Recensioni per
Nel sangue
di melianar

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
07/01/23, ore 18:41
Cap. 1:

Carissima, dicono che quando le nacque il figlio Lucio, quel 15 dicembre del 37 d. C., Agrippina Minore avesse ricevuto una profezia dai soliti astrologi Caldei: che il bambino avrebbe regnato, ma avrebbe ucciso la madre. E lei, imperterrita, rispose: "Occidat, dum regnet!"("Mi uccida pure, purchè regni!). Come dire: attenta a che cosa desideri, perchè potrebbe avverarsi! La tua Agrippina, cui attribuisci le ultime parole che le mette in bocca Tacito, ha tutta la statura di una donna che è cresciuta dentro la politica alta e torbida (e ,disprezza quindi le ambizioni artistiche del figlio) e il giusto orgoglio che sempre doveva sfoggiare la figlia del grande Germanico e bisnipote di Augusto: la similitudine fra chi non sa abbandonare al momento giusto il palcoscenico della politica e il crapulone che rotola giù dal letto conviviale mi è davvero piaciuta, e mi ha ricordato il lucreziano "ut conviva satur": complimenti per questo momento storico saliente, raccontato in prima persona in modo così credibile da suscitare un brivido. Grazie ancora e a presto!!!!d.

Recensore Veterano
16/01/21, ore 13:56
Cap. 1:

Amo molto la storia romana e ho letto con piacere queto interessane pezzo introspettivo riguardante Agrippina e la sua tragica fine. 
Certo la signora in questione non era proprio l'archetipo della matrona romana per eccellenza, e non è stata certo da meno nel commettere crimini e azioni non proprio moralmente ineccepibili, d'altronde come lei stessa racconta a quell'epoca se eri una donna ambiziosa e volevi ottenere qualcosa di più dalla vita, anche solo per tuo figlio, dovevi davvero essere disposta a tutto.
Agrippina sembra non provare alcun rimorso per ciò che ha fatto e anzi lo ricendica con orgoglio, cnsapevole che se suo figlio si trova dove sta è sopratutto merito della madre e non certo per sue conquiste personali. In lei nonostante non sia un personggio positivo non si possono non ammirare coraggio, determinazione, orgoglio e fierezza. 
Colpisce l'accenno quasi solidae con Ottavia, che a da quanto ricordo non era da lei molto amata, anche se forse nella sua ottica preferibile a Poppea. 
Emozionante e ben scritto.

Recensore Veterano
02/01/21, ore 17:32
Cap. 1:

ADORATO questa storia. Scritta benissimo, e piena di sfida e dolore e orgoglio. Hai dipinto agrippina come una donna spietata ma anche piena di sentimento, il suo amore una doppia lama fatta di amarezza ma sempre potentissimo. Davvero un'ultima parola potente, bellissimo racconto.

Recensore Master
29/12/20, ore 15:53
Cap. 1:

E finalmente, eccomi qui! Vediamo se riesco a tirar fuori una recensione sensata dopo tanti tentativi andati a vuoto XD
Prima di tutto, questa storia mi è piaciuta da morire! Penso tu abbia fatto un lavoro incredibile a catturare la voce di Agrippina, tutta la sua fiera compostezza e il suo disprezzo…
Mi ha colpito molto quel “So riconoscere una battaglia persa, senza che mi si comandi la resa”. Non so come dire, è quasi… è come se mettesse in chiaro che se non combatterà non sarà per timore verso questi soldati o verso il proprio figlio, ma perché ha fatto il punto della situazione e ha concluso che è così che sta andando… ed esprime anche quanto siano sotto controllo le sue emozioni. Persino in queste circostanze sa mantenere una mente fredda.
Questa cosa direi che viene dimostrata anche dalla sua constatazione che non ci sarebbe stato bisogno di scomodare i soldati, sarebbe bastato invitarla ad aprirsi le vene e lei avrebbe eseguito senza far storie. Mi è piaciuta anche la puntualizzazione “non ho certo orrore del sangue”, quasi ci sento dietro un: con tutto ciò che sono stata capace di fare, figuratevi se mi fa orrore il sangue! Poi certo, è anche ben collegato al titolo e a tutta la questione (interessantissima) che certe virtù si trovano nel sangue e non possono essere insegnate.
Efficace anche il modo in cui Nerone è presentato come un assoluto fallimento, voglio dire, la sua gloria è descritta come qualcosa che sua madre ha costruito scrupolosamente, lei che gli ha servito tutto su un piatto d’argento… tutto ciò che lui doveva fare era tenerselo, e non è stato in grado nemmeno di far questo!
Poi mi ha colpito come ci sia una certa… non so come dire, solidarietà verso Ottavia, o quantomeno un riconoscersi in lei, specie in contrasto col disprezzo per Claudia Atte e Poppea (supponendo che siano loro la liberta e la plebea che si dà arie da imperatrice… sono loro?).
Devo citarti anche l’invito a colpirla nel ventre, quello stesso ventre che ha generato Nerone, e da lì il richiamo al parto, e gli uomini che a differenza delle donne non devono lottare per il potere di un altro ma possono semplicemente volerlo e prenderlo direttamente nelle proprie mani. Insomma, non ha mica tutti i torti :P
Per finire, interessantissima tutta la predizione di Agrippina riguardo ciò che verrà fatto della sua memoria, delle menzogne che verranno inventate sul suo conto, e be’, quel “anche la memoria di un uomo può essere distrutta” suona decisamente profetico, visto e considerato che Nerone finirà per subire una bella damnatio memoriae. L’ultima frase, poi, mi ha dato i brividi! Davvero significativa e ad effetto!
Insomma, tutti i miei complimenti! (Se devo essere onesta, questa recensione non mi sembra davvero all’altezza della storia, ma invece di riuscire a tirar fuori più parole continuo a mettermi a saltellare o a dare testate al materasso e a gridare interiormente, ma ecco, anche se non sono stata il massimo della coerenza e ho un po' blaterato a vuoto devi sapere che l'ho amata tantissimo!)

Recensore Junior
27/12/20, ore 13:48
Cap. 1:

Mel,
non sono così esperta dell’argomento da poter lasciare una recensione degna di questo nome, ma non posso nemmeno andarmene dopo aver letto questa storia senza scrivere due righe per farti i complimenti. Una storia breve, potente e dura, proprio di quelle che piacciono a me.
Ho amato la lucidità di Agrippina, la sua forza, il suo andare incontro alla morte a testa alta, sebbene consapevole della propria sconfitta.
Ho adorato lo stile e la costruzione del racconto: sei partita da lei, da quello che ha fatto per il figlio, dai consigli (o le ammonizioni) che ancora gli dà in punto di morte, per poi toccare concetti più ampi, che riguardano lo sbilanciamento di potere tra uomini e donne, e infine chiudere su Nerone, con una frase che suona come una profezia, e che contiene – se io non ho interpretato male – anche una punta di vendetta. Il tutto in un crescendo di emozioni che ti travolge e ti lascia col desiderio di rileggere tutto di nuovo.
Un capolavoro che va dritto nelle preferite.
Non è una sorpresa – la bellezza di questa storia – per me che conosco le tue opere in altri fandom, ma l’ennesima riconferma della tua bravura come scrittrice.
Chiudo con un abbraccio e con l’augurio – nei limiti di quanto ci concede il periodo – di buone feste!
A presto,
Los

Recensore Master
26/12/20, ore 07:00
Cap. 1:

Buongiorno,
be', possiamo immaginare che una personalità forte come la sua abbia facilmente pensato queste cose durante quel momento...
La sua creatura che alla fine si ribella anche a lei stessa.
Nerone, e chissà mai se quest'uomo è stato mai realmente capito.
Anche se sappiamo quali erano i suoi problemi e i suoi punti deboli.
Testo scritto benissimo!

Recensore Junior
25/12/20, ore 20:47
Cap. 1:

Non sono fan della cultura romana, cioè è stata gloriosa ma ne preferisco altre, però tu sei stata in grada di coinvolgermi con questa donna che affronta a testa alta il suo fato. D'altronde se hai un figlio come Nerone un po' te le aspetti queste cose, insomma. E ho adorato l'ultima frase.

Un'ottima storia, brava!