Sesta classificata al contest "Darkest fantasy II edizione"
Grammatica e stile: 9,4/10 (4,4 grammatica + 5 stile)
Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati, con il relativo punteggio detratto.
1. La Dea Rinata
”sapendo però bene, però, che il ricordo di quella notte le sarebbe rimasto per sempre” ---> ”sapendo però bene che”, refuso.
”Il mio corpo potrebbe essere tuo, se tu uccidessi padre” ---> ”tuo padre”, refuso.
”vista la grande disparità disparità di potere tra padre e figlio” ---> ”disparità di potere”, refuso.
2. La nuova alleanza
”e gli elfi, su questo, non aveva fatto nessuna obiezione.” ---> ”non avevano fatto”. (-0,2)
”ma abbasso in tempo il braccio sinistro” ---> ”abbassò”, refuso.
”Fearus, Melilon, Azaghâl e un gruppetto dei loro” ---> ”Mannlet”, refuso.
”e il Signore Oscuro volle subito sperimentare ciò gli era stato donato” ---> ”ciò che gli era stato donato”, refuso.
”l’unico capace resistere alla Dea Rinata” ---> ”capace di resistere”, refuso.
”Intanto fa come ti ho detto” ---> ”fa’ come ti ho detto”. La forma imperativa del verbo richiede l’apostrofo. (-0,2)
”I primi raggi del sole nascente illuminavo l’estesa pianura degli uomini” ---> ”illuminavano”, refuso.
”La sua scomparsa è stata duro colpo per tutti noi” ---> ”un duro colpo”, refuso.
”rispose subito re Mannlet, schiacciandosi contro schienale” ---> ”contro lo schienale”, refuso.
”mentre sul volto del nano appare un’espressione più divertita che turbata” ---> ”apparve”, refuso.
3. Il torturatore
che nessuno nemico aveva mai attraversato”” ---> ”nessun nemico”, refuso.
”che se stava sempre accanto al torturatore” ---> ”che se ne stava”, refuso.
”Lei non è un normale ragazza umana” ---> ”una normale”, refuso.
4. La battaglia per Mirìel
”Mentre i maghi confabulavo euforici tra loro” ---> ”confabulavano”, refuso.
”e nuovi armi e gli accorgimenti adottati avevano rallentato l’esercito elfo” ---> ”elfico”, refuso.
”Perché mi ha raccontato tutto questo?” ---> ”mi hai”, refuso.
”Adis si inginocchio davanti a lui” ---> ”inginocchiò”, refuso.
5. I vincoli oscuri
”tutte le volta che la ragazza umana le si avvicinava per tenerla in vita” ---> ”tutte le volte che”, refuso.
”poi si accorse il coltello a portata di mano” ---> ”del coltello”, refuso.
”dove più di centro elfi scappavano da altrettanti demoni armati di bastone” ---> ”cento elfi”, refuso.
”appena fuori le mura” ---> ”fuori dalle mura”. Fuori regge la preposizione “da”, oppure “di”, a seconda delle linee di pensiero a riguardo, ma comunque mai il complemento oggetto. (-0,1)
”ma sapeva che battaglia sarebbe stata un massacro” ---> ”che una battaglia”, refuso.
6. Il tramonto di un popolo
”ma procedete un poco alla volta” ---> ”procedette”, refuso.
”Il primo esercito elfo vi era passato sopra quando era ancora incompiuta” ---> ”esercito elfico”, refuso.
”Il capitano dell’esercito elfo” ---> ”esercito elfico”, refuso.
”quando l’intero esercitò si addossò alla barriera” ---> ”esercito”, refuso.
”nessuno di essi riuscì a scappare ai demoni” ---> ”scampare ai demoni”, oppure ”scappare dai demoni”. (-0,1)
”E Asteria, vestita con una tunica sontuosa” ---> ”Astelera”, refuso.
”Le prime a cadere furono gli antichi castelli” ---> ”i primi a cadere”, refuso.
Dal punto di vista stilistico, hai un modo di scrivere davvero fluido e accattivante, che predilige frasi povere di subordinate: ciò ha permesso alla tua narrazione di essere diretta e incisiva, adattandosi perfettamente al tipo di storia che hai narrato, incentrata soprattutto sulla guerra. Il lessico che utilizzi è variegato e pertinente: hai un’ampia varietà lessicale che permette al testo di essere dinamico, mai piatto o noioso, e che denota la tua padronanza della lingua italiana. Hai adottato un registro pomposo e altisonante, che hai saputo mantenere bene per tutto il testo: nonostante la lunghezza della storia, infatti, non si riscontrano cadute di stile. Questo registro, dal sapore medievaleggiante, ben si adatta alle atmosfere e ai fatti della tua storia: sembra cucito alla perfezione sul tuo racconto, e il lettore ha l’impressione di star leggendo un antico poema dal sapore epico. La punteggiatura, varia e sempre puntuale, è utilizzata sapientemente e, di volta in volta, si adatta bene al ritmo della narrazione, che si fa disteso nei momenti di relativa tranquillità, per poi divenire incalzante durante gli scontri e le battaglie. Ci sono alcuni refusi lungo il testo, e qualche errore, ma comunque nulla che renda la lettura difficoltosa in alcun modo, pertanto non ha affatto inciso sullo stile.
Per quanto riguarda le descrizioni, ne fai di brevi, ma efficaci. Non ti dilunghi mai troppo nel presentare un luogo o una situazione, tuttavia il lettore non si trova confuso, perché delinei tutto con sapienti pennellate che sono sufficienti per avere un quadro completo e chiaro dei personaggi e degli eventi. Tutto è ben dosato e, anche qui, ha un sapore epico: il lettore ha l’impressione di star leggendo di un passato grandioso, dove tutto è magnifico e magnificente.
Ottimo l’equilibrio tra parte narrata e dialoghi: questi ultimi sono ben costruiti, sempre pertinenti e realistici. L’unico appunto che ho da fare a riguardo, è che i linguaggi usati dai vari personaggi non si differenziano molto gli uni dagli altri: tutti utilizzano il medesimo registro, i medesimi vocaboli, e questo rende difficoltoso identificare i personaggi dal loro modo di parlare (eccezione la fanno i nani, nel loro appellare gli elfi “orecchie a punta”). Tolto questo, non ho davvero nulla da eccepire: hai presentato un testo fluido, godibilissimo e di ottima qualità.
Caratterizzazione personaggi: 8,5/10
Il tuo racconto presenta una ricca varietà di personaggi, di cui ci offri i punti di vista, che si alternano lungo la narrazione; nella maggior parte dei casi, quest’alternanza è stata ben gestita e risulta netta e chiara: solo in un paio di occasioni ho riscontrato head hopping, ma si è trattato di passaggi brevi, che quindi non hanno pesato troppo sulla narrazione e sulla comprensione.
Fearus è il protagonista indiscusso della vicenda ed è sicuramente il personaggio meglio caratterizzato di tutti. Di lui sono ben visibili la trasformazione e la maturazione avvenute a seguito della morte di suo padre: la sua evoluzione non è solamente fisica, ma anche e soprattutto mentale. Il suo amore per Astelera si tramuta (anche se non del tutto) in odio e umiliazione e il senso di colpa per aver causato la morte di suo padre lo divora e guida tutte le sue azioni da quel momento in avanti. Se inizialmente Fearus si presenta come un personaggio ingenuo e tutto sommato “innocuo” (tanto che, alla morte di Obscurus, anche i suoi sottoposti non sembrano prendere sul serio la sua autorità, prima della sua trasformazione), in seguito egli diventa crudele, spietato e dimostra di avere una tenacia e un ingegno invidiabili. Siamo dinanzi a una creatura dotata di grande capacità oratoria, che utilizza per persuadere gli umani e i nani a creare una nuova alleanza con lui; Fearus è intelligente, scaltro, conosce il nemico e non si lascia ingannare da lui (non più): sfrutta ogni cosa che possa essergli anche minimamente vantaggiosa, riesce a cogliere le opportunità, come Mirìel. Conosce i punti di forza dei suoi alleati e sa farne buon uso. Si presenta come un personaggio inarrestabile, dotato di tutte le carte per essere un avversario temibile e per poter portare gli elfi alla disfatta, cosa che effettivamente accade. Alla fine riesce a prendersi la sua vendetta, e anche il corpo di Astelera, che era ciò a cui ambiva dalla prima volta che l’ha vista. Tuttavia, in lui c’è anche dell’onore: egli, infatti, nonostante la sua superiorità sia come singolo che come esercito (contando che aveva con sé anche gli elfi schiavizzati e quelli oscuri), ha rispettato i patti con i suoi alleati e ha ceduto ciò che spettava loro, senza cercare d’ingannarli o di sopraffarli. Ciò rende Fearus un personaggio dalla personalità sfaccettata e interessante: le sue scelte non appaiono scontate e le motivazioni che le muovono sono complesse e ragionate. È senza dubbio un personaggio crudele, ma non in senso assoluto: rispetta le alleanze, ama sua moglie Adis ed è sempre stato schietto con i re suoi alleati. È un antieroe che tende al malvagio, una personalità indefinita, spietata, egoista, ma che sa anche provare sentimenti positivi, quali l’amore e la lealtà. Non si può non condividere la sua vittoria finale, per quanto spietata e totalizzante.
Astelera, invece, è un personaggio che rimane piuttosto in ombra, nonostante di lei ci sia offerto il punto di vista in varie occasioni. Si presenta come una creatura determinata, forte dei suoi poteri così come d’animo e, soprattutto, profondamente legata alla sorella, nonché al suo popolo tutto. Tuttavia, in contrasto con questa fermezza d’animo, c’è la sua condizione di eterna asservita, al re degli elfi prima e a Fearus poi. Se nel secondo caso la sua schiavitù è giustificata dalla maledizione che le ha inflitto il Signore Oscuro, e che alla fine l’ha piegata, nel primo caso mancano le motivazioni che sottostanno alla sua cieca fedeltà. Perché Astelera è così asservita a re Melilon? Ne condivide i principi e gli ideali, è stata plagiata dall’idea di essere la Dea Rinata e, quindi, di avere determinati doveri, oppure la sua è solamente cieca obbedienza derivata dall’idea di non avere altra scelta? Ella appare indomita, eppure serve; è condottiera, passionale nell’agito, ma il suo animo si piega facilmente alle regole e alle imposizioni. Ha un carattere complesso, che tuttavia manca di un’analisi un po’ più approfondita per poterne capire appieno le sfumature. Alcune motivazioni del perché sia com’è sfuggono, e questo rende difficile comprenderla del tutto e potersi quindi avvicinare a lei e al suo sentire.
Mirìel è un altro personaggio importante all’interno della narrazione, poiché è la chiave che conduce l’alleanza alla vittoria contro gli elfi. Di lei ci offri un quadro completo, dove a farla da padroni sono la paura e il dolore, che accompagnano la sua lenta trasformazione da elfo libero a schiava devota di Fearus. All’inizio ella appare come una donna determinata a non dare per alcun motivo al suo nemico ciò che desidera, a non aiutarlo in alcun modo, nonostante il terrore che l’attanaglia e la situazione in cui viene gettata. La sua è una guerra di resistenza, di logoramento, che però è destinata a perdere, nonostante la relativa clemenza del suo torturatore: si ritrova a fare da cavia, suo malgrado, e poi a servire il suo padrone, prima con riluttanza, poi con fervore. Interessante il fatto che sia stata proprio la gemella di Astelera a condurre la sorella che tanto amava e il popolo elfico tutto alla rovina, prima involontariamente, poi coscientemente, ingannando la propria gemella senza remore e senza provare sensi di colpa. Il suo legame con la sorella, che tanto la rendeva fiera e incrollabile pur nel terrore, è stato proprio il mezzo tramite il quale ha potuto poi ingannarla, facendo leva su quel cieco affetto che lei non prova più.
A spiccare sono anche il personaggio del torturatore e di Auri, che risultano interessanti per il rapporto che li lega: lui torturatore, lei guaritrice. Due opposti, due antipodi, che però hanno trovato la loro dimensione per amarsi. Essendo due personaggi secondari, non sono stati ovviamente molto approfonditi, ma di loro hai dato un quadro abbastanza completo, facendoli risaltare per le loro caratteristiche e particolarità. Altro personaggio secondario, ma fondamentale, è Adis, la devotissima moglie di Fearus: di lei si ha l’immagine di una donna che ha messo l’amore e la devozione per suo marito sopra ogni altra cosa, che mostra una fierezza nel pretendere che lui la ami, o nel voler morire altrimenti, ma che poi si dimostra cedevole e arrendevole nei suoi confronti. È ambivalente; anche qui, i motivi di alcune sue scelte non appaiono chiarissimi e lasciano il lettore confuso (prima Fearus dice che lei non vuole essere posseduta da qualcuno che non la ama più, poi quando lui torna dal drago e lei lo vede, desidera che lui la ingravidi, pur sapendo che Fearus non prova più niente; oppure, ancora, si fa promettere da Fearus che non avrà figli da Astelera, poi lui disattende questa promessa ma a lei sembra non importare nulla).
In generale, hai dato un quadro completo ed esaustivo dei personaggi. Quello che manca, tuttavia, è un’introspezione approfondita degli stessi, un’analisi psicologica; tolti alcuni brevi passaggi, non ti soffermi mai a indagare la mente dei personaggi, a descrivere che cosa pensino o provino, a far guardare al lettore il loro sentire attraverso i loro occhi (un esempio, quando Astelera vede la disfatta del suo popolo dalle mura, non viene detto nulla su quello che prova, sul dolore interiore che sente nel vedere il suo esercito ridotto alla disfatta, nulla della sua disperazione). Questo, a volte, dà l’impressione che si stia leggendo un testo in cui vengono descritti con distacco gli eventi che accadono, senza partecipazione, e questo porta il lettore stesso a distaccarsi da ciò che accade. Un’introspezione più curata, dunque, ti avrebbe consentito di approfondire meglio l’interiorità dei personaggi, rendendo più chiare le motivazioni di alcune loro scelte e permettendo al lettore di avvicinarsi a loro e di partecipare maggiormente a ciò che accade. In generale, comunque, hai svolto un buon lavoro di caratterizzazione, soprattutto con Fearus.
Trama e originalità: 9/10
Dal punto di vista della trama, hai scritto una storia che procede in maniera lineare, senza particolari intrecci; la scelta di mostrare gli eventi da vari punti di vista, tuttavia, ti ha consentito di rendere la tua storia interessante e di mantenere sempre alta l’attenzione del lettore, facendo sostare il suo sguardo sui vari fronti, mostrandogli alternativamente cosa accadeva dall’una o dall’altra parte. Come già detto, hai saputo gestire bene i vari punti di vista, così come i tempi narrativi: hai equilibrato tutto bene, in modo che il lettore non avesse l’impressione che il tempo stesse scorrendo troppo in fretta, oppure che alcuni eventi fossero trattati in maniera troppo affrettata. Sei stato molto preciso sulle dimensioni degli eserciti, sul numero di nani richiesti per lo scavo, sui giorni trascorsi da Astelera a guarire e dai demoni a cercare una soluzione alla malia, e questo ha permesso non solo al lettore di comprendere e di non essere spaesato, ma anche di mostrare il realismo del tuo testo. In generale, hai presentato una trama ben costruita e strutturata, senza grandi buchi. A riguardo, ci sono solamente alcune cose che non vengono approfondite, e che fanno sorgere spontanee alcune domande circa alcuni avvenimenti. Ad esempio, perché Fearus decide d’incontrare in segreto Astelera la prima volta, pur sapendo che fosse una nemica del suo popolo e un grande pericolo? Perché il drago decide di aiutare Fearus e tenere in custodia il suo cuore: per divertimento, oppure perché ha mire specifiche? Inoltre, Fearus promette ad Adis che non avrà figli da Astelera, e Adis decide di legarsi a lui proprio a seguito di ciò, ma poi Fearus viene meno a questa sua promessa, e ingravida Astelera, ma ad Adis non importa comunque nulla: perché? Tolti questi punti oscuri nella trama, comunque, hai fatto in generale un ottimo lavoro.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia riprende un grande cliché del genere fantasy, ovvero quello di una guerra, tuttavia il modo in cui hai svolto il racconto ti ha garantito un punteggio alto nella voce. Innanzitutto, gli elfi vengono spogliati dell’immagine che hanno nel fantasy classico, ovvero quello di creature perlopiù pacifiche e schive; qui, sono loro quelli che iniziano una guerra, con il pretesto di conquistare tutti gli altri popoli e imporsi su di loro: questo rappresenta senza dubbio un elemento di novità, così com’è interessante che i demoni, che solitamente vengono dipinti come creature distruttive e crudeli, ricerchino un’alleanza per primi per sconfiggere un nemico comune. Interessante anche il fatto che non solo Fearus riesce a raggiungere il suo obiettivo e gli elfi vengono sconfitti, ma anche che alcuni di loro vengono convertiti al male e diventino elfi oscuri, soprattutto quelli che avrebbero dovuto essere i più puri, come Mirìel e Astelera. Ottimo anche il fatto che, alla fine della storia, non si riesca a valutare se ad avere la meglio sia stato il bene oppure il male: ogni fazione aveva le sue ragioni, i suoi lati oscuri e i suoi pregi, e questo sfuma squisitamente la linea di demarcazione che separa il bene dal male, facendoli mescolare.
Il tuo racconto rientra nel genere dark fantasy, non in ognuna delle sue parti (dove a volte si sfocia più nell’high fantasy), ma nella maggior parte di esse, quindi in definitiva si può considerare appartenente al genere. Hai saputo creare atmosfere angoscianti e cupe durante le torture di Mirìel e durante gli scontri feroci tra i demoni e gli elfi; il tuo protagonista è un personaggio tormentato, tutt’altro che eroico o positivo, così come non sono del tutto positivi quei personaggi che dovrebbero esserlo (Mirìel e Astelera). Inoltre, il finale è tetro, cupissimo, intriso di malvagità.
Utilizzo del pacchetto: 5/5
Il personaggio è stato indubbiamente ben utilizzato. La tua è una storia di re, che prendono parte a intricati giochi politici, fatti di delicati equilibri e inganni. Inoltre, il protagonista principale del racconto è un sovrano, quindi senza dubbio il personaggio è centrale. (+1)
Hai fatto un buon uso anche del prompt. La paura non è onnipresente all’interno della storia e, tuttavia, quando compare è ben sviluppata. È la paura che venisse scoperta la causa della morte di Obscurus a muovere i passi di Fearus dal drago, così come è la paura il sentimento dominante in Mirìel durante tutta la sua prigionia e il cardine intorno a cui ruota tutta la sua tortura. C’è, infine, paura in Fearus quando questo teme che qualcuno dei suoi possa uccidere Astelera e che, quindi, lui non possa più averla. (+2)
Hai fatto un utilizzo semplice, ma efficace, dell’oggetto. Il calice è il mezzo attraverso il quale si concretizza la maledizione, prima in Adis e poi in Mirìel e in Astelera, maledizione che è fondamentale per far sì che Fearus possa raggiungere il suo obiettivo e possa avere per sé Astelera, come ha desiderato dalla prima volta che l’ha vista. (+1)
La frase è inserita in maniera naturale e pertinente all’interno del racconto. Viene pronunciata da Obscurus nel suo tentativo di convincere il re degli umani a dare inizio a un’alleanza e s’incastra alla perfezione sia nel discorso che viene pronunciato, sia nel concetto generale che viene espresso nello stesso. (+1)
Gradimento personale: 4,3/5
La tua storia mi è piaciuta. È ben scritta, ben resa e gli eventi sono narrati prendendo il giusto tempo. Mi è piaciuto il protagonista che hai creato, questo demone malvagio che pure ha dei lati positivi, come l’amore che prova per Adis e la lealtà che dimostra nei confronti dei suoi alleati: è un essere oscuro, mosso dalla vendetta, eppure è razionale, scaltro, e assistere alla sua ascesa è soddisfacente, nonostante i mezzi tutt’altro morali che utilizza. Mi è piaciuto il modo in cui hai saputo gestire gl’intrighi e gli equilibri politici, come hai tratteggiato le trattative tra gli alleati e con gli elfi e l’equilibrio che hai saputo creare tra queste parti e quelle d’azione. Tolto il fatto che, come già detto, ho sentito la mancanza di un po’ d’introspezione in più, hai creato davvero una bella storia, di ottima qualità, che ho letto con molto piacere.
Punteggio totale: 36,2/40 |