Recensioni per
La dama dei salici
di storiedellasera

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
18/12/20, ore 19:47

Ma che bello! :D Mi piace moltissimo!
Ci sono un paio di piccolissimi errorini (tipo quando descrivi il protagonista come paonazzo e pallido allo stesso momento), ma la storia è bellissima, sa di vintage e riesco proprio a immaginare le scene. Insomma Complimenti! Anche questa me la segnò.

Recensore Junior
18/11/20, ore 20:21

Bella!Le atmosfere gotiche ti vengono sempre bene. La figura della dama è davvero conturbante!

Recensore Master
08/11/20, ore 18:02

Ciao storiedellasera. Mi fa piacere, mentre leggo la tua long fantasy, trovare altre tue storie. Questo titolo è davvero affascinante, un'immagine molto bella la dama dei salici. Ogni volta mi fai volare con la fantasia per le atmosfere che crei. Anche qui hai fatto delle belle descrizioni e, leggendo le tue storie da un pò, sono curiosa di sapere se c'è un motivo particolare per il quale ami questi contesti cupi, soprannaturali e se in seguito vorrai anche cimentarti in generi del tutto diversi. Quello che ho notato in questa storia è che la presenza del fantasma è manifestata rispetto ad altri scritti e già questo è un esperimento. A presto. Un saluto. :)
(Recensione modificata il 08/11/2020 - 06:06 pm)
(Recensione modificata il 08/11/2020 - 06:06 pm)

Recensore Master
05/11/20, ore 20:23

Ciao! Un'altra bella storia, carica di suggestioni e scritta con quella perizia che induce nel lettore un autentico brivido giù per la schiena e se per caso avverte un sussurro o un soffio gelido alle spalle... se non proprio l'infarto, almeno un sobbalzo è assicurato. Siamo dalle parti del miglior Edgar Allan Poe, con le sue storie di ossessioni capaci di trasformarsi in orrore (e viceversa). Lo scenario è ancora una volta un classico della letteratura gotica, la vetusta magione disabitata e di fatto in molte sue parti lasciata all'incuria. Un angolo del giardino, che s'immagina incolto e abbandonato all'intreccio dei salici, accoglie le sepolture dei precedenti proprietari. Da questo spira una sottile inquietudine, che se da principio non impedisce al nostro protagonista di godersi la quiete della campagna e il frinire sonnolento delle cicale durante e sue solitarie passeggiate, col progredire della sua permanenza alla villa diventa sempre più perturbante. Anche qui, come già in "Quella casa in fondo alla via", il lettore è coinvolto in un crescendo di inquietudine e insicurezza, che come in ogni horror che si rispetti avvince ed impedisce di staccare gli occhi dalla pagina. Saper "fare" paura non è facile, al di là della descrizione di ambienti cupi e di immateriali presenze uscite dritte dritte dall'aldilà: saper avvincere è tecnica e dono al tempo stesso, e qui riesci perfettamente a trasmettere l'angoscia del protagonista, il suo terrore crescente, la tensione che lo fa sobbalzare a ogni ombra proiettata dal camino, a ogni fruscio. Ottimo il finale che spiega e, al tempo stesso, costituisce un abile colpo di scena. Continuo a leggere con autentico piacere queste "storie della sera" capaci di toglierti il sonno!