PRIMA CLASSIFICATA PARIMERITO
INFRANTI, COME PROMESSE di Kim_
Lessico&Stile: 10/10
Il tuo stile è sempre piacevole da leggere, e più ti leggo e più me ne rendo conto: non appesantisce mai la lettura, piuttosto accompagna con piacere il lettore anche in tematiche drammatiche come quelle che hai affrontato in questa storia.
Anche il lessico è sempre chiaro e immediato; non utilizzi termini complessi e questo personalmente lo preferisco, perché non mi distrae dalla comprensione generale di ciò che leggo e, al contrario, mi permette di comprendere più a fondo i personaggi e le dinamiche.
In questa storia ho ritrovato uno stile particolarmente brutale, adattissimo a raccontare una vicenda come questa: sei riuscita a presentarmi questi personaggi con una chiarezza esemplare, che ritrovo con piacere in molte tue opere.
Ti segnalo soltanto alcuni refusi che credo ti siano sfuggiti, in caso volessi correggerli:
- Gli occhi di Faith si appannarono improvvisamente e solo in quell’istante si accorse che, per la prima dopo quattro anni, le sue barriere stavano crollando miseramente. → Credo volessi scrivere “[...] per la prima volta dopo quattro anni [...]”.
- Prima di lasciarsi riportare in cella, Jason si voltò a guardarla per l’ultima volta e le sorrise mestamente, in quel modo innocente che le aveva sempre spezzato il cuore e impedito di abbandonarlo e tradito. → Credo che quel “tradito” dovesse essere un “tradirlo”, ma ammetto di non esserne sicura, dal momento che effettivamente Faith ha “tradito” Jason ^^''
- Avrebbe potuto riempire il silenzio con la musica, ma l’unica cosa che riusciva a fare e starsene ferma a fissare il vuoto, […] → Credo volessi scrivere: “[...] ma l'unica cosa che riusciva a fare era starsene ferma a fissare il vuoto, [...]”.
- I gemiti abbandonavano le sue labbra e la tradivano – Faith avrebbe soltanto voluto cucirsi le labbra con il filo spinato. → Non è un refuso, ma la ripetizione di “labbra” non mi suona benissimo. Personalmente, avrei scritto: “I gemiti abbandonavano le sue labbra e la tradivano – Faith avrebbe soltanto voluto cucirsele con il filo spinato”.
- Aveva smetto perfino di guardarsi allo specchio, […] → Immagino volessi scrivere: “Aveva smesso [...]”.
- Eppure Faith si sentiva ancora più in trappola, perché ora i sensi di colpa erano cresciuti e le scorrevano sulla pelle sottoforma di lacrime, sudore, sconforto. → Ho fatto qualche ricerca – io stessa avevo parecchi dubbi a riguardo –, e sono giunta alla conclusione che “sottoforma” in grafia unita sia sbagliato; andrebbe scritto, al contrario, “sotto forma”. Ti lascio il link del dizionario Treccani su cui ho controllato, anche se diversi altri siti riportano la stessa grafia → www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/domande_e_risposte/grammatica/grammatica_...
Trama&Personaggi: 19/20
Per quanto riguarda i personaggi, li trovo mescolati perfettamente alla trama, che è brutale come lo stile che hai assunto: non mi viene in mente parola migliore per definire questa storia, compresi i personaggi di Faith e Jason. Nonostante faccia parte di una serie, li hai caratterizzati in maniera chiarissima, come è possibile percepire praticamente in ogni riga.
L'intera storia ruota “solo” intorno a un avvenimento, ossia la visita di Faith a Jason – e al successivo suicidio di quest'ultimo –, che ora è in galera: l'introspezione e la profondità che hai attribuito ai personaggi, però, ha contribuito a rendere la trama molto più di un semplice incontro, ma l'incontro, quello che avrebbe coinciso anche con una sorta di presa di coscienza da parte di Faith della propria condizione.
In particolare, mi è piaciuto molto come hai gestito questo personaggio, perché è evidente la sua chiara evoluzione nel corso della narrazione. Anche se non avessi conosciuto Faith quando era ancora una bambina, potrei comunque individuare in questa storia il suo evidente cambiamento, specialmente psicologico: ha perso l'innocenza con cui percepiva ciò che Jason le faceva, ha compiuto un passo in avanti e ora le appare tutto più chiaro – brutalmente chiaro –, come apparirebbe a un qualsiasi adolescente come lei.
Se proprio dovessi trovare delle “pecche”, ammetto che mi sarebbe piaciuto percepire di più il personaggio di Jason, che qui mi è sembrato un po' più “arido” rispetto a Faith. Anche lui è inevitabilmente cresciuto, probabilmente peggiorato, ma mi sarebbe piaciuto trovare una maggiore introspezione, soprattutto per quanto riguarda il suo suicidio.
Ammetto che immaginavo sarebbe finita così e, soprattutto dopo le sue – chiarissime – parole, non ho più avuto alcun dubbio sul fatto che avrebbe messo fine alla sua vita con le sue stesse mani. Non posso dire che sia mancato un “passaggio” tra la visita e il suicidio, una sorta di “riflessione” su questa sua intenzione, però avrei apprezzato un maggiore approfondimento a proposito (e, se posso permettermi di darti un suggerimento, credo proprio che questo evento abbia un gran potenziale, quindi potresti senz'altro sfruttarlo “a tuo vantaggio”!).
Come sai, adoro i finali aperti e trovo che tu abbia avuto un colpo di genio a inserirlo in questa storia, perché non vedo proprio quale finale possa essere più appropriato.
Per un attimo ho temuto il peggio, ma mi piace credere che Faith, in qualche modo – e sicuramente anche grazie all'aiuto di Beth – possa riprendersi e cominciare ad avere una vita cosiddetta normale.
In ogni caso, questo non ci è dato saperlo qui: lei si sente in colpa e continuerà senz'altro a crogiolarsi nel suo dolore per un bel po' di tempo.
Non mi stancherò mai di dirti che hai fatto un lavoro stupendo con questo personaggio, che ora più che mai mi appare vivo e dolorosamente complesso.
Drammaticità: 10/10
Inutile dire che hai decisamente centrato il significato che attribuisco a questo parametro: non mi prodigherò nella spiegazione della mia personalissima visione di dramma – dal momento che ne avrò certamente sproloquiato con te in altre occasioni –, ma ho davvero sentito i brividi mentre leggevo.
Ci sono vari punti da toccare a riguardo: innanzitutto, il modo in cui hai gestito il personaggio di Jason che, se manca di “profondità”, sicuramente non manca di caratterizzazione; non saprei nemmeno se definirlo una vittima o un villain, perché in verità la sua posizione sta nel mezzo e non è per niente facile individuare il confine tra i due ruoli. Questo è in assoluto l'interpretazione che più ho adorato di questo parametro, perché non ti sei limitata a inserire il dramma nella storia, ma l'hai reso parte integrante della trama: il personaggio stesso di Jason è il dramma in persona, per quanto mi riguarda. Questo perché Jason è sia una vittima, sia il carnefice: credo che questo sia un principio abbastanza basico della psicologia (“ho ricevuto del male quindi lo faccio a mia volta”), ma non è per niente facile farlo trasparire in modo così chiaro, soprattutto non in una sola storia.
Questo suo dramma interiore si riflette poi in quello di Faith, che acquisisce il malessere del fratello e lo rende proprio, e questo è evidente soprattutto verso la fine: dopo quattro anni, Faith è timorosa di vedere Jason, non sa che cosa aspettarsi e questa inconsapevolezza la pone in un certo senso in una posizione più “sicura” rispetto a quella che avrà alla fine, con la consapevolezza che Jason è morto, e soprattutto che è morto a causa sua (secondo lei).
Hai raccontato questa evoluzione in modo delicatissimo e coerente in tutto: in particolare, mi riferisco all'autolesionismo a cui Faith accenna di volersi abbandonare, alla propria repulsione quando si guarda allo specchio o alla paura di farlo; e, soprattutto, ai suoi sensi di colpa, che dopo la (ultima) conversazione con Jason, sono diventati il suo unico pensiero.
Il dramma è diventato parte di lei e, credimi, il mio cuore perde un battito ogni volta che riesco a ritrovare tutto ciò nelle storie che leggo.
Gradimento Personale: 5/5
Ma è davvero necessario dire che ho adorato questa storia?
Hai centrato il tema del contest in tutto e per tutto e mi hai regalato una storia non solo meravigliosa di per sé, ma anche chiara, nonostante faccia parte di una serie. Come scritto sopra, mi è risultato un po' impossibile non collegare queste dinamiche al resto delle storie che ho letto, ma ho cercato di essere il più imparziale possibile e mi sono resa conto che, in realtà, avevo ugualmente tutte le informazioni di cui avevo bisogno per capire.
Ti confesso che le mie parti preferite sono state quelle dei flashback, che non mi sarei stancata di leggere se anche avessero costituito l'intera storia: l'innocenza di Faith, la stessa innocenza anche di Jason, che forse non si rende nemmeno conto di ciò che fa, sono evidenti e “violentemente dolci”, per dirla con le tue stesse parole – ADORO! –.
Infine, ho adorato le citazioni delle canzoni con cui hai spezzato il testo che, a un occhio attento, gli conferiscono ancora più profondità, in quanto sembrano proprio dare voce ai pensieri di Faith.
Complimenti, perché sei riuscita a condensare tanto in relativamente poche parole, e io ti sono grata per avere l'opportunità di leggerti! *^*
Totale: 44/45
Kidfic: + 0
Entrambi i protagonisti sono giovanissimi, ma non c'è nessun elemento che lasci intendere che Faith abbia un'età inferiore o uguale ai dodici anni – mentre sappiamo che Jason la supera –, come specificato nel bando, per cui non ho assegnato il bonus kidfic.
Contenuti forti: + 0,5
Assegno mezzo punto per quanto riguarda i contenuti forti anche se l'avvertimento non è stato segnalato nelle caratteristiche della storia, perché non sei scesa nei particolari, ma ci sono vari accenni ai gesti che coinvolgevano i due fratelli, principalmente nei flashback. Normalmente considero “contenuti forti” riferiti ad atti particolarmente violenti e disturbanti, e credo che questa storia, anche se in minimissima parte – e anche se sei stata delicatissima nel raccontarli –, ne possegga.
Tematiche delicate: + 4
Direi che l'abuso, unito all'incesto presente in questa storia – anche se non esplicito –, rientri nella categoria in tutto e per tutto; inoltre, considero “tematiche delicate” non solo la violenza di Jason nei confronti della sorella, ma anche il logoramento interiore che ne consegue in quest'ultima, i sensi di colpa, la condizione depressiva in cui le azioni di Jason l'hanno catapultata.
Jason ha il potere di manipolare la sua mente anche da morto, e questo è uno di quegli aspetti drammatici che hai saputo gestire egregiamente e che, a mio parere, rientra a tutti gli effetti in queste tematiche.
Hai fatto un lavoro meraviglioso e hai saputo affrontarle raccontandone ogni sfumatura. Non mi stancherei mai di leggere storie del genere!
Totale + bonus: 48, 5
Grazie ancora per aver partecipato! <3 |