Recensioni per
Quando cadono le foglie
di Espen

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
07/02/21, ore 11:38

VI POSTO (PARIMERITO) + Vincitrice del Premio Bonus “Halloween” per aver descritto al meglio l’atmosfera autunnale / “Quando cadono le foglie”, _IceAngel – 53,35/60

Grammatica e stile: 16,35/20 (12,35 + 4)

Il testo è curato e preciso, con solamente qualche errore di distrazione che trovi riportati di seguito e un paio di segni di punteggiatura mancanti qua e là. In particolare, manca spesso il punto fermo alle fine delle frasi (-0,15 per quindici volte -> -2,25 -> punteggio cumulativo sottratto: -1,75)
“Così Eiri, da quel momento, aveva preferito stare in silenzio dinanzi ai suoi famigliari, non voleva riceva altri schiaffi.” -> “non voleva ricevere”
“Nonostante l’aspetto rachitico, Nyual Dumein era ancora la matriarca della famiglia e la sua solo presenza emanava un’aura di nobiltà e rispetto […]” -> “sola presenza”
“È stato nostro padre a farteli vero?” -> manca una virgola prima di “vero” (-0,15)
“L’unica cosa che lo faceva alzare dal letto ogni mattina […] erano le parole pronunciate da Valyk tempo fa.” -> è più corretto dire “tempo prima”
“Alcuni delle tribù nomadi degli Orchi si era unite sotto un unico vessillo ed erano diventati una reale minaccia per Emeras […]” -> “Alcune delle tribù” e “erano diventate”
“L’istruttore lo aveva mandato a prendere alcune spada da allenamento.” -> “spade”
“Poggiò accanto a sé l’arco e un cesto di vimini stracolmo di castagne -stando alle parole di Valyk, ottobre era il mese ideale per la loro raccolta.” -> qui ci vuole il trattino lungo ( – ) seguito da uno spazio (-0,15)
“Eiri, adorava passare i pomeriggi in quel modo […]” -> la virgola è di troppo (-0,15)
“D’impulso, prese un arco e incoccò una freccia.” -> “l’arco”
“Quel ragazzo sembrava troppo giovane per essere spia e non era nemmeno vestito da soldato.” -> “una spia”
Era strano che un orco grande e grosso come lui fosse a disagiato davanti ad un elfo mingherlino e pure storpio.” -> “a disagio”
“Kizngart –o Kiz, come aveva preso a chiamarlo Eiri- si era riscoperto ad essere un allievo veloce e curioso […]” -> il secondo trattino deve essere lungo ( – ) come il primo, e mancano gli spazi prima e dopo l’inciso (-0,15)
“Evaldas non era morto a causa della guerra, finita ormai mesi fa, ma un pugnale aveva trafitto il suo cuore.” -> “finita mesi prima” oppure “finita da mesi”
“Tutta la forza e determinazione che aveva messo nella sua obiezione, scemò quando l’espressione di suo padre si contorse in una smorfia rabbiosa […]” -> la virgola è di troppo (-0,15)
“Tuttavia, l’incontro che Eiri stava avendo con lei nel grande giardino di Villa era incredibilmente noioso.” -> “di Villa Smeraldo” o “della Villa”
“[…] le sue mani grossi ma gentili […]” -> “grosse”
“Io non ti piaccio. Sei distante, posso vedere chiaramente c’è qualcun altro ad occupare i tuoi pensieri.” -> “che c’è”
“[…] ma va bene così, perché anche nel mio c’è un’altra persona.” -> “nei miei”, visto che si riferisce a “pensieri”
“Si sentiva dispiaciuto per lei nel comprendere provava le sue stesse emozioni, che anche a lei pareva di essere un uccello in una gabbia dorata.” -> “che provava”
“Eiri sorrise, ricordando le parole pronunciate tanto tempo fa da suo fratello […]” -> “tempo prima”
“E Eiri, finalmente, era pronta a coglierla.” -> “pronto”
“Grazie Aela, ti auguro ogni bene.” -> manca una virgola dopo “Grazie” (-0,15)
Inoltre, non so se si tratti di una dimenticanza o siano due personaggi diversi, ma a inizio storia citi “Korr” che però subito dopo diventa “Koll” per poi tornare allo spelling originale verso la metà della storia. Suppongo sia un errore di battitura per indicare l’eroe del libro di Eiri, quindi ho pensato di segnalartelo in questo parametro.
 
Lo stile è stato molto fluido e privo di intoppi, e ha aiutato a dare un orientamento in questo mondo fantasy, in quanto non è stato eccessivamente complicato o arzigogolato, ma si adatta ai molti momenti di introspezione che permettono di ambientarsi in modo graduale.
Un aspetto che però ho notato è il suo essere spesso abbastanza ripetitivo, non tanto per i termini utilizzati quanto per i concetti: vengono infatti riprese delle tematiche – ad esempio l’insofferenza di Eiri – davvero moltissime volte, senza aggiungere elementi nuovi ma enfatizzando quelli già trattati. Ora, io capisco che questo sia uno dei temi portanti dell’intera storia, incitato anche dai prompt forniti dai miei pacchetti, ma credo che qualche parte avrebbe potuto essere tagliata in favore di altro – come spiego nel parametro successivo – perché dopo un po’ appesantisce la storia e la rallenta, fermando l’azione per un’introspezione non strettamente necessaria in quel particolare punto.
Tuttavia, come puoi vedere, il punteggio è comunque abbastanza alto per un motivo a parer mio abbastanza significativo, ovvero il fatto che i concetti, per quanto ripetuti fino all’esasperazione, sono molto interessanti e descritti in maniera vivida e precisa, e hanno uno scopo ben chiaro che viene portato avanti nella narrazione.
In generale, quindi, ti consiglierei di dare un’ulteriore rilettura al testo per individuare quei passaggi ridondanti e superflui, ma considerando la storia nel complesso trovo che tu abbia comunque svolto un gran lavoro nell’incastrare le diverse scene creando un ritmo sostenuto per la maggior parte del tempo.
 
Trama e originalità: 9/10

L’universo fittizio che sei andata a creare mi ha convinta in maniera abbastanza definitiva. Ho trovato che tutti gli elementi abbiano avuto il giusto spazio e siano stati introdotti nel modo più appropriato, formando un quadro d’insieme originale e interessante.
Ho apprezzato come tu abbia sfruttato la richiesta di inserire una descrizione del periodo autunnale ambientando l’intera storia in questa stagione, in un concentrato di immagini suggestive e con atmosfere sempre affini eppure mai uguali, in quanto ogni anno viene presentato in maniera diversa, scadendo il passare del tempo con precisione e innovazione.
Anche la moltitudine di toni ha riscontrato in me un effetto positivo, in quanto manda avanti l’azione e amplia i contenuti trattati. In generale, si può dire che la storia sia abbastanza dolceamara perché, per quanto il finale sia positivo per Eiri, il ragazzo ne ha dovute passare davvero tante prima di arrivare a quel punto, mostrando tenacia e coraggio anche nei momenti più disperati. Un discorso simile va riservato a tutta la vita di Valyk, che si può definire una lunga serie di sventure, intervallata da momenti sereni ma costantemente costellata da morte e distruzione, principalmente a causa delle azioni tremende del padre.
E il solo fatto che io sia riuscita a emozionarmi per un personaggio comparso veramente poco – Evaldas – mostra come anche quelli che apparentemente sembrano dettagli o elementi di contorno siano invece fondamentali per una visione d’insieme completa, e questo è senza dubbio un punto centrato in pieno nel corso dell’intero scritto, che appare sempre ben curato dal punto di vista contenutistico.
L’unica parte della trama che non mi ha convinta è stato il momento in cui Eiri e Kiz diventano amanti, perché accade tutto molto rapidamente, tanto che pare quasi come se mancasse una parte di storia che metta in evidenza il loro progressivo avvicinamento. Essendo un passaggio abbastanza rilevante ai fini della trama, credo sarebbe stato opportuno dedicargli un po’ più di spazio – magari anche a discapito di altro – per mostrare con più calma e con più introspezione come i due siano passati da conoscenti ad amici ad amanti. Inoltre non mi è risultato molto chiaro il motivo per cui Eiri non scappi direttamente con Kiz prima di compiere la maggiore età, dato che a quel punto della narrazione ha già abbandonato tutti gli ideali della famiglia ed è considerato praticamente malvoluto nella sua stessa casa. Restare in città e avere solo pochi mesi all’anno da dedicare a quello che è effettivamente il suo unico amico non mi è parso molto in linea con quello che abbiamo imparato su di lui.
E, a tal proposito, non viene veramente narrato cosa accade con il padre dopo che Eiri non può più diventare un soldato. Credo venga perso un po’ di vista perché la sezione dedicata a riguardo è piuttosto corta, ma passano ben sei anni in cui apparentemente Eiri viene ignorato finché all’improvviso gli viene data una sposa e ci si aspetta che si comporti secondo i canoni quando è passato ormai diverso tempo da quando ha seguito gli ordini della famiglia.
Ecco, quest’ultima parte mi è sembrata un po’ frettolosa rispetto al resto, ma ciò non toglie che la storia complessiva sia senz’altro ben studiata e organizzata, cosa che ha tenuto vivo il mio interesse e mi ha incuriosita abbastanza da leggere l’intera opera tutta d’un fiato, proprio grazie alle dinamiche mai banali presenti tra i vari personaggi e le loro reazioni di fronte alle difficoltà.
 
Caratterizzazione dei personaggi: 9,5/10

I personaggi della storia sono stati tutti caratterizzati molto bene, anche quelli secondari hanno avuto i loro momenti di introspezione per cui non c’è stato alcun elemento vistosamente mancante che non ha fatto quadrare i conti.
Eiri è ovviamente quello meglio trattato, e ha una personalità in cui io personalmente mi rispecchio molto. Per questo è stato molto facile da amare e da incoraggiare, e anzi è stato bello potersi rivedere così chiaramente in un personaggio inventato da un altro autore. Il suo percorso è stato veramente tormentato, e proprio per questo è stato un piacere vederlo finalmente prendere le redini della sua vita e iniziare a fare quello che lui desiderava, invece di continuare a seguire le tradizioni della famiglia.
Il modo in cui trova la sua via d’uscita è stato inaspettato ma molto efficace per sottolineare come per Eiri qualunque cosa sia preferibile alla noia e alla vita stretta che conduce, anche vivere con un handicap – che sarebbe potuto essere molto peggiore di quello che poi è stato. Questa sua tenacia e forza di volontà lo hanno delineato – paradossalmente, forse – come un vero guerriero, solo un tipo diverso da quello che il padre aveva previsto per lui.
Un po’ più in disparte invece è stato Kizngart; se da un lato ho apprezzato il fatto che fosse un orco e che non rispecchiasse i canoni di bellezza degli elfi – appunto per mostrare la diversità di carattere di Eiri dalla maggior parte della sua specie –, dall’altro mi sarebbe piaciuto leggere qualcosa di più approfondito sul suo conto, specialmente per quanto riguarda la sua personalità. Ho trovato molto più sviluppato Valyk, ad esempio, anche se credo che i due abbiano dei ruoli quantomeno paritari ai fini della narrazione e in relazione al protagonista.
In generale, comunque, le loro dinamiche mi sono piaciute, proprio per il loro essere complementari e aiutarsi a vicenda con le rispettive lacune, e penso che qualche scena in più in cui Eiri insegna a leggere a Kiz sarebbe stata dolcissima!
Insomma, la combinazione trama + personaggi è veramente magnifica, ma con qualche considerazione in meno circa la noia di Eiri e qualche scena in più in cui lui e Kiz effettivamente interagiscono e si conoscono meglio il tutto sarebbe risultato in un qualcosa di pressoché perfetto.
(E quasi spero prenderai in considerazione l’idea di scrivere qualcosa in più proprio su Kizngard, perché ci sono molti punti ancora oscuri sul suo passato e sul suo carattere che mi farebbe senz’altro piacere scoprire!)
 
Utilizzo del pacchetto: 8/8 (3 + 5)

Qui temo di avere davvero pochissimo da dire, in quanto hai centrato in pieno il pacchetto senza alcuna sbavatura che richieda un mio commento approfondito.
Sia il prompt – “libro” – sia il sentimento – “noia” – sono il focus della vicenda, e si vede come sono stati presi in considerazione durante la stesura della storia e non siano stati degli elementi aggiunti a posteriori giusto perché dovevano essere inseriti.
Come accennavo prima, la noia è stata sviscerata persino troppo, ma in questo caso gioca a tuo favore, in quanto fornisce una visione più che approfondita dell’animo di Eiri, e viene mostrata quasi come un ciclo infinito, destinato a ripetersi, dopo brevi momenti di sollievo, all’infinito. O almeno, finché non incontra Kiz e ritrova la giovialità un tempo riusciva a trovare solo con il fratello.
Inoltre mi è piaciuto come i due prompt siano stati connessi in maniera molto stretta, in quanto i libri sono l’unico metodo che Eiri ha per sconfiggere la noia e sentirsi vivo, e ciò viene mostrato fino all’ultimissima scena, dove lo vediamo per l’ultima volta nello stesso modo in cui ci è stato presentato all’inizio: intellettualmente nel mezzo di un’avventura e in procinto di compierne una in prima persona.
 
Utilizzo dell’elemento bonus: 2/2

Elementi utilizzati: genere introspettivo, avvertimento contenuti forti, coppia protagonista slash.
 
Gradimento personale: 8,5/10

Quando ho letto nelle note che si trattava della tua prima storia dopo cinque anni di assenza dal sito sono rimasta a dir poco sbalordita, perché la cura che hai messo in ogni scena e l’insieme che sei andata a creare sono sicuramente qualcosa di ammirabile e parer mio molto ben riuscito.
Il genere fantasy è uno dei miei preferiti in assoluto, e il racconto solidifica assolutamente questa mia credenza, perché ogni elemento – che fosse d’azione oppure d’introspezione – è stato divorato con ingordigia, e se un giorno dovessi tornare a espandere questo universo sarò più che felice di leggere e recensire.
Nel mentre, ti ringrazio per avermi proposto questa fic; sono stata più che onorata di averla tra i partecipanti del contest!

Totale: 53,35/60