Premetto, mia cara ed adorata Fauna, che non rileggo le Cronache da anni, e che dovrei proprio farlo. Anche perchè me ne hai fatto venire una voglia matta, con questa storia.
Il dopo non è un momento su cui ci si concentra spesso, nel timore che forse tolga un po' di magia e divertimento al racconto. Il divertimento si è giustamente perso, ma la magia credo sia rimasta.
A partire dal drago che è rimasto dentro ad Eustace, annidato tra le sue costole. L'ho trovato molto simbolico del suo cambiamento, che qualcosa di feroce e doloroso al contempo gli fosse rimasto, una forza che prima non aveva per proteggerlo ma anche un residuo di fiamme che pronto a bruciarlo. Una metafora interessante per il suo trauma, se solo potesse riferirla alla psicologa (e un attimo di silenzio per tutte le psicologhe delle fanfiction, che devono trovare il modo di dare una mano a della gente che non può rivelare nulla di ciò che è successo senza essere internata).
Comunque, nella seconda parte diventa una storia molto tenera, anche se non ci dimentichiamo mai che le cose devono ancora migliorare di molto. Però è un momento di pace, molto dolce e soffice.
Un inizio di miglioramento, forse.
O un attimo di grande coraggio.
D'altra parte, non c'è bisogno "di tornare a Narnia per compiere gesti narniani".
Sei come al solito bravissima, complimenti!
Alsha
P.S. Mi stavo dimenticando, ho adorato le comparsate di Edmund e la menzione a Ripicì mi ha sciolto il cuore
(Recensione modificata il 05/12/2020 - 10:21 am) |