Recensioni per
La storia del giglio bianco e del lupo nato per servirlo
di Lupoide

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
12/07/21, ore 12:58

Ciao!
Si passa dalle tenebre dell'incertezza del precedente capitolo, alla certezza del dovere e del servizio del cavalierato. Mi viene da pensare che Ser Sif perda la memoria di ciò chi è realmente quando si trasforma ma che possa comunque rinfrescare quei ricordi se c'è qualcuno pronto a farlo (un' altra correzione alla licantropia classica particolarmente apprezzata). Ma non solo, non è una creatura odiata e temuta praticamente da chiunque per la sua brama di sangue, ma è a suo modo posato, obbediente e devoto alla sua regina! Ha compiuto una missione contro questi Cultori del Drago, creature rapaci e portatori di morte e distruzione. E ora resta da portare a compimento, l'ultima prova, affrontare il Re Drago in persona e mettere fine alla minaccia della sua gente una volta per tutte! C'è tutta l'epicità delle grandi storie condensata nel giusto numero di parole (né sintetiche, né prolisse) e una immersività degna di un corsista base di uno dei corsi di scrittura creatura che seguo! Davvero ottimo potenziale, ti mancano giusto pochi dettagli da correggere (uno su tutti, l'utilizzo degli avverbi in mente, eliminarli aumenterebbe la scorrevolezza della storia) e potresti fare di questa tua opera una proposta di editoria fantasy!
Un saluto,
Will D.

Recensore Master
12/07/21, ore 12:09
Cap. 1:

Ciao,

ho deciso di cominciare da qui perché parlando la mia storia anche di Licantropi non potevo cogliere la palla al balzo ed osservare una tua narrazione sul tema. E si comincia con una gran belle introspezione, per quanto breve. Non ho ben compreso se il "corpo non tuo" a cui fai riferimento nell'introduzione sia da intendere in un senso metaforico (ossia il corpo del protagonista sia sempre lo stesso, soltanto che è stato benedetto dal tocco della licantropia) oppure in senso più escatologico del tipo una qualche entità ha trasmigrato il suo spirito, anima o comunque si voglia chiamare l'essenza di una persona all'interno del corpo dell'Ibrido che ci è tanto caro. Mi piace come il protagonista si studi, come senta freddo (quando in realtà non dovrebbe averne) e quanto indugi sul suo muso.
Contrariamente alla licantropia classica, mi sembra cosciente in quello che pensa e in quello che fa (non riesce a parlare però, nella forma ibrida a quanto pare la parte lupesca ha il sopravvento) il che lo rende un personaggio decisamente interessante e privo della "scusa" della totale perdita di memoria delle azioni che deciderà di compiere.
Molto bene, passo già al prossimo capitolo.
Un saluto e a presto,
Will D.

Recensore Master
09/02/21, ore 21:31

Ciao,
ok, questo capitolo mi ha completamente sbalestrato! Quindi in realtà tutto quello che abbiamo letto è una sorta di inferno, il sogno, anzi i sogni, di un uomo in coma, una vita oltre la morte o una sorta di coscienza virtuale generata dal sistema creato da Sally e Arthur?
Immagino che tutto si chiarirà presto!
In ogni modo questa svolta mi è piaciuta parecchio!
Al prossimo capitolo!
AlbAM

Recensore Master
06/02/21, ore 13:01

Ciao,
eccomi di nuovo a recensire la tua storia.
Ho trovato questo capitolo pieno di immagini molto belle e descrizioni poetiche, fatta eccezione ovviamente per l'attacco del Lycan giustamente descritto in modo crudo e violento.
Mi colpisce molto il rapporto tra la regina bambina e il suo primo cavaliere, mi piacerebbe sapere di più sul loro legame così profondo. E chi era il Lycan prima di trasformarsi? Intendo chi era davvero, quale fosse la sua personalità.
E chi ci sarà dietro quella porta?
Mi piace molto l'atmosfera di questa storia, un po' alla volta ma vedrai che arrivo alla fine!
A presto ♥️
AlbAM

Recensore Master
25/01/21, ore 16:56
Cap. 1:

Quarta classificata al contest "Darkest fantasy II edizione" e vincitrice del premio “Darkest fantasy”

Grammatica e stile:
8,3/10 (3,8 grammatica + 4,5 stile)

Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati nel testo, con il relativo punteggio detratto.

Hai la tendenza a inserire una virgola tra il verbo e il soggetto al quale si riferisce, mentre tra questi due elementi non dovrebbe mai intercorrere alcun segno d’interpunzione, a meno che non siano separati da un inciso. (-0,5 per il fatto che l’errore è ripetuto lungo tutto il testo)

Prologo

”Una mano aperto s'impone sul giaciglio di quel focolare” ---> ”una mano aperta”, refuso.

”Gli occhi, ormai abituatasi alla penombra” ---> ”ormai abituatisi”, refuso.

”Posso sentire il bocca il sapore della tristezza” ---> ”in bocca”, refuso.

Capitolo primo

”Nonostante, ormai, fosse rimasto ben poco da proteggere.” ---> Errore nella consecutio temporum. La frase avrebbe dovuto essere: ”Nonostante, ormai, sia rimasto ben poco da proteggere”. (-0,2)

”la stessa carta che costituita l'accordo tra i due popoli.” ---> ”che costituiva”, refuso.

”Nella speranza di potervi restituire un frammento di quell'innocenza che vi rubata anzitempo” ---> ”che vi è stata rubata”, refuso.

Capitolo secondo

”e in men che meno i miei artigli ad aprir loro le carotidi” ---> ”e men che meno”, refuso.

Capitolo terzo

”prima di poter tornare a concentrare tutte le mie attenzioni alla donna che ho di fronte” ---> ”sulla donna che ho di fronte”. (-0,1)

”Il vecchio lupo non poté far altro che cominciare a ringhiare dalla sua posizione sdraiato” ---> ”posizione sdraiata”, refuso.

”tutto a questo a meno di un paio di metri dal nostro tavolo” --- ”tutto questo”, refuso.

”quello è il mio naso, la mia bocca e i miei occhi,” ---> ”quelli sono il mio naso, la mia bocca e i miei occhi,”. (-0,2)

”Una lacrima mi riga viso, ora.” ---> ”mi riga il viso”, refuso.

”e volle che la raccontassi di lei.” ---> ”le raccontassi”, refuso.

Capitolo quarto

”Attese di fronte la porta principale” ---> ”di fronte alla porta”. (-0,1)

”come se fosse conviventi” ---> ”come se fossero conviventi”, refuso.

”Procedeva al buoi” ---> ”al buio”, refuso.

”tramutando quello che era un mero modello tridimensionale a una riproduzione verosimile” ---> ”in una riproduzione verosimile”. (-0,1)

”persino le registrazione del primo Sif” ---> ”le registrazioni”, refuso.

”Sally era riuscito a stabilizzare Sif.” ---> ”era riuscita”, refuso.

Capitolo quinto - epilogo

” Le avevo promesso che saremmo contati le rughe a vicenda” ---> ”che ci saremmo”, refuso.

”riportando la fronte a poggiarsi sull’avambraccia” ---> ”sull’avambraccio”, refuso.

”Indossa una tuta rossa ignifuca” ---> ”ignifuga”, refuso.

”ma un’altra auto la preclude la via di fuga,” ---> ”le preclude”, refuso.

”La scansione neurale che le aveva fatta” ---> ”le aveva fatto”, refuso.

Dal punto di vista stilistico, hai un modo di scrivere diretto, immediato, costituito da frasi brevi e povere di subordinate, che ti consentono di creare subito immagini vivide nella mente del lettore e di veicolare con immediatezza il messaggio che vuoi trasmettere. Questi periodi così brevi e incisivi, inoltre, hanno anche ricreato la confusione che il protagonista vive per la maggior parte della vicenda, riproducendo i suoi pensieri frammentati e confusi, mentre cerca di ricordare chi sia, dove si trovi e perché. Il lessico è ricco e variegato: hai scelto sapientemente le parole da utilizzare e l’accostamento tra aggettivi e sostantivi, per ricreare delle immagine nitide, immediate, che coinvolgessero il lettore e gli dessero modo d’immaginare con precisione i luoghi e gli avvenimenti. Anche la punteggiatura è volta a dare alla narrazione un ritmo differente in base al momento della storia: all’inizio, si ha un clima più disteso, scandito da frasi molto corte e parecchi punti fermi; nella seconda parte della storia, poi, le frasi diventano più lunghe, scandite da virgole, a dettare un ritmo più serrato che ben si accorda con ciò che sta accadendo. Un appunto che ho da fare riguarda la punteggiatura: non sempre essa è utilizzata in maniera precisa, a volte ci sono delle virgole di troppo, oppure mancanti. Comunque, nulla di grave o che renda le frasi poco fluide o di difficile comprensione. Altro appunto riguarda le ripetizioni: in generale, ce ne sono parecchie, ma nulla che non si possa risolvere con un’attenta rilettura.
Per quanto riguarda le descrizioni, nella tua storia sono ampiamente presenti, anche se non sono eccessivamente prolisse, e questo ti ha permesso di creare un contesto chiaro e suggestivo, pur senza appesantire la lettura. Le tue descrizioni sono brevi, rapide pennellate che danno immediatamente l’idea dei luoghi, delle sensazioni e che trascinano il lettore nella tua storia, dipingendo davanti ai suoi occhi delle immagini chiare e nitide, spesso molto pittoresche. Le tue descrizioni coinvolgono tutti i sensi, non solo il tatto, e questo ti consente di coinvolgere completamente il lettore e di calarlo nel tuo mondo come se si trovasse davvero lì.
L’equilibrio tra dialoghi e parte narrata è ottimo e il risultato è una lettura piacevole, scorrevole e mai noiosa, nonostante la lunghezza della storia.

Caratterizzazione personaggi: 10/10

I protagonisti assoluti della tua vicenda sono Arthur e Sally.
Arthur è un personaggio difficile da inquadrare, per via del fatto che per la maggior parte del tempo è in balia di ciò che accade, senza comprenderne il senso, il motivo e il significato. È un uomo senza ricordi, almeno inizialmente, e questo causa in lui un’inevitabile spersonalizzazione, che inizialmente lo rende uno spettatore di se stesso, sia in senso letterale che figurato. Vediamo Arthur farsi domande su chi sia, su dove si trovi, sul perché gli venga naturale fare determinate cose, come ubbidire agli ordini della Reggente Bambina, essere asservito a lei, averle dedicato la vita senza ripensamenti o pentimenti. Arthur, in un corpo che non riconosce come il suo, viaggia in questo regno devastato dai draghi, e ad accompagnarlo ci sono sempre urla lontane di bambina e il fuoco, un fuoco che vede anche sott’acqua, che lo fa star male e che tuttavia non riesce a ricollegare a nulla in particolare. La sua confusione aumenta quando apre la porta dietro la quale dovrebbe esserci il nemico che Roxanne gli ha chiesto di sconfiggere, e invece si ritrova a un appuntamento con Sally, in un ristorante in cui assiste alla sua stessa morte. Ed è lì che avviene la sua presa di coscienza, in concomitanza con lo svisceramento di un sogno ricorrente, dove di nuovo a farla da padrone è il fuoco. È qui che Arthur inizia a ricordare, è qui che prende coscienza del fatto che sia morto e di come. I suoi ricordi ritornano e tutto ciò che ha vissuto inizia ad avere un significato, anche in relazione a ciò che gli racconta in seguito Sally. È questo il momento in cui la sua personalità inizia a delinearsi maggiormente: di lui apprendiamo che è un uomo profondamente devoto alla famiglia, una devozione e una fedeltà che trascendono persino la morte e il suo non avere ricordi. È il tratto del carattere che contraddistingue maggiormente Arthur, qualcosa che lo caratterizza a un punto tale che è la prima cosa che si palesa di lui, ciò che rimane nonostante l’assenza di ricordi e d’identità iniziale. La vita di Arthur ha ruotato tutta intorno alla sua ricerca scientifica ma, soprattutto, all’amore per la sua famiglia, una famiglia che si è visto ingiustamente e brutalmente portare via e che, ora che non è altro che una coscienza senza più un corpo, è tutto ciò che rimane e che conta. Lui era uno scienziato brillante e avido di scoperta, desideroso di creare qualcosa di stupefacente, ma non ambizioso a tal punto da anteporre il suo lavoro a tutto. Arthur, infatti, era anche un marito profondamente innamorato e un padre affettuoso, che ha sempre saputo ritagliarsi dei momenti per sua figlia, la cui morte lo ha spezzato. La sua personalità è molto interessante e sfaccettata, così com’è interessante il modo in cui hai deciso di presentarla, disvelandola pian piano al lettore, man a mano che la storia prosegue: così, scopriamo com’è Arthur di pari passo con lui. Ricordiamo insieme a lui, siamo confusi con lui, soffriamo con lui. L’io narrante ti ha permesso di mostrare le varie sfumature della sua personalità, da quella ironica, a quella affettuosa, a quella protettiva, grazie al fatto che hai narrato tutta la vicenda dal suo punto di vista, e questo ti ha consentito di dare spessore a un personaggio che altrimenti avrebbe rischiato di rimanere in ombra, a causa della sua mancanza di memoria. Con questo espediente, invece, hai saputo dargli vita, lo hai reso realistico e umano, facendo sentire il lettore vicino a lui e alla sua tragedia.
Sally è un personaggio che spicca con forza nella narrazione e s’impone. La sua personalità è brillante, audace, spigliata, determinata. Quella che ci viene presentata è una donna forte, che non si piega, che tenta il tutto per tutto per riavere indietro ciò che le è stato portato via, che è disposta anche a sacrificarsi per ciò che ama. È una persona che ha visto il peggio della vita e che pure non si è arresa, nonostante il momento di umana stanchezza che la coglie comprensibilmente alla fine, quando decide che è stanca di scappare e sta per rinunciare davvero a tutto. E anche in questo sta il suo realismo: in quella fragilità che finalmente mostra, in quell’arrendevolezza che, se non fosse stato per Arthur, l’avrebbe vinta. Sta nelle lacrime che versa quando sta per essere uccisa, in tutti i rimpianti che confessa ad Arthur. Sally ha dovuto vendere la sua dignità, ha dovuto adeguarsi a una vita crudele, abbassarsi a determinati livelli per raggiungere i suoi obiettivi, eppure resta nonostante tutto una donna fiera, guidata nelle azioni dall’unico obiettivo di recuperare Sif e tentare di far rivivere sua figlia e suo marito attraverso di lui. La sua vita è un dramma che si consuma lentamente, ma che la vede vittoriosa anche alla fine, quando viene braccata e uccisa, perché nonostante tutto ha ottenuto ciò che voleva. Ha dato un significato alla sua vita dopo la cattura, a tutta la sofferenza che ha dovuto ingoiare e a tutti i sacrifici fatti. Ha dato un significato, infine, anche alla sua morte. Anche con lei hai fatto un ottimo lavoro di caratterizzazione: la guardiamo attraverso gli occhi soggettivi di Arthur e da lui apprendiamo tutte le sue innumerevoli qualità, che pure spiccano anche in maniera più oggettiva nel racconto di come è stata la sua vita dopo la morte del consorte. Abbiamo così un duplice quadro di Sally: quello che ci viene offerto da Arthur, e quello che il lettore si dipinge nella mente leggendo di lei e della sua forza d’animo. Questo rende la sua personalità ricca, dirompente, per nulla scontata. In lei c’è una tenacia incrollabile, data da quell’amore per la famiglia che ha in comune con Arthur e che è il mezzo che le permette di ritrovarlo, di riaverlo con sé, anche se per poco tempo. Sally è un personaggio estremamente reale e umano, che buca lo schermo ed entra direttamente nel cuore del lettore.

Trama e originalità: 9,2/10

La trama della tua storia presenta un intreccio molto complesso, dove s’intersecano diversi piani narrativi, ognuno dei quali mostra un nuovo aspetto della vicenda e che, nell’insieme, forniscono un quadro completo e chiaro della situazione. Inizialmente, il lettore brancola nel buio, esattamente come il protagonista: viene convinto di star assistendo a qualcosa di ben specifico, che la vicenda vada in una ben delineata direzione: c’è un licantropo che ha perso la memoria, e che serve una regina bambina in un regno vessato dalla minaccia dei draghi. Eppure, hai sapientemente disseminato dei dettagli in modo che il lettore attento possa capire che qualcosa non va: il falò che si accende all’inizio, il fatto che il Lycos si addormenti all’improvviso, il fatto che non ricordi nulla ma che, una volta entrato in città, ne riconosca gli abitanti e la storia, il fatto che abbia divorato il cuore del demone drago che ha ucciso, ma poi se ne ritrovi improvvisamente metà in mano, quella metà che sa di dover consegnare a Roxanne, anche se fino a un momento prima non ne aveva coscienza, il cuore stesso che si dissolve in un fuoco fatuo. Tutto questo, a un occhio attento, risulta molto similare ad alcune meccaniche che si possono ritrovare in un videogioco, dandogli il sentore che qualcosa non va, unitamente alle grida di bambina che il Lycos sente e a quel fuoco che lo tormenta. Infatti, ben presto lo scenario è destinato a cambiare e il lettore si ritrova a dover mettere in discussione ciò che credeva di sapere, poiché Arthur si ritrova in un ristorante, abbandonando repentinamente l’ambientazione fantastica in cui si è trovato fino a un istante prima. Qui, s’inserisce inoltre l’ulteriore piano narrativo del sogno, dove viene rimarcato il concetto della perdita. Da questo momento in avanti, la trama riacquista una sua linearità, rotta dal lungo flashback in cui Arthur viene a conoscenza della vita di Sally durante la sua assenza; poi, il lettore viene condotto alla conclusione della vicenda, che termina proprio dov’è iniziata, nel videogioco, in una sorta di ciclicità. La trama è certamente ben costruita e ben congegnata: nonostante l’intreccio complesso, non risulta confusionaria né presenta buchi di trama; alla fine della lettura, si ha un quadro chiaro di ciò che è accaduto, delle dinamiche e del contesto, non ci sono quesiti non risolti. Il modo in cui hai strutturato la trama ti ha permesso di renderla senz’altro interessante, dinamica, mai piatta o noiosa e di mantenere sempre alta la curiosità del lettore, di spingerlo a continuare nella lettura, per scoprire che cosa accadrà e dove la storia lo sta portando. Hai creato senza dubbio un’ottima storia, interessante e accattivante.
Dal punto di vista dell’originalità, la tua storia è certamente innovativa per il modo in cui è stata strutturata e costruita, come già detto, e per la decisione di narrarla dal punto di vista dell’ignaro Arthur, facendo viaggiare il lettore con lui alla scoperta di ciò che è accaduto. Il tema da te trattato non è nuovissimo, nel genere: la volontà di riportare indietro la persona cara deceduta, in un qualsiasi modo, è molto usato, tuttavia il punteggio nella voce è comunque molto alto, poiché è indubbio che tu l’abbia rielaborato in maniera assolutamente non scontata, inserendo anche plot twist interessanti e inaspettati. Apprezzabile anche il fatto che tu abbia lasciato alcune questioni legate a Sif e al “nuovo” Arthur volutamente vaghe, lasciando quindi aperte al lettore varie chiavi di lettura, dando a lui il compito d’interpretare ciò che accade. Arthur è solamente un insieme di righe di codice, così come lo è Moar 2.0? Si tratta semplicemente di un sofware, o è diventato qualcosa di più, qualcosa che è stato in grado di acquisire, in qualche modo, vita propria e a concretizzarsi, da qualche parte, in un mondo parallelo, in qualcosa di reale? Arthur è solo una copia di se stesso, perfettamente ricreata, oppure è qualcosa d’altro, qualcosa in più? È davvero solo un insieme di formule e di codici, oppure ha riacquisito una coscienza umana, con tutte le sue complesse sfumature? I sentimenti che prova, le sensazioni che sente sono reali, o sono anch’essi strisce di codice? Tutti questi quesiti sono volutamente lasciati irrisolti, perché sia il lettore a interpretarli come preferisce. Ed è anche questo a rendere la tua storia estremamente interessante: essa è chiarissima e assolutamente completa, le questioni che lascia aperte non tolgono nulla alla sua comprensione, eppure lasciano il lettore a rimuginare, a pensare, a formulare teorie a riguardo, a ipotizzare. Ed è qui che sta la forza della tua storia, ciò che l’ha resa, più di ogni altra cosa, accattivante e avvincente.
La tua storia è estremamente borderline. Viaggia sulla linea sottile che divide il fantasy fantascientifico dalla fantascienza. Comprendere dove collocare il tuo racconto è stato molto complesso e, in generale, ritengo che non si possa nettamente inserire in nessuno dei due sopracitati generi, dato che il suo genere di appartenenza dipende dall’interpretazione che il lettore dà di Sif e del “nuovo” Arthur, come detto sopra (ed è per questo che ho tolto qualche punto). Dovendo però fare un’analisi il più possibile oggettiva, ho ritenuto, infine, che la tua storia fosse collocabile più nel fantasy fantascientifico che nella fantascienza, e per questo la ritengo pertinente al tema del contest: ciò deriva dal fatto che viene più volte rimarcato come ciò che Sif fa sia incredibile e inspiegabile anche ai suoi stessi creatori e di come Arthur si stupisca di essere in grado di provare emozioni vere e autentiche, nonostante sia stato ricreato da Sif. Ciò mi fa pensare che, nelle intenzioni, questi elementi non abbiano una spiegazione scientifica, che Arthur sia riuscito in qualche modo a farsi coscienza umana, trascendendo quindi la semplice codifica, e questo colloca la tua storia nel fantasy fantascientifico. Fatto questo preambolo, essa può certamente considerarsi un dark fantasy, dato che l’ambientazione è cupa e tetra sia nel videogioco, che fuori, dove ci presenti un mondo decadente e fortemente distopico. Il senso d’angoscia permea ogni riga della tua storia, dall’inizio fino alla morte di Sally. Hai creato un racconto estremamente dark e cupo.

Utilizzo del pacchetto: 4/5

Il personaggio è stato senza dubbio utilizzato. All’inizio del racconto, e per una parte di esso, il protagonista è un licantropo e agisce in questa forma, che è anche quella definitiva che assume, insieme a tutta la sua famiglia, alla fine del racconto, quando tutti e tre si riuniscono a Moar 2.0. (+1)
Anche il prompt è stato egregiamente sviluppato. La fedeltà è un concetto fortemente presente nel tuo racconto ed è ciò che muove l’agito di Arthur, prima in modo inconsapevole, non avendo memoria, e poi assumendo la consapevolezza del perché abbia deciso di asservire la sua vita a Roxanne; la fedeltà è anche ciò che muove l’agito di Sally: avrebbe potuto farsi una nuova vita, rimanere al sicuro e nell’ombra, e invece ha deciso di rimanere sempre fedele alla sua famiglia, e di rischiare tutto per amore di essa. La fedeltà, dunque, è la colonna portante di tutta la tua storia, personificata anche dal lupo, che è il simbolo di essa. (+2)
Per quanto riguarda l’oggetto, Arthur ritiene Sif la sua tomba, il luogo in cui è destinato a giacere per l’eternità, tuttavia il suo è un pensiero fugace, una rapida considerazione fine a se stessa, che poi si perde e non ha una vera e propria rilevanza all’interno della narrazione, pertanto non ho assegnato il punto corrispondente.
La frase è stata ben utilizzata: è inserita in maniera pertinente e naturale nel racconto ed è successivamente ripresa anche come concetto. Il legame che Arthur ha con Roxanne è un legame doloroso, in quanto la sua morte lo ha spezzato e distrutto, proprio in nome della profondità di questo legame. Per lo stesso motivo, gli è dolorosa anche la morte di Sally, perché quel legame così forte e solido che li univa viene dissolto. L’esistenza di Arthur è stata un susseguirsi di legami spezzati e di dolore per questo, e ciò è ben reso nella storia. (+1)

Gradimento personale: 5/5

La tua storia mi è piaciuta davvero molto. Ho adorato la complessità della trama, l’intreccio narrativo e le molteplici chiavi di lettura che la storia fornisce (personalmente, propendo per la lettura più metafisica e filosofica. Ritengo che non si riuscirà mai a riprodurre in toto la complessità delle sfumature del sentire umano, né la complessità di una mente che non riuscivamo a capire, perciò la lettura che do al tuo racconto è spirituale: Arthur e la nuova Moar non sono solamente righe di codice, ma sono diventati qualcosa di più, qualcosa che ora vive in autonomia e indipendentemente da macchine fisiche). Ho amato il messaggio che la storia veicola, e questo profondo amore di un padre per una figlia, così radicato che resta anche quando tutto il resto, nella sua mente, è andato perduto. Ho davvero apprezzato lo svolgersi della trama, come essa si sia disvelata a poco a poco, fornendo tutte le risposte ai numerosi quesiti che sono sorti durante la lettura. Allo stesso modo, ho amato il fatto che il racconto non abbia un piano di lettura univoco e che lasci immaginare al lettore l’interpretazione che preferisce. Hai creato una storia profonda, coinvolgente, potente e commovente, che mi ha stregata e che ho letto tutta d’un fiato. Complimenti!

Punteggio totale: 36,5/40

Premio “Darkest fantasy”: questo premio ti è stato assegnato perché la tua è stata la storia con l’ambientazione più cupa e dark tra quelle che hanno partecipato al contest. Hai sviscerato l’elemento dark in ogni suo aspetto e in ogni sua forma, dal tetro e fosco mondo del videogioco, all’orrore delle voci che sente il protagonista, di quelle grida di bambina e quell’incendio che lo perseguita, al suo sogno macabro e ricorrente, all’omicidio di se stesso al quale si trova ad assistere. Per arrivare, infine, alla distopica e decadente Moar e alla fuga senza posa di Sally, che si conclude con la sua morte. Atmosfera cupa e tetra, elementi dell’horror, presenza di uno scenario oscuro, fosco, persistente senso di paura e orrore sono ampiamente presenti nel tuo scritto, rendendolo a tutti gli effetti un componimento pienamente dark fantasy.

Recensore Master
16/01/21, ore 12:19

Ciao,
bello questo primo capitolo!
Mi è piaciuto molto lo scontro iniziale con il drago e poi il suo ritorno a casa! Davvero ben costruito, non mi aspettavo minimamente che in realtà lui fosse un guerriero al servizio di una Regina bambina!
Ho trovato bello anche il racconto di come il regno sia andato in rovina a causa dei Draghi che devastano tutto con il loro fuoco. Mi viene in mente un film con Christian Bale "Il regno del fuoco". Lì però l'ambientazione era tutta diversa e anche le cause dell'invasione dei draghi.
Qui mi piace molto l'ambientazione fantasy. E poi mi sono piaciute molto tutte le descrizioni della devastazione dovuta al fuoco e soprattutto la descrizione della regina bambina!
Molto bella l'immagine di lei che riesce ha mantenere la dignità malgrado sia vestita di stracci, seduta su una vecchia sedia che fa da trono e una specie di scodella che fa corona. Sta a metà tra la tragedia e il gioco di una bimba che finge di essere Regina.
Complimenti, mi sta proprio prendendo molto questa storia.
AlbAM

Recensore Master
04/01/21, ore 19:32
Cap. 1:

Ciao,
eccomi per lo scambio.
La cosa che mi è piaciuta di più di questo capitolo introduttivo è la sensazione di straniamento provata dal protagonista.
Mi ha ricordato un po' l'inizio della "Metamorfosi" di Kafka.
Mi piace molto la scelta dell'uso della prima persona e la visione in soggettiva del protagonista perché permette a chi legge di immedesimarsi nel personaggio e vivere le emozioni e le sensazione che descrive: il freddo, la confusione dovuta al non capire dove si trova, lo stupore nel constatare la trasformazione del proprio corpo.
In particolare mi è piaciuto molto quando cerca di parlare e invece gli esce quel verso da cucciolo di cane.
La conclusione é piuttosto ambigua (in senso positivo), non si capisce infatti se si tratti di un incubo che prelude ad una trasformazione o se la trasformazione é già in atto.
Complimenti hai creato proprio una bella atmosfera.
Sono curiosa di leggere come si evolverà la storia nei prossimi capitoli, voglio scoprire chi sia il protagonista e perché si sia trasformato in Licantropo!
Al prossimo scambio.
AlbAM