Recensioni per
Mrs V (seconda versione)
di sallythecountess

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
26/09/21, ore 22:37

Ciao, mi sono accorta dalla tua risposta alla mia recensione che avevi postato la fine nel momento stesso in cui ho commentato.
Non è la prima volta, quindi mi sa che implicitamente siamo entrate in telepatia.
Detto questo, è un epilogo dolcissimo quello che hai scelto.
Hai molta fantasia perché non andrei potuto proprio immaginare che Artie fosse un nuovo ed inaspettato membro della famiglia. Io trovo encomiabile chi - pur avendo dei suoi figli - sceglie di adottare un bambini sfortunato e solo al mondo, per dare lui una nuova prospettiva di vita ed una possibilità, oltre che una famiglia.
E credo tu abbia affrontato questa tematica in molto delicato. Non sei mai irruenta diciamo, ma racconti le cose con molta razionalità. Ho trovato corretto che Artie abbia impiegato tempo a considerarsi parte della famiglia ed a chiamare Ariel e Ian mamma e papà.
L'epilogo l'ho adorato davvero. Ognuno di loro ha trovato una propria strada nella vita.
Le gemelle sono due belle peperine, diverse come il giorno e la notte. Artie ha scelto di rendere l'aiuto per i più sfortunati la sua missione di vita. Ed il piccolo Josh è la fotocopia del suo papà.
E tutti loro sono - esattamente come i genitori - persone che vogliono fare qualcosa di utile nella vita, salvare il mondo, l'ambiente ed aiutare le persone.
Ed anche Ian ha trovato la sua strada ed ora è davvero felice di quello che fa, di quello che è e di ciò che ha costruito.
Mi è piaciuto molto come hai concluso, con un richiamo all'inizio di tutto e al romanzo di Miss V (è bello che Ian lo abbia fatto leggere alla figlia, facendole così conoscere il grande amore da cui loro, e i loro fratelli sono nati). E soprattutto mi piace che tu abbia detto che questa è la storia di una persona qualunque. Perché credo sia più facile identificarsi in qualcuno che non sia troppo lontano da noi, e che possa rappresentare ciò che ognuno di noi può essere.
Sei stata molto brava e, appena potrò, andrò anche io all'inizio di tutto, gustandomi anche Miss V.
A presto

Recensore Master
26/09/21, ore 20:14

Ciao cara bentrovata.
Solo due capitoli mancano alla fine? Ma io li ho appena conosciuti Ariel ed Ian, non so se sono pronta a dire già addio.
Anche se, devo dire, ne hanno passate di corte e di crude quindi se ti chiedessi di continuare sarebbe accanimento.
Di questi due capitoli la mia parte preferita è il dialogo tra Ian e il padre. Nella vita è sempre così. I genitori si amano incredibilmente, allo stesso modo. Però i caratteri sono diversi e succede a tutti di avere più affinità e dialogo con uno piuttosto che con l'altro. Credo che molte delle difficoltà di Ian, tanta sua insicurezza, derivasse da questo "non rapporto" con il padre. Però ho visto che si sono parlati cuore in mano, e che Ian si è sciolto quando il padre gli ha detto di essere orgoglioso di lui, nonostante tutto. E ha saputo dargli comunque tanti consigli giusti, gli ha trovato lavoro a Londra, voleva andare a trovarlo per stargli vicino. È stato un momento molto bello.
Ed è stato ancora più bello quando Ariel gli ha detto che lei è stata sempre orgogliosa di lui. Nonostante le sue difficoltà e fragilità, la moglie lo stima molto e lo rispetta. E senza stima non può esserci amore secondo me.
La frase: tu hai il mio stesso cuore è meravigliosa. Ti faccio i complimenti: le persone per stare insieme devono avere lo stesso cuore, ed Ian ed Ariel lo hanno.
L'idea che Ian mi ha sempre dato è proprio questa: lui cercava il suo posto nel mondo. Si sentiva insoddisfatto del suo lavoro, perché si sentiva inutile; aveva bisogno di uno scopo. E credo davvero che lo abbia trovato: io l'insegnamento lo vedo perfetto per lui. Il giusto connubio tra creatività ed impegno.
Azzeccata anche l'idea di tornare in Inghilterra. Quella è la loro casa, li ci sono i loro affetti, li devono crescere le figlie, nella semplicità e felicità, oltre che con tanto amore.
Mi sono sciolta sulla scelta del nome del terzo bimbo (finalmente un maschio). Ho trovato tutto bello e delicato. Mi è piaciuto molto.
Ed ora chi è Artie???? Sono preoccupata.
A presto.

Recensore Master
24/09/21, ore 20:23

Ciao carissima, che bello trovare altri due capitoli in un solo colpo, e sono stati anche due capitoli dolcissimi.
Lo avevo capito che ci fosse un altro bimbo, nel grembo della mamma. Effettivamente avevi disseminato un sacco di indizi, quindi era un po' la scoperta dell'acqua calda la mia, ma fammi frusciare un po' di essere stata particolarmente sveglia.
Assolutamente non trovo questo riavvicinamento forzato, anzi tutto sta avvenendo con naturalezza e gradualità. Del resto loro due si amano, hanno una famiglia, che si sta allargando sempre di più, e non ha senso che si costringano a questa lontananza forzata, quando nessuno dei due vuole questo.
Ariel è stata bravissima. Lei ha detto subito del bimbo, ma lui era troppo ubriaco per capire, per ascoltare e per reagire. E quindi ha fatto la sola cosa che poteva fare: dargli tempo, sebbene per lei non sia stato assolutamente una passeggiata questo periodo.
Lui ora si sta riprendendo. Il gruppo di supporto e la condivisione sono stati di grande aiuto, e ancora di più questa nuova attività di volontariato. Per la prima lo vedo convinto ed entusiasta di quello che fa, come se finalmente avesse trovato uno scopo e si sentisse utile a qualcuno o a qualcosa. Ed ora il nuovo bambino: questa è la spinta in più che gli serviva, deve restare sobrio per la sua famiglia, per non deludere più sua moglie e le sue figlie e per non dare un dolore anche a quel nuovo bimbo.
Tutto molto bello, mi piace molto.
A presto

Recensore Master
24/09/21, ore 00:49

Ciao carissima, adoro essere definita una lettrice ninja, anche se a mia discolpa posso dire che ho letto la tua storia solo 3 giorni fa e subito mi sono palesata; quindi sono una mezza ninja, perché ho annusato la storia per un po' e mi sono decisa a leggerla dopo che erano passati diversi mesi dall'inizio della pubblicazione.
Hai ragione, ho iniziato la storia di Ian e Ariel dalla fine, e quindi mi sono autospoilerata un po' tutto. Però credimi che ogni storia ha la sua magia, è un po' come quando guardi un film più volte: più rivederli all'infinito, ma se ti dà delle emozioni, te le darà sempre. Questo per me è un periodo in cui sarò molto impegnata ma, appena possibile, andrò a fare un salto a Miss V e prometto, una volta fatto, di lasciare una recensione, a te e, soprattutto, per i posteri che vorranno leggere la storia.
Detto questo, vengo al capitolo. Devo farti i complimenti per come stai affrontando tutta la questione dell'alcolismo. Non ho mai conosciuto da vicino il problema, ma le dipendenze sono un brutto male. Sono qualcosa che sai tu fa male ma di cui hai un disperato bisogno; e finisci a fare cose per cui normalmente ti vergognerei, metti in pericolo te e la tua famiglia. Alcuni, non avendo quella forza per uscirne, hanno perso davvero tutto. Chi sta curando una dipendenza affronta un percorso molto delicato, fatto di up e down, di conquiste e, subito dopo, di passi indietro tremendi e di momenti di sconforto. E tutto questo lo stai descrivendo molto bene con Ian. Lui è da poco che ha questo problema, ed è ancora in tempo per uscire fuori; nonostante i progressi, ha dei momenti in cui si scoraggia e dove il desiderio di attaccarsi alla bottiglia è molto forte. Però lui sta resistendo, perché ha accanto a sé persone speciali che lo stanno aiutando e perché ha un obiettivo nella vita: quello di tornare dalla sua famiglia. Per questo ti faccio davvero i complimenti perché stai narrando questo suo percorso in maniera molto reale.
Il dialogo tra Ian ed Ariel è stato molto bello. Finalmente lui si è aperto anche con lei, raccontandole di come sta affrontando tutto ciò: non voleva farlo perché lui si sente ancora fragile, sa che c'è il rischio possa crollare e non vuole deluderla e farla stare male; ma è stato giusto renderla partecipe dei suoi tumulti e dei suoi progressi, perché lei è in pena per lui e non è giusto che la lasci così. Ed Ariel è tanto spaventata, ho provato una gran tenerezza quando credeva lui volesse divorziare: ancora una volta ha dimostrato quanto amore provi per lui, era pronta a fare un passo indietro e lasciare il posto ad un'altra donna, se questo era la sua felicità, purché lui stesse bene (malgrado una rottura con lui l'avrebbe distrutta). È davvero una donna forte e completa, piena di buoni sentimenti e di grandi valori (è molto bello che stia aiutando questo suo amico in cambio di nulla, solo per il piacere di aiutare e rendersi utile). Una donna a tutto tondo, l'ha delineata benissimo.
Per quanto riguarda Ian, il suo problema è che, a 40 anni, non sa ancora chi è - ed anche questo è molto reale perché tante persone non sanno chi sono, conoscere se stessi, capire cosa si vuole è quanto di più difficile possa esistere - quindi mi piace molto che tu abbia deciso di raccontare il suo percorso di crescita interiore. E devo dire che questa idea dell'insegnamento è ottima: appena questa possibilità si è delineata io ho pensato "ma nel ruolo di insegnante sarebbe perfetto", a maggior ragione di insegnante di ragazzini complessi e con storie difficili; lui ha bisogno di costruire la sua autostima, di sentirsi utile come persona e quale modo migliore di farlo se non aiutando gli altri? (approvo totalmente e, ti dirò, è una soluzione migliore del volontariato in ospedale: entrambe sono iniziative bellissime, ma Ian ora è troppo fragile ancora per vedere la sofferenza di chi sta male, e magari vedere qualcuno di quei ragazzi morire davanti ai suoi occhi).
Sono un po' triste che, proprio adesso che mi stavo appassionando, la storia sta quasi volgendo al termine. Ma vabbè spero almeno in un hapy ending tra Ariel ed Ian, perché direi che hanno sofferto molto (io ho la sensazione che Ariel abbia una bella sorpresa in serbo, ma la voglia rivelare a tempo debito; chissà se il mio intuito è corretto).
A presto, un abbraccio

Recensore Master
22/09/21, ore 22:17

Ciaoooo, sei stata carinissima a rispondere al mio commento.
E devo dire che sei molto divertente e mi hai fatto sorridere di cuore: lettori ninja è un'espressione fortissima, che non avevo mai sentito ma che calza a pennello. È da un po' che frequento il sito, anzi io ho inziato più di 10 anni fa, per poi lasciarlo e ritornare da qualche mese. E posso dirti che, all'epoca, sono stata un ninja anche io: ho letto tante storie, ma non ho mai commentato, perché pensavo non fosse importante. Oggi, invece, ho una maturità tale per cui penso che sia sempre giusto lasciare un pensiero ad un autore, e quindi eccomi qui. Da questo ho tratto che ci sono tanti lettori come la me del passato che, pur appassionandosi ad una storia, non scrivono per vergogna.
Venendo a questi due capitoli che hai pubblicato, devo dire che Ian sta affrontando un viaggio personale piuttosto complicato. Lui ha avuto due dolori tremendi, a distanza di poco tempo, e questo lo ha portato in un vortice di autodistruzione. Uscire da una dipendenza è difficile, richiede tanto impegno perché tutto parte dalla testa, solo tu puoi aiutarti, per quanto possa essere circondato di persone (che sono, comunque, essenziali: se si è da soli è ancora più difficile).
Stai descrivendo molto bene questa fase, non semplice. La. Storia partiva con una certa leggerezza, e sta attraversando una fase più intima e complessa.
Alla fine Ian aveva bisogno di una terapia d'urto, e quel medico gliela ha data. Salvati se hai ancora qualcuno per cui ne vale la pena, e lui ha una famiglia da cui tornare, dell e figlie e, soprattutto, una moglie. I suoi nuovi amici/tutor sono persone speciali, che lo stanno aiutando senza nulla pretendere, ma solo perché aiutare le persone che hanno avuto i loro stessi problemi è diventato una vera missione di vita.
Non mi stupisce che lui abbia parlato con loro, a cuore aperto: a volte è più facile aprire il proprio cuore a degli estranei, piuttosto che alle persone che ami, per paura di ferire e deludere queste ultime. Dagli estranei non ti senti giudicato, e a loro non devi dimostrare niente.
Capisco la scelta di Ian. Lui deve riprendersi da solo, se vuole ritirare ad essere un buon padre ed un bravo marito. È difficile stare lontano da Ariel, ma è giusto così: deve prima capire cosa vuole essere lui nella vita - il suo problema è proprio che, a 40 anni, lui non ha una vera ambizione, un vero sogno, non sa chi è realmente - perché solo quando si sarà ricomposto davvero potrà tornare da lei. La persona che ti sta accanto, l'amore della tua vita deve essere un quid pluris, un qualcosa che si aggiunge a te per renderti migliore, e non quel pezzo senza il quale non sei niente. Si deve essere prima interi da soli, per poter stare con qualcuno ed essere felici.
Complimenti, mi piace molto questa verità che stai descrivendo, è tutto molto reale.
A presto, un abbraccio

Recensore Master
21/09/21, ore 22:49
Cap. 9:

Ciao, sono Sunshine6.
Non ci conosciamo, è la prima volta che leggo una tua storia. E sono partita proprio dalla fine (avrei forse dovuto leggere l'inizio, direttamente da questa invece che da Miss V, però ho pensato che potessi leggerla ugualmente: infatti non ho avuto difficoltà a capire gli intrecci familiari e tutto).
Devo dire che mi piace molto. Scrivi bene, e sei molto divertente. La storia alterna momenti più leggeri, di grande amore, a periodi di crisi, rabbia, scoramento e, sopratutto, autodistruzione. Il che rende tutto molto reale: la vita è fatta di difficoltà, il tutto sta nel come si reagisce di fronte agli ostacoli. Alcuni sono più forti, come Ariel; altri, come Ian rischiano di perdersi: e lui non ha retto alla morte della madre (pilastro della sua vita e, poi, del suo amico, della cui morte sente il peso sulla coscienza).
Ho adorato l'amore e l'abnegazione di Ariel per la sua famiglia. Lei ha avuto molta forza di fronte alla separazione dei genitori, e quindi alla distruzione della sua famiglia. Ha seguito il marito per il suo lavoro, lasciando comunque la sua vita e la sua famiglia in Inghilterra, ed ora sta provando ad aiutarlo con tutte le sue forze. È davvero l'esempio dell'amore. Credo di aver anche capito che lei gli abbia detto qualcosa di importante (che penso riguardi la loro famiglia - mi sono fatta anche una idea) ma ora lui sta in questa fase discendente verso il baratro, tanto da non aver ascoltato nulla, troppo assuefatto dall'alcol e, forse, un po' egoista come tutti quelli che hanno delle dipendenze.
Riuscirà l'amore di Ariel a salvarlo? Anche perché ora stava quasi per andare in coma etilico, per cui magari questo rischio di stare quasi morendo e di non vedere più sua moglie e le sue figlie forse lo rimetteanno sulla retta via, chissà.
Io sono curiosa adesso e continuerò a leggere questa storia. Un abbraccio
P. S. Non prendertela molto se non ricevi commenti. Ho capito che negli ultimi anni i lettori sono diventati un po' timidi, chissà forse hanno bisogno solo di un po' di tempo in più. Io anche prima non commentavo mai, poi ho capito quanto sia importante: sentirsi dire anche un semplice "bravo mi piace" può aiutare gli scrittori, che sono molto sensibili e creativi. A presto (spero)