrire conforto agli altri e che è un cantiere aperto di mille pensieri, eppure è anche minata da quel passato personale che nomini solo verso la fine e da una tristezza e un'ansia che non sempre sono facili da scacciare. È un contrasto che apri in modo delizioso fin dall'inizio, con quest'immagine malinconica della pioggia che però, lo dici subito, non è quello che associ a Ludovica abitualmente, ma è un aspetto messo a tacere che si rivela solo, appunto, nel profondo. Ho amato questa definizione: l'arancione croccante di un pomeriggio d'inverno. Mi ha colpito tantissimo questa scelta di parole e devo dirti che mi ha proprio reso l'immagine concreta di un'anima. Allo stesso modo, risulta molto efficace l'idea di non finito per rendere il continuo flusso di idee e energia che è come persona e quindi le immagini concrete con cui la associ in modo metaforico: la poesia piena di correzione, il libro dal finale sospeso, il quadro astratto, la mina della matita rotta...
Insomma, questo primo "quadro" mi ha comunicato un'emozione e sicuramente passerò a girare altrove in questo prezioso museo.
Un bacio, complimenti e a presto!
 

Recensore Veterano
12/11/20, ore 12:27
Cap. 6:

Ciao!
Non so neanche come lasciare un commento a una cosa del genere. Ho la sensazione di aver messo il naso in un segreto, ecco, qualcosa che non dovrei vedere, perché è intimo in una maniera disarmante.
Vengo dal gruppo caffè e calderotti e ti giuro che solo leggendo la tua presentazione sono stata proprio investita. L'idea è delicata in maniera geniale, uno dei regali più belli che si possa fare a qualcuno. Ho amato la possibilità di poter aprire la storia e scegliere un nome tra tanti. Pensare di dipingere con le parole, di nuovo, è geniale. Essere catapultata da subito in quel tramonto ha avuto un effetto destabilizzante e cercare se stessi e qualcuno nelle parole di una sconosciuta che descrive un'altra sconosciuta è stata proprio una magia. Il cambio drastico che c'è quando inizi a parlare del nero, del buio e dell'oscurità è perfetto, cambia subito l'idea che ci si fa di questa persona. Adoro l'infinito ritorno che ogni frase fa ai colori, che sia nel tramonto, negli aggettivi usati per descrivere Elisa, nella scelta della descrizione dei suoi occhi e della sua oscurità.
Questa fuggevolezza la fa sembrare leggera e mostra che la solidità sta nella certezza del suo ritorno.
Si percepisce l'amore senza definizioni, delicatissimo, ed è davvero meraviglioso capire tutto senza capire niente.
Grazie mille per averla presentata perché è stata una botta di emozioni e non l'avrei mai scoperta da sola.
"Perchè Elisa è così, imprevedibile anche per sè stessa, non si conosce o forse non vuole farlo, troppo spaventata per guardarsi davvero allo specchio" questo pezzo, in più, è una bomba.
Complimenti davvero, per quello che vale l'opinione di un'altra sconosciuta 💜

El.

Recensore Junior
11/11/20, ore 17:39
Cap. 1:

Premessa: il capitolo che recensirò per l'ABC non sarà ovviamente questo, ma per mio ocd sono solita andare in ordine. Ergo, non potevo saltarne uno per passare direttamente al successivo. Tra l'altro la cosa mi preoccupa un po', perché tendo a essere prolissa anche se si tratta di drabble eheh

MA ANDIAMO AL DUNQUE.

Innanzitutto, sono molto contenta che tu abbia proposto questa raccolta perché mi è parsa subito molto in linea con la mia e col mio modo di vedere la scrittura e la vita - questo almeno è ciò che ho potuto evincere dalla breve descrizione.
Il titolo l'ho amato appieno: è profondamente evocativo e metaforico, difatti le anime non possono materialmente essere racchiuse all'interno di un museo, ma al contempo è una bella immagine per suscitare nel lettore l'idea che ci troveremo di fronte a una raccolta di persone estremamente variegate, oltreché il fatto che trovandosi all'interno di un museo sono anche preziose (socialmente e culturalmente soprattutto).
Ho riletto la descrizione e confermo che la trovo davvero perfetta: mi ha suscitato curiosità e interesse e mi ha anche fatto sentire un po' a casa, perché è esattamente ciò che penso delle persone di cui sono circondata.

La drabble che troviamo qui riprende quella medesima scia. Con questo breve componimento prendi per mano il lettore e lo trascini all'interno del tuo mondo, un mondo che avverti essere composto da innumerevoli e variegate sfaccettature e altrettanti individui. Ci parli di coloro che ci sono stati, che ci sono tuttora e che non ci sono più e io devo confessarti che trovo estremamente affascinante disquisire sul concetto di effimero che, ovviamente, ho ritrovato anche qui. D'altronde, mi piace proprio tanto dirlo, il per sempre lo si può ritrovare solo all'interno di singoli attimi circoscritti e sta agli individui che li vivono scegliere se cristallizzarli nel tempo o restarne indifferenti.
Che poi è un po' quello che mi pare tu abbia fatto attraverso questa raccolta, nessun esempio calzerebbe più del ritratto-dipinto; tant'è che domandi al lettore di osservare questi tuoi volti-scritti come fossero opere d'arte e quale immagine è più in linea con la volontà di "cristallizzare nel tempo" di questa? Ci inviti a prenderli, osservarli, analizzarli, lasciarci influenzare (che significhi questo lo scegliere di tenerci alla larga o entrare nel pieno delle tue e delle nostre emozioni).
E allora, come posso io che tanto amo le persone, non accogliere il tuo invito e lasciarmi coinvolgere e sconvolgere ancor più?

Recensore Junior
11/11/20, ore 17:38
Cap. 2:

Il primo incontro è quello con Valeria. Ho letto mezza frase (mi è bastato "La sera davanti allo specchio si guardava e non si vedeva") e già ho amaramente empatizzato con lei.
Valeria, come affermi, è perfettamente consapevole dei suoi mezzi, è evidente che abbia una dote innata che le permetta di invaghire e affascinare gli altri, eppure questo non pare esserle sufficiente, perché il trucco che ha sul volto è "catrame" e il mascara non le toglie il velo di malinconia di cui i suoi occhi sono dipinti. L'impressione che ho di lei è che nonostante abbia i mezzi e la possibilità di governare il proprio mondo (essere un soggetto attivo della propria esistenza), non abbia però il coraggio di farlo, finendo semplicemente per subirlo. La capacità di adattamento sicuramente ci permette di vivere in modo meno agitato oltreché venir frastornati di meno dall'imprevedibilità della vita; la capacità di adattamento è senz'altro una dote positiva che ognuno di noi dovrebbe sviluppare. Eppure, è anche un'arma a doppio taglio: labile è il confine tra di essa e l'incapacità di imporsi, di vivere con coscienza e cognizione.
L'impressione che ho procedendo nella lettura è che Valeria si sia assestata, bloccata nei suoi disincanti, nei dubbi che non riusciva a risolvere e, anziché precedere tentando di raggiungere delle risposte o altre domande, si sia semplicemente adagiata nelle sue afflizioni. Afflizioni cui lei, forse, nel tempo è divenuta indifferente, un po' come lo è divenuta a tutto il resto.
Così, senza neanche rendersene conto si è allontanata da tutti, anche da te (parlo in riferimento al fittizio narratore, che poi immagino sia davvero tu, ma non mi è dato davvero saperlo) che tanto avresti voluto abbracciarla ma che, evidentemente, non lo hai fatto. Proprio in virtù di questa sensazione, ho guardato ancora di più a questa raccolta con affetto: quasi fosse il tuo tentativo di concederle una presenza che avresti voluto darle in altre occasioni senza riuscirvi mai prima d'ora.
C'è amore nei confronti di Valerie, amore nel senso ampio del termine - non potrei arrogarmi il diritto di giudicarlo in altri modi -, un amore e un'attenzione per la sua persona che fa comprendere quanto stretto potesse essere il vostro legame ("Un tempo Valeria era un'affilatrice di coltelli"-"Ora Valeria ha deposto le armi") e quanto l'aver osservato il suo cambiamento abbia suscitato sofferenza non solo in lei stessa, ma anche negli altri.
Fai leva su dei dettagli che possono essere scontati, che le persone notano tanto spesso e che di rado fanno presente di aver colto. Non riesco a fare a meno di pensare che, forse, è proprio quel tipo di premura ciò di cui Valeria (di tutti i Valeria di turno) ha sempre avuto bisogno. Valeria pare essersi chiusa, esser pian piano scomparsa dietro a tutta la sua esistenza, pare confondersi tra tutto ciò che gli altri ritengono lei sia e ormai non lotta più, troppo stanca per farlo. Allora si rimette il rossetto, il mascara e continua con la sua solita vita, ma forse tutto ciò che desidera è semplicemente godere di infinite mezz'ore sul suo letto con la mente svuotata e libera. Soprattutto, vorrebbe condividere il suo dolore, la sua sofferenza e la sua malinconia che in modo tanto preponderante la abita, eppure... non vi è nessuno che possa accoglierla. Questo è ciò che più mi ha fatto male della sua storia: la consapevolezza che la sua angoscia fosse lì a incrementare di giorno in giorno e che nessuno le abbia fatto presente di vederla, che se avesse voluto condividerla avrebbe potuto.
Che poi, ovviamente, questa è l'impressione che ho avuto dal testo, magari quelle persone ci sono state e lei ha eretto un muro (anche se quello è il momento in cui dovremmo tentare di avvicinarci ancor più, onde evitare che quella persona si perda ancor più).
Nella frase conclusiva ti rivolgi direttamente a lei e vi ho letto un invito a riappropriarsi della sua forza che tu sai essere lì, Valeria probabilmente un po' meno; ma glielo stai dicendo: il mondo è sempre il medesimo, ma se vuole lei può tentare di fare partire un cambiamento.

Così giungo al termine e l'unica cosa che mi resta da dirti è che ho profondamente apprezzato che tu abbia narrato Valeria senza darci precise delucidazioni rispetto a quella che è la sua storia pregressa. Ci hai narrato il suo status attuale, la sua sofferenza veicolata attraverso i tuoi occhi, permettendo al lettore di giungere alle conclusioni che più gli sono affini o di non giungervi affatto (nell'ottica per cui ognuno vi ritrova ciò che più in linea col proprio sé).

E' stato un piacere, a presto,

Bongi!

Recensore Veterano
08/11/20, ore 16:46
Cap. 2:

Eccomi qua per lo scambio dell'A B C del nostro giardino!
Scusami se vengo direttamente qui e non ho recensito anche l'incipit, ma come hai detto anche tu, quello serviva più come introduzione di questa serie do storie, poi non potevo certo scrivere tre o quattrocento parole per un testo di novanta e qualcosa... Quindi ho deciso di puntare direttamente su questo capitolo, perciò ciancio alle bande e andiamo a cominciare!
Devo ammettere che mi è spiaciuto parecchio per la povera Valeria... Mi par di capire che gli ultimi tempi non siano stati particolarmente belli per la nostra affilatrice di coltelli (e ti prego, dimmi che non era una metafora: nel leggere la storia giuro che me la sono immaginata come un'arrotina! Scusa il siparietto, ma volevo un chiarimento) che ora se la passa assai male...
Un po' di tristezza mi è salita! Povera ragazza... Detesto sapere di gente in quelle situazioni...
Ma cosa le è capitato nello specifico? La cosa nel tuo racconto rimane piuttosto vaga; forse per scelta, in modo che il lettore sia portato ad immaginarselo, ma resta comunque vaga...
Devo dire che invece hai reso perfettamente gli stati d'animo, le sensazioni, lo struggente dolore della ragazza...insomma la scrittura è molto sentita, e credo che sia perché tu hai conosciuto questa ragazza, per come mi è parso di capire dal tuo prologo, poi correggimi se sbaglio eh!
Innanzitutto voglio chiarire che aggiungerò sedutastante questo racconto tra le storie seguite: voglio vedere chi saranno gli altri personaggi di cui scriverai...sai, mi ha ricordato vagamente la scena di "Dio esiste e vive a Bruxelles" in cui i "discepoli" della ragazzina si presentavano allo spettatore...hai preso spunto da lì per caso?
Spero che risponderai ai miei quesiti, magari non a tutti, sono realista, ma almeno ai più rilevanti!
Mi è piaciuto molto il tuo stile, e non ho visto errori, cosa ammirevole! Quindi devvero complimenti!
Ti aspetto per il contro-scambio, ed alla prossima!

Recensore Master
07/11/20, ore 20:01
Cap. 8:

Recensione Premio Speciale Double, double, toil and [drabble]- Contest- Something wicked this way comes!

Ciao! Come da tua richiesta mi trovo in questa raccolta che a dirla tutta mi incuriosisce parecchio. Ti chiederai perché ho scelto proprio il capitolo intitolato "Giovanni" perché è un nome davvero importante per me, ci sono molto legata. Questa raccolta è davvero bella, anzi forse l'aggettivo non le rende giustizia direi sublime. Dai uno spaccato molto profondo della società; i tuoi occhi non hanno filtri; dispieghi con molta semplicità le luci e le ombre insite dell'essere umano. Leggendo mi sono ritrovata nei panni di Giovanni molte volte e ho sorriso malinconica ricordato luoghi, persone e sentimenti persi. Complimenti davvero, una struttura narrativa intrigante e mai noiosa, linguaggio semplice e diretto.

Recensore Veterano
06/11/20, ore 18:32
Cap. 2:

Ecco che finalmente iniziamo ad incontrare la prima anima.
Dalle prime righe, Valeria mi ha dato l’impressione di una ragazza che subisce il contrasto tra apparenza e interiorità. C’è una Valeria “esterna” che porta il rossetto e l’ombretto scuro per nascondere la Valeria “interna” i cui occhi sono velati di tristezza.
Scopriamo che la ragazza sapeva stregare le persone ed era consapevole di questo effetto, ma ho anche percepito un senso di inerzia da parte sua, come se Valeria potesse avere il mondo ai suoi piedi, ma ci avesse rinunciato. Quale sia stato il motivo che ha causato questo distacco dal mondo, dalla vita e dagli amici non ci viene detto né abbiamo elementi per indovinarlo. Posso solo ipotizzare che si sia trattato di un grande dolore.
“Un tempo Valeria era un'affilatrice di coltelli” => mi è piaciuta molto questa definizione, l’ho trovata suggestiva e mi ha fatto immaginare una personalità pungente, interessante ma talvolta anche tagliente, in modo che non sempre è piacevole ma che sempre affascina. Non so se si capisce cosa intendo, ma mi riferisco a quelle persone che a volte possono risultare non del tutto piacevoli, eppure continuano ad esercitare un fascino magnetico sugli altri.
Valeria mi è sembrata una ragazza vinta dai problemi della vita, schiacciata da quegli imprevisti che distruggono i tuoi sogni. Ecco, mi è parsa una ragazza disillusa, priva di speranze e consolazioni.
Il tuo stile è scorrevole, sempre corretto. È uno i quei modi di scrivere su cui non si ha molto da dire perché sembra qualcosa di naturale e non il frutto di una mano abile. Se un testo presenta errori, è facile commentarlo, mentre quando si ha un prodotto così ben definito viene quasi da dire “è così facile scrivere bene che potrei farlo anche io”. Ovviamente non è così ;)
In generale, ho trovato il testo molto suggestivo. Immagino che una caratteristica del genere introspettivo sia proprio l’avere testi vaghi, inafferrabili, infatti in più punti mi è sembrato di non essere in grado di inquadrare bene Valeria. Sapevo dei dettagli di lei, della sua vita, ma non saprei definirla del tutto. Non so se questa ineffabilità fosse voluta, ma comunque questa è stata la mia sensazione :)
La frase finale mi è piaciuta molto, l’ho trovata quasi commovente, molto dolce ma allo stesso tempo in grado di sollevare Valeria, così schiacciata dal dolore, per convincerla che anche lei può farcela, può davvero provare a cambiare il mondo.

Sono curiosa di leggere altro presto!

Alla prossima,

M.

Recensore Veterano
06/11/20, ore 18:31
Cap. 1:

Ciao, eccomi per lo scambio :)
Dato che questa è solo un’introduzione, ho pensato di passare da qui e dal primo “capitolo”, ma per non creare confusione farò due recensioni separate, così da poter commentare più chiaramente le due parti.
Innanzitutto, mi piace molto l’idea di partenza di questa raccolta. Credo che chiunque ami davvero scrivere abbia questa tendenza a guardare la gente intorno a sé analizzandole e “sezionandole” in senso letterario. L’idea di dedicare loro una raccolta è come il passo successivo, l’elaborazione in forma compiuta di questa analisi.
L’incipit si apre dicendoci che ci accompagnerà nell’anima di chi parla e poi scopriamo che il contenuto della narrazione saranno “e anime delle persone che hanno camminato nella mia vita, che ancora camminano, che mi hanno voltato le spalle o che non hanno mai smesso di amarmi”. Il fatto che quindi il primo invito sia rivolto ad entrare nell’anima di chi narra, mi ha fatto percepire che noi stiamo per incontrare non le persone reali, ma come queste persone si sono riflesse nell’anima di chi scrive (so che in questo caso si tratta di un racconto autobiografico, ma preferisco dire “chi scrive” piuttosto che “tu” perché mi sembra più corretto nel caso di qualche libertà poetica che si distanzi dalla realtà).
“guardateli come se fossero opere d’arte” => quest’idea di museo delle anime mi è piaciuta molto. Sarà che per me un museo è un qualcosa di sacro, al di là della realtà contingente e quindi l’ho trovata un’immagine azzeccata in questo contesto. Se penso “museo” mi immagino le sale ampie e imponenti del Louvre, in cui si respira un’aria di tacita ammirazione e non riuscirei a pensare ad ambiente migliore per questo percorso dell’anima e delle anime.
Ho apprezzato molto anche il dettaglio finale “scoprirete voi stessi”, perché ha ricordato in modo semplice ma chiaro che non possiamo dimenticare di essere tutti esseri umani e quindi legati alla base gli uni con gli altri. Qui mi viene in mente la famosa frase di Terenzio “homo sum humani nihil a me alienum puto” ma non so se la tua fosse una cosa voluta. In ogni caso, non serve conoscere Terenzio per capire quanto sia facile vedere se stessi negli altri e magari, guardandosi dall’esterno, imparare qualcosa su se stessi.

Complimenti per questo promettente incipit, corro a leggere il primo capitolo!

Alla prossima,

M.