Recensioni per
Spezzato
di _deleted

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
07/02/21, ore 15:42
Cap. 1:

IV POSTO / “Spezzato”, R.Mayfair – 53,6/60

Grammatica e stile: 18,85/20 (13,85 + 5)

Il testo della storia è privo di errori gravi, e le uniche sbavature riscontrate sono le seguenti:
“Dopotutto, qualcuno l’ha già fatto con me, un ragazzo innocente con la bocca che puzza ancora di latte.” -> “puzzava” (-1,00)
““No!” Grido, e lo afferro a mia volta.” -> qui ci vuole la lettera minuscola, in quanto la proposizione completa il dialogo (-0,15)
 
Per quanto riguarda lo stile, credo di poter affermare di essere stata completamente stregata dal tuo modo di narrare; dalle descrizioni del paesaggio all’introspezione del protagonista ho trovato tutto veramente ben fatto, non solo esaustivo e completo, ma anche proposto con i termini più appropriati e con diverse analogie davvero accattivanti.
Ci sono state diverse parti che mi hanno particolarmente colpita, ma l’introduzione alla storia è stato un qualcosa di veramente fenomenale. “La giornata non potrebbe essere più limpida, croccante come il torrone della bancarella di dolciumi e variopinta per tutti i colori che esplodono davanti ai miei occhi: caleidoscopi turbinanti, foglie rosse, gialle e arancioni, cumuli di frutta autunnale: castagne, noci, zucche.” Con una semplice frase sei riuscita a delineare diversi elementi, senza soffermarti sui dettagli ma creando un’atmosfera che tutti hanno vissuto in prima persona, entro cui è facile muoversi e identificarsi. In questo modo, l’attenzione viene spostata unicamente sul personaggio principale e, mentre scopriamo piano piano quali sono i problemi che lo affliggono, non dobbiamo impegnarci per memorizzare gli altri dettagli presenti, perché con un paio di righe incisive viene tutto immortalato in maniera vivida nella nostra mente.
Ti assegno quindi un punteggio pieno veramente meritato, hai uno stile di scrittura invidiabile e particolarmente efficace con i componimenti più brevi, in quanto riesci a porre delle basi solide su cui poter installare l’intera trama.
 
Trama e originalità: 9,75/10

Perdona la ripetizione, ma devo sottolinearlo un’altra volta: l’incipit della storia è stato davvero meraviglioso. Non solo mette in mostra il tuo fantastico stile descrittivo con una serie di immagini a dir poco prorompenti, ma cala nel racconto in modo molto graduale e quasi “morbido”. Non siamo gettati nel vivo dell’azione, ma hai riservato lo spazio necessario per dare un minimo di orientamento circa la collocazione del racconto, e questo è stato un aspetto che ho apprezzato molto.
In secondo luogo, ho trovato azzeccata la divisione nelle diverse scene, in quanto si parte con un momento particolarmente introspettivo – che aiuta a inquadrare il protagonista –, per poi passare all’azione, a un flashback e infine alla risoluzione finale. Tutte queste parti di storia sono legate le une alle altre con cognizione di causa, si completano a vicenda e creano un crescendo verso il climax della vicenda.
E a questo proposito, devo dire che il finale ha avuto un degno risvolto: l’indecisione da parte del protagonista a condannare un altro essere umano, il breve conflitto con la ragazza e, infine, la morte inevitabile dopo aver spezzato la maledizione sono state una successione di momenti intensi e dolceamari, per cui alla fine non si è certi se provare tristezza per la sua dipartita o sollievo per aver ottenuto una versione pallida – ma comunque importante – di libertà.
Interessante anche come tu abbia utilizzato la creatura che ha dato il nome al pacchetto scelto nella storia vera e propria; non era necessario, ma l’ho trovato un buon espediente per descrivere il protagonista, oscuro e misterioso, con una maledizione ignota della cui origine non veniamo mai a conoscenza. Da quello che ho capito, lui non è un effettivo spaventapasseri, ma viene usata quest’immagine per descrivere le sue peculiarità, come se dopo anni sotto il potere del sortilegio egli non sia più umano, ma una creatura spezzata, difficile da descrivere in termini semplici.
Da questo punto di vista, devo dire che l’originalità della storia è stata massima, sia per l’idea di fondo che per la sua esecuzione, per cui il risultato finale è stata un’esperienza di lettura intrigante e inedita.
L’unica piccolissima pecca è stata la rapidità con cui hai mostrato certe scene, quando secondo me avresti potuto proseguire con un po’ più di introspezione e caratterizzazione. In particolare, mi riferisco alla spiegazione da parte della Negromante di come il protagonista sia venuto in contatto con il cappello maledetto. Citi addirittura che una cosa simile è successa a lei, e ho trovato quella parte abbastanza sbrigativa rispetto al resto, quando invece possedeva spunti di riflessione interessanti.
In generale, comunque, la trama della storia è solida e sviluppata a dovere, per cui ti faccio i miei complimenti per essere stata in grado di creare un racconto così suggestivo e pieno di risvolti particolari, con un’alternanza di toni macabri e compassionevoli che hanno mostrato come l’animo umano sia ricco di sfaccettature contrastanti, anche dopo essere stato soggettato a un’esperienza come quella da te proposta.
 
Caratterizzazione dei personaggi: 9,5/10

L’introspezione e la cura riservata al protagonista sono state grandiose e accurate, e hanno permesso di dare un tocco molto personale all’intera faccenda, in quanto i sentimenti principali con cui il lettore è portato a empatizzare sono proprio quelli dello spaventapasseri.
Sebbene la storia non sia lunghissima, il carattere e la personalità del personaggio sono assolutamente completi e abbastanza sviscerati, e ci sono stati diversi aspetti che lo hanno reso una figura complessa e mai piatta. In questo senso, ho apprezzato le sue contraddizioni – che, nonostante tutto, aiutano a renderlo umano – come il fatto che non creda alle abilità della Negromante, ma è talmente disperato che è pronto ad accettare qualsiasi aiuto.
Ma la parte che più mi ha colpita di lui è stato il finale, la sua lotta interiore per decidere cosa valga davvero la pena: la rottura della sua maledizione o una condanna forse peggiore di quella che ha già. L’improvviso rimorso e il tentativo di salvare la giovane ragazza lo hanno reso quasi un eroe, almeno ai miei occhi, e se da un lato capisco che la morte fosse inevitabile, dall’altro mi dispiace che non abbia avuto una seconda possibilità di vivere veramente.
Profondo anche il pensiero per cui, sebbene il cappello porti follia, ciò che si prova dopo essersene sbarazzati, condannando qualcun altro, è esso stesso una forma di perdizione, per cui la maledizione continua anche dopo essere stata spezzata. È il caso della Negromante e dell’uomo che ha ingannato lo spaventapasseri, mentre quest’ultimo riesce a sottrarsi a questo gioco crudele.
L’unica cosa che secondo me avresti potuto aggiungere è qualche ulteriore dettaglio circa gli altri personaggi presenti in scena; tutti sono comparse, ma in confronto al protagonista sono a tratti molto piatte proprio perché viste di sfuggita. Ad esempio, la giovane prostituta è stata caratterizzata a sufficienza per il ruolo che svolge nel racconto – la vediamo disperata e pronta a qualunque cosa pur di non continuare a vivere in quel modo – ma la Negromante è già più una figura portante, utile ai fini della trama e la cui storia, anche breve, avrebbe arricchito la narrazione.
Questa mancanza è sottile e forse per molti altri quasi ininfluente – e, nel grande schema delle cose, lo è –, ma dopo aver letto la fic mi è proprio rimasto questo piccolo tarlo, per cui sono rimasta affascinata dalla figura misteriosa della strega e vorrei leggere di più anche su di lei… se mai ti venisse l’ispirazione per un racconto incentrato su di lei, in cui approfondisci il suo personaggio, sappi che sarò in prima linea per leggerla!
 
Utilizzo del pacchetto: 5/8 (3 + 2)

Il prompt del tuo pacchetto era “cappello” ed è stato usato molto ingegnosamente; ho apprezzato come sia stata veramente parte integrante della storia, con un significato e un ruolo ben preciso, rendendolo la causa e la cura della maledizione del protagonista.
Bello anche come la rottura del cappello simboleggi la fine della maledizione, e i brandelli che si disperdono nel vento sono presto seguiti dalle ceneri del corpo dello spaventapasseri. Poetico e suggestivo!
Il sentimento era invece “follia” e l’ho percepita in maniera minore, in quanto è presente più come maledizione che vera e propria pazzia e che, per quanto disastrata sia la sua vita, il protagonista mantiene sempre il possesso delle sue facoltà mentali, cercando di spiegare la sua condizione sovrannaturale anche attraverso una logica di fondo.
Mi è piaciuto il modo in cui hai collegato i due aspetti, anche se credo tu abbia preso il significato di follia un po’ alla larga, storpiandolo nel tentativo di adattarlo alle tue esigenze, motivo per cui non posso ritenerlo un concetto sviluppato adeguatamente all’interno del testo, per quanto accennato sotto diversa forma dalla concezione tradizionale.
 
Utilizzo dell’elemento bonus: 2/2

Elementi utilizzati: genere sovrannaturale, genere introspettivo.
 
Gradimento personale: 8,5/10

La storia ha presentato diversi concetti che mi hanno convinta particolarmente, primo tra tutti il contrasto che hai mostrato esistere tra i propri desideri – in questo caso, spezzare una maledizione – e il prezzo che si è disposti a pagare per vederli realizzati – condannare un altro essere a un crudele destino.
Il fatto che questo ampio discorso sia stato inserito in un contesto sovrannaturale ha sicuramente alzato il mio gradimento, dato che si tratta di uno dei miei generi preferiti e su cui credo si può spaziare a dismisura. Le interpretazioni che ne hai dato tu sono state sottili ma potenti e, unite al tuo fantastico stile, hanno sicuramente lasciato una buona e duratura impressione nella mia mente.
Complimenti quindi per questa storia; sono stata molto felice di poterla leggere e sapere che questo contest ha in qualche modo aiutato a portarla a compimento!

Totale: 53,6/60

Recensore Master
25/01/21, ore 16:51
Cap. 1:

Ottava classificata al contest "Darkest fantasy II edizione"

Grammatica e stile:
10/10 (5 grammatica + 5 stile)

Dal punto di vista grammaticale, non ho riscontrato alcun errore, complimenti!

Dal punto di vista stilistico, hai un modo di scrivere diretto e molto evocativo. Le frasi sono ricche di subordinate ma, nonostante questo, non appesantiscono la lettura, non la rallentano e sono efficaci nel delineare nella mente del lettore immagini e sensazioni. Il ritmo della storia è lento, e si accorda bene con il flusso di pensieri del protagonista e con la sua rassegnazione a una condizione che per lui è divenuta naturale. Il lessico è semplice, ma ricercato, e anche esso si accorda bene a un personaggio che non appartiene a una classe sociale elevata e che, quindi, non può avere un’istruzione approfondita: questa scelta ha permesso al tuo racconto di risultare realistico e fluido. Hai un’ottima proprietà di linguaggio e ti destreggi tra i vari termini, utilizzandone sempre di appropriati e di efficaci per veicolare i concetti che desideri esprimere. L’uso della punteggiatura è variegato e sempre puntuale: prediligi punto fermo e virgola, ma dimostri di saper utilizzare correttamente anche gli altri segni d’interpunzione. Hai gestito molto bene l’io narrante, dimostrando padronanza di questo punto di vista e riuscendo a veicolare efficacemente i pensieri e gli stati d’animo del protagonista. L’uso del tempo presente, inoltre, ti ha permesso di donare al racconto immediatezza.
Le descrizioni sono brevi, ma adeguate e molto evocative: grazie a un’efficace accostamento di termini e aggettivi, riesci a creare in poche pennellate immagini vivide e chiare. Con poche parole, crei immediatamente nel lettore l’idea dell’ambiente che lo circonda e degli eventi che stanno accadendo, intrecciandoli ai pensieri e alle considerazioni del protagonista.
Ottimo l’equilibrio tra parte narrata e dialoghi, sempre appropriati e mai artificiosi, brevi e concisi, diretti e taglienti. In generale, hai presentato un testo ben scritto, scorrevole e molto piacevole da leggere. Complimenti!

Caratterizzazione personaggi: 7,5/10

Il protagonista assoluto della vicenda è uno sfortunato uomo di cui non conosciamo il nome, affetto da una terribile maledizione che lo costringe a ballare senza posa per l’eternità.
Di lui, metti ben in evidenza i pensieri riguardo la propria maledizione e le sue conseguenze e di come viva il rapporto con gli altri, persone che sembra guardare come attraverso un vetro, distanti: si prendono gioco di lui, lo infastidiscono, lo reputano bizzarro e lui guarda questi loro atteggiamenti con rassegnazione. Infatti, mentre prima si toglieva la maschera per far vedere loro il suo vero volto e farli impazzire, ora semplicemente si lascia scorrere addosso la loro cattiveria, quasi che questa non lo tocchi più, dopo tanto tempo passato a osservare il mondo, a guardarlo volteggiargli intorno, in quella danza che non ha mai fine. Il tono pacato con cui il protagonista narra la sua vicenda lascia trasparire una grande melanconia, ma anche una profonda stanchezza che tuttavia non si traduce in accettazione; egli, infatti, si reca presso una negromante per farsi aiutare, per cercare un modo per spezzare la sua maledizione e questo lascia intendere che abbia tentato di farlo per tutto questo tempo, fallendo.
La donna che il protagonista incontra è delineata nei suoi tratti essenziali, tuttavia tanto basta per dare un’idea chiara di lei: si tratta di una donna misteriosa, che ha sulle spalle molta esperienza e altrettanta saggezza e che, come il protagonista, è entrata in possesso di un cappello ed è stata a sua volta maledetta. È lei che lo aiuta a riacquistare i ricordi di come la sua maledizione sia cominciata, così come è lei che gli rivela come spezzare la magia che lo tiene prigioniero. Questa figura, seppur fugace nella sua apparizione, sa farsi ricordare con forza, per via dell’alone di mistero che l’avvolge e per le parole che rivolge al protagonista: parole dure, terribili, che portano con sé il peso di una scelta che lei ancora rimpiange. Questo dettaglio rivela che la negromante è una donna divorata dai sensi di colpa, e il suo isolamento, unitamente al fatto che la sua casa sia piena di trappole, indica di come questi sensi di colpa l’abbiano spinta ad allontanarsi da tutto e tutti. Si tratta di una donna che non è crudele - infatti aiuta il protagonista, quando riesce a raggiungerla -, ma che le esperienze della vita hanno indurito e reso distante.
Il protagonista si dimostra un uomo furbo, nonostante le sue umili origini, in quanto riesce a escogitare un modo per rompere la maledizione del cappello, sulla base di ciò che la negromante gli ha detto. Egli, infatti, riesce a liberarsene cedendolo a una prostituta e contendendoselo con lei, rivolendolo disperatamente indietro, per non condannarla al suo stesso, triste destino.
In generale, si riesce a immaginare abbastanza bene il tipo di personaggio incarnato dal protagonista: si tratta dell’archetipo dell’uomo avido, che vuole raggiungere con facilità fama e successo, piuttosto che farlo con impegno e fatica; è un uomo che sceglie la strada facile, che si lascia tentare dal diavolo, che questi cappelli ha costruito, e che, per questo, viene maledetto. Ottiene ciò che vuole, in fin dei conti, ma a un prezzo altissimo. Il passare del tempo, lo scorrere inesorabile della vita e il peso della maledizione lo fanno poi maturare, gli fanno comprendere i suoi errori e lo rendono meno egoista, nel suo desiderare che qualcun altro non subisca le sue stesse sorti. Il suo desiderio, infatti, è quello di poter rivelare come rompere la maledizione dei cappelli, per liberarne il mondo, perché ne ha finalmente compreso la natura malevola e ingannatrice: questo, tuttavia, non gli sarà possibile, in quanto la prostituta non è disposta ad ascoltarlo e quindi lui è destinato a morire con il suo segreto. Una morte che per lui è pace, perché sancisce la fine di una vita di sofferenze.
Hai delineato bene quelli che sono i pensieri del personaggio riguardo la sua condizione, che per lui è diventata un’ossessione, un pensiero fisso e ricorrente, tanto che non c’è praticamente spazio per null’altro. Il protagonista, tuttavia, è in generale caratterizzato in maniera piuttosto superficiale: la sua caratterizzazione nasce e si sviluppa tutta in funzione della piccola vicenda che hai raccontato, cosicché di lui non ci viene data un’immagine a tutto tondo. Della sua vita passata conosciamo solamente ciò che viene accennato quando lui ricorda le origini della sua maledizione, ma sono informazioni superficiali, che non dicono quasi nulla della persona che era prima e che lasciano quindi intuire a fatica il percorso di crescita che il personaggio ha affrontato. Ti sei soffermata poco anche sulla sua introspezione, complice la brevità del racconto, e questo non ha permesso di poter entrare in empatia con lui e con la sua sofferenza; si rimane distaccati, non si riesce a partecipare appieno a ciò che gli accade. Il personaggio rimane piuttosto piatto e limitato al contesto ristretto in cui si muove, impedendo quindi di riuscire a immaginarselo indipendentemente dalla situazione che sta vivendo. In generale, dunque, hai delineato il protagonista nei suoi tratti salienti, permettendo al lettore di farsi una chiara immagine di lui, ma circoscritta a ciò che accade, mentre non vi è molta introspezione e questo, unito alla poca contestualizzazione del personaggio, ha portato a rendere di lui un’immagine piuttosto piatta. La base è molto buona e, con un’analisi introspettiva più approfondita, saresti sicuramente riuscita a dare di lui un’idea più completa e d’impatto.

Trama e originalità: 7,5/10

Dal punto di vista della trama, hai creato una storia che non ha un particolare intreccio e in cui gli eventi si susseguono in maniera lineare. La struttura della tua storia assomiglia a quella di una favola, di una leggenda popolare e, in effetti, anche il tema trattato è quello che normalmente si può ritrovare nel folklore: vi è, infatti, il diavolo che tesse delle trame, per adescare anime avide di potere e/o fama, alla quali spetta una terribile maledizione. In questo caso, il protagonista è costretto a ballare senza posa e cerca un modo per liberarsi dalla sua maledizione: il motivo per cui non sia ancora riuscito a trovare una soluzione è giustificato dal fatto che lui non ricordi nulla del suo passato e, quindi, neppure di come sia entrato in possesso del cappello: è la negromante che decide d’incontrare che gli fa ricordare il suo passato e, quindi, gli fa comprendere che cosa deve fare per liberarsi della sua maledizione. Questo espediente è decisamente convincente per giustificare il fatto che la maledizione del protagonista perduri da moltissimo tempo, tanto che lui è divenuto estremamente vecchio. La conclusione della storia è ambivalente: da una parte è positiva, poiché il protagonista riesce a rompere la maledizione del cappello senza dover maledire qualcun altro a posto suo; d’altra parte, però egli non è riuscito a spiegare alla prostituta come spezzare la maledizione degli altri cappelli, e dunque quel segreto morirà con lui. Altra gente, da qualche altra parte, soffrirà terribili maledizioni, senza che lui possa aver fatto nulla per aiutarla. In generale, il contesto della storia rimane piuttosto vago, limitandosi agli eventi che vengono narrati nel racconto: quello che viene detto è sufficiente a se stesso, ma non vi è alcun approfondimento, neppure, come già detto, per quanto riguarda il passato del protagonista. Le informazioni che vengono date sono sommarie e molto limitate e questo non consente di spaziare nell’ambientazione né nella vita del protagonista e questo non dà l’idea di ampio respiro, di universo narrativo che vive ed esiste anche al di fuori di quello che viene raccontato. In generale, comunque, hai costruito una buona trama, che non ha buchi e non lascia il lettore confuso una volta terminata la lettura.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia non è molto innovativa per i motivi espressi sopra: quello del diavolo tentatore che promette alla vittima fama e gloria, ma in cambio di un prezzo amarissimo, è un cliché letterario molto usato, così come è molto usato il topos del protagonista che riesce a ingannare il diavolo stesso e a liberarsi del pagamento che gli è dovuto. In questo, dunque, la tua storia non presenta caratteri di originalità. Originale è, invece, il fatto che la maledizione sia portata da un cappello e che, quindi, il diavolo non agisca direttamente, palesandosi, ma attraverso degli oggetti che lui stesso ha costruito: in tal senso, sono le persone stesse a portare avanti le maledizioni dei cappelli; il diavolo sfrutta la loro disperazione nel volersi liberare dalla maledizione per permettere al cappello di passare da una persona all’altra. Altro elemento abbastanza innovativo è il fatto che il protagonista non solo cerca di liberarsi della sua maledizione, ma tenta di farlo senza dover passare la sua pena a qualcun altro: pertanto, riesce a ingannare il diavolo e a riottenere la libertà, ma senza che qualcun altro paghi al suo posto, mostrando un altruismo che solitamente in questo tipo di storie non si ritrova. Inoltre, il protagonista ha ormai perduto tutta la sua vita, non ha possibilità di riscatto, o di ricominciare: è vecchio e il suo corpo, libero dalla maledizione che lo rende immortale, muore all’istante, senza dargli la possibilità di riassaporare, neppure per un attimo, la tanto agognata libertà. Per questo motivi, il punteggio nella voce è comunque alto.
La tua storia è abbastanza dark fantasy, anche se il genere non è fortemente presente. Il tuo racconto sottolinea certamente l’angoscia del protagonista, che soffre per la sua condizione, e dipinge una città in cui le persone sono meschine e crudeli, ma non si percepisce un forte senso di angoscia, soprattutto per via dell’atmosfera autunnale e gioiosa che circonda il protagonista. La sua vicenda, inoltre, ha un lieto fine, in quanto lui riesce a liberarsi dalla sua maledizione e a salvare dal suo stesso triste destino la prostituta: siamo quindi in presenza di un personaggio positivo, così come positivo è anche il personaggio della negromante, che aiuta disinteressatamente il protagonista. Il senso di angoscia e disperazione, dunque, è tutto racchiuso nella condizione che vive il protagonista: per questo motivo la tua storia si può comunque considerare dark fantasy, anche se non pienamente.

Utilizzo del pacchetto: 3,5/5

Per quanto riguarda il personaggio, secondo la definizione, il negromante è un mago che pratica magia nera legata ai morti, oppure un indovino che predice il futuro tramite l’evocazione dei defunti, un divinatore che evoca gli spiriti dei morti. Esso ha, quindi, sempre un qualche tipo di collegamento con i morti nelle sue pratiche. La negromante della tua storia risulta essere un’indovina nel senso più classico del termine: non vi è nulla, nel suo riportare il passato alla memoria del protagonista, che sia riconducibile a una pratica legata ai morti o agli spiriti dei defunti, o in cui essi siano in qualche modo coinvolti. Ella si fa chiamare “negromante”, ma non ha un collegamento con la magia nera legata ai morti: si è data questo appellativo dopo aver passato il cappello a qualcun altro, perché i cappelli sono stati creati, secondo lei, da un vero negromante; ma, anche se chi ha creato i cappelli era davvero un negromante, non vi è negromanzia in essi. Pertanto, non ho assegnato il relativo punto, in quanto ritengo, alla luce di quanto detto, il personaggio non utilizzato.
Il prompt è stato ben utilizzato e sviluppato. Il lega tra il protagonista e il cappello è quello che dà vita alla maledizione e che costringe l’uomo a ballare incessantemente e da tempo immemore. È proprio questo legame che il protagonista tenta di spezzare, per poter riguadagnare finalmente la tanto agognata libertà. Il legame, dunque, è il filo conduttore di tutta la storia e ciò che muove tutta la vicenda. (+2)
Hai fatto un buon utilizzo dell’oggetto. La maschera è parte integrante del protagonista: egli la indossa per celare il suo volto, un volto che, se visto, causa la pazzia in chi lo guarda. È la strumento che lo protegge dal mondo esterno e che, al contempo, protegge il mondo esterno da lui. È un oggetto necessario, indispensabile e, pertanto, importante. (+1)
La frase è pronunciata dalla negromante e ricorda al protagonista una vecchia ballata che si tramanda di generazione in generazione, ma non ha un vero riscontro nella vicenda, né una sua importanza. È una frase che viene detta e poi subito lasciata cadere, che non si ricollega a nulla, né che viene poi ripresa. Si potrebbe ricondurre al protagonista che, a causa della sua maledizione, ha perso la sua famiglia e non se ne è potuto costruire una, e per questo è rimasto solo, ma non è un pensiero che lui esprime. Pertanto, non ho assegnato punteggio pieno nella voce, ma ho detratto qualche punto. (+0,5)

Gradimento personale: 4/5

La tua storia mi è piaciuta. Hai proposto un tema classico nella letteratura e l’hai rivisitata in chiave personale, introducendo l’originale elemento del cappello come portatore della maledizione, nonché il meccanismo del passaggio del cappello stesso per liberarsene. Quella che hai narrato è una vicenda semplice, che pure si è saputa far apprezzare, sostenuta anche da uno stile scorrevole e molto evocativo. Anche se, come già detto, mi sarebbe piaciuto leggere di più sul protagonista, conoscere meglio lui e le sfaccettature della sua personalità, e il mondo in cui si muove, ho letto con davvero molto piacere la tua storia.

Punteggio totale: 32,5/40

Recensore Junior
07/01/21, ore 16:18
Cap. 1:

Recensione Premio per il Contest "Voglia di Tè II" - Prima Classificata [1/3]

Eccomi qui per la prima recensione premio, voglio subito dire che le atmosfere che riesci a creare sono sempre incredibili. Qui abbiamo dei toni decisamente dark, la maledizione, il Negromante (strega), la danza continua, il racconto dell'infanzia rovinata da questo inizio di maledizione, il continuo vagare... Insomma in questo racconto c'è tutto quello che a me ispira oscurità e il tutto è reso con un ottima atmosfera, riuscita a pieno.
Ho trovato affascinate ogni figura di questo racconto, dal protagonista, che si dimostra in un primo momento quasi di pietra, sembra senza scrupoli dopo aver appreso il metodo di rilascio per la maledizione, ma invece mostra sul finale il suo lato più umano, nonostante tutto, gli anni passati sotto il giogo della maledizione e l'esperienza raccolta, sceglie l'umanità.
Anche il personaggio della strega è di certo degno di nota, anche lei dimostra un lato umano decisamente spiccato ripensando alla sua pupilla, non mi aspettavo questa reazione, sembra che anche i personaggi più oscuri nel profondo riescano a provare una grande umanità e un gran pentimento nel racconto.
Il tocco di autunno all'inizio tra l'altro è ottimo, sono riuscita a respirare autunno a pieni polmoni e a gettarmi totalmente nel mood.
E' molto chiaro il senso di perdizione inoltre, il protagonista vaga, il tempo vaga, quelli che gli passano attorno vagano verso una meta imprecisata. Tutti i personaggi sembrano far parte di un cerchio che si ripete mentre avanzano verso un domani incerto e un tempo che li condanna. Davvero ottimo lavoro!

Nuovo recensore
29/11/20, ore 20:53
Cap. 1:

Quello che mi è piaciuto di più di questa storia è che non si capisce esattamente cosa abbia l'uomo, si sa solo che il suo viso è talmente raccapricciante che chi lo vede non può reggere, tanto che alcuni sono addirittura morti.
Molto originale la maledizione. Sei riuscita a rielaborare la classica storia del"dannato perchè ha seguito chi non doveva"in un ottimo modo.
Brava, mi piacciono molto le storie con atmosfere autunnali e tu le hai ricreate perfettamente.