Recensioni per
Give me back my heart, you wingless thing
di Iria

Questa storia ha ottenuto 16 recensioni.
Positive : 16
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior

Questa parte fa male. Fa male qui e fa male qui (citazione tè infrè, tutto il piacere del tè). Scherzo soltanto per cercare di raccogliere i pensieri.
L'inizio è astratto, di un tempo (è proprio il caso di dirlo, una delle parole chiave del capitolo) lontano, fluttua quasi nello spazio.

L'inizio come può non ricordarci di Caino e Abele? Nonostante questo, sfrutto l'occasione per cogliere un altro topos letterario involontario (perché in materia biblica me la sono sempre cavata male): la consumazione della carne e del cuore in particolare è un topos molto caro nella letteratura indonesiana. Si pensa derivi da riti tribali del Borneo, quell'affascinante posto dove tutt'oggi si sente parlare di "cacciatori di teste". Questo avviene per assumere la forza dell'avversario defunto, per assorbirne il potere, come succede con Sandalphon quando cerca di divorare Metatron. Certo, ha divorato momentaneamente le sue ali, assorbendone la forza principale, la dimostrazione del potere eppure il cuore non è riuscito a raggiungerlo. I simbolismi si sprecano, Metratron potrebbe essere considerato l'ultimo barlume di dignità, di coraggio, di ragione oserei dire, che si frappone davanti ad un istinto crudo e animalesco ossessionato dalla gelosia. Non mi stupisce che Sandalphon sia arrivato a quel gesto così estremo, dato come hai descritto bene il cambiamento della sua mentalità con lo scorrere del tempo e di quanto il suo animo si sia indurito.

Per il resto, si tratta sicuramente di un'analisi cruda ma completa di ciò che ha dovuto passare Joel e del perché proprio lui sia stato lo sfortunato ad essere scelto da Sandalphon, che come sempre lo sovrasta e lo ha ingannato in tenera età, di fatto costringendolo al passaggio da una prigione ad un'altra… O forse, ancora peggio, consegnandolo ad un destino inevitabile peggiore della morte.
Mi riempie di tristezza e tenerezza come Joel cerchi qualsiasi briciola della luce che gli dà Grisha, di quel soffio di speranza che ha respirato per un attimo mentre era in sua compagnia. Cerca di pensarci costantemente, fin quando non viene di nuovo avviluppato nelle ombre buie di Sandalphon che non lo lasciano andare; da questo punto di vista, l'alba è ironica per un capitolo così cupo e per la mestizia che sicuramente ne seguirà.

Voglio pensare positivo e illudermi che Grisha e Joel riusciranno a sormontare questi muri invalicabili, staranno insieme e scapperanno verso la libertà. E soprattutto mi auguro da brava ingenua che Sandalphon abbia la giusta punizione per tutto ciò che ha sempre fatto, esplodendo in tanti coriandoli e dissolvendosi.

Recensore Junior
22/03/22, ore 15:39

Dopo l'amarezza dello scorso capitolo, questo è un balsamo per la mia anima. Dolce ma non stucchevole, zuccherino al punto giusto come quel dolce di mele e cannella, eppure sempre con questa punta di realismo che lo permea e lo rende ben collegato al mondo dipinto già nelle storie precedenti, che adesso si amplia (facendoci intravedere il mercato e la spiaggia).

Si svela sempre di più il personaggio di Joel nella sua meravigliosa quotidianità, nei piccoli gesti inaspettati e questo lo fa sembrare ancora più umano ( o inumano) agli occhi di chi legge; se dovessi definirlo come un personaggio, direi (forse sbagliando) che da occhi esterni appare troppo perfetto per essere vero eppure che non desidererebbe null'altro se non vivere come una persona normale, desiderare di essere imperfetto come gli altri piuttosto di portarsi dietro un pesante passato che non ha chiesto e di cui lui stesso è più che conscio. Eppure, Joel non se ne lamenta, si tiene tutto dentro preferendo assaporare quel briciolo di libertà e vita quotidiana con Grisha, fuori dai suoi doveri come cavaliere (il fatto che non porti addosso l'armatura, sorrida, rida, si tolga le scarpe in riva al mare è indicativo). Forse proprio perché sa che è soltanto un attimo, non vuole passarlo troppo a rimuginare o lamentarsi e vuole conservarlo come uno dei pochi bei ricordi che ha.

Grisha d'altronde è ben lieto di accompagnare l'Aasimar per cui nutre questa fascinazione quasi totalizzante, e non riesce a smettere di osservarlo e di pensare a lui: il fatto che abbiano condiviso la loro intimità nello studio di Grisha è simbolico per me, il luogo dove avrebbero dovuto incontrarsi sin dall'inizio, dove hanno incrociato lo sguardo, dove hanno sentito l'odore della salsedine del mare e dove hanno parlato di libertà prima di uscire insieme, cercando di cancellare dei brutti ricordi. In un certo senso, appaiono farsi forza a vicenda seppur non dicendolo apertamente, come se fosse tutto un sottointeso. Anche la scrivania, che prima viene vista da Grisha come un divisorio insormontabile, diventa invece un'occasione per farli avvicinare sempre di più ed infine diventare un giaciglio; l'ho considerato la metafora di un muro che rimanda al blocco iniziale di Grisha che non sa bene come comportarsi e approcciarlo, quasi schiacciato dai suoi pensieri e rimane nella sua muta ammirazione prima di decidersi e finalmente capire senza più dubbi che Joel lo accetta.

Che dire della frase finale di Joel? Una richiesta di aiuto, senza dubbio. Una confessione, una supplica a qualcuno di cui ha capito di potersi fidare.

Recensore Junior
22/03/22, ore 13:00

SANDALPHON! È PROPRIO LUI!

Ora che mi sono rivolta all'elefante nella stanza- o meglio dovrei dire, all'oscuro leone che troneggia in questo capitolo, posso scrivere questa recensione per bene. Ooof, boi. È stato un viaggio, non lo nego. Un viaggio che credo nessuno vorrebbe sperimentare, ma cadere in qualche pozzo buio dell'anima "umana" di tanto in tanto fa sempre bene; un'esperienza "formativa" per citare qualcuno.

Ad ogni modo, ci sono cascata di nuovo (sì questa recensione sarà piena di reference stupide, buona fortuna nel districarle tutte e mi dispiace in anticipo) e per cascata intendo dire che sono caduta nell'oscurità improvvisa e avvolgente della scena principale. La tensione si taglia con un coltello, anche solo la presenza di Sandalphon nella stanza mette in soggezione; è possente, intimidatorio, ferocemente immobile credo sia il termine più adatto per renderne appieno l'idea. Lui è quell'oggetto immobile contro cui si scontrano i corpi in movimento. Non pensavo che un personaggio che parla e agisce così poco potesse essere così… Mastodontico, passami il termine.
Ovviamente, complice di questo effetto sono i pensieri e le sensazioni di Grisha, scaraventato in una specie di buco nero, un incubo troppo complesso per essere dovuto a della semplice pazzia o delle allucinazioni momentanee. Per quanto sembri assurdo, credo fermamente che ciò che ha visto e sentito fosse frutto di Sandalphon stesso, di un legame voluto per assicurare il suo dominio. Un'esperienza che ha fatto capire a Grisha di essere solo un cucciolo ingordo che può provare ad addentare la preda sacra -tuttavia blasfema, rappresentata da Joel- , ma che non riuscirà mai ad ottenerla perché ci sarà sempre l'ombra enorme di Sandalphon che gli ricorderà che ciò che brama, seppur inconsapevolmente, rimane suo. In che modo e da quanto tempo, non ci è dato saperlo, tuttavia presuppongo sia un tempo quasi immemore.
Forse sto avendo impressioni non volute, ma perfino l'utilizzo del termine "bambino" da parte di Sandalphon, della sua decisione inamovibile, dell'espressione di Joel e Grisha dopo la fine di quel breve (e apparentemente) normale incontro mi trasmettono l'idea che non sia stato tutto un incubo, ma qualcosa di molto reale per tutti e tre. Cemento ancor di più questa mia idea con il desiderio di libertà di Joel, che non può essere dovuto soltanto alla sua posizione attuale, più che altro una conseguenza di tutto il suo passato. Grisha probabilmente ancora non può comprenderlo, ma sa che deve e vuole proteggerlo in quale modo… Seppur i suoi desideri di "distruzione" da umano, nei recessi più oscuri della sua anima, siano tentati di tenere a sé Joel in un modo diverso dalla semplice protezione (a quanto ho potuto capire). Unendo il primo ed il secondo capitolo insieme, si ha un bel quadro di Joel come umano, divorato da luci purissime e ombre dove è impossibile scorgere un limite.

Forse mi dispiace un po' per l'Eldarin, che al di là di dei brividi sulla schiena non potrà mai comprendere cosa sia realmente successo- o forse dovrebbe ritenersi fortunato.
Ah, comunque Joel e Grisha OTP, non faccio io le regole. Volevo chiudere su questa nota dolce.

Continuerò a leggere, ma adesso devo andare a fare un meme su Sandalphon per esorcizzarne la paura.

Recensore Junior
22/03/22, ore 12:24

Wow. Da dove iniziare? Prima di tutto, ci tengo a dire che sin dalla prima riga fai in modo di immergere il lettore completamente nel mondo che tessi man mano. Sicuramente iniziare con dei pensieri di Grisha aiuta nelle graduali spiegazioni di ciò che lo circonda e delle sue preoccupazioni. L'aggiungere gli stati d'animo in modo così naturale aiuta senz'altro nel trasformarlo in una piacevole esperienza complessa piuttosto che un infodump iniziale e non è cosa da poco.
Molto bella la soggettività di Grisha che riflette l'animo e i pensieri del personaggio e dà una visione abbastanza ampia da permettere al lettore di raccogliere i pezzi del mondo che gli gira attorno; indico la soggettività di un personaggio come un merito perché (nonostante dovrebbe essere lapalissiano) spesso non viene resa e si nota l'influenza della mano dell'autore. Non è assolutamente il tuo caso, testimone dell'ottima costruzione mentale di Grisha.
Molto belli anche i nomi, evocativi ma non eccessivamente complessi e facili da ricordare; direi che fluttuano tra lo storico ed il fantasy, definibili artisticamente medievaleggianti, perfetti per un'ambientazione simile.

La mia parte preferita, inutile dirlo, è quella dello studio di Joel- perché di vero e proprio studio si tratta. Uno studio così intimo e voglioso di conoscenza verso la sua persona, che non si ferma soltanto al suo fisico ma scava nei pensieri di Grisha, nel cosa pensi lui di una persona tanto ammirata ed enigmatica. Le descrizioni sono favolose, bloccano quel momento nel tempo e assorbono completamente tutta la tua concentrazione, per poi riprendere solo quando anche il personaggio principale si sveglia dal flusso di riflessioni e sensazioni intense. Ho amato come tu non ti sia limitata a descrivere delle sensazioni fisiche, ma sia scesa nel dettaglio senza risultare cervellotica e senza rompere quell'equilibrio che mantiene costantemente l'attenzione del lettore su Joel. Ci fa davvero riflettere su chi sia, cosa sia, perché sia e soprattutto quale sia la sua storia. Riesci a mettere in primo piano Grisha per poi far cedere il suo posto a Joel per qualche istante e infine ricordarci che ciò che osserviamo è sempre da un determinato tipo di prospettiva.

Non ho trovato errori di battitura o parole ridondanti, tranne all'inizio ho notato che manca "un" >

"se hai compagno, sei più esposto ai pericoli."

Cosa dire di più? Se fosse un libro lo comprerei e scriverei una recensione positiva :" )
Continuerò a leggere con molto gusto le prossime storie.

Recensore Junior
30/05/21, ore 19:02

Ciao,

eccomi ancora qui!
Parto subito dicendo che è molto interessante il concetto che il cervello umano non sia strutturato per una memoria centenaria. È un concetto originale, non l'ho mai ritrovato in nessuno opera in cui un essere umano guadagna in qualche modo l'immortalità. Non ci avevo mai pensato, però è un'idea molto credibile, così come lo è che restino sprazzi di ricordi e di sensazioni legate a un passato tanto lontano, però ancora in grado di generare sentimenti. Mi viene un po' da paragonarla a quei flash di memoria, di impressioni e affetti che conserviamo, legate all'infanzia più lontana; magari sono poche immagini sconnesse, ma sono lì e hanno grande importanza.
Certo mi dispiace che Grisha non abbia un chiaro ricordo di Ambros, e quindi suppongo nemmeno di Malak e Camus, ma sono felice che quel ricordo lontano gli dia ancora una sensazione di affetto e benessere: è una prova di quanto salda e importante sia stata la loro amicizia. Mi chiedo anche se gli altri siano ancora vivi da qualche parte... sono creature dalla vita molto più lunga di quella umana, ma sono comunque passati diversi secoli... e secoli nemmeno tranquilli, visti i pensieri di Grisha (posso capire la sua stanchezza e la delusione di continuare a combattere sempre le stesse battaglie)
Il fatto che Grisha non ricordi esattamente Joel mi crea emozioni contrastanti. Da un lato soffro che si sia scordato del loro incontro, dell'innamoramento, dei momenti bellissimi e di quelli tremendi che hanno affrontato insieme; dall'altro è così toccante che sia ancora in attesa, consapevole di un legame importante, fondamentale. Joel è così radicato in lui che, pur non avendone una memoria cosciente e concreta, costituisce la stella polare della sua vita, una fonte di pace e speranza.
E l'entrata in scena di Joel! È una meraviglia, come l'hai descritta. Rende davvero l'idea del tempo che per un istante si ferma, dell'energia pura e luminosa di Joel che abbraccia ogni cosa, che investe Grisha, facendo tremare quel pezzo di cuore, scuotendo tutto in lui, smuovendo le sue memorie. Non sa chi sia, ma lo ha riconosciuto, non lo ricorda, eppure lo ricorda... ecco, per me non potrebbe esserci nulla di più romantico (nel senso migliore del termine), perché appunto non ricorda cosa accadde secoli prima, eppure il dolore, il senso di colpa, l'attesa, sono ancora tutti lì. Ancora vuole chiedere perdono per un qualcosa di cui non ha colpa, e su cui non aveva potere, e ancora c'è quel desiderio di fuggire insieme, lasciandosi alle spalle le brutture del mondo, verso un futuro libero, luminoso... e sarebbe ora che lo avessero, non so chi lo meriti più di loro.
Avevo già accennato, mi pare, al fatto che mi spiaccia Joel abbia avuto una vita dura pure in questa esistenza; ma nonostante l'essere rinato in una razza sfortunata, si è dimostrato tanto forte e coraggioso da non farsi piegare e ha conquistato la libertà, e questo è proprio lui, più che mai. Pieno di luce, di vita, di purezza e di grazia, nonostante tutto il male che ha attraversato, come il Joel di un tempo. Se c'è un termine che userei per Joel, è “salvifico”, ecco: c'è qualcosa di salvifico in tutto il suo essere, nella sua forza e gentilezza e amore verso gli altri.
Tutto il resto della locanda sparisce, e per Grisha resta solo Joel, ed è così sopraffatto! Dalla sua immobilità e incapacità di proferire verbo si capisce quanto il suo mondo sia stato capovolto... o sarebbe più giusto dire, quanto il suo mondo sia stato rimesso nel verso giusto.
E poi, finalmente, Joel che va da lui... lo sfiorarsi di un bacio, e una nuova vera vita ricomincia. Non avresti potuto concludere in maniera migliore: si riallacciano i fili spezzati, si apre un avvenire pieno di possibilità, potranno riprendersi tutto ciò di cui erano stati liberati. E sì, come dici nelle note, non è che sarà tutto facile, tutto rosa e fiori, ma sono di nuovo insieme, e insieme potranno affrontare qualunque cosa, e vincere. Sono tanto felice per loro! Mi viene in mente il primo verso di una poesia che avevo letto su internet: “e l'amore guardò il tempo e rise”.
È stata una bella storia, ho amato tantissimo i personaggi, ho patito e sperato per loro, non solo Joel e Grisha, ma anche Camus, Ambros e Malak... il mio amore per l'angst è stato saziato a dismisura, ma anche la parte di me che esige un lieto fine è stata infine soddisfatta, che potrei desiderare di più? C'è stato anche un antagonista tanto oscuro quanto affascinante, che è stato un piacere odiare ^^ (davvero, Sandalphon è stato uno dei personaggi che più mi hanno creato repulsione nella vita; forse però avrei avuto un po' di compassione per lui, se avesse trattato meglio Joel. D'altra parte se lo avesse trattato meglio, sarebbe stato tutto un altro personaggio)
Quindi, grazie per averla scritta! È stato un bel viaggio, pieno di emozioni, e sarò felice di ritrovare tutti questi personaggi, se scriverai ancora di loro.

Riguardo la sezione musicale: sono davvero colpita da quanto le canzoni degli Amazing Devil si adattino alle atmosfere della tua storia! Sono una colonna sonora perfetta... e ti dirò che in questi giorni praticamente non sto ascoltando altro che loro (a parte qualche altro gruppo che spotify infila in mezzo, e che in certi casi devo dire è una bella scoperta).
E a pro di musica, hai seguito l'Eurovision? Sono molto felice per i Maneskin, che hanno finalmente portato il rock alla vittoria (e poi sono molto giovani e bravi, mi aspetto grandi cose in futuro), ma ho amato anche i finlandesi e gli ucraini: “Shum” è quasi ipnotica, un folk in chiave rock e moderna, seconde me meritano molto!
https://www.youtube.com/watch?v=U7-dxzp6Jvs

Ciao, a presto! :-)

PS: se tra i tuoi messaggi ne trovi uno cancellato, sono io che per sbaglio avevo copiato tutto questo come risposta lì, anziché come commento al capitolo ^^

Recensore Junior

Ciao, eccomi!
Penultimo capitolo, che per fortuna non è stato l'ultimo! Perché un finale così ci stava... sarebbe stato crudele, ma ci stava. Meno male che hai scritto anche l'epilogo!

Posso immaginare ciò che Grisha doveva pensare, mentre correva per afferrare Joel: la consapevolezza di quanto era accaduto, che Sandalphon era sconfitto, ma a quale prezzo, e insieme la testarda speranza che potesse ancora andare tutto bene. Una specie di negazione, ecco, pur essendo consci della situazione.
C'è tanta tragica bellezza in questa scena, nella rievocazione del loro amore, nel profumo che aleggia nell'aria, che sembra rievocare i loro sogni di libertà (e quasi anticipare la vita a venire, visto che il Joel di secoli dopo ha preso il mare). È una scena intensa, ma anche di una delicatezza toccante, ed è una cosa che riesci a mantenere anche nel descrivere l'agonia di Joel, il suo strazio nel non riuscire a toccare Grisha, nel non riuscire a parlargli... il rimpianto per ciò che è stato e che non sarà più. Sarebbe stato più facile abbandonarsi alla morte, se non avesse conosciuto Grisha e il suo amore; però, allo stesso tempo, sarebbe mai arrivato lì, senza Grisha? Magari Joel avrebbe lo stesso deciso di agire contro Sandalphon, però credo anche che Grisha sia stato una spinta determinante a farlo. Grisha era l'amore, il futuro e la libertà... l'unico “egoismo” che Joel si fosse mai permesso.
Rimpianti, appunto. Senso di ingiustizia, smarrimento. Povero Joel! Non basta tutto questo, ma a tormentarlo deve esserci anche il timore di non essere mai davvero vissuto :-(
E qui no, Joel! Posso capire da dove nasca questo tuo pensiero, ma tu sei tu, lo sei sempre stato, e Metatron è una parte di te, profondamente intrecciato seppure “dormiente”, ma tu sei vissuto, hai amato, sei stato ricambiato, in amore e in amicizia, come Joel.
E il povero Grisha, a quanta forza deve attingere, per non andare in pezzi! Ed è un bene, perché se desse libero sfogo alla sua disperazione, renderebbe tutto ancora più difficile per Joel. Però, anche senza plateali dimostrazioni, il suo strazio lo rendi benissimo, tramite i suoi pensieri. Senso di ingiustizia, anche per lui. Rabbia e impotenza. “La morte non gli si addice”, quanto è vero, e quanto Joel meriterebbe un risarcimento per tutto ciò che ha sofferto.
Hai inserito molto bene anche il momento che si lega al capitolo successivo, il frammento di cuore che Joel/Metatron mette in Grisha; un tocco perfetto, perché a leggerlo così (senza conoscere lo sviluppo successivo), può sembrare un delirio di Joel, che parla di riprendersi un giorno il cuore di Grisha, magari nel momento in cui anche lui morirà e si ritroveranno nell'aldilà, oppure in una prossima vita. Invece era proprio il pezzetto di cuore di Metatron! Questo non l'avrei mai immaginato.
Però in fondo si riprende anche il cuore di Grisha, no? Ed è una prossima vita, seppure nel caso di Grisha non si parli di reincarnazione (ma su questo ci torno al prossimo commento).

C’è qualcosa che gratta contro le pareti del suo inutile corpo, una bestia feroce e furiosa che ringhia e poi uggiola nel tormento.”
Quanto è efficace questa immagine! Splendida!

E giunti alla fine, ecco, come dicevo prima, qui il finale poteva starci: è triste, ma gli avvenimenti e le parole di Joel (o più che altro i suoi pensieri), lasciano presagire un nuovo incontro, una nuova possibilità, una vita futura. Però, nonostante la speranza, sarebbe stato insoddisfacente, incompleto... crudele, ecco, verso i lettori ^^
Per questo, appunto, sono felice che tu abbia scritto l'epilogo, invece di lasciare un finale tanto aperto.
In riferimento alle note finali, non ho trovato nulla di troppo esplicito, banale o melenso; ho trovato invece tutto molto coinvolgente, toccante, e scritto in uno stile elegante che si adatta benissimo all'atmosfera della storia in generale, e a quella di questo capitolo in particolare.
Su questo vado! Come sempre ho scritto tutto di slancio, perdona se troverai qualche svarione ^^
Ciao, buona serata :-)
 

Recensore Junior

iao, eccomi qui!

E così, addio a Sandalphon. Mi chiedo come sarebbe andata se si fosse sforzato di capire meglio la natura umana, e ovviamente Joel/Metatron, ma mi rendo conto che non sarebbe bastato a provocare in lui un mutamento sufficiente a fargli cambiare obiettivi, o a mutare qualcosa in lui. Immagino la sorpresa e il senso di enorme tradimento che ha provato nello scoprire che il cuore che tanto bramava non era ciò che si aspettava, e mi chiedo, di fronte alla perdita di tutto, se non abbia avuto un'ombra fugace di rimpianto per le proprie azioni... e intendo anche quelle di millenni fa. Di nuovo, però, non credo. Non mi sembra il tipo da contemplare il rimpianto! Ma che grande antagonista è stato!

Il passato di Ambros! Qui almeno posso dire di conoscere le basi (ma proprio quelle elementari) della società Drow, quindi mi aspettavo già che la sua storia non fosse rose e fiori, però quel che ha passato è stato orrendo anche per gli standard di un maschio drow. È bellissimo il suo incontro con Eilistraee, l'abbraccio della dea comunica una tale sensazione di pace e di speranza, un calore buono in grado di lenire ogni passato dolore, ogni paura. Eilistraee ha l'aspetto di una donna giovane e bellissima, eppure nel suo atteggiamento e nelle sue parole si riconosce un'entità antica e amorevole... potrei dire materna? Lei è tutto ciò che Ambros non ha mai conosciuto. Ed è stato bellissimo anche l'incontro con Malak! Oh, non potrei amarlo di più, per come si è comportato <3 è stato così gentile, altruista... anche lui ha offerto ad Ambros qualcosa che non aveva mai conosciuto, e mi sento tanto contenta per lui, che ha finalmente avuto qualcosa di buono dalla vita.
Se mai scriverai un prequel per questi due, sul loro passato insieme e il nascere della loro amicizia, avvisami: mi piacerebbe tanto leggere delle loro avventure!

E ora Ambros e Malak hanno sacrificato tutto nel tentativo di salvare Joel, ma non è bastato. È
così ingiusto, troppo doloroso, e io all'inizio, capitoli fa, ci avevo sperato che le forze di tutti quanti, messe insieme, avrebbero fatto la differenza. Forse in fondo lo sapevo già che non sarebbe stato possibile, però... non so, un miracolo poteva sempre accadere, e meritavano tutti quanti di vincere e di avere una vita libera e felice.

Il passato di Camus. Ecco, io non so perché, ma credevo che almeno lui avesse avuto una vita un po' meno traumatica. Fino a un certo punto è stato così, e ha anche avuto meraviglioso fratello che con la sua saggezza ha lasciato una profonda impronta in lui (Myran mi è proprio piaciuto)... e poi, invece, a che scena terribile ha dovuto assistere. Non solo ha perso tutto, la patria, la famiglia, il proprio futuro, ma vedere Myran fare quella fine! Il senso di impotenza che deve aver provato sarà stato soffocante, e adesso si trova a vivere una situazione simile: qualcosa di orribile sta accadendo, e lui, come allora, non può fare niente. Anzi, questa volta ha potuto almeno provare a fare qualcosa, era lì, era presente, ma è stato inutile lo stesso.

In notti senza luna sono capitati avvenimenti che hanno stravolto la vita di questi personaggi; a volte nel male, come a Camus, a volte nel bene, come Ambros che lascia il sottosuolo e incontra Malak... e ora la vita di tutti viene stravolta ancora una volta in una notte in cui la luna si è fatta vedere, ma è fredda e lontana, e non illumina una scena felice. C'è una strana poesia in questo.

Anche questo capitolo mi è piaciuto tanto, e non credo tu ti sia dilungata troppo nel raccontare la vita dei vari protagonisti; conoscendo il loro passato possiamo capirli meglio, immaginare con chiarezza ciò che provano. Gli approfondimenti dei personaggi sono per me sempre i benvenuti! Nei loro trascorsi c'è dolore, ci sono rimpianti, paura; sono legati l'uno all'altro e tutti sono legati a Joel, e sono stati questi legami a salvarli e a dare loro nuove speranze. Il racconto del loro passato fa comprendere meglio il presente e rende tutto più incisivo, più toccante. E come dicevo prima, più “ingiusto”, perché leggendo vuoi solo che abbiano tutti una meritata e sfolgorante vittoria, un lieto fine dei più classici a ricompensarli, e invece bisogna fare i conti con la crudele realtà.

Ora piccolo OT musicale (di nuovo ^^) Questa volta non c'è un legame con i personaggi, però un paio di giorni fa sono incappata su questo gruppo e sono rimasta decisamente colpita. Si chiamano “I don't know how but they find me” e hanno testi e sonorità molto originali.
La canzone con cui li ho conosciuti è questa
https://www.youtube.com/watch?v=mvJjmWTg7Qo

adoro il contrasto fa la melodia allegra e orecchiabile e il testo... non te lo spoilero XD
Dopo una canzone così ho capito che dovevo conoscerli meglio!

Buona nuova settimana! :-)


 

Recensore Junior

Ciao, eccomi di nuovo qui!

Ciò che Metatron ha fatto, cercando come poteva di cambiare il futuro di Sandalphon, mi sembra un caso da manuale di 'profezia auto-avverante'. Ma, in fondo, che altro poteva fare? Lo amava, e l'amore è più forte della razionalità; le sue azioni nel tentativo di cambiare il destino di Sandalphon sono state al tempo stesso di altruismo ed egoismo, tutte compiuto con buone intenzioni, ma sfociate nel disastro. Il suo senso di colpa si percepisce, sia nelle scena del passato sa in quella che le fa da specchio nel presente; quando scrivi “Per questo accettò di morire” penso che lui avrebbe potuto vincere lo scontro, se avesse voluto, ma che il desiderio di espiazione lo ha condotto su un altro sentiero... espiazione che però, appunto, contiene anch'essa la sua parte di egoismo. Eppure non mi riesce d'incolparlo, anzi, lo amo ancor di più nella sua tragicità. E anche Sandalphon... da una parte lo odio, certo, dall'altra anche lui è uno splendido personaggio, ben costruito, affascinante. E anche quel certo odio è legato più che altro al trattamento riservato a Joel, così “indifeso” di fronte a lui, più che alle azioni contro Metatron che poteva tenergli testa. Sandalphon, con quel morboso sentimento di amore/possesso/distruzione che rivolge al fratello, secondo me, ha in sé qualcosa di primordialmente oscuro, qualcosa che va al di là del farsi corrompere dal desiderio di potere, dall'invidia, dalla lussuria... qualcosa che rende impossibile per lui la redenzione o il ravvedimento (so che all'inizio avevo detto 'commenterò come se leggessi volta per volta senza conoscere i capitoli successivi, ma qui mi smentirò); ed è un bene che sia così, perché un suo pentimento in extremis, fosse stata anche una sola parola, gli avrebbe tolto molta della sua potenza come personaggio. “È colpa tua” è invece perfetto e, in parte, un po' di colpa Metatron ce l'ha, seppure in buona fede e con tutte le buon intenzioni di questo mondo.
Sono stata felice di apprendere qualcosa sul passato di Malak, seppure anche la sua vita sia stata dura, e l'unico momento in cui ha potuto avere un contatto con il proprio padre sia coinciso con la sua perdita. Non è solo il dolore del momento in sé a colpire, di questa scena, ma anche il pensare a ciò che avrebbe potuto essere e non è stato, alla mancanza che c'è stata nella vita del padre e del figlio, al vuoto che ha lasciato. Verrebbe facile incolpare Morail di non aver fatto abbastanza, pensare che avrebbe potuto prendere il figlio e crescerlo, costruendosi una nuova vita, però io non conosco l'universo in cui questa storia è ambientata, le razze che lo abitano e i loro codici d'onore e di comportamento.
Immagino che andarsene col figlio non sarebbe stata una scelta possibile, e che abbia fatto tutto ciò che poteva per proteggerlo e consentirgli di vivere; nelle sue parole e nel suo atteggiamento si percepiscono l'amore, la malinconia e il rimpianto... ama il figlio, altrimenti non avrebbe raccolto le ultime forze per andare da lui. E in quel bacio sulla tempia, poi, c'è davvero tutto... povero Malak, trovare una ricchezza così grande solo per vederla svanire.
Poi sarò io, ma in Morail percepisco anche orgoglio, perché il figlio è riuscito a cavarsela anche in condizioni tanto difficili, e fiducia nel fatto che saprà continuare a cavarsela, anche senza di lui. E adesso vedere Malak suonare il suo violino fino a consumarsi le dita è un'immagine ancora più intensa, sapendo quanto sia stato importante nella vita di suo padre, e nella sua.
Per me è molto emozionante anche vedere Camus, Malak e Ambros unire le proprie forze, sostenersi l'un l'altro nel tentativo di vincere una battaglia disperata; saranno pure personaggi secondari, ma hai dato profondità e una storia a ognuno di loro, e mi sono affezionata. Vederli mentre praticamente si distruggono pur di aiutare Joel li rende ancor più nobili ai miei occhi; tutti i protagonisti di questa storia hanno alle spalle un vissuto di sofferenza, di solitudine e di perdita, ma il destino li ha messi sulla stessa strada, si sono trovati ed ecco, per me è proprio uno di quei casi in cui tante solitudini fanno una famiglia, al punto che nemmeno il pericolo di morire riesce a intaccare la lealtà e la devozione che hanno l'uno per l'altro. Amo questo genere di rapporti, lo spirito di sacrificio verso i proprio compagni... anche loro meriterebbero solo tanta felicità.
E il finale! Il frammento di luna che riappare Sandalphon che ha una (per lui) brutta sorpresa... i miei complimenti, trovo che riesci sempre a concludere i capitoli in un modo che lascia impazienti di leggere il capitolo successivo, sia che si tratti di attimi di dolcezza che, specialmente, di momenti carichi di tensione. Trovare il momento giusto per interrompere la narrazione non è sempre facile, però in questa storia la conclusione e la ripresa avvengono con molta naturalezza, in un modo che 'sta bene' (non so come altro dirlo ^^)

Intanto ho ovviamente letto già l'ultimo capitolo e l'epilogo; commenterò a suo tempo, ma ti dico che è mi piaciuto moltissimo e che mi mancheranno tutti da morire <3  (e meno male che c'è stato l'epilogo perché l'ultimo chiudere all'ultimo capitolo sarebbe stato di una tristezza insostenibile)

Allo prossima, e intanto buona nuova settimana :-)

Ciao, eccomi di nuovo!

Lo scontro fra Sandalphon e Metatron è proprio quello fra due potenze ancestrale, una forza inarrestabile in continua rigenerazione... caos primordiale è un'immagine che restituisce in pieno l'atmosfera del combattimento, visivamente, ma anche emotivamente. È tragico e violento, macabro ma affascinante... mi piace così tanto che mi sento in colpa verso Grisha! Dover assistere senza poter fare nulla, sapendo che può perdere Joel in più di una maniera, sapendo di essere un cacciatore di mostri, ma di non poter far nulla per distruggere il mostro peggiore di tutti. Vederlo così devastato, in lacrime, fa male, persino la consapevolezza che in qualche modo Joel lo sta proteggendo è tragica; dovrebbe rassicurare, ma dà solo altro dolore.
E adesso che veniamo a sapere di più sul suo passato, si capisce anche perché per lui l'incubo e il senso di colpa sono ulteriormente moltiplicati. È comprensibile che sia così, ma sia adesso che nella sua infanzia, ha a che fare con forze troppo superiori perché possa fare davvero qualcosa: è solo un umano, ed era solo un bambino.
Quello che gli è accaduto è davvero atroce. Posso comprendere, ma non giustificare, che un uomo provato dal lutto e dal dolore scivoli nell'alcol e nella violenza, può capitare anche a un uomo tutto sommato buono. Ma ciò che il padre di Grisha ha fatto va oltre, non c'è lutto o sofferenza che lo giustifichi, è qualcosa che può scaturire solo da un'anima che era zuppa di oscurità sin dall'inizio. O forse no, forse il suo dolore era così denso e scuro da attirare i demoni, ed essi hanno divorato l'uomo che era, lasciando di lui solo un guscio dominato dall'oscurità. Dopotutto il fatto che rivolga alla moglie defunta il termine puttana mi fa proprio sospettare che l'uomo che l'aveva amata non sia più realmente lì.
La scena che descrivi è davvero cruda e disturbante... orrenda, ma detto come apprezzamento. Lo stupro, la bottiglia che spunta dal ventre, il sangue; povero Seraphim, che morte orribile, quanto dolore, quanto strazio e quanta paura deve aver provato; non solo per se stesso, ma anche per i suoi fratelli, perché doveva rendersi conto che la furia del padre non si sarebbe fermata a lui. Seraphim doveva avere lo stesso animo gentile e generoso di Grisha, sarebbe cresciuto in un uomo meraviglioso.
E povero, povero Grisha! In quelle condizioni è tanto se ha avuto la presenza di spirito di pensare alla fuga, di prendere il fratellino e scappare; e invece c'era un altro incubo ad attenderlo. A questo punto, restare pietrificati e svuotati ad attendere la morte sarebbe stata una reazione comprensibile; l'animo umano può reggere solo fino a una certa dose di dolore, prima di andare in pezzi. L'entrata in scena di Zaphkiel è davvero salvifica; nel modo in cui l'hai descritto – non solo la luce, ma anche la sua gentilezza, il suo profumo, il battito antico del suo cuore – si percepisce un'aura di calma, di protezione; dà un senso di calore, di essere al sicuro. Quella notte qualcosa in Grisha è cambiato per sempre, e non sarà forse più logorroico e pieno di chiacchiere com'era da bambino, ma è comunque diventato un uomo onorevole, coraggioso... con una ferita nell'anima che non credo potrà mai sanarsi del tutto, ma spero che prima o poi ci venga a patti, accettando di essere stato una vittima senza colpa alcuna (oh, la voglia di prenderlo per le spalle e scuoterlo e ripetergli che era solo un bambino, non poteva certo affrontare un padre impazzito, figuriamoci dei demoni! Poi gli faccio anche una cioccolata calda, ma intanto lo scuoto)

Il fatto che Zaphkiel sia ricomparso a dargli sostegno in un momento come questo mi dona un po' di ottimismo, anche se mi rendo conto che Sandalphon è comunque molto più potente. Però il sostegno di Zaphiel darà forza a Grisha, e lui la darà a Joel, e di conseguenza a Metatron... insomma, fammi sperare!

Ti lascio consigliandoti una canzone. È di un gruppo che mi piace molto (non hanno la fama che meritano e solo a ottobre scorso, dopo tipo dieci anni di silenzio, hanno fatto uscire un pezzo nuovo) e hanno testi davvero originali.
Comunque! Il brano che ti segnalo mi fa pensare a Sandalphon e ai sentimenti malati che nutre per Metatron; non tutto il brano, ma in certi pezzi posso immaginarlo cantare. Si intitola “The horror of our love”:   https://www.youtube.com/watch?v=9kQ-0bBkMIY

Se dopo aver ascoltato questa vuoi sentire qualcosa di meno morboso, cerca “Manta Rays”, sempre dei Ludo (è di una dolcezza infinita, sarebbe più da Grisha!)

Ciao, a presto!

Ciao, eccomi ancora! Procedo a rilento, ma arrivo ^^ Ho già letto il nuovo capitolo, ma commenterò sempre facendo finta di no (anche se magari qualcosa mi scapperà!)

Prima di tutto, data la nobiltà d'animo di Joel, è perfettamente comprensibile che ricordi a Grisha che lui e Camus sono ancora in tempo a tirarsi indietro; è fortunato, però, che Grisha sia un tipo così dolce e paziente, perché conosco altre tipologie di personaggio che avrebbero risposto sbraitando e protestando XD (“come osi pensare che possa farti una cosa simile! *imprecazioni*”)... sbraitando per amore, ma intanto almeno un timpano sarebbe andato perduto. La reazione di Grisha è così da lui, così dolce, fedele, così rassicurante... Grisha dà la sensazione che, finché saranno insieme, tutto andrà bene, anche se in fondo sa che potrà andare malissimo. Tutta questa devozione deve essere allo stesso tempo un balsamo e una tortura per Joel: il suo amore lo scalda e gli dà forza, ma allo stesso tempo come ci si prepara a una battaglia campale avendo così tanto da perdere?
È bella anche la scena fra Ambros e Malak, il loro rapporto saldo... con una sola frase hai fatto intuire qualcosa del loro passato comune e movimentato. In questa storia sono personaggi secondari, ma amerei anche vederli protagonisti, sono interessanti, e anche loro restituiscono un po' quella vibrazione 'you and me against the world' (confesso che li avevo shippati di default, ma poi hai scritto che Camus apprezza la compagnia di Ambros, e quindi ops ^^). Sono ancora più felice che Joel li abbia al proprio fianco; per quanto il loro potere da solo non sia in grado di sconfiggere Sandalphon, è un piacere all'inizio vedere come ne sia comunque disturbato.
E qui veniamo alla battaglia!
Io praticamente impazzita a leggere del rancore che affonda le radici in un'altra vita, anche se Joel ancora non lo sa... e poi quel che “mi ha tradito di nuovo”, che gli esce di bocca, non riesce a spiegarsi, eppure gli provoca una rabbia infinita, al di là di sé... al di la del sé che è in questo momento. Vado matta per queste cose, per tutto ciò ha a che fare con esistenze precedenti, con la reincarnazione, con le potenti entità eterne che abitano corpi mortali! (ora, io sulle entità eterne che abitano corpi mortali non ho mai scritto, ma di reincarnazione e preservazione dell'identità sì, e spero che le tue idee su come funziona somiglino un pochino alle mie, perché se Joel alla fine venisse “cancellato” , sentirai un urlo disumano e quella sarò io).

Torno seria. Avevo bramato tanto questo scontro risolutivo, ma anche temuto, perché sapevo che non avresti reso facili le cose a Joel e agli altri; non sarebbe stato possibile, non contro Sandalphon, così potente e così “malato” . Da una parte c'è quella sensazione di déjà vu, nella nube di oscurità che avvolge i combattenti, dall'altra le certezza che questo scontro sarà ancora più cruento, e la dualità Joel-Metraton che rende tutto più drammatico... fatidico, ecco. Uno scontro che era scritto da millenni, tutto è stato creato per giungere qui. La confusione di Joel alle parole di Sandalphon, al suo atteggiamento, è palpabile, riesco a immaginare le sensazione che sta provando; è qualcosa che spaventa, la sensazione di un tassello molto importante che manca. Il fatto che lo chiami bambola di carne (ho già detto che lo odio?), che si rivolga a un qualcuno oltre a lui... ecco, è qualcosa che dà brividi ben peggiori di quelli dovuti alla tensione di una battaglia mortale. C'è questo strano “fuori fuoco”, nella mente di Joel, l'hai reso davvero bene; ondate di ricordi e sensazioni che non riconosce, eppure fanno parte di lui, il disgusto verso Sandalphon, eppure altri sentimenti intrecciati a esso, antichi, che non dovrebbero esserci. È angosciante vedere Joel che sta per soccombere, arrendersi a una forza troppo superiore, alla sabbia malefica che tutto inghiotte, ed è doloroso vedere Metatron che riemerge, e Joel che si perde, e i loro dolori intrecciati. Io attendevo il momento in cui Metatron si sarebbe risvegliato, per vederlo ridurre a più miti consigli Sandalphon (ho voluto usare un eufemismo), ma così... così fa davvero male. Sia perché non sopporterei di vedere Joel svanire, sia perché quello che lui sta provando in questo momento deve essere così spaventoso. Se non avesse avuto Grisha, avrebbe anche potuto abbandonarsi, e forse considerare quella fine come il raggiungere una pace mai conosciuta. Però Grisha c'è, gli ha fatto dono di un amore puro e sincero, e come può adesso non annegare nel rimpianto di tutto ciò che non sarà? No no, io mi rifiuto di accettarlo.
E qui la smetto, perché tanto sarei poco eloquente; posso solo dire che questo capitolo (ma anche quelli che seguono) è più che mai una tempesta... ancora una volta complimenti! Buona nuova settimana, e buona scrittura :-) 
(come sempre, se ho ripetuto qualche concetto, perdona, scrivo d'impulso!)

Recensore Junior
02/03/21, ore 22:40

Ciao!
Scusa il ritardo, avrei voluto recensire prima, ma gli ultimi giorni sono stati un po' pieni ^^

Inizio ovviamente dalla scena in cui Joel libera Ambros e Malak; è così compassionevole e saggio, ha una tale rassicurante dolcezza che intenerisce pure una brutta bestia come me. Ha più che mai un che di “luminoso”, di salvifico... non saprei manco come definirlo adeguatamente!
E consideriamo Ambros e Malak, e il loro atteggiamento rassegnato, impotente: questo credo la dica lunga su quel che hanno passato nella vita, sui pregiudizi e le ingiustizie subite. Si aspettano il peggio, probabilmente si vedono già giustiziati, senza possibilità di scampo... ed ecco che Joel, una figura importante, così diversa da loro, così “lontana”, dimostra tanta gentilezza e fiducia. Provando a mettermi nei loro panni, immagino l'incredulità che devono aver provato, e poi la gratitudine. Non mi stupisce che Joel si sia guadagnato per sempre la loro amicizia e fedeltà.
Non mi stupisce nemmeno la disapprovazione scandalizzata dei sottoposti, una reazione tristemente credibile con radici non solo nei pregiudizi verso i presunti colpevoli, ma pure in quelli verso Joel. Una soddisfazione che alla fine abbiano dovuto ammettere che lui aveva ragione.
E che fastidio Sandalphon! Ma fastidio è riduttivo, una zanzara dà fastidio, lui mi provoca disgusto, mi suscita disprezzo. Che sensazione di viscidume! È uno di quegli antagonisti che, per quanto affascinanti, detesto. È uno per cui nemmeno chi ama i cattivi potrebbe mai tifare... e a rileggere quella scena con la consapevolezza che lui sapeva benissimo che Ambros e Malak erano innocenti, la rende ancor più difficile da sopportare. Ed è così ingiusto che Joel si senta sporco e colpevole, quando è una vittima... però purtroppo è una reazione non solo credibile, ma che si verifica troppo spesso anche nella realtà.

Anche il fatto che Joel avesse dato per scontato che Ambros e Malak avrebbero detto “grazie tante e a buon rendere” per poi andarsene per la loro strada dice molto su di lui, sul suo non sentirsi degno di amicizia e gratitudine, di affetto... ecco a cosa l'ha portato il trattamento di Sandalphon, e l'ostilità dei suoi sottoposti, la mancanza di amore, per anni e anni. Mettiamoci anche ciò che ha patito nell'infanzia. Qui è un po' come se i ruoli si invertissero, e sei Ambros e Malak erano stati increduli nel ricevere la gentilezza di Joel, ora è lui a essere stupito dalla loro riconoscenza. Che bella scena, quella alla locanda, mi ha risollevato il morale, dopo il viscidume di Sandalphon! Adoro come i due abbiano già deciso che Joel prenderà il mare con loro...mi fa una tenerezza qui, Joel! Credo davvero che si sia sentito riempito da una gioia mai sentita prima, e anche se sarà stato ben conscio di tutte le difficoltà che aveva davanti, quella speranza deve avergli fatto bene, scaldato il cuore. È una grande forza, la speranza!
Comunque, non faccio in tempo a essere contenta per lui, ed ecco che arriva la parte peggiore. “Peggiore” inteso come accadimenti, ovviamente, perché come tutto il capitolo è scritta benissimo, hai reso alle perfezione l'oscurità, il senso di pericolo, lo strazio fisico; quel “il buio era carnivoro” dà proprio un brivido. Ed è tutto così difficile da sopportare: l'aggressione orrenda che subisce Joel, la sua agonia, la tortura... è tutto così feroce. E Ambros e Malak che non possono intervenire ma solo ascoltare inorriditi, il sacrificio di Cassiel ç_ç (che commozione quando lo chiama Metatron) . Come avevo detto in un altro commento, ero certa che Joel avesse guadagnato le sue cicatrici e perso il suo Deva in battaglia, in combattimento, ma non avevo immaginato niente di così disturbante e malefico.
Ora, il fatto che Joel sappia di avere il tempo contato lo rende un personaggio ancora più tragico, ma conto che sappia domare il tempo un'altra volta, vivendo la vita libera e felice che merita, accanto al suo amore e ai suoi amici. Lui e Grisha quando sono insieme, come sul finale, stretti fra le lenzuola, comunicano sempre una grande sensazione di pace, di intimità... è tanto bello vederli così!
Complimenti anche per questo capitolo; ci sono tenerezza e orrore, e il loro contrasto li esalta e li rende ancora più incisivi.
Al prossimo capitolo!

Recensore Junior
20/02/21, ore 17:43

Ciao, rieccomi qui! Piano piano commento tuto (ho anche già letto il capitolo 8, ma commenterò a suo tempo, intanto... ma povero Grisha piccino! ç_ç)

Che squadra magnifica, Joel, Grisha e Camus, ancor di più adesso che insieme a loro ci sono Ambros e Malak. Questi due mi hanno resa particolarmente felice, perché ero tutta dispiaciuta per la solitudine di Joel, il suo essere un po' “solo contro tutti”, prima che Grisha gli esprimesse i propri sentimenti. Ma per fortuna Joel aveva questi amici meravigliosi, che tengono a lui, che gli sono grati, e non lo tradiranno mai. È stato bello vedere tanta fiducia fra loro, quell'abbraccio sincero, così pieno di calore... davvero, sono stata tanto felice per Joel! Tra l'altro non ha solo degli amici, ma anche un rifugio “fisico” un posto dove poter scappare, una stanza che lo rispecchia dove trovare un po' di quiete.
In quanto ad Ambros e Malak, mi sembrano proprio due bei personaggi, ironici, leali e coraggiosi; gli elfi oscuri li avevo già presenti, ma sono andata a googlare i tiefling, e mi sono piaciuti, con il loro aspetto vagamente 'diavolesco'.
Mi è piaciuto anche il commento di Camus, sul fatto che le decisioni dell'Ordine sono per forza giuste e non vanno discusse; era evidentemente un pungolo, e di certo non si aspettava niente di diverso dalla risposta che ha ottenuto. Non credo nemmeno fosse una specie di “messa alla prova”, perché di certo conosce abbastanza Joel da conoscere il suo senso di giustizia e la sua integrità, e che non sia di certo come quei soldati che commettono atrocità con la giustificazione del 'stavo solo eseguendo gli ordini'. Non so, credo lo abbia detto proprio per avere quella risposta, perché il pronunciarla ad alta voce in qualche modo “rafforzasse” Joel, e fosse come un piccolo passo per slegarsi dall'Ordine e da Sandalphon.
Il momento di intimità fra Joel e Grisha è così potente, intenso; si percepisce tutto il bisogno di unione che hanno, di perdersi e ritrovarsi l'uno nell'altro, di essere una cosa sola. Non mi stupisce se, dopo, Joel riesce ad aprirsi sui sospetti che prova. Con Grisha, ma in fondo anche con se stesso. E che questa consapevolezza lo faccia ancora soffrire, nonostante tutto, secondo me dice molto su Joel. La sua relazione con Sandalphon è complicata, lo sappiamo... gli è ancora grato per averlo salvato, ma con tutto il male che gli ha fatto, fisico e psicologico, al suo posto io proverei soprattutto odio, desiderio vendetta per il tradimento (per i tanti tradimenti) subiti. Non avrei tristezza, ma rabbia, e a Grisha avrei detto “facciamolo a pezzi talmente piccoli aspirarli col dyson” (o qualcosa di equivalente più adatto al contesto ^^).
Invece in Joel c'è tanto dolore, e non parla di vendetta o di rabbia... ciò che lui vuole è proteggere gli altri da una minaccia terribile. È davvero un personaggio puro e luminoso.
Vedere lui e Grisha così, stretti l'uno all'altro, in un luogo dove sono amati e protetti, mi fa desiderare che possano restare sempre così, al riparo da ogni male, lasciandosi alle spalle ogni battaglia. Non è possibile, ma sarebbe davvero bello.

Al prossimo capitolo! :-)

Recensore Junior

Ciao, sono di nuovo qui!

Ho trovato questo capitolo davvero disturbante... e lo dico come complimento, come pregio. Lo è per l'immagine violenta e sanguinosa di Sandalphon che divora il gemello, e per la follia che intanto divora lui. Le sue lacrime che si trasformano in lamenti, che a loro volta si trasformano in una risata malata mi sembra quasi riflettere tutti i sentimenti che prova/provava per Metatron, passando dall'affetto vero a un sentimento malsano, morboso. Anche se credo che già nell'antico affetto ci fosse un seme di invidia, anche se magari ignorato, sottovalutato, risalente a quando Metatron aveva un paio d'ali in più.
E questo è un altro aspetto disturbante, il degenerare di Sandalphon, il suo farsi infettare dal male, senza vedere la luce che è comunque presente; il suo spingere alla distruzione. C'è in fondo una logica distorta nell'idea di ottenere la pace spazzando via i mortali, mi ha fatto pensare a quel discorso dell'uccidere il ragno per salvare la farfalla. Ma come dice Metatron, poi che resterebbe? Che senso avrebbe la pace del nulla, sacrificare anche i buoni per estirpare i malvagi?
Ed è infine disturbante nel sadismo di Sandalphon, nel suo crogiolarsi nel dolore e nell'infelicità di Joel, nella violenza che esercita su di lui, nell'averlo salvato, cresciuto, ma di fatto messo in catene ancora più pesanti... e poi quel “simulare amore e cura”, per avere tutto il suo cuore e il suo potere, è davvero tremendo: non ci si può nemmeno più illudere che sia rimasto un briciolo di sentimenti positivi in lui, o un barlume di luce.
E povero Joel, deve essere ancora più difficile sopportare questi rapporti non consensuali con Sandalphon, dopo aver conosciuto l'amore sincero e puro di Grisha.

Aggiungo che mi piace molto come dai informazioni poco a poco, rendendo il quadro degli avvenimenti sempre più dettagliato ma ancora incompleto, mantenendo sempre alta la curiosità. E aggiungendo pure nuovi tarli: come per la menzione che Joel sta vivendo di tempo rubato e i suoi giorni stanno per finire (nooooo!) Sappiamo questo, sappiamo che ha perso il suo Deva, conosciamo le sue cicatrici, ma ancora non abbiamo idea di quanto è accaduto... cioè, mentre sto scrivendo questo già lo so, ma *prima* avevo pensato a una qualche battaglia fra eserciti schierati, non alla realtà ben più tenebrosa che hai svelato poi.

Bellissimo capitolo, e tanto doloroso. Compimenti, e a presto :-)
 

Recensore Junior
03/02/21, ore 16:26

Ciao!
Che bella atmosfera c'è in questo capitolo: quieta, rassicurante, dolce, quasi “sospesa”, se così posso dire: come se tutti i problemi, i dubbi, le sofferenze, fossero stati accantonati per un po', e niente esista all'infuori di loro. La tranquillità della sera, il rumore del mare, la città là sotto che sta addormentandosi... ecco, è davvero un momento beato. E finalmente i loro sentimenti sono liberi di esprimersi! La dolcezza con cui Grisha tocca i capelli di Joel è così pura, delicata; non c'è paragone con il gesto di Sandalphon... e infatti per lui Joel ha solo fiducia. Lo accoglie, rassicurandolo e allo stesso tempo rifugiandosi in lui.
Ecco, è tanto bello e allo stesso tempo spezza il cuore, questo aspetto di Joel: è una creatura potente, un essere celeste, appartiene a un “piano di esistenza superiore”, se così posso dire (e se ho capito bene!), eppure è così solo, così ingabbiato in una vita lontana da ciò che vorrebbe. Ha subito traumi orrendi, però è ancora in piedi, ed ora ha anche qualcuno a cui appoggiarsi.

Ma a parte la bellezza della scena nell'ufficio di Joel, mi è anche piaciuto immaginarli a spasso fra le viuzze della città, che ti confesso mi figuro un po' come il dedalo intricato di Genova vicino al Porto Antico, la città vecchia con i suoi caruggi, animata da tante razze diverse. Ed è stato bello che Joel si sia potuto godere un po' di leggerezza; sarà che tutto ci viene mostrato attraverso gli occhi adoranti di Grisha, ma il suo sorriso da monello, le labbra impiastricciate di miele, ti fanno desiderare che per lui la vita possa essere sempre così: spensierata, con vicino chi ama, e lontano da Sandalphon. Essere altrove, essere altro...gli auguro di riuscirci, ma accanto a Grisha!

Complimenti, è un capitolo tanto dolce e intimo. Capitoli così ho imparato a temerli, perché spesso quel che viene dopo è una pugnalata ^^ E avendo già letto tutto, di pugnalate ne darei tante io a un certo personaggio!

A presto :-)

Ps: ah, Kaori Yuki! Oltre ad Angel Sanctuary avevo amato tantissimo anche God Child. Ci avevo perso il sonno, appena dopo il colpo di scena su Riff. E ancor oggi non mi è andata giù la fine di Jezabel!

Recensore Junior
01/02/21, ore 14:52

Eccomi per il secondo capitolo!

Primo impatto con Sandalphon: ha un'aura oscura di suo, e anche l'atteggiamento “spento” di Joel, come quello guardingo di Grisha e Camus, fanno capire che non si tratta esattamente di una persona piacevole, che è pericoloso... tuttavia, mentre leggevo questo capitolo, non immaginavo che l'avrei detestato così tanto. Un gran bell'antagonista, però!
L'incubo-visione di Grisha è davvero terrificante, e mi comunica una sensazione di oscurità appiccicosa, velenosa, che non riesci a toglierti di dosso, ti fa sentire sporco, e continua a tormentarti. Alla luce di quanto letto in seguito su ciò che è capitato a Joel, poi, è ancora più disturbante.
E intanto mi rileggo le parole di Sandalphon e rinfocolo ancora un po' l'odio... e mi dà fisicamente fastidio che tocchi Joel, che lo tratti con tanta supponenza.
Questo capitolo mi avrebbe lasciato proprio una grande amarezza, se non ci fosse stato quel raggio di sole finale: Grisha che resta nell'ufficio, in attesa, perché non vuole e non può lasciare Joel solo, e poi l'incrociarsi dei loro sguardi, il mondo esterno con i suoi profumi e suoni che si infiltra a dissipare un po' l'atmosfera cupa, una risata, i loro sguardi che si allacciano... è un momento pieno di delicatezza, ma anche molto intenso. E quelle due frasi pronunciate da Joel sul voler essere libero e non sapere da che parte iniziare, chiedendo a Grisha di fargli da guida, si intende che non si riferisce solo al fare una passeggiata. Sono proprio belli questi due!

“Inquietudine carnivora” è una definizione straordinariamente efficace!

Semi OT: non conosco quasi per nulla il mondo di Dungeons & Dragons, ma ai tempi che furono avevo amato moltissimo Angel Sanctuary, e mi ero fatta una cultura (ormai arrugginita) su schiere angeliche e infernali, sicché i nomi di Sandalphon, e poi Metatron (e altri citati) li sento un po' come vecchie conoscenze. Comunque mi chiedevo se avessi scelto il nome Joel richiamando uno degli altri nomi di Metraton, Jahoel (credo di sì, o è una coincidenza pazzesca)

A presto, e buona scrittura :-) (sono felice di sapere che ci sarà anche un epilogo!)

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