Recensione premio per il contest "Villain's Ballad" indetto da _Vintage_ sul forum di EFP [2/2]
Ammetto che all'inizio avevo scelto un'altra storia, ma non appena ho letto il genere introspettivo ho ceduto alla tentazione e mi ritrova a recensire una storia di cui non riesco neppure a parlare. Mi ha letteralmente spiazzata.
Ho visto che fa parte di una serie, e il titolo mi ha da subito incuriosita. Ma, tra tutte le cose di cui pensavo potesse parlare, questa era proprio quella che non avevo affatto considerato, il che mi rende contenta di averla letta e, al tempo stesso, mi lascia l'amaro in bocca. Il perché è semplice: l'ho trovata d'una crudezza disarmante. I pensieri del tuo personaggio viaggiono in perfetta sintonia con lo stile narrativo "spezzato", per così dire. E' come se tu seguissi il libero flusso di pensieri del protagonista ed il lettore non può fare a meno di sentirsi coinvolto in quel turbolento caos che è la mente del soldato.
Specifico subito che non sono una grande amante della narrazione in prima persona, tuttavia credo che in questa storia fosse necessaria per permettere al lettore di focalizzarsi meglio sulla psiche di un personaggio che, in altro modo, non si sarebbe potuto davvero apprezzare.
E' una storia che pullula di emozione, paura, ansia, è intrisa d'un costante panico, al limite della claustrofobia. Ci narri la storia di quello che mi pare uno stress post-traumatico, un argomento ch'è stato affrontato parecchie volte, ma mai con un raziocinio così spietato - almeno secondo me. Questa storia sfiora i limiti del cinismo, eppure è così bella da togliere il fiato, perché non ti limiti ad osservare i pensieri del soldato, ma porti a compimento quella che è la sua unica soluzione per liberarsi da quel rosso. E' inquietante pensare che questo obiettivo possa esser raggiunto solamente con la fine della propria vita. Una consapevolezza disarmante, che mi ha fatta rimanere a bocca aperta come una scema probabilmente - non so, non avevo uno specchio per constatare i danni che mi hai procurato a livello mentale, ahah.
In particolar modo, c'è una frase che mi ha letteralmente conquistata: "Osservo quel dannato filtro e le linee sottili rosse che si diramano dal sacchetto in tutto il pentolino". Ok, sembra una cretinata magari, ma ti giuro che l'immagine che hai evocato è davvero potentissima, perché riporta nella mente del soldato a quei fiotti di sangue di cui non può più liberarsi, imprigionato nel suo passato e forse senza neppure alcuna voglia di combattere ancora per sé stesso. Sarà una flash-fic, ma io l'ho trovata così densa di significato che non basterebbero dieci capitoli di una long per condensare tutto ciò che hai voluto esprimere. Sono estasiata, davvero. Come sempre non posso che farti i miei complimenti per il tuo stile, ch'è sempre in linea con ciò che ci racconti, ma soprattutto per la tua incredibile capacità di analizzare i caratteri in maniera così ben distinta, approfittando d'un lucido raziocinio che rende la storia sempre tremendamente realistica.
Cosa dirti di più, appena mi libererò un attimo penso che passerò a leggermi le altre storie della serie.
Complimentissimi, un abbraccio! |