Valutazione del contest "Tra il Dove e il Quando - Flashfic Original Contest"
6^ CLASSIFICATA (parimerito)
Un palazzo da scoprire
di thors/ethors
- Stile: 9/10
Lo stile di questo racconto è curato e pulito. La narrazione è scorrevole e ho apprezzato molto come il lessico usato è vario, ma coerente con l’ambiente così da dare a tutta la storia un’atmosfera misteriosa e magica. In particolare credo sia particolarmente riuscita la descrizione con cui si apre il racconto: il castello è presentato e raccontato molto bene, richiamando immagini vivide e evocative.
Se ho inteso bene hai usato un narratore in terza persona esterna. E penso che l'effetto sia ben riuscito: ci permetti infatti di seguire la storia di Edel, di comprenderne le sue motivazioni, ma ci lasci anche dare uno sguardo più ampio, più consapevole, sul quello che le accade, e che le accade intorno.
Il testo è ben ponderato e pur mantenendosi in generale su toni posati, riesce ad arricchirsi di enfasi seguendo le emozioni e le sensazioni della piccola protagonista: la sua curiosità, la sua paura e sorpresa. In particolare ho trovato alcune frasi veramente precise con le quali sei riuscito a catturare alcuni istanti e a renderli perfettamente visibili. Uno tra tutti: "L’essersi persa la impaurì sin quasi a farla strillare." Questa frase è davvero perfetta per rendere lo stato di sgomento e terrore che attanaglia la bambina una volta trovatasi sola.
Per chiarezza avrei visto bene una maggiore esplicitazione dei soggetti in alcuni passaggi. Ad esempio qui: “Una mattina s’attardò più del solito a far colazione.” considerando che c’è stato uno stacco sia temporale che di ambientazione nella narrazione la frase così come è, ad una prima lettura, potrebbe portare a dei dubbi: chi s’attardò? Edel? Il demone di cui poco sopra ci hai parlato? E sebbene, in verità, si intuisce facilmente che il soggetto è Edel, ma non sarebbe stato male trovarlo scritto.
Stesso discorso che qui: “Affascinata e curiosa, la inseguì in stanze e saloni mai visti prima…” chi è ad essere affascinata e curiosa? Chi seguì? (anche qui è facile intuire che il soggetto è sempre la bambina, ma per una maggiore chiarezza avrei preferito che fosse espresso)
Un po’ in correlazione a quanto appena detto, secondo me, non avrebbe guastato un maggior uso del nome proprio “Edel” che appare due sole volte nel testo, una delle quali in un discorso diretto (invece usi un sacco “la piccola”, “la bambina”). Questo non usare, o usare pochissimo, il nome proprio del personaggio protagonista contribuisce a creare un distacco tra il narratore e la storia, velando il tutto di un aria vagamente “fiabesca/leggendaria”. Ma, nonostante comprenda bene la necessità di evitare ripetizioni che rischiano di appesantire la narrazione (in relazione anche alla brevità del testo), questa mancata enfasi sul nome della protagonista rischia di creare un distacco anche con chi legge. Una cosa che noto spesso infatti è che ricordare i nomi dei personaggi è importante per chi legge. Inquadrare un personaggio anche con il suo nome dà subito una marcia in più per avvicinarglisi togliendolo dall’anonimato (non è la storia di una bambina qualunque, ma proprio di Edel!).
Nel complesso però non posso che farti i complimenti perché la storia risulta raccontata in maniera davvero notevole.
- Trama e Personaggi: 8.25/10
La storia si apre con la descrizione di un sogno. Un palazzo bellissimo che ricalca quello della realtà in cui si trova Edel ma che è abitato e brulicante di vita. Nel sogno Edel viene a contatto con un misterioso Giliath, personaggio che potrei definire buono, anche se in verità di lui non sappiamo nulla (in un primo momento avevo pensato si trattasse del demone, ma Edel non sembra fare questa associazione, quindi non credo sia così…). Ad essere del tutto sincera non sono riuscita bene a inquadrare il significato di questo sogno. Rappresenta forse un passato del palazzo? Oppure quello in cui Edel vorrebbe vivere? Come ho detto nel parametro stile, la descrizione del sogno è molto bella e coinvolgente, ma ai fini della trama mi è rimasta un po’ oscura. Perdonami.
La seconda parte del racconto mi è parsa in qualche modo più focalizzata. L’incontro tra Edel e le due statue animate è carico di mistero ed è stato molto originale. (Forse le statue sono due degli abitanti del castello del sogno?)
I personaggi sono la cosa che mi ha sorpresa di più. Anche contando solo Edel, Nemune e il demone essi sono resi in poche parole in un modo profondo e realistico. Hai descritto benissimo il timore e la preoccupazione di Nemune, nel tentativo di mettere in guardia la sorellina e anche il mistero che si cela dietro la figura impassibile, ma gentile, di questo demone.
E poi ovviamente Edel, con i suoi sogni, la sua curiosità e la sua ingenuità tipiche di una bambina piccola che si ritrova a vivere esperienze sorprendenti senza però farsi troppe domande e anzi davanti ai timori della sorella maggiore Edel è sorpresa e non li comprende.
La storia si presenta come uno spaccato della curiosa quotidianità che le due bambine stanno vivendo. Nel complesso però la trama, mi duole tantissimo dirlo, mi è parsa come se fosse “condensata”. Avvengono molte cose e questo ne riduce il respiro di ognuna. Ed è veramente un peccato perché la storia è ricca e curata, ma a monte della lettura mi è sembrato che tutto sia avvenuto molto in fretta come se tu abbia voluto “farci stare tutto”. Non so, sicuramente è solo una mia impressione, ma forse scegliere quale delle due parti raccontare (quella del sogno o quella delle due statue) ti avrebbe permesso di dare più spazio ed analisi ai singoli eventi.
- Uso del Dove: 8/10
Nella nuova casa.
Ammetto che dei tre questo è stato il parametro che mi ha dato più da pensare. È chiaro che Edel si trova in un posto incantato, un palazzo misterioso, sconosciuto e pronto per essere esplorato. E mi è chiaro anche che per certi versi la protagonista identifichi questo palazzo come una casa, non solo perché ci vive materialmente, ma anche perché riesce a instaurare dei rapporti di fiducia e di amicizia con il demone, con Giliath e con la nuova quotidianità. Riflettendoci tutto quello che accade gira intorno al palazzo, al palazzo allegro e pieno di vita del sogno, e a quello silenzioso e misterioso della vita reale. Edel si muove in questa realtà imparando – o almeno lei crede di imparare – a conoscerla e accettandola come qualcosa di benevolo. Quindi non posso affatto dire che il prompt non sia stato usato, o che sia stato usato male, anzi! la casa nuova e presente e protagonista in tutto il racconto. L’unico motivo per cui non mi sento di dare un voto altissimo in questo parametro è perché mi è sembrato un po’ vago il legame emotivo che lega Edel alla nuova casa. Cioè, leggendo la storia ho ben compreso a livello razionale come la bambina viva la nuova vita: Edel sta bene in questa nuova vita, si sente al sicuro ed è felice. Intravediamo anche la contrapposizione con un prima nei pensieri della bambina e quindi anche il “nuovo”, legato alla meraviglia del palazzo e alla sua condizione positiva, acquista ragione. Ma a livello più emotivo questa sensazione mi è mancata un po’. Sicuramente è solo una percezione personale, e sinceramente non so dirti cosa esattamente la provoca. Forse questa sensazione è data dal tipo di narratore scelto, non so, ma ho avuto come l’impressione che tutto si muovesse “oltre un vetro”, senza che davvero i protagonisti entrassero in contatto con l’ambiente. Non do però un voto basso perché comunque, come ho detto, credo sia stato fatto un buon lavoro nel rendere il palazzo protagonista per tutta la storia.
Tot.: 25.25/30 (Recensione modificata il 26/02/2021 - 01:03 pm) |