Recensioni per
In Aeternum
di _sweetnightmare_

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
15/06/21, ore 11:57
Cap. 1:

VII
SETTIMO POSTO, CON UN TOTALE DI 43,5/55
In Aeternum, di sweetnightmare_

Grammatica e Stile: 6/10 (media tra 5,5/10 di g. e 6,5/10 di s.)
Ho trovato la grammatica molto imprecisa, soprattutto nella prima parte della storia che credo avrebbe avuto bisogno di un’ulteriore rilettura.
“maius ductu” – doppia spaziatura -0,10
“Varus ,” – spaziatura non necessaria -0,10
“ciottolo erano” – “ciottolo, erano” non hai chiuso l’inciso -0,20
“gente che si accalcavano e spingevano” – “gente che si accalcava e (si) spingeva” -0,50
“accompagnate” – come sopra. Avresti dovuto sostituire “gente” con “persone”, cambiando poi “l’un l’altro” al femminile per evitare errori di concordanza, oppure riscrivere da capo l’intero periodo. –0,50
“in sé stesso” – “da lui/egli stesso” oppure “da sé” -0,20
“ Anche a costo” – spaziatura non necessaria a inizio riga -0,10
“proteggergli” – “proteggerli alle spalle” o “proteggere loro le spalle”, serve il plurale -0,50
“piccolo…e una lista” – manca la spaziatura -0,10
“del possibile” – doppia spaziatura -0,10
“ Il momento propizio” – spaziatura non necessaria a inizio riga -0,10
“facendo strada” – “facendo spazio”, l’espressione da te utilizzata ha un altro significato -0,20
“romani” – “Romani”, l’errore è presente tre volte nel testo -0,60
“avvantaggiarli” – “avvantaggiarlo”, nemico è singolare -0,20
“alla ben meglio” – “alla bell’e meglio”, o, al massimo, “alla bene e meglio” -0,20
“cadde a terra con gli occhi…” – “cadde”, per come è scritta la frase, si riferisce a “sangue”, e non a “corpo” -0,50
“abbandonato. Legò” – doppia spaziatura -0,10
“dis cegliersi” – “di scegliersi” -0,10
“tra di due” – “tra i due” -0,10
Il punteggio è quindi 5,5/10.

Così come nella grammatica, anche nello stile ho riscontrato diverse imprecisioni. In particolar modo, per quanto riguarda entrambi i parametri, sono rimasto molto stupito dalla concentrazione degli errori nella prima parte della storia, mentre la seconda metà è scritta in modo molto più pulito. Suppongo si sia trattato della mancanza di un ulteriore controllo, ma la differenza si è davvero notata.
Oltre agli errori grammaticali che ti ho già segnalato in precedenza, nei primi paragrafi ho notato un certo squilibrio nell’utilizzo della punteggiatura, che mi è sembrata insufficiente per supportare frasi anche lunghissime. Ti faccio un esempio:
“Quelle vie, delle quali non si vedeva più un solo ciottolo erano brulicanti di gente che, come nei cunicoli di un formicaio, si accalcavano e spingevano l’un l’altro, accompagnate da un vocio rumoroso e, talvolta, dai versi dei bovini legati saldamente con delle corde che venivano ceduti al miglior acquirente come cena all’ennesimo banchetto in onore di Bacco, assieme alle urla dei venditori.”
A parte i diversi errori grammaticali che ti ho segnalato in precedenza, ho riscontrato una grandissima confusione nella struttura della frase. Generalmente gradisco i periodi complessi, ma qui gli incisi sono veramente troppi, secondo me, e spesso non vengono nemmeno chiusi; passi inoltre da una frase alla successiva con collegamenti deboli e infine ritorni al discorso principale, da cui ormai l’attenzione è stata completamente spostata: capisco che volessi rendere l’idea della confusione del mercato, ma in questo caso è stata la sintassi, a creare confusione nel me lettore, tanto che ho dovuto rileggere la frase più volte per capirne la struttura. Come consiglio per evitare situazioni del genere ti proporrei un utilizzo più frequente della punteggiatura ferma, che durante la seconda parte della storia ti è stata d’aiuto nello scandire le scene più concitate, anche grazie a un utilizzo del punto e a capo che è andato migliorando lungo il corso del racconto.
In altri casi, invece, ho notato un errore nell’utilizzo del punto di vista: molte frasi sono relazionate con il discorso in modo apparentemente estemporaneo, e appaiono come commenti dell’autore invece che come riflessioni di un pov interno, risultando quindi superflue e un po’ ridondanti.
“anche se Hlodwig era solo il figlio di un allevatore, la sua presenza era fondamentale per il trio.”
Qui, per esempio, il commento viene dato dalla voce narrante e risulta essere un tentativo forzato di ampliare il background di un personaggio secondario. Commenti di questo tipo sono sparsi lungo l’intero racconto, e indicano un’imprecisa comprensione del punto di vista.
La seconda parte della storia, invece, è scritta davvero bene! Credo che le descrizioni di scene d’azione riescano a valorizzare il tuo stile molto di più delle narrazioni lineari, e questo è un grande punto a favore quando si decide di scrivere una storia come questa. Nonostante il gran numero di azioni che avvengono in contemporanea, infatti, al lettore è chiaro cosa stia facendo ogni personaggio e non si perde mai di vista la prospettiva d’insieme.
Ho solo un’ultima cosa da segnalarti: “infoltendo il loro numero” – scritta così, la frase significa “infoltendo il numero dei rinforzi”, mentre il significato più corretto sarebbe “infoltendo il numero delle truppe”. Non te l’ho segnalata come errore grammaticale visto che non potevo essere certo del significato che volessi dare al periodo, ma logicamente mi sembra più giusto così.
In conclusione, la storia non è scritta male, e anzi è ben scorrevole e presenta molti punti di forza, ma la sua veste stilistica avrebbe bisogno di una revisione che la renda più uniforme e ordinata. Considerando pregi e difetti, assegno un punteggio di 6,5/10.

Trama e Originalità: 9,75/10
Le basi di partenze sono molto solide, e perché no, anche originali. Sicuramente esisteranno racconti simili, ma su EFP è difficilissimo trovare storie ambientate “dall’altra parte della barricata” rispetto al punto di vista più comune, e non mi era mai successo di leggere un racconto dal punto di vista di Arminio!
Una cosa che ho apprezzato moltissimo è stata la struttura della storia, che si costruisce a pezzi in ordine diverso da quello cronologico, finché tutto non si ristabilisce nel momento culminante della battaglia. Devo essere sincero, ho trovato questo climax costruito davvero bene: in particolar modo, si parte dalla calma, per poi arrivare alla parte di organizzazione e tensione, e infine si conclude con lo scoppio vero e proprio. Le riflessioni del protagonista, che lo portano indietro nei ricordi, sono organizzate con un criterio logico: è molto realistico che, vedendo due bambini correre mano nella mano, Arminio abbia ripensato alla sua infanzia prima che i Romani lo strappassero dalle proprie origini. Anche la battaglia è stata descritta con attenzione, rimanendo coerente al periodo storico ma non per questo risultando come una semplice cronaca o un resoconto militare: hai raccontato con attenzione sia il piano preparatorio, mostrato direttamente in azione, sia il combattimento in sé, nella sua prima parte “a sorpresa” e poi nel successo finale presso l’accampamento di Castra Vetera. Alcune parti sembrano leggermente veloci rispetto al resto del racconto, ma ho apprezzato questa tua scelta di non appesantire ulteriormente il racconto con descrizioni che avrebbero soltanto rischiato di risultare meccaniche: infatti, le emozioni dei personaggi, tanto i vinti quanto gli sconfitti, riescono a trapelare anche prima delle morti di Hlowig e Varo e del momento di raccoglimento finale. A proposito di questo, devo segnalarti l’unico punto negativo di questo parametro, ovvero la scena conclusiva della pira che arde sul lago ghiacciato: è una scena poetica e bellissima, ma non trovo molto verosimile che un lago fosse ghiacciato ai primi di settembre, tenendo conto delle temperature medie della zona. A parte questo, il finale è stato d’effetto e ha rispettato la sua funzione di chiudere un arco e, potenzialmente, aprirne un altro.

Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 6,5/10
Questo parametro è quello che, più di tutti gli altri, mi sono trovato in difficoltà nel valutare, soprattutto perché anch’esso, come grammatica e stile, risente di una certa incostanza lungo il corso della storia, anche se in punti diversi della narrazione. Mi spiego meglio parlandoti del protagonista, Arminio: fin dall’inizio lo presenti come un personaggio sagace e riflessivo, molto attento al contesto circostante e capace di riuscire a resistere agli anni di soggiorno forzato a Roma solo grazie alla speranza di ritornare a casa e di vendicarsi. La sua introspezione è coerente e approfondita, e si sviluppa a mano a mano che la storia procede, togliendo gradualmente spazio alla parte di bambino strappato dalla sua infanzia per mettere in risalto la figura del condottiero che è passata alla storia, tanto da assumere alcuni tratti dell’eroe epico, che ovviamente non possono essere del tutto realistici, ma che in un racconto di questo genere stanno molto bene. Arriva poi il momento del ritorno a casa, dove mostri le sue ansie e i suoi timori in modo ancora una volta realistico e riflessivo… e poi, improvvisamente, è come se ci fosse un vuoto, e la caratterizzazione va a perdersi lasciando un buco enorme. Parlando dell’incontro con Thusnelda per esempio, l’impressione che mi è arrivata è che Irmin le avesse mandato un sms il giorno prima dicendo che sarebbe tornato! Sì, la ragazza è stata molto felice di rivederlo e ha detto che per anni aveva pregato gli dèi affinché lo facessero tornare, ma non ho visto esitazione o sorpresa nel loro dialogo, lei l’ha riconosciuto subito e ha iniziato a parlare quasi come se niente fosse, aggiornandolo sulla situazione matrimoniale propria e dell’amico Hlowig. In questo dialogo, ho trovato Thusnelda caratterizzata abbastanza male, mi dispiace molto doverlo dire: pur essendo passati molti anni, si comporta come una bambina, ridendo e imbronciandosi nel giro di pochi istanti nonostante la serietà dell’argomento trattato. Certo, può essere una scelta voluta rappresentarla così, ma visto che del background del personaggio non sappiamo nulla a parte le nozze imminenti, viene spontaneo rimanere con un dubbio simile. Più in generale ho trovato questo dialogo completamente vuoto e irrealistico: due persone così legate non si vedono per quasi vent’anni e l’unica cosa che riescono a dirsi è “sai, dovrei sposarmi ma non voglio” senza chiedersi assolutamente nulla di tutto ciò che è successo in quell’enorme lasso di tempo dove non si sono potuti sentire nemmeno via lettera? Ripeto, tutto ciò che ho percepito è stato quell’effetto “si sono sentiti al telefono il giorno prima” che proprio non ha nulla a che fare col contesto. Ancora più grave, a mio parere, è il fatto che Irmin si chieda per oltre mezzo paragrafo che fine abbiano fatto i suoi genitori e suo fratello, e poi una volta intravista Thusnelda se li dimentica, parla solo con lei del matrimonio e non chiede assolutamente nulla a riguardo.
Ad avermi lasciato ancor più perplesso è il fatto che, dopo questo dialogo completamente fuori fuoco, la storia riprenda da dove si era interrotta, mostrando nuovamente Arminio nella sua caratterizzazione eroica e approfondendo anche due personaggi secondari, Hlowig e Varo, che tramite il loro duello e le rispettive morti ci mostrano le due facce della medaglia, accumunate dallo stesso spirito in direzioni opposte, cosa che mostri perfettamente anche con la loro fine. Anche il rapporto fraterno tra Hlowig e Irmin viene approfondito a più riprese, riportandomi però a chiedermi dove sia finita la famiglia naturale del condottiero, visto che nemmeno procedendo con la storia si trova una spiegazione (suppongo siano stati uccisi dai legionari romani o deportati in un altro luogo dell’impero, ma dopo tutte le riflessioni che Arminio ha dedicato a loro, almeno due parole sarebbero state dovute e necessarie). In conclusione, la caratterizzazione poteva essere ottima, ma un enorme falla nel bel mezzo della storia ne ha minato le basi. Il punteggio resta sufficiente grazie alla parabola di Irmin che porti ottimamente a compimento nel finale, ma non posso ignorare delle incongruenze così importanti, che davvero tolgono realismo al racconto, elemento fondamentale del genere storico.

Bonus: 9,75/10
Contesto – Antica Roma: La storia tratta della battaglia di Teutoburgo, uno dei principali eventi della Storia romana. Per cui, anche se parli dal punto di vista opposto, il periodo scelto è stato rispettato. 2,5/2,5
Sottogenere – Guerra: Il sottogenere da te scelto non richiede solamente il riferimento a un evento bellico o la descrizione di una battaglia (che comunque è presente e ben particolareggiata), ma anche una descrizione di ciò che la guerra causa ai protagonisti, e a mio parere l’hai fatto ottimamente. 2,5/2,5
Oggetto – Arma da taglio: La spada di Varo viene descritta velocemente ed è un elemento significativo all’interno del racconto, in quanto è l’arma sia dell’uccisione di Hlowig, sia del suicidio del comandante romano. Tuttavia non assegno il punteggio pieno perché non ho trovato che l’oggetto fosse importante all’interno della storia, sarebbe potuto essere sostituito con qualsiasi altra arma visto che l’attenzione è posta esclusivamente all’effetto provocato dalla lama. In ogni caso hai rispettato la richiesta fondamentale del pacchetto. 2,25/2,5
Luogo – Fiume/Lago ghiacciato: Il lago assume un ruolo fondamentale all’interno del racconto: personalmente, ho trovato molto bella ed emozionante la scelta di Irmin di costruire la pira funebre del suo amico nello stesso luogo in cui avevano condiviso i momenti migliori della loro infanzia 2,5/2,5

Titolo: 4,5/5
Il titolo che hai scelto mi è piaciuto molto per diversi motivi. Prima di tutto è citato nel testo più volte e in relazione a più vicende diverse, senza mai risultare forzato: il giuramento che Hlowig compie all’inizio della battaglia e nel momento della sua morte, gesto compiuto anche da Varo, e infine durante la cerimonia funebre del guerriero germanico. Inoltre, esso assume anche un altro significato se calato nel contesto storico, visto che sappiamo che Roma non riuscirà più ad assoggettare l’area germanica dopo la sconfitta di Teutoburgo. Non ti ho assegnato il punteggio massimo perché il titolo non mi è risultato originalissimo, forse anche perché il concetto è ripetuto nel testo moltissime volte (la cosa si è un po’ rivelata un’arma a doppio taglio, in questo senso), ma l’ho fortemente apprezzato, ha dato un sentore quasi epico al racconto.

Gradimento Personale: 7/10
Considerandone i pregi e i difetti, la storia non mi è dispiaciuta, ma considerando il tema di partenza avrebbe potuto coinvolgermi molto di più. I problemi che ho riscontrato li ho già esposti in precedenza: la grammatica e lo stile della prima parte del racconto mi hanno reso la lettura un po’ ostica, e la trama non è riuscita a tener testa agli obiettivi che si era prefissata, secondo me. La scelta di analizzare un evento storico così celebre da un punto di vista intimo e personale è molto valida, ma come ho scritto in precedenza questo aspetto non è stato sviscerato a sufficienza, dando spazio a incongruenze e passaggi che avrebbero meritato un approfondimento maggiore, e non una descrizione veloce. La seconda parte della storia, al contrario, mi ha convinto totalmente: la battaglia è stata descritta in modo vivido e chiaro, ed è riuscita a coinvolgermi sia nella componente tattica e “grafica”, sia in quella emotiva. È un peccato che la storia sia risultata un po’ disequilibrata, perché, ripeto, le basi erano molto buone, e sarei felice di poterne leggere una versione revisionata e leggermente approfondita, un giorno. Ti faccio comunque i miei complimenti per esserti cimentata in un racconto così impegnativo e che, nonostante alcuni difetti, ha saputo coinvolgermi e regalarmi una bella lettura.

Recensore Junior
29/04/21, ore 13:07
Cap. 1:

Ciao,
Complimenti per la tua storia, i dettagli storici sono molto accurati e la documentazione è veramente bella. Penso che il periodo classico sia ricco di fonti e documenti, ma il passare dei millenni ha reso la quotidianeità qualche cosa di troppo lontano che è davvero difficile cogliere (anche se, come scrivi tu, è ancora attuale). Ho notato nelle note una bella ricerca dei personaggi storici e del campo di battaglia. L'idea base è quella giusta, spero che comunque sia stato divertente scrivere questa storia e spero ritornerai con altri scritti su questo tema così interessante!
Complimenti!

Recensore Junior
31/03/21, ore 23:21
Cap. 1:

Ciao! Partecipo al tuo stesso contest e non potevo non dare una sbirciata, specialmente visto che si tratta di un* collega archeolog* :D 
Mi è piaciuto il lavoro di "filling the gaps" che hai fatto con i personaggi inventati, che hanno dato sostanza, supporto e rotondità emotiva ad Arminio ma anche a Varo. Hai scelto sicuramente un episodio molto noto ma difficile da gestire al livello ideologico, considerando non solo l'impatto politico ma anche identitario che recentemente la battaglia di Teutoburgo ha avuto, per cui sarebbe stato facile scadere in una presa di posizione romana o anti-romana che fosse. Invece, mi piace come hai gestito la cosa, riportando l'orrore, la tragedia e l'inevitabile bruttura di una battaglia che certo non è stata delle più pacate. 

Bel racconto, complimenti ancora!
Ciaoo :)

Recensore Junior
14/03/21, ore 15:51
Cap. 1:

Ciao!
Partecipo anche io al contest e, al solito, sto recuperando le altre storie... anche se un po' più lentamente del solito xD
Infatti queste storie sono lunghe e impegnative e ti stimo davvero tanto per aver fatto un lavoro così minuzioso! Per me era la prima volta che mi cimentavo in una cosa del genere e l'ho trovata pazzesca, una vera impresa! xD
E secondo me tu hai fatto davvero davvero un ottimo lavoro... sia a livello di trama, che di linguaggio, di descrizioni e di accenni storici... complimenti davvero!! Mi è sembrato tutto ottimo e mi è piaciuto tanto ^^