Recensioni per
Ansimava
di Made of Snow and Dreams

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
13/11/21, ore 17:52
Cap. 1:

Ciao ^^
Questa Flashfic mi è piaciuta, l'ho trovata ben scritta e davvero particolare.
Leggendo la intro, ho immaginato che la protagonista abbia trovato nella masturbazione il suo personale modo di festeggiare la sua prima uccisione portata a termine con successo.
Nel momento in cui si lascia andare davanti al corpo di quell'uomo – che immagino abbia ucciso a sangue freddo – si crea quella contrapposizione tra il piacere (che associo al calore) che prova lei e la freddezza non solo del gesto che ha commesso poco prima, ma anche del corpo stesso dell'uomo che, pian piano, si sta raffreddando sempre più.
Inoltre, essendo ormai morto, non si rende neanche più conto di ciò che lo circonda; lei potrebbe lasciarsi andare a qualsiasi cosa e non sarà mai giudicata, proprio come ha fatto in questo caso.
Il fatto che la vittima somigli a suo padre potrebbe aprire le porte a un sacco di interpretazioni, come ad esempio un padre che è stato violento con lei, oppure poco presente o tante altre cose, ma considerando la superficialità con la quale lei riscontra quella somiglianza, mi fa pensare che forse non gliene importa neanche di suo padre e che per lavoro sarebbe disposta a uccidere anche lui. Chissà.
È stata una lettura particolarmente intensa e ti rinnovo i miei complimenti.
Alla prossima!

M a k o

Recensore Master
27/10/21, ore 17:04
Cap. 1:

Ciao, eccomi per lo scambio a catena. Accidenti, in una storia così breve hai saputo dare davvero tanto. Adoro questa situazione un po' "strana" in cui la protagonista ha appena ucciso un uomo, divenendo quindi un'assassina a tutti gli effetti. E presa dalla frenesia si lascia andare al piacere carnale. Mi piace molto come hai descritto le sensazioni sia fisiche e mentali che sta provando, questo piacere che accresce pian piano fino ad esplodere. Molto interessante poi il fatto che il tizio morto somigli a suo padre, sarebbe interessante leggere un romanzo con una protagonista del genere. Molto brava e poi hai anche un bellissimo modo di scrivere, curato e ricercato ma senza essere esagerato. È stata una piacevole lettura, a presto :)

Nao

Recensore Veterano
14/12/20, ore 23:18
Cap. 1:

Ciao! So che scegliere la prima storia di una lista è un po’ scontato ma, è stato il titolo e la breve descrizione ad attirare la mia attenzione.
Inizio la recensione dicendo che ho adorato questa storia, in ogni suo aspetto. È breve ma... sicuramente molto intensa.
 
Mi ha molto colpito il fatto che la protagonista fosse una donna. Solitamente l’assissino è quasi sempre un uomo, soprattutto quando vengono descritti certi atteggiamenti è molto più facile immaginare una figura maschile invece che una femminile. È una scelta molto interessante che francamente ho apprezzato e che ho trovato anche ricca di significato.
Infatti, ci sono diversi aspetti su cui vorrei soffermarmi. Prima di tutto, l’accostamento tra la morte e la vita. Il corpo è lì, di fronte a lei. Morto. Ma è proprio da questa morte che qualcosa nasce: la sua nuova vita da assassina, che la fa sentire talmente euforica da crogiolarsi nel piacere dell’autoerotismo, un amplesso sterile.
Altro dettaglio molto importante: la somiglianza dell’uomo con il padre. Non sappiamo praticamente nulla del background dell’assassina ma da questa descrizione è possibile immaginare che, forse, la figura paterna ha giocato un ruolo importante nella psicologia della protagonista.
 
Anche le descrizioni che proponi sono perfette: ogni parola sembra essere stata scelta con cura ed è impressionante la descrizione dell’ambiente. Un vicolo buio pieno di rifiuti, quasi una discarica, lercia e maleodorante. Oserei dire che è quasi un’immagine destabilizzante, pensare ad un luogo del genere e leggere che cosa vi avviene.
Tuttavia, nonostante le tematiche forti, questa storia non sfocia mai nel volgare. Per questo ti faccio i miei più sinceri complimenti. È una scelta stilistica che ammiro, perché non è per nulla facile descrivere l’orrore senza cedere alla scurrilità.
 
Un’ultima cosa! I dialoghi. Ovviamente non ce ne sono in questa storia e l’unica battuta si trova proprio alla fine. “Era ora”. Due semplici paroline, anche dal suono molto simile, ma che rimangono impresse nella mente.
 
Grazie mille per la lettura e rinnovo i complimenti.
 
Ciao,
 
Rhurab