Ciao!
Ho deciso di leggere questa storia in primis perché, essendo l’ultima che hai pubblicato, immagino sia una di quelle a cui sei più interessata ad avere un parere, secondo perché ho visto che è ambientata a Parigi, una città che io amo e in cui cerco di andare una volta l’anno e che ora mi manca tantissimo.
Nelle prime righe della storia, facciamo subito la conoscenza di Annette, una restauratrice del museo del Louvre. È una donna che lavora senza orari, forse proprio perché non ha nessuno a casa che l’aspetta, e un ex che continua a darle il tormento (ne so qualcosa anch’io, purtroppo). È quindi una donna sola, ma che sente un gran bisogno di essere amata da qualcuno. Mi fa veramente piacere che, nonostante abbia avuto brutte esperienze nella vita, non si lascia abbattere e continua a cercare la sua anima gemella.
Fuori infuria un brutto temporale e, non avendo un ombrello con sé, Annette decide di continuare a concentrarsi sul quadro di John William Waterhouse raffigurante Pandora sul quale stava lavorando. A causa del tempaccio, per qualche momento va via la corrente, ma, quando questa viene a stabilizzarsi nuovamente, ecco che si rende conto che la Pandora dipinta nel quadro non si trova più nella sua solita posizione, ma si trova al centro del quadro e la sta fissando.
Credo che se fosse accaduta una cosa del genere a me, mi sarebbe preso immediatamente un infarto per lo spavento, quindi comprendo perfettamente che lei abbia sentito il bisogno di scappare immediatamente dalla stanza, urlando.
Rendendosi conto di aver bisogno di parlare con qualcuno, con un volto amico, decide di andare a cercare Sebastien, la guardia che doveva essere di turno quella notte, oltre che uomo per la quale provava una certa attrazione.
In un primo momento avrebbe potuto pensare che si fosse trattato solo di un brutto scherzo della sua mente, un segnale che voleva avvertirla che in quel periodo lavorava troppo, ma deve assolutamente cambiare idea quando, camminando lungo la galleria che ospita le pitture francesi, si rende conto che i quadri si sono animati e che i personaggi ivi rappresentati sussurrano in continuazione la parola “ricorda”.
Se già la situazione non sembrava terrificante di suo, ecco che dal dipinto “Pandora” di Jean Cousin l’Ancien esce fuori il fantasma di una donna vestita con abiti del Settecento. Anche lei sussurra un “ricorda” a labbra serrate, per poi gettarsi contro Annette.
Da qui, si apre un flashback ambientato a Parigi nel luglio del 1789. Come sappiamo, è proprio quello il periodo in cui scoppia la Rivoluzione Francese, caratterizzata anche da episodi di feroce crudeltà che andavano anche contro i principi rivoluzionari. Qui troviamo Pandora e suo marito Epimeteo. Mi piace molto quest’idea della coppia che, per nascondere la loro natura immortale e proteggere il vaso, si siano spostati spesso nel corso dei secoli, arrivando a Parigi in quello che è stato uno dei suoi momenti di massimo splendore. Purtroppo quei tempi sembrano ormai terminati e un gruppo di malintenzionati sta cercando di entrare nella loro abitazione. Cercando di impedire che qualunque modo che il vaso finisca in mani sbagliate, con il rischio che venga persino aperto, Pandora è costretta a lasciare lì suo marito e trovare un posto per nascondere l’oggetto. È proprio quando vede il palazzo del Louvre e ricorda del progetto di Luigi XV di trasformarlo in un museo che realizza che quello è il posto più sicuro dove lasciarlo, visto che avrebbe potuto confondersi bene con tutti gli altri vasi origine greca lì conservati. Dopo aver nascosto il vaso, però, viene arrestata e giusta a se stessa che avrebbe trovato un modo per tornare dal regno dell’Oltretomba.
Ho davvero apprezzato la tua decisione di scrivere questo flashback in corsivo perché fin da subito si nota che si tratta di un pezzo che si differenzia dal resto della narrazione.
Tornando nel 2012, Annette si ridesta grazie a Sebastien, che le sta colpendo delicatamente la guancia e continua a ripetere il suo nome. Eppure, lei non impiegò molto a ricordarsi che il suo vero nome era Pandora e che l’uomo che aveva di fronte a lei, che aveva conosciuto come Sebastien, fosse in realtà suo marito Epimeteo.
Non voglio nemmeno immaginare che cosa sia stato per quest’uomo trascorrere tutto quel tempo acconto alla donna da lui amata, senza che lei ricordasse di lui e, soprattutto, di chi lei fosse realmente. Penso sia qualcosa di veramente molto tosto da dover affrontare.
Ma, fortunatamente, Pandora è riuscita a tornare ed ora ha di nuovo tutti i suoi ricordi. Ovviamente i suoi primi pensieri corrono su loro figlia Pirra, che fortunatamente sta bene e aspetta il suo ritorno, e il vaso, che scopre che in tutti quegli anni è stato esposto sotto una teca nel reparto dedicato all’arte greca del museo.
Trovo originalissimo che, dopo l’angolo autrice, tu abbia inserito qualche riga ambientate a Verona nel maggio 2014, più o meno due anni dopo il “risveglio” di Pandora. Qui troviamo un uomo che, mentre legge Le Monde e beve un caffè, legge che c’è appena stato un furto al Louvre e, dalla foto, riconosce subito il piccolo vaso mancante. Devo ammettere che quel “Finalmente ti ho trovata Pandora”.
Spero davvero che questa possa essere l’anticipazione per un possibile continuo, perché devo ammettere che mi ha veramente incuriosita e vorrei davvero scoprire come mai hanno portato via il vaso dal Louvre e chi sia questo immortale che cercava Pandora.
Questa storia mi è piaciuta veramente molto. Ho trovato veramente originale ed interessante questa tua idea di Pandora e Epimeteo che continuano a custodire il famoso vaso fino ad arrivare ai giorni d’oggi. Si vede che è un’argomento che ti piace molto, come si è visto chiaramente quanto ti piaccia l’arte visto quanto sei stata brava a descriverci le varie sessioni e opere del Louvre.
In più, trovo che la storia sia stata scritta molto bene e senza errori, quindi complimenti anche per questo.
Come ti dicevo poco prima, spero davvero che scriverai un seguito a questa storia perché, secondo me, se lo meriterebbe proprio.
Spero di poter leggere prestissimo qualcos’altro scritto da te. Sbirciando, ho notato diverse così che mi attraggono e non vedo l’ora di gustarmele.
Quindi alla prossima,
Jodie |