Recensioni per
Okumoros, dal veloce destino
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/02/22, ore 15:43

Ciao, carissima, ho tante altre cose tue da recuperare (fra cui i due capitoli sui corvi) ma oggi pomeriggio sto cercando di smaltire qualche arretrato degli Oscar ed eccomi a questo gioiellino ♥
Non ho ancora letto La canzone di Achille, ma ovviamente conosco l'Iliade e il Pelide e Patroclo sono state fra le mie primissime ship slash, quindi l'ho letta con estremo piacere ♥
A me l'impaginazione è piaciuta un sacco, anche se sicuramente il significato che ha per te non sarà lo stesso che ho percepito io: nella parte centrale ho percepito più che in ogni altra l'unione fra queste due anime che si conoscono da sempre e che sono perfettamente alla pari.
Ma davvero hai usato solo cento parole?? E hai dato vita a questa meraviglia?
Insegnami çç

Sei casa anche quando fuggiamo
Questa frase in particolare mi ha stesa, e credo indichi con forza quanto speciale sia il loro rapporto **


ti mando un abbraccio!
è sempre un piacere tornare da te ^^

Bennina

Recensore Master
18/11/21, ore 10:55

Ciao Greta,
nella mia lenta lettura e recensione delle storie che partecipano agli Oscar sono arrivata anche da te e da questa tua poesia - genere narrativo che mi mette sempre in estrema difficoltà quando tento di mettere nero su bianco le sensazioni che mi ha fatto provare.
Cercherò di fare del mio meglio, ma mi scuso in anticipo se la recensione risulterà abbastanza sconclusionata, credo che tu ormai ti ci sia abituata...
Partirò dicendo che ho trovato davvero ben caratterizzati i personaggi, anche se sono appena accennati, trattandosi di una storia di 100 parole, eppure mi è proprio parso di rivedere i protagonisti della Canzone di Achille e rivivere quel loro legame indissolubile così ben tratteggiato nel libro della Miller.
Lo stile è semplicemente meraviglioso: è musicale, è impalpabile come una carezza a fine giornata, come l'improvvisa brezza fresca al termine di una giornata dal caldo opprimente e si vede che la disposizione delle parole è ben studiata e non ho fatto affatto fatica a leggere.
L'accenno ai fichi, tanto cari ai due protagonisti, mi ha fatto estremamente piacere e mi ha ricordato i loro momenti felici nel libro - quelli prima della guerra che ha cambiato tutto quanto.
La conclusione è un vero colpo al cuore, quel viviamo finale è struggente, eppure così vero perchè mi piace credere che si siano davvero trovati nell'Aldilà e siano rimasti insieme per l'eternità.
Complimenti, davvero, per essere riuscita a esprimere così tanto in così poche parole, qualcosa che mi riempie sempre di ammirazione.
Un abbraccio e in bocca al lupo,
Francy

Recensore Master
22/10/21, ore 00:04

Ciao! ^^
Arrivo finalmente anche io a lasciarti una recesione per la challenge degli Oscar!
Ti faccio tanti complimenti, perchè ho trovato questa tua poesia davvero ben scritta e ben realizzata anche sotto l'aspetto grafico. Tramite immagini e metafore sei riuscita a ricreare il legame profondo che lega i due protagonisti, e l'andare a capo in determinati punti ha fatto sì che alcune parole ti restassero più impresse e alcune immagini appiccicate dietro agli occhi, pezzi di un puzzle che riporta scomposto il bacio e l'amore e la terra di due amanti. Mi è piaciuto anche il titolo: non avendo letto il libro da cui questa fanfiction si ispira (e non avendo studiato greco, ahimè!), sono andata a documentarmi online e, da quello che ho capito, Okumorus è una sorta di soprannome con cui Teti chiamava Achille e che doveva in qualche modo rimandare alla grandezza del suo destino. All'interno della tua storia, questo dettaglio sembra conferire al testo una sorta di vena malinconica, perchè noi lettori purtroppo già sappiamo qual è stato il triste fato di Achille e Patroclo.
E' stata una lettura piacevolissima! 
Buona fortuna e alla prossima,
BellaLuna

Recensore Master
16/10/21, ore 09:56

Ciao! Eccomi qui, che continuo a leggere le storie dei corti degli oscar! ^^
Purtroppo non conosco il fandom nel quale hai scritto, ma cercherò di recensire nel miglior modo possibile questa Poesia.
Io non sono mai stata brava a scriverle, troppe poche parole, troppe regole, ma ammiro tantissimo chi ci riesce. Non ne leggo nemmeno tantissime, devo essere sincera, o forse nessuna. Quindi spero di poter far un buon lavoro.
Allora, parlando della poesia, forse per via del fandom che non conosco ho trovato difficile riuscire ad immaginare i personaggi trattati. È scritta bene, le parole si susseguono veloci l'una dietro l'altra, ma non credo di essere molto portata per la poesia!
Ti stimo nel riuscire a saperle scrivere ♥
Grazie per la lettura
Baci
Deb

Recensore Master
10/10/21, ore 16:45

BLACKJESSAMINEEEEE *________*
ABBIAMO UN FANDOM IN COMUNE PER LA PRIMA VOLTA NELLA VITAAAAA!!!! E non hai idea di quanto questa cosa mi renda felice *________*
Ho finito giusto ieri, alle tre di notte, di leggere La canzone di Achille e che dire? Nonostante stessi crollando dal sonno sono DOVUTA entrare nel fandom qui su EFP per vedere chi saranno i miei futuri colleghi di fandom (perché ovviamente la mia mente ha cominciato a galoppare già da metà libro su tremila scenari e AU) ... e quando ho visto una tua storia mi sono illuminata *_____* sai quanto amo la tua scrittura, il tuo stile e il tuo modo di narrare, e sapevo che qualcosa riguardante Achille e Patroclo scritto da te sarebbe stato un capolavoro!!
Non mi sbagliavo affatto: questa poesia è così densa di significato, così intima e così profonda che lascia senza parole. Mi sento come se avessi detto tutto tu e quasi mi sento stupida a dover aggiungere qualcosa, perché in cento parole esatte sei riuscita a estrapolare l'essenza di quest'amore così profondo, ricco di dolcezza ma al contempo malinconico e doloroso per via del destino che attende i due.
Ti ammiro moltissimo per aver scritto una poesia su un fandom, cosa che io non sono mai riuscita a fare (forse perché la poesia per me è sempre stata molto personale, un modo per comunicare ciò che ho dentro), e sai una cosa? Questa è proprio una poesia su Patroclo e Achille, e su nessun altro, perché è talmente ricca di riferimenti che i protagonisti sono inequivocabilmente riconoscibili. Quando parli del "succo di fico che ti sporcava il mento" non si può non tornare con la mente al palazzo di Peleo, ai giorni spensierati in cui Achille e Patroclo si stavano ancora scoprendo e il destino era un pensiero lontano, non rappresentava una minaccia.
Quel "viviamo" finale è stato un colpo al cuore. Viviamo, al plurale, perché uno solo di noi non può vivere. E anche nella morte possiamo vivere, se siamo insieme.
Non credo che questa recensione abbia senso (difficilmente le mie recensioni hanno senso XD), ma questo dipende anche dal fatto che mi hai spiazzato con questa poesia di una bellezza e potenza disarmanti. Vi ho trovato una delicatezza che sa proprio di Achille e Patroclo, una delicatezza che non ha mai abbandonato i loro cuori nemmeno quando le cose si sono complicate, nemmeno quando Achille sembrava distante da tutto e da tutti.
Complimenti davvero! Sono felicissima di aver trovato questa perla, ti assicuro che subito dopo aver letto il libro ha una certa continuità con l'opera originale, ha un suo senso e un suo perché! Bravissima, davvero :3
Alla prossimaaaa, e ovviamente spero di ritrovarti in futuro in questo fandom ♥

Recensore Master
07/10/21, ore 19:51

Ciao!
Sto iniziando a leggere le storie per gli Oscar della penna a partire dalla categoria Miglior cortometraggio, quindi eccomi con un breve commento.
Non avevo idea che avessi scritto in questo fandom! Al di là del contesto epico più o meno fedele, io ho amato emozionarmi con questo libro, ma non ho mai cercato prima delle fanfiction. Sono contenta quindi che questa iniziativa mi abbia dato modo di leggere almeno la tua.
Confesso che non mi aspettavo di trovare una poesia tra le storie partecipanti, ma è bello leggere anche qualcosa di diverso da ciò a cui normalmente mi approccio.
Ho apprezzato le immagini che richiamano l'ambientazione geografica: polpa, frutti, miele, fico.
E c'è quel sentimento così forte che li lega, li unisce anche nella morte: "tu sei me", "io sono te".
"Viviamo", nella conclusione, e io ci vedo l'immortalità del loro rapporto.
Grazie per questa lettura!
Legar

Recensore Master
11/01/21, ore 15:36

Macciao! La Canzone di Achille di Madeline Miller è la mia attuale lettura e poichè mi sta piacendo moltissimo (ho adorato anche Circe della stessa autrice) quando ho visto questa storia sono stata subito attratta e incuriosita. Con poche, semplici parole sei riuscita a cogliere lo spirito del libro, i sapori e i profumi della Grecia di quel tempo, ma non solo. I fichi, il miele, i sapori che pervadono il romanzo già dalle primissime pagine sono qui trasposti in modo vivido, così come le emozioni e il legame tra Patroclo e Achille. Quel viviamo finale, poi, è un contrasto acceso rispetto alla fine della loro, di storia, che si conclude con la morte a Troia.
Complimenti, davvero! Mi è piaciuta moltissimo questa storia.
Alla prossima,
V.

Recensore Veterano
30/11/20, ore 13:51

Ciao! Ho così tante storie tue da recuperare che, in teoria, non dovrei neanche sognarmi di aprire quelle di più recente pubblicazione... ma non ce l'ho fatta! Conservo un ricordo tanto piacevole di questo libro, letto negli anni di liceo, che non ho potuto fare a meno di fiondarmi qui, non appena ho visto che avevi scritto in questa sezione (tra l'altro, non sapevo neanche che esistesse quest'area dedicata al libro, perciò... grazie per avermela fatta scoprire). Un'altra ragione per cui io, qui, non dovrei metter piede è che mi sento particolarmente a disagio a racimolare le mie confuse, abbozzate idee ed emozioni per recensire un testo simile, non narrativo, eppure non ho potuto evitare di passare - per fortuna, aggiungerei! Metto le mani avanti, però: prendi le righe che seguono per quello che sono, ossia un sentito apprezzamento proveniente da una persona decisamente poco competente in materia. Ecco, sappi che in questo grappolo di parole che hai selezionato così accuratamente, al di là della dinamica Patroclo/Achille (che, comunque, hai saputo condensare perfettamente, e penso a quella "natura pallida" contrapposta alla "luce di fuoco", che è veramente un modo preciso di ritrarre entrambi), io ho trovato un mondo, una vita - o meglio, una fusione di anime che dura una vita (e anche oltre). Ecco, fusione è proprio la parola che non mi ha abbandonato mai, nel corso di questa esperienza di lettura - richiamata e sottolineata da quei versi ("tu sei me, sei me, sono te" e "io sono te, sono te, sei me") in cui quasi si perde di vista chi è chi e il tu e l'io si fondono nella potenza del legame stesso. Sei stata fenomenale nel rendere questa inscindibilità, la vita che fluisce nell'uno e trapassa nell'altro e viceversa, in un circolo che non si può spezzare (l'immagine ciclica la rincorri anche con quel destino che si compie come un ritorno, come un costante ritorno a casa - in questo riferimento al "ritorno", ho intravisto quel pizzico di epopea, di Odissea, che non ho potuto fare a meno di adorare!). Sempre a proposito della indivisibilità e della fusione, ma che bella è l'immagine di chi dischiude le labbra e sente poi il proprio "respiro" rilasciato dalle labbra dell'amato? Di chi cessa di esistere quando l'amato distoglie lo sguardo? È qui, in questi versi bellissimi, che la fusione raggiunge il suo picco, e - da emotivo - il legame travalica i confini fisici e si fa addirittura corporeo, concreto – ed ecco un altro aspetto che ho profondamente amato (lo reputo perfettamente adeguato al contesto/serbatoio "classicheggiante" a cui attinge lo stesso libro della Miller): la materialità, la concretezza che pervade il tutto. Le immagini sono vivide, tangibili: questa polpa che scivola, il miele che cola, il succo di fico e, ancora, queste "dita di rosa", tipico epiteto di Eos, l'aurora, con cui sei riuscita a rendermi tangibile persino il tempo che scorre, tempo in cui gli amanti ("frutti di un solo ramo" – ritorna qui, ancora, la concretezza, la solidità)  si conoscono, si amano, si vivono, per i giorni che sono loro concessi (pochi, in questo caso, come ci ricorda "bruscamente" anche il titolo, sempre che io lo abbia inteso bene). Queste dita rosate mi hanno fatto proprio pensare ad albe che si susseguono, ad albe e intimità condivise, a destini che si intrecciano in nodi inestricabili, ad amori che maturano. E poi, infine, quelle "palpebre stanche", l'immagine di una passione consumata, ma che sembrano prefigurare anche il momento stesso della morte di Patroclo: mi hanno trasmesso quasi un senso di ineluttabilità, di destino che si compie, fulmineo e immediato, come una candela che s'estingua in un soffio; è una stanchezza quasi "languida", che sembra trascinarsi dietro l'appagamento di un amore consumato e vissuto. Tra l'altro, ho apprezzato tanto quel "Viviamo" conclusivo, "catulliano", di una vita piena che si erge fiera sulla vacuità della morte, che invita a "cogliere l'attimo" (che è proprio quello che fanno gli amanti). Insomma, forse non è proprio l'esordio con cui avresti voluto inaugurare l'esplorazione di questa sezione, ma posso dirti che io ho apprezzato veramente moltissimo questo esperimento. È stato anche per me come una sorta di "ritorno a casa", a tutto un contesto cui sono particolarmente affezionata, perciò non posso che ringraziarti. E, come sempre (mi sembra quasi inutile dirlo), bravissima! Un bacione, alla prossima (e scusa per i miei vaneggiamenti).

Recensore Master
29/11/20, ore 17:39

Non so bene come commentare questa piccola meraviglia, non sono mai stata brava con le poesie, perché quelle così personali, viscerali, come quelle contemporanee, come la tua, per me non si devono analizzare, sezionare e commentare, si devono leggere lasciandosi scavare dentro e facendosi travolgere dalle parole e dalle sensazioni (per le analisi puntuali c’è la poesia antica, che per essere decifrata ci nasce). Quindi non so cosa ti scriverò, probabilmente le sensazioni e le immagini che mi hai lasciato addosso dopo la lettura.
 
Ho amato la disposizione, per me ha perfettamente senso, era come lo scorrere di pensieri dentro la mente di Patroclo, e mi ha proprio dato l’impressione di questi sprazzi di pensiero che si rincorrono, e scavalcano, e sovrappongono, a volte sono solo sussurri di pensiero, altre rimbombano e seguono un filo preciso, e poi lo interrompono e magari riprendono qualche pensiero più in là. Non so se è l’impressione che avevi in mente tu, ma è quello che è parso a me (faccio la lettrice un po’ egocentrica, lo so, perdonami).
E i pensieri di Patroclo sono stati come un’onda che mi ha travolta e cullata, trascinata tra le spire di questo sentimento che è oltre. Oltre ogni definizione, oltre la comprensione (anche quella divina che tutto dovrebbe sapere, ma nonostante ciò non vuole accettare e tenta di porre limiti), oltre la vita e oltre la morte, se mai possiamo dire che sono morti – perché chi continua a venir cantato non muore.
Il semplice gesto di mangiare un frutto racchiude un mondo: racchiude i loro occhi che si incrociano per la prima volta a tavola e smuovono l’animo di entrambi, racchiude i pomeriggi di scoperta sul monte con Chirone, in cui si legano più indissolubilmente di prima, racchiude un gesto tanto semplice che se però fatto da una persona che è tanto visceralmente legata a noi diventa unico, irripetibile, pieno di altri mille significati.
E poi, c’è quell’appartenersi al punto di essere a casa solo con l’altro, ovunque si sia, anche in fuga (e considerata la loro vicenda, forse fuga è la parola più giusta, che poi diventa ritorno: perché dal destino puoi provare a fuggire per realizzare un amore che altrimenti ha giorni contanti, ma quell’amore lo puoi vivere solo tornando sui tuoi passi e fronteggiando quel destino).
E se abbassi lo sguardo sono perso, ecco qui mi si è crepato il cuore perché è forse l’aspetto che più di tutti mi ha spezzato di Patroclo, nei libri, qui, quando ci ripenso.
 
Non so bene cosa ho scritto, credo sia una giustapposizione di frasi senza molto senso o legame, ma per questa piccola meraviglia dovevo uscire dal mio “mutismo” quanto si parla di poesia e provare a ritornarti un pezzetto di quello che hai dato a me. Non ci sarò riuscita, ma sappi che la poesia mi ha emozionata e fatta innamorare sempre più di quello che scrivi e di come lo scrivi. E ti prego, non cancellarla, merita che tanti la leggano e scoprano quanto è bella e profonda e delicata.
 
Un abbraccio,
Maqry