Recensioni per
Aurora borealis
di meiousetsuna

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
23/01/21, ore 20:35

Che bella questa storia! Mi ha commosso e ispirato. Se riuscirò a dare una forma alla mia ispirazione (con quel salame di Mando non sarà facile, ma ci proverò) la dedicherò a te!
Dunque, mi son piaciute molto le descrizioni (il cielo spaccato da bagliori rossi e oro, etc...), spesso sottovalutate solo a favore dei POV dei personaggi; la trama è puro romanticismo, un inno all'amore che vince su tutto. Sulla natura, sul tempo e sulla morte.
Mi è piaciuta anche l'idea sottesa alla storia: la morte, se si è vissuto con pienezza e con amore, è la naturale conclusione della vita e va accettata senza rimpianto. Alla fine, forse è peggio per chi resta da solo.
Ho trovato l'eco di un paio di bellissimi racconti di Ray Bradbury, che ti segnalo se non li conosci: "Il commiato" e 'Addio", che stavo rileggendo proprio oggi.
Un abbraccio, a presto😘

Recensore Master
01/01/21, ore 15:57

AURORA BOREALIS, DI SETSY

Ciao Setsy! Sono davvero felice che tu sia riuscita a consegnare in tempo per la challenge, è sempre un piacere averti tra i partecipanti 😊
Sono certo che scrivere questa storia ti abbia messa alla prova, anche perché tra le originali che ho letto sul tuo profilo non ho mai trovato una storia fantasy, ma come sempre te la sei cavata benissimo! Costruire un intero contesto, per quanto urban fantasy, all’interno di una oneshot non particolarmente lunga non è assolutamente un lavoro facile, ma anche senza ricorrere ai cosiddetti “spiegoni”, narrativamente inutili e pesanti, ci sei riuscita benissimo. Certo, una parte di spiegazione era necessaria, ma il modo in cui è stata scritta le ha dato tutt’altro tono, rendendola piacevole e interessante. Più di ogni altra cosa, il punto di forza di questa storia è stato infatti lo stile, che ben si è adattato ai tempi richiesti dal racconto: hai adottato una struttura a mio parere originale, dividendo il racconto in tre parti non necessariamente in ordine cronologico, ma andando dal generale al particolare (chi sono le fate, cosa succede se una fata incontra un uomo, Aurora è l’unica ad essere rimasta accanto al marito anche durante la vecchiaia). E, in un certo senso, anche la prosa si è adattata a questo cambiamento: all’inizio, pur rimanendo sempre elegante, è più colloquiale, riassuntiva e sarcastica, nella seconda parte è più narrativa e alla fine diventa poetica ed evocativa, in particolar modo grazie alle descrizioni. In particolare mi hanno colpito i rimandi all’introduzione presenti nel finale: il viso ormai fragile del soldato che richiama quella del candelabro, e soprattutto quella delle ali di fata, che nella prima parte era stata solo accennata e che qui può finalmente risplendere nella sua eterea bellezza. Ci sono tuttavia anche un paio di punti che non mi hanno convinto totalmente. Il primo riguarda alcune frasi che non mi suonano benissimo, in particolare “A dispetto della sua mente cristallina e dura come il diamante, le era successo, però” di cui non sono riuscito a comprendere né la punteggiatura (grammaticalmente corretta, ma decisamente poco scorrevole) né tantomeno il significato: la prima parte della frase sembra del tutto fuori contesto per come è posta, e in generale, grazie anche al periodo precedente, sembra che il messaggio sia “però rimase incinta lo stesso”, quando invece più avanti si scopre che non è successo, nonostante il rischio ci sia stato. A questo proposito si ricollega poi il contesto storico: la prima parte è sicuramente la più recente, ambientata ai giorni nostri, ma istintivamente la storia con il soldato l’avrei posizionata molto più indietro nel tempo, tanto che le note finali mi hanno spiazzato. Sarà che lo scenario di guerra mi ha subito ricordato la Prima guerra mondiale, in quanto anche se non vengono nominate esplicitamente le trincee la prima impressione che ho avuto è che lei sia stata salvata dal soldato nella cosiddetta “terra di nessuno” tra i due schieramenti, ed ero anche perplesso sul perché si trovasse lì. Alla terza lettura ho invece pensato a un’altra interpretazione, più probabile, ovvero che l’esercito abbia attaccato un villaggio nemico e lei non sia riuscita/non abbia nemmeno provato a fuggire insieme agli altri abitanti. Non è chiarissimo, spero di aver capito bene. Inoltre, anche il fatto che cambiando città si possa cambiare identità e rapporto di parentela agli occhi altrui mi fa pensare a un mondo pre-social, soprattutto considerando che Aurora non solo non invecchia, ma frequenta anche fiere di cosplay dove si fa fotografare senza problemi. La cosa mi sembra ancora più strana se riferita al passaggio in cui si afferma che le più alte tra le fate riescono a intraprendere una carriera da modelle.
Ho apprezzato l’atmosfera misteriosa che hai posto intorno alla figura di Aurora e delle sue simili, e ho trovato corretta la scelta di non svelare troppo, cosa che avrebbe reso banale la storia, ma probabilmente il poco tempo in cui la oneshot è stata scritta ha contribuito a lasciare alcuni passaggi, mi dispiace dirlo, incompleti e contraddittori.
Nonostante le critiche che ti ho posto, la lettura è stata molto godibile e ci sono diversi elementi che ho sinceramente apprezzato: la grammatica impeccabile, lo stile, di cui ti ho già parlato in partenza, e la caratterizzazione della protagonista. Sebbene lo spazio dedicatole sia ridotto, la personalità di Aurora è riuscita a risaltare al meglio in più sfaccettature, e non era scontato. Anche nella prima parte, dove il suo punto di vista espone una visione più generale delle fate, la sua individualità riesce ad emergere quasi come archetipo delle caratteristiche elencate: lei è dispettosa e a volte meschina, leggiadra e vanitosa, ma al tempo stesso dotata di buon cuore e capacità di provare comprensione e amore, per quanto il suo orgoglio tipico di una creatura superiore le impedisca di ammetterlo anche a se stessa. Tutti queste caratteristiche, poi, emergono ad una ad una lungo il corso della storia, ricollegandosi ad alcuni aspetti della narrazione: il cosplay mostra la vanità, la volontà di concedersi al soldato proprio perché lui l’aveva aiutata senza pretendere nulla in cambio i suoi ideali, la scelta di non abbandonarlo il suo amore, i vestiti estivi indossati d’inverno la sua superiorità sugli umani (e pensare che c’è chi pur non essendo fatato si veste così lo stesso XD). Sono stato davvero coinvolto dalla sua evoluzione, soprattutto perché le sue azioni più recenti sembrano in linea con quelle più remote, mentre la storia d’amore nel mezzo pare quasi un’interruzione imprevista (cosa che effettivamente è stata!) ma che non è stata vissuta in quanto tale, ma come una vera e propria esperienza di vita. In questo contesto il tema del tempo è diventato il vero protagonista del racconto, e il contrasto tra l’invecchiare del soldato (e la contemporanea avanzata nella modernità del mondo) e l’eterna giovinezza della protagonista e delle sue ali è ciò che più di ogni altra cosa è stato in grado di colpirmi. Le emozioni mostrate nel momento dell’addio sono state delicate ma reali, perfettamente in linea con ciò che hai mostrato di Aurora e del soldato (la scelta di non dargli nome né nazionalità è una cosa che apprezzo sempre, soprattutto in contesti come questo), e per un attimo sono riuscito davvero ad immedesimarmi nel racconto, prima che tutto volasse via in un battito d’ali.
“…scudi di luce fredda contro l’eccesso del sole, contro l’esplosione di atomi invisibili, allontanando la paura, il silenzio. Vai, adesso, è tempo”.
Il significato più profondo della storia è tutto qui, a prescindere dalle creature fantastiche: il tempo passerà per ognuno di noi, ma qualcosa resterà sempre indietro, a ricordare agli altri chi siamo stati, anche se in silenzio, senza mai farsi vedere.
Complimenti Setsy, hai scritto un racconto davvero splendido. Credo sia mancata solo un’attenzione maggiore ai particolari, ma non per questo non ho apprezzato profondamente questa lettura. A prestissimo!
mystery_koopa

Recensore Master
25/12/20, ore 02:30

Cara Setsy, innanzitutto tanti e tanti auguri di buon Natale. Che sia un giorno sereno, magari l'inizio di un periodo più grato, visto che quest'anno è stato più o meno ispudo per tutti.
Molto bella questa storia d'amore lunga una vita - tutta la vita di lui, fin quando giunge quell'età che "pone fine ai sospetti" (quanto ho amato questa espressione!). Mi hanno sempre affascinato le fate: non so se hai mai avuto occasione di sfogliare quel meraviglioso libro che Brian Froud e Alan Lee hanno dedicato al piccolo popolo (il titolo è, molto semplicemente, "Fate"). E' un testo pieno di suggestioni con, soprattutto, delle illustrazioni bellissime. Mi è capitato in mano moltissimi anni fa e non mi stancavo di ammirare queste figure eteree, in grado di lasciarsi plasmare dall'emozione e dal sentimento, e al contempo bizzarre, capricciose, spesso realmente vendicative e pericolose. Tutt'altra cosa rispetto alle bacchette magiche e ai capelli con la punta, come giustamente hai osservato tu (semmai, di orecchie a punta era pieno il libro). Un po' della malizia faery la tua protagonista ce l'ha, nel suo modo disincantato di considerare gli umani e le loro "cerimonie", tipo l'abitudine di dare del lei. Però poi il disincanto è vinto dall'affetto per quest'uomo che la nostra fata conosce nel pieno della sua estate - malgrado il tempo di guerra - e che ama fino all'ultimo, perdendolo, infine, perché è proprio della natura umana invecchiare. Chissà se anche le fate muoiono, o se il loro essere fatte di pura sostanza vitale le rende eterne come gli elementi semplici, come l'ossigeno. Secondo il libro "Fate" è proprio quello scorrere raggiante dell'energia attraverso il loro corpo che fa crescere quelle meravigliose ali iridescenti. Aurora e i suoi colori. Che se ne va, infine, quando nessuna parentela con l'uomo è più possibile. Fortunato lui, che l'ha avuta accanto a sè per tutta la vita. Storia scritta bene, suggestiva, un piccolo regalo di Natale. E ancora tanti, tanti auguri per tutte le cose più belle.